mercoledì 26 dicembre 2007

Il periodo sbagliato

Stamattina ho incrociato tre persone che facevano footing in luoghi dove normalmente non ne incontro mai. Mi è ritornata in mente una persona, peraltro sovrappeso, che disse un giorno una grande verità: non s'ingrassa tra Natale e Capodanno, ma tra Capodanno e Natale.

venerdì 21 dicembre 2007

Guardoni e mazziati

Mariuccia Ciotta sul manifesto: "L'audio della telefonata è umiliante, ma non solo per i due interlocutori, lo è per chiunque ascolti, messo davanti all'evidenza materiale delle voci, fuori dal testo freddo pubblicato dai giornali. L'umiliazione di orecchiare la verità, di sapere per vie indecenti, attraverso il buco della serratura, come si amministra la cosa pubblica".
il manifesto

mercoledì 19 dicembre 2007

Onda anomala

Se ci siete, domani dopo le 22 si presentano un po' di cose nuove in radio.

L'ombelico del commentatore

Il blogger non cura solo il suo orto, va anche nei blog altrui. E lascia commenti. Ciò di cui sto per parlare avviene dunque in luoghi diversi da questo, bazzicato in massima parte - sospetto - da persone che non hanno un blog proprio e sono poco inclini e/o avvezze a dire la loro con la immediatezza che caratterizza l'attività di post e commento, o magari sono poco stimolate dalle cose che vengono dette qui. Ma non è questo il punto. E' che come in tutte le cose umane, l'equilibrio è precario come un operatore di call center. Così, se un pizzico di sano web-narcisismo consente di intavolare discussioni a volte stimolanti con i dirimpettai delle finestre che si aprono in rete, quando il narcisismo è troppo accentuato succede che si lasciano commenti senza neanche guardare quelli che prima hanno depositato pensieri sullo stesso post né quelli che lo faranno in seguito. Magari l'obiettivo è solo quello di lasciare il link al proprio blog e conquistare lettori potenziali. E' la stessa differenza che c'e tra persone che parlano tra loro e chi passando in strada, vedesse un capannello, si avvicinasse, cacciasse un urlo più o meno articolato e se ne andasse. Rimirandosi l'ombelico.

domenica 16 dicembre 2007

Chiusa parentesi

Nei prossimi giorni si andrà un po' più spesso in voce e si presenteranno un po' di cose nuove o giù di lì. Stay tuned (sempre se volete, eh).

Pubblicità progresso

Chi nel percorrere una rotonda si ostina a dare la precedenza a chi viene da destra danneggia anche te, digli di smettere.

Sensibilità (reloaded)

Faceva così fresco che ha nevicato in tutta Italia.

Antipop

Una cosa come Telethon in un paese normale non esisterebbe. Non esisterebbe una maratona di due giorni che mobilita la nazione per raccogliere fondi per la ricerca scientifica perché la ricerca scientifica sarebbe una priorità di governo e le verrebbero assegnati ben più degli spiccioli che avanzano dalle tasse raccolte. E la battaglia contro le malattie invalidanti sarebbe una scelta di civiltà che influirebbe ben più di un Mastella qualsiasi e i suoi esiti non dipenderebbero dal buon cuore della gente ma da una strategia decisa nei tavoli che contano. In un paese normale banche e aziende di telefonia con bilanci paragonabili a quelli di un piccolo stato non sponsorizzerebbero una raccolta di fondi a scopo benefico: farebbero solo profitti, non si travestirebbero da benefattori e sarebbero tassati il giusto per garantire allo stato fondi adeguati per perseguire le priorità che la collettività si dà e garantire servizi decenti. In un paese normale nel Duemila, voglio dire. Perché due secoli fa accadeva più o meno quello che accade oggi.
PS: grazie ai Primus per avermi fornito il titolo del post.

Lavoro

Alla cassa del supermercato.
Signora A: "Come sta?"
Signora B: "Eh..."
Signora A: "Ma al lavoro ci torna?"
Signora B: "Non lo so, bisogna vedere come si riattaccano" (mentre con la mano sinistra indica medio e anulare della destra).

sabato 15 dicembre 2007

In memoria

Sì, ho emulato la maggior parte dei blogger brillanti e intelligenti: non ho scritto niente sulla strage di Torino. Ho provato, anche. Ma non riuscendo ad andare oltre il luogo comune che è irrispettoso per tutti, figuriamoci per i morti, mi sono tenuto il mio groppo in gola. Che mi viene ancora a sentir parlare di quella notte in cui quattro vite andarono in cenere e altre rimasero qui. A tirare avanti senza un pezzo delle loro vite.

