lunedì 13 ottobre 2008

Parole, parole, parole

Il dibattito è abbastanza retrò, il ritorno in mente c'è stato ascoltando l'ultimo disco dei Sigur Ros in cui compaiono (mi pare di capire) più testi in lingua islandese che in hopelandic, cioè quel misto di inventato e lungo-sillabato che è stato l'idioma creato di sana pianta dal cantante del gruppo. Allora, il punto è questo: se un gruppo che canta a volte in una lingua comprensibile all'incirca da trecentomila (300.000) persone al mondo e a volte in un impasto inventato può permettersi di imbastire un tour del genere e avere alle spalle questo percorso qui, perché alle giovani band che cantano in italiano qualcuno consiglia ancora di scegliere l'inglese così-è-più-facile-avere-successo? E, soprattutto, perché alcune band e alcuni solisti, anche di un qualche successo e amati da queste parti, cedono a una cosa che assomiglia tanto da vicino a un luogo comune?
Sigur Ros, Afterhours, Kdcobain

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