venerdì 30 novembre 2007

La gente

Raccolto al supermercato: "No perché... sì, ha sbagliato perché la violenza non si batte con la violenza. Però se tu mi vieni contro con un estintore, io ti sparo".

Nomi, luoghi, cose

C'è un ex sindaco ora defunto cui vogliono dedicare un parco che da quando è stato realizzato è rimasto un'indicazione geografica. Ho la sensazione che quel pezzo di città difficilmente si trasformerà nel parlare comune in "parco Ciaurro" ma rimarrà "sotto la Passeggiata".

Empirismo

Nonostante lo sciopero dei trasporti che avrebbe dovuto paralizzare tutto, stamattina ho incontrato assai meno traffico del consueto accompagnando mia figlia all'asilo. Non c'erano né bus né vigili urbani in giro. Uno non deve farsi guidare dall'ideologia, occorre essere pragmatici: che facciamo, li aboliamo entrambi e li rifondiamo?

mercoledì 28 novembre 2007

Falce e martello? Anche no

E se la falce e martello portasse sfiga? In Italia l'ha indossata un partito che per quanto abbia contribuito a far progredire la storia, aveva preclusa quasi costituzionalmente la possibilità di governare direttamente. Dove s'è trasformata in simbolo di stato, meglio tacere. Ma la sua caratteristica più autentica è l'incapacità a raggiungere lo scopo. Prendi lo scudo crociato: doveva difendere cristianamente lo status quo dalla marea orientale e c'è riuscito. Non parliamo poi del nome. Democrazia cristiana: cos'è stata l'Italia?, cos'è tuttora?, se non una democrazia cristiana. Sì, ok, più cattolica che cristiana. Ma tant'è. Missione compiuta. Invece gli altri lì, sotto la bandiera, in una eterna alba ad aspettare il sole dell'avvenire. Anche quando i figli, le figlie, le mogli hanno cominciato a urlargli che c'erano anche altri soli da cercare. E dove giorno s'è fatto, è stato nero. Come fai a trascorrere giorni impelagato in una discussione sul se e come fare a meno di quel simbolo per una forza politica che va a nascere oggi? E poi critichi gli altri diagnosticandogli di essere malati di leaderismo? Ma guardati tu, piuttosto, che trasformi in feticcio uno straccio con due utensili appiccicati sopra. Che fare, qui e ora. Da questo dovresti farti prendere. O pensi forse di conquistare il palazzo d'Inverno, nazionalizzare i mezzi di produzione e avviare un piano quinquennale?

martedì 27 novembre 2007

Ventiquattromila blog e una tv

Avrà pure ragione Aldo Grasso quando dice che "la situazione della tv italiana è così grama che basta un niente, basta un vecchio carismatico per fare qualcosa di interessante e regalare la sensazione del diverso". Sta di fatto che quando accade qualcosa lì, dentro quella scatola, il "circo mediatico" (le definizioni preconfezionate sono indigeste, ma questa stavolta è assai calzante) si scatena con paginate di giornali e servizi tv. Anche se alcuni dei temi toccati sono constatazioni, a volte di buon senso, anticipate da tempo in questa rete mentre il circo di cui sopra era impegnato a vivisezionare l'ultima polemica tra i politici di turno.
Corriere, Akille, Leonardo

sabato 24 novembre 2007

Col cuore e con la testa

Se questo blog avesse le gambe e il titolare fosse libero da impegni di lavoro sarebbero entrambi in piazza a Roma oggi pomeriggio per queste ragioni.
Golem

martedì 20 novembre 2007

Usato come nuovo

Uno a volte fa i post di fretta. Poi magari se ne pente. L'ultima volta mi stava quasi succedendo stamattina alla lettura dei quotidiani che, da destra e da sinistra, sottolineavano la genialità di Berlusconi che ha strappato i riflettori di dosso ai suoi avversari-alleati ed è tornato sotto le luci della ribalta con una mossa degna di quel misto di attore e politico che è e che solo lui, nell'intero panorama politico italiano e non solo, era in grado di fare. Dato a Silvio quel che è di Silvio però, non si può fare a meno di notare il particolare che rende questo novembre 2007 assai diverso dal 1993, quello della discesa in campo, e da tanti altri momenti che hanno visto il Cavaliere protagonista: stavolta lui insegue, e non è quello il suo ruolo. Insegue il Pd, Veltroni, le primarie. Tanto che ha dovuto inventarsi un nome nuovo per un partito vecchio laddove altri di nuovo hanno fatto davvero un partito, bello o brutto che sia; insegue, tanto che dal momento che non può farle sul leader, le primarie di cui ha intuito il potenziale di mercato, ha deciso di interpellare il popolo sul nome del partito. E' geniale e capace, Berlusconi, ma stavolta insegue. Le altre volte che l'ha fatto non gli è andata troppo bene. Vedremo se il motore usato della sua auto lo sorreggerà fino in fondo.
Skylife

