martedì 18 marzo 2008

Forward/rewind

Uno normalmente è portato a pensare che noi stiamo avanti rispetto a chi ci ha preceduto perché abbiamo le macchine, l'acqua corrente, l'energia elettrica, gli aerei e tutte le splendide cose che ampliano le nostre possibilità e ci rendono la vita materiale meno dura. Poi si trova a camminare nel centro storico di una qualsiasi città costruita nei secoli scorsi (scegliete voi: Antica Roma, Medioevo, Rinascimento, Ottocento) e il cervello gli si mette inconsapevolmente in moto facendo partire un ideale confronto con uno qualsiasi dei quartieri cresciuti senza criterio umano nell'ultimo secolo. E pensa a quanto siano ansio-criminogeni alcuni degli agglomerati di cemento in cui ci tocca vivere e a quanto asseconda invece l'umanità il camminare immersi in roba costruita quando il cemento non era ancora stato inventato. Pensa a quanto veniva valorizzata la creatività di architetti, progettisti, tecnici che lavoravano con i mezzi di fortuna dei secoli scorsi e a quanto è vilipesa quella dei contemporanei che utilizzano strumentazioni da favola ma sono ridotti a esecutori di altre volontà. Pensa a quanto pensare in grande c'era quando si immaginavano pezzi di città che si sono conquistati l'immortalità e a quanta negligenza e miopia ci sono oggi nel governo dello sviluppo di pezzi di città che sarebbe meglio cancellare. A questo punto in genere la critica che uno si guadagna è quella diretta a chi vuol portare indietro le lancette degli orologi. No: occorre solo disabituarsi al brutto e utilizzare meglio le macchine, l'acqua corrente, l'energia elettrica e tutte le splendide cose che abbiamo inventato.

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