It's only rock'n'roll

Ascoltare "Under my thumb" dei Rolling Stones alla radio non è usuale; durante una trasmissione sportiva del sabato pomeriggio poi, è quasi una rarità. La settimana scorsa la redazione musicale della Rai era stata ancora più ardita: ha messo in onda alla stessa ora l'ultimo singolo dei Sigur Ros. Volevo segnalarlo ma ho perso l'attimo e il post è entrato nella categoria sempre più affollata di quelli che non vedono la luce. La scelta degli Stones di oggi così, mi dà modo di rendere giustizia ai meravigliosi islandesi. So che alcuni dei bazzicatori di questo blog rabbrividiranno al parallelo tra loro e Jagger e soci, ma c'è un filo rosso che li unisce, quello della buona musica. And I like it.

venerdì 14 dicembre 2007

Sensibilità

Di meteorologia so veramente poco, però secondo me quando la minima scende sotto zero una giornata è fredda. Non fresca, come si ostina a dire lo speaker al termine del Tg regionale.

mercoledì 12 dicembre 2007

Non tutto il male

Sarà pure selvaggio, fuori legge e chi più ne ha più ne metta lo sciopero dei trasportatori che ci sta facendo intravedere gli spettri dei razionamenti e degli scaffali dei supermercati semivuoti. Ma lo stato di cose fa emergere una questione che se venisse colta e affrontata potrebbe in un solo colpo anestetizzare proteste del genere e renderci la vita migliore: in questa lingua di terra larga un paio di centinaia di chilometri e lunga poco più di un migliaio le merci viaggiano solo in un modo, con i risultati che vediamo, con il congestionamento delle strade che fronteggiamo ogni giorno e con l'aria irrespirabile che ne deriva. Mari e ferrovie, porti e interporti non sono contemplati. Ecco un'altra delle cose da fare per un governo: un serio piano di infrastrutture sostenuto da un'idea complessiva di mobilità di cose e persone. Ma non c'è il tempo, presi di volta in volta dalle bizze del politico di turno o dalla legge elettorale, dalla quale, pare di capire, dipendono i destini della patria.

martedì 11 dicembre 2007

A prescindere

Sul caso Luttazzi hanno scritto molti blogger (due delle opinioni). Passando dai blog alla strada, la cosa che colpisce di più è il carattere a-liberale delle opinioni. Chi sottoscrive la decisione di cassare la trasmissione lo fa fondamentalmente perché Luttazzi gli stava sulle balle da prima, da qui il giudizio sulla volgarità della battuta contro Ferrara. Volgarità che porterebbe diritti alla bontà della sanzione comminata: la censura. Non che si venga sfiorati dal dubbio che uno ha comunque diritto a esprimerle le sue opinioni - soprattutto se ha un pubblico che lo segue - e chi sta al di qua della tv può a sua volta scegliere di criticare, cambiare canale, spegnere del tutto, andare al cinema o a teatro, giocare coi figli, bersi una birra, sentire musica, fare l'amore. Di contro, chi difende Luttazzi e critica la chiusura di Decameron, lo fa più perché venera il comico che per difenderne il diritto di espressione a prescindere. Lasciando così aperta la porta a qualsiasi tipo di censura. L'altra cosa, che conferma lo strapotere in parte ingiustificato della tv, è che quella stessa battuta Luttazzi l'ha ripetuta per mesi a teatro e ora, sotto forma di video su You Tube o di scritto, quelle parole affollano la rete. Ma solo quando sono state pronunciate durante una trasmissione televisiva sono diventate oggetto di scomunica. Come se il mondo emerso fosse confinato alla tv.
Wittgenstein, Leonardo, Macchianera

sabato 8 dicembre 2007

Elogio della mitezza

Dei compagni di scuola che ho avuto ce ne sono alcuni - fighissimi, ignoranti e fascistissimi - che nonostante la maturazione abbia attutito alcune asperità, credo detesterei oggi più che che venti-trent'anni fa. E' che a vederli così ben inseriti in un mondo che cominciava in quegli anni a farsi sempre più di plastica, suscitavano l'antipatia di chi sembra predestinato ad averlo in mano, il mondo. Mi sono divertito a digitare un po' di nomi e cognomi su Google. Ho scoperto che i due che escono al primo risultato sono persone che ricordo miti, intelligenti e in disparte perché non provenienti da quella cosa che si chiama con aggettivazione spesso impropria "buona borghesia" e che quindi loro, i predestinati, snobbavano insopportabilmente: uno è rappresentante in un collegio sindacale della sua categoria, gli infermieri; l'altro è vicepresidente di un'associazione di cooperazione impegnata in progetti socio-sanitari in Africa.