Matematica opinione

Il quarto uomo rimane tale anche se il terzo - che poi era il secondo, visto che la prima è una donna - è stato rimesso in libertà.

lunedì 19 novembre 2007

Dopo il rock

Domani si torna in voce alla radio con il programma senza nome. Si presentano un buon numero di gruppi che, dicono, fanno post rock. Dopo le 22.

Blogosocietà

Adam espone l'esperimento che l'ha impegnato per un paio di mesi: ha aperto un blog sotto falso nome in cui si è finto donna narrante esperienze con l'altro genere e racconta di aver contato un gran numero di accessi. L'aspetto piccante avrà sicuramente avuto il suo effetto ma non credo che sia lì l'essenza della cosa. Se uno la frequenta un po', nota immediatamente che la blogosfera è piena di gente che usa i post per raccontare i suoi deliri esistenziali o di aver litigato con la sorella, di non sopportare i colleghi, di non aver digerito la cena e di essere stata male tutta la notte o, magari, di stare in rotta col partner. Sia chiaro: ognuno col suo blog fa ciò che vuole e ognuno va dove lo manda il mouse. Ma all'iniziale e ingenuo stupore nel constatare il gran numero di accessi a questo tipo di siti, ho sostituito la convinzione che la blogosfera nel suo complesso non è granché differente da quello che ci circonda abitualmente. Per cui non si capisce perché se un qualsiasi reality show fa milioni di telespettatori, un blog che parla di cronaca vera (nel senso del giornale) e casalinga non debba riscuotere la sua fetta di successo. Guardare, e farsi guardare, dal buco della serratura sono entrambi sport globali, ormai. Ci sarebbe da capire perché, ma questa è materia per psicologi e sociologi.
Madam, I'm Adam

Partito nuovo

A conti fatti è un cambio di nome.
Repubblica

giovedì 15 novembre 2007

Emergenza immigrazione

Alla persona di cui si parlò qui hanno comunicato ieri, dopo otto ore di coda, metà delle quali all'aria aperta, che il permesso di soggiorno arriverà, forse, a luglio. A conti fatti, se tutto andrà bene, saranno passati due anni e quattro mesi dalla richiesta.

lunedì 12 novembre 2007

Imagine

Qui una poderosa messa a nudo dell'assurdità di certi accadimenti cui siamo così abituati da considerarli normali.
Paolo Ziliani

Diritto di Stato

Ieri ho commesso un delitto. Mi sono messo subito al lavoro per accertare eventuali responsabilità e, se del caso, sanzionarle con la dovuta severità.

giovedì 8 novembre 2007

-45

Volevo fare un post sulle luminarie di Natale nei negozi, ché tra un po' le cominceranno a installare la settimana dopo ferragosto: m'hanno preceduto.
Corner Soul

