venerdì 29 giugno 2012

Tifo o ragione


Da una parte undici ragazzotti cui hanno fatto ripassare l'inno nazionale in fretta e furia per poi costringerli a cantarlo a squarciagola in favore di telecamera. Dall'altra sono lo stesso in undici, alcuni cantano, la maggioranza no, come è normale che sia. Con chi staresti? Con i secondi, ovvio, anche perché gli inni nazionali t'hanno sempre dato l'orticaria. Da una parte uno che fa il portiere e in conferenza stampa se la prende con giudici e giornalisti perché è stato divulgato che scommette forte. Dall'altra uno che fa il portiere e basta, senza voler sembrare per forza l'ex presidente del Consiglio. Con chi staresti? Con il secondo, ovvio. Da una parte uno in odore di essere indagato per il calcio-scommesse, dall'altra tutti al di sopra di ogni sospetto. Staresti ancora con i secondi. Poi cominciano. Giocano. Anzi, i primi giocano. Bene. Molto bene. Gli altri ci provano. I primi fanno gol. Esulti. Rifanno gol. Riesulti. Essendo conscio che insieme a te lo stanno facendo un mare di evasori fiscali che detesti. Ma esulti. No, il tifo non ha niente a che vedere con la ragione.

martedì 26 giugno 2012

Per Federico, per sua madre (e per noi)

Ora apriranno inchieste, procedimenti disciplinari e chissà cos'altro. Ma la peggiore punizione, l'agente di polizia condannato per l'omicidio di Federico Aldrovandi che ha vomitato in rete insulti contro le sue vittime (Federico e sua madre Patrizia, protagonista di una battaglia legale da medaglia al valore civile), se l'è inflitta da sé. Denudando se stesso in maniera che tutti potessero vedere come ragiona una testa che pensa che una divisa indosso attribuisca più diritti di quelli in dotazione a un comune mortale. Dimostrando la rozzezza che gli ha impedito perfino di prendere in considerazione l'idea di rifugiarsi nell'ipocrisia per nascondere sentimenti che in pochi (ammesso che li provino) avrebbero il coraggio di esprimere in maniera tanto pornografica. Si faranno inchieste, si apriranno procedimenti, certo. Ma la faticaccia che nessuno vuol prendersi in carico, da Genova in qua, è quella di capire la radice del motivo per cui le forze dell'ordine vengano permeate troppo spesso da sentimenti così sprezzanti del prossimo di cui dovrebbero prendersi cura. Certo, la divisa ha in sé il germe della violenza. Costituzionalmente ne detiene il monopolio, della violenza. Per cui la questione è di quelle radicali, appunto. Ma non ci si può arrendere al fatto che l'ordine pubblico sia in mano a gente così, che mette in costante pericolo la gente comune. E che magari, essendo appena un po' meno rozza del collega che ha dato lo spunto per questo post, è intelligente quel tanto che basta a sfruttare l'ipocrisia per non esprimere pornograficamente la sua rozzezza, ma opera ogni giorno contro la Costituzione. E il buon senso. E la vita.