venerdì 7 dicembre 2007

Il vuoto che c'è

Non so quanto e come Marco D'Eramo si voglia spingere più in là di una "socialdemocrazia nordica". So che oggi sul manifesto ha scritto una cosa di rarà onestà intellettuale e tra le più condivisibili sulla crisi della sinistra non solo comunista; anche se è da quell'aggettivo che parte. Un pezzo, tra le altre cose, che per chi trova difficoltà ad autodefinirsi - e, sia detto per inciso, considera ciò anche un bene - è una sorta di manifesto. Qui alcuni stralci, ché linkare non è possibile fino a domani: "Il punto è che nessuno di noi sa dire più con esattezza in che cosa consista il comunismo (...) Alzi la mano chi sa rispondere alla domanda 'Insomma che società volete?' se non in termini negativi (una società non fondata sul profitto, una società che non discrimini, che non predetermini l'ineguaglianza tra esseri umani, che non sia ingiusta come questa ecc...). Noi sappiamo dire 'una società che non' ma non sappiamo più dire 'una società che sì' (...) Nelle nostre invettive più indignate l'orizzonte che delineiamo è quello al meglio di una socialdemocrazia nordica. (...) Sappiamo che il capitalismo non è la fine della storia ma le alternative ci si sono sbriciolate in mano. (...) Il punto è che pratichiamo un doppio standard: da un lato diciamo che la sconfitta è stata epocale, ma dall'altro pensiamo che le vecchie categorie vadano tutte bene così come sono. (...) In questa situazione, la dicitura "quotidiano comunista" costituisce solo una (nobile) foglia di fico per nascondere la nostra incapacità di pensare, di plasmare nuove categorie, di descrivere il pianeta con occhi che colgano l'eredità marxiana, ma siano in grado di aprirsi su un mondo largamente inatteso".
il manifesto

mercoledì 5 dicembre 2007

Col dissenno di poi

A voltare lo sguardo indietro ci sarebbe quasi da sperare che ci sia un "grande vecchio" che prevede tutto e fa in modo che le cose vadano in un certo modo per chissà quali scopi. Almeno ci sarebbe un senso. Perché se le cose vanno così al naturale, allora c'è da preoccuparsi sulle classi dirigenti che governano il posto nel quale ci siamo trovati. Cominciando dai confini più piccoli: solo qualche lustro fa, mentre vedevamo crollare un sistema istituzionale che si era retto per decenni su un bipolarismo imperniato intorno a due partiti e su un sistema elettorale proporzionale, ci hanno cominciato a raccontare che no, basta, occorreva passare al maggioritario perché così andavano le democrazie vere. Ce l'hanno raccontato fino all'altroieri. Poi, puf. Due di quelli che sono stati i più grandi campioni del maggioritario si vanno accordando per tornare a un bipolarismo imperniato su due partiti e un sistema elettorale proporzionale. E dire che siamo reduci da una legislatura che ha visto il governo più longevo della Repubblica. Il quale, come i tedeschi che tagliavano i ponti dietro di loro battendosela verso casa, ha pensato bene di cambiare la legge elettorale in zona Cesarini per rendere difficile la vita a chi sarebbe succeduto. Dicono: ma che schifo, con le liste bloccate, il parlamento è di fatto nominato dai segretari di partito. Perché, dal '96 in avanti chi ha nominato i candidati nei collegi maggioritari? Dicono: non si riescono a fare niente perché i partiti piccoli mettono i bastoni alle ruote del riformismo. A parte che bisognerebbe mettersi d’accordo sul termine: riformismo. Ed è vero anche che ci sono partiti personali indigesti e insignificanti dal punto di vista politico. Ma se in questo paese non si ha più una politica industriale e di ricerca degna di nome; se lo stato sociale è confuso con l'elemosina da dare a "chi rimane indietro"; se la gente pensa che in fondo in fondo l’evasore fiscale è fico e chi ci rovina la vita sono i baraccati di periferia che vanno arsi vivi; se le donne guadagnano mediamente di meno e hanno la vita più difficile; se quello economico è infinitamente più potente rispetto a qualsiasi altro potere in confronto a qualche decennio fa, siamo proprio sicuri che le responsabilità sono del sistema istituzional-elettorale? E' che se passi dai confini domestici al mondo, non è che le cose cambiano. Anzi. Da quattro anni si combatte una guerra iniziata perché chi l'ha voluta ha propagandato ai quattro venti che il dittatore verso cui si muovevano le truppe aveva collusioni col terrorismo islamista e produceva armi di distruzione di massa. Il dittatore è stato presto arrestato, processato, condannato a morte e ucciso. Il terrorismo islamista è diventato più forte di quando era in vita. Le armi letali non furono mai trovate. La guerra continua. E anzi, gli stessi che l'hanno iniziata sono pronti a ingaggiarne un'altra. Ecco, se non fosse del tutto riprovevole, appunto, ci sarebbe da sperare che qualcuno abbia previsto tutto questo e stia facendo sguazzare i suoi interessi nel marasma dell'instabilità bellica. Almeno un senso ci sarebbe. E forse c'è. Lo so. Se siete arrivati a leggere fino a questo punto vi starete dicendo: beh, che c'è di nuovo? Niente. E non devo dirvi certo io, se non l'avete già fatto, che siete liberissimi di cliccare verso uno dei tantissimi blog più intelligenti che affollano la rete. Ho avuto la tentazione anch'io di cambiare canale l'altra sera, quando Luttazzi ha fatto una puntata monografica sulla guerra in Iraq. Che noia, mi dicevo, e stavo quasi per schiacciare il tasto sul telecomando. Poi, col dissenno di poi, mi sono riavuto e mi sono detto: 'azz, ma in Iraq c'è ancora la guerra. Quella guerra.

