martedì 30 dicembre 2008

Cose che si vedono in giro (di questi tempi)

Un portachiavi penzolante dalla tasca dei jeans della persona che ti sta davanti in fila all'ufficio postale con su scritto: "Shalom".

lunedì 29 dicembre 2008

Apparenza (post effimero)


Non conoscendola, non si ha nulla da dire in merito alla vicenda che ha portato alle dimissioni di Di Pietro jr dall'Idv comunicate attraverso il blog del padre (un figlio che comunica attraverso il blog del padre, poi dicono che gli anziani sono indietro in tecnologia rispetto ai giovani). Ma no, a pensarci bene una cosa la si può dire: Di Pietro jr, oltre a essere uno dei pochi figli indietro in tecnologia rispetto al padre, fisicamente sembra il padre di suo padre.
Di Pietro

venerdì 26 dicembre 2008

Buone feste

Anche se magari può esservi capitato il 24 pomeriggio di avere scoperto che il rubinetto della cucina perde acqua da sotto e siete stati costretti a chiuderlo per aprirlo solo in casi di stretta necessità e il 26 che la vostra auto si sia messa a camminare con un cilindro in meno. Non vi è capitato? Certo, queste sono cose che succedono solo nella fantasia.

martedì 23 dicembre 2008

Wizzo Awards 2008

  • Disco in copyright: Sigur Ros - Med sud I eyrum vid spilum endalaust
  • Disco in copyleft (ex aequo) : The Vox - The woman who lives in the aeroplane; Brad Sucks - Out of it
  • Libro: Sandrone Dazieri - E' stato un attimo (letto in ritardo di due anni rispetto all'uscita, ma non si può mica essere sempre puntuali)
  • Film: Into the wild


giovedì 18 dicembre 2008

Stime

Tra i diversi biglietti augurali che piovono in questi giorni me n'è arrivato uno con questa frase di George Orwell: "Se la libertà significa qualcosa, allora significa diritto di dire alle persone le cose che non vogliono sentire". Stimavo già la persona che me l'ha inviato, dopo la lettura il sentimento è cresciuto.

mercoledì 17 dicembre 2008

Sommessamente

In un panorama del genere, un commento così rischia di apparire un po' sotto misura, no?
Ministero dell'Interno, Corriere, Repubblica

sabato 13 dicembre 2008

Realtà virtuale

Il bello di Facebook è che lì hai amici che poi incontri per strada e neanche li saluti.
(battuta raccolta nel mondo reale)

Musicoterapia

Assorbito da incombenze lavorative e genitoriali erano anni che non ricordavo quant'è gratificante svegliarsi al mattino e senza neanche aver aperto bene gli occhi, infilare nel lettore cd Sticky fingers e ascoltare Brown sugar al volume che merita.

Il crollo del muretto

Gli Afterhours vanno a Sanremo.
Repubblica

giovedì 11 dicembre 2008

Scontato

Se da più parti ti segnalano che stai scivolando a destra, all'inizio reagisci stizzito, poi ti torna in mente che alle ultime elezioni politiche hai messo due croci (qui le puntate precedenti), una delle quali è la più a destra che tu abbia mai vergato su una scheda elettorale ma pur sempre al di qua del limite; alla fine ti dici che sì, sarai pure cambiato: semplificando, non accetti più di ragionare per partito preso e ti sei fatto più elastico, ma rimani sempre convinto che ci sono gli sfruttati, che ben più della metà del mondo è alla canna del gas e che quindi questo non è un sistema complessivamente ragionevole e che ambiente, libertà in generale e delle donne in particolare e qualità della vita sono capitoli che a svilupparli si farebbe la rivoluzione. Sì, alcune cose che davi per scontate ora le guardi con occhio critico. Per esempio: se ritieni che un altro mondo è possibile, devi tener conto che anche altri hanno la libertà di poterlo fare pensandolo in maniera diversa dalla tua, il mondo; puoi rimanere convinto che la chiesa, anzi, le chiese, sono istituzioni spesso dannose oltre che inutili, ma un conto è confutare ragionando i loro dogmi, altro è voler mettere il bavaglio ai loro rappresentanti o ai loro seguaci; ancora, non è detto che uno che ha votato in maniera diversa dalla tua sia per forza minus habens. Sono tre delle cose che mi sono venute in mente e che qualsiasi persona leggendole dirà a se stessa: ma sono scontate. E invece no, non sono scontate. Qui si continua tuttora a leggere quotidianamente un giornale dalla parte del torto, ma si è stati per lungo tempo intimamente convinti di aver ragione, sempre e comunque. Non sono cose scontate. La prova del nove è che se al posto di questa roba barbosa e tendenzialmente antipatica perché ti rovescia contro lo specchio in cui non vorresti mai vederti, ci si mettesse a scrivere: morte al papa, politici merdosi, Berlusconi fascista e Veltroni servo, si riscuoterebbe una serie di commenti positivi che solleticherebbe tanto l'ego. Certo, ci sarebbe la controindicazione che ci si sentirebbe come il bambino che dice cazzo, cacca e pipì per attirare l'attenzione dei grandi. Ecco, siccome quella fase qui si ritiene d'averla superata da tempo, ora si scrivono cose noiose, tendenzialmentre problematiche e sicuramente trascurabili per il prosieguo delle attività del genere umano su questa terra; che vengono lette, magari, ma non accendono le viscere per quei bei commenti tipo: sì, ben detto, dagli giù. Perché contemplare le complessità è meno coinvolgente dell'assolutizzare le proprie ragioni. E (s)ragionare per slogan è assai efficace, nell'eterno breve periodo in cui siamo sospesi. E se ti rifiuti di farlo rischi di diventare di destra. Di destra? Ma come, non è nel Dna della destra assolutizzare e in quello della sinistra relativizzare? Sì ma solo se c'è il papa che dice no al relativismo, allora si relativizza, sennò si assolutizza. Ok basta, si è scritto più di abbastanza.