mercoledì 7 novembre 2007

Emergenza extralarge

Presi dal clima, ieri anche i titolisti della Gazzetta dello sport hanno finito per utilizzare la parola emergenza affidandole stavolta il compito di descrivere la situazione dell'Inter dopo l'infortunio a Figo. All'interno, uno specchietto riassuntivo riepilogava gli infortunati della squadra più ricca d'Italia: 6. Su una rosa di 27. Forse un po' pochi per definire la situazione come emergenziale. Ma su una cosa del genere si può anche passar sopra: il calcio è l'ombelico dell'universo-bar sport e che si utilizzino aggettivi extralarge per stimolare chiacchiere in libertà lo si accetta di buon grado. Altro è quando l'emergenza tachicardica contamina chi aspira a governare un paese di 57 milioni di persone; ci si attenderebbe che parlasse con un grado di cognizione di causa superiore a quello dell'avventore col prosecco in una mano e la tartina nell'altra e/o che non assecondasse gli istinti viscerali di quest'ultimo. Se monta l'emergenza-infortuni all'Inter, il massimo che può accadere è che Moratti si fa influenzare e va a raccattare un altro po' di denaro per impinguare il parco giocatori a disposizione di Mancini. Una questione privata o giù di lì. Se invece monta l'emergenza sicurezza si mobilitano giuristi, il parlamento è chiamato a discuterne sottraendosi tempo per fare altro e, infine, si varano norme. Cose pubbliche per eccellenza, insomma. Certo, sarebbe caricaturale un governo della cosa pubblica che non tenesse conto di ciò che accade nelle strade, ma lo è altrettanto il legiferare sull'onda ormonale generata dall'ultimo - pur crudele e inaccettabile - fatto di cronaca. L'effetto è che a volte pare di vivere nella giungla, dove se il più forte ammazza non c'è nessuno che lo giudica e allora la società degli animali è costretta a prendere coscienza di dover cambiare qualcosa. Ma non siamo più nella giungla. Sono secoli che si discute dei delitti e delle pene. Ci siamo dati codici, perseguiamo delitti e puniamo i colpevoli tentando di recuperarne la parte meno nera. Si chiama civiltà. E qualcuno ce la invidia anche. Eppure ogni volta che si verifica un certo tipo di delitto in cui è coinvolto un certo tipo di individui, cediamo regolarmente alla tentazione di fare leggi con la giugulare ancora gonfia di rabbia. Dov'è l'emergenza da decreto d'urgenza in un caso di violenza sessuale e omicidio in cui il responsabile viene catturato nel giro di poche ore e l'apparato della giustizia è in grado di processare e infliggere pene adeguate? No, l'emergenza non c'è. E invece sì. Eccome se c'è: dal 2001 al 2005 in Italia è stata uccisa una donna un giorno sì e uno no. Sessantotto volte su cento da famigliari o conoscenti. Se azzerate il cronometro e lo fate partire adesso, è probabile che quando saranno passati otto minuti da qualche parte del mondo una moglie, sorella, madre, amica, sconosciuta sarà stata ammazzata; fra sedici un'altra, fra ventiquattro un'altra ancora e cosi via. Delle donne che incrociate al supermercato, in ufficio, alle poste, a scuola, una su tre ha subito violenze di vario tipo: dalla denigrazione allo stupro. Ragionando per emergenza, occorrerebbe procedere all'arresto preventivo di chissà quante persone dotate di pene. Ma è un universo che preferiamo non guardare, questo, salvo ululare all'assassino quando chi commette la prevaricazione e l'abominio è uno che giudichiamo lontano da noi; un modo come un altro per esorcizzare la parte più odiosamente maschia che regola anche le società che abbiamo realizzato e che non riusciamo a mettere in discussione. Così come teniamo nell'oblio il tema di quei potenziali catalizzatori di violenza e malessere in cui abbiamo conficcato le nostre vite ostinandoci a chiamarli città. Tanto qualche bersaglio su cui scagliare i dardi della nostra frustrazione è sempre a portata di mano. Anche per decreto.
Deltanews, Regione Toscana, Istat

martedì 6 novembre 2007

Ancora colori

In radio non si vedono, ma se ne può parlare. Domani sera dopo le 22 si fa un viaggio tra il rosso e il nero. E come ogni viaggio che si rispetta, sarà accompagnato da buona musica.

venerdì 2 novembre 2007

Perdonate la crudezza

La politica cattiva contrapposta alla ggente buona da queste parti è roba indigesta. Però, per capire cos'è la società politica italiana può essere d'aiuto sedersi ad osservare il danzare forsennato intorno a un cadavere neanche ancora seppellito.

Meglio abbondare

Clicchi su "Gli atti di violenza commessi da rumeni nel 2007" nella home page di Repubblica e arrivi qui, dove si legge anche "28 agosto. Nei boschi di Morterone (Lecco) vengono trovati, avvolti in sacchi della spazzatura, i corpi di Luminita Dan, 17 anni, e Ionela Dragan, 19 anni, giovani prostitute romene, seviziate e uccise".
Repubblica