mercoledì 10 dicembre 2008

No, così no

Già scioperare contro la crisi è un po' come protestare contro le condizioni meteo avverse, se poi si arriva alle stime preventive di presenze in piazza, non si sa davvero più cosa pensare.
Cgil, Repubblica

martedì 9 dicembre 2008

venerdì 5 dicembre 2008

Non per amore ma per soldi

Care gerarchie ecclesiastiche, il titolare qui mantiene nei vostri confronti un atteggiamento laico, nonostante non riesca neanche a comprendere la vostra stessa presenza su questa terra. Mi spiego: quando parlate di preservativi e/o tentate di imporre tempi e modi dello stare in società, non vi si prende proprio in considerazione, seppure non vi si toglierebbe mai il diritto di parola. Altre volte, quando vi cimentate sui temi dell'inizio e della fine dell'esistenza, della procreazione, dell'eugenetica, dei rapporti tra scienza e vita insomma, vi si ascolta rispettosamente pur condividendo poco di quello che dite. Anzi, vi si invidia anche, capaci come siete di focalizzare una delle questioni centrali per il genere umano oggi, qualità davvero rara in giro. Ma, qui sta il punto, nonostante da queste parti si sia convinti che il vostro agire terreno abbia assai poco di spirituale e quindi si debba essere preparati più di altri, si rischia sempre un rigurgito di pesante ancticlericalismo ogni volta che ci si trova davanti a notizie come questa. Perché vi si riconosce il diritto a blaterare quanto volete su tutti i campi dello scibile: provvidenzialmente sono finiti i tempi in cui avevate diritto di vita e di morte sulla gente, così la vostra parola non è più così condizionante (almeno alle nostre latitudini, ché altrove i vostri omologhi, o i loro seguaci, con cui vi contendete il controllo planetario della sfera non legata alla materia ne fanno di ogni). A volte anzi, la vostra voce è anche interessante da sentire, nonostante pieghiate tutto ai vostri interessi superiori. Ma mi piace farvi sapere che io a voi non darei neanche un centesimo dei miei, preferendo che venissero impiegati per chiudere le crepe delle scuole pubbliche (cioè di tutti) che crollano qua e là nel mio paese. Invece voi trovate sempre il modo per spillarmene senza che io possa fare nulla. E ci abbellite le vostre di scuole, dove non si sa perché dobbiate avere il diritto di pagare i vostri insegnanti con i miei soldi.
Corriere

mercoledì 3 dicembre 2008

Visti da lontano (post datato)

Mi sono fatto prendere dalla nostalgia e dopo essermi ubriacato per mesi con nuove uscite musicali o almeno con roba relativamente fresca, ho incaricato il mulo che lavora nel mio pc di restituirmi qualche disco uscito quando ancora i cd non esistevano e che io avevo fruito ai tempi su cassette che ora non hanno più supporti per essere ascoltate. Tra le cose che il mulo s'è caricato addosso c'è Steeltown dei Big Country. Un disco uscito nel 1984, anno in cui in Italia, nella classifica dei singoli più venduti finì al quarantasettesimo posto "I love Rockfeller" di Luis Moreno. Tutto questo preambolo per dire che quando finì nel mio piuttosto nutrito bagaglio musicale dell'epoca, quel disco piacque ma non stregò. C'erano gli U2, gli Alarm, i Cult, i Cure, giusto per fare qualche nome, e Steeltown lo si ascoltò con gusto, ma insomma non ci si perse la testa. A risentirlo a distanza di anni invece, quell'ellepì (si diceva così) ha una freschezza, dei suoni e un tiro complessivo senza alcuna caduta che potrebbe essere stato pubblicato oggi e figurare molto bene. A differenza di quanto succede per altri dischi all'epoca, senz'altro più consumati dagli ascolti del titolare qui, che li risenti adesso e gli vedi addosso tutte le rughe inflitte dal tempo. Ecco, Steeltown si è mantenuto in forma, niente affatto imbolsito, come se avesse fatto sport e limitato gli effetti degli stravizi. Un po' come la compagna di liceo sempre anonima e in disparte, che la rivedi donna e le domanderesti: "E tu dov'eri?". La stessa sensazione mi capitò di provarla parecchio tempo fa con Ultramega ok dei Soundgarden, oscurato dal primo album dei Jane's Addiction (un capolavoro, in effetti, ma questo è un altro discorso) che furoreggiava sul lato A della stessa cassetta. Ma in questo caso il ripensamento fu abbastanza tempestivo. Per scoprire lo splendido giovanotto che è diventato Steeltown invece, c'è voluto quasi un quarto di secolo.
Hit parade Italia

martedì 2 dicembre 2008

Réclame

Corriere della Sera e Stampa escono oggi, rispettivamente alle pagine 22-23 e 18-19, con una pagina doppia di pubblicità Telecom sopra la quale c'è una pagina giornalistica. Come la pubblicità è identica, medesimo è il servizio: l'acqua alta a Venezia. Tanto che a voler pensar male si potrebbe concluderne che anche la scelta della parte giornalistica abbia visto il coinvolgimento dell'azienda inserzionista. Ma qui non siamo abituati a pensar male.