martedì 4 dicembre 2007

Il tempo è galantuomo

Questo è un post di vendetta che solo uno che negli anni Ottanta detestava la musica che andava per la maggiore e i coetanei che la seguivano può capire. E' uno sgorgare di soddisfazione in differita di vent'anni nell'osservare che non appena i Led Zeppelin annunciano di voler fare un concerto i fan intasano il sito internet per prenotarsi, mentre quando i Duran Duran escono con il nuovo disco lo fanno nell'indifferenza più o meno generale. E' la constatazione che gli U2 di Boy, War e October sono gli stessi che fanno delirare i ventenni di oggi mentre i neo romantici di allora non si sa quasi che fine abbiano fatto. E' il saluto da lontano degli spettinati Rem vivi e vegeti ai cotonati Spandau Ballet nel dimenticatoio. E' Starfish dei Church, tutti i dischi degli Smiths e buona parte di quelli dei Cure, che li rimetti su e sembrano usciti adesso da studio, mentre quelle tastiere improbabili della musica che riempiva le classifiche sono assordanti oggi come lo erano vent'anni fa, solo che adesso uno se ne accorge subito. Sì, sì, buona parte dei brani in classifica fa schifo anche oggi. Ma il tempo è galantuomo, lo dimostra nel lungo periodo: PJ Harvey rimane, le Spice girls passano.

venerdì 30 novembre 2007

La gente

Raccolto al supermercato: "No perché... sì, ha sbagliato perché la violenza non si batte con la violenza. Però se tu mi vieni contro con un estintore, io ti sparo".

Nomi, luoghi, cose

C'è un ex sindaco ora defunto cui vogliono dedicare un parco che da quando è stato realizzato è rimasto un'indicazione geografica. Ho la sensazione che quel pezzo di città difficilmente si trasformerà nel parlare comune in "parco Ciaurro" ma rimarrà "sotto la Passeggiata".

Empirismo

Nonostante lo sciopero dei trasporti che avrebbe dovuto paralizzare tutto, stamattina ho incontrato assai meno traffico del consueto accompagnando mia figlia all'asilo. Non c'erano né bus né vigili urbani in giro. Uno non deve farsi guidare dall'ideologia, occorre essere pragmatici: che facciamo, li aboliamo entrambi e li rifondiamo?

mercoledì 28 novembre 2007

Falce e martello? Anche no

E se la falce e martello portasse sfiga? In Italia l'ha indossata un partito che per quanto abbia contribuito a far progredire la storia, aveva preclusa quasi costituzionalmente la possibilità di governare direttamente. Dove s'è trasformata in simbolo di stato, meglio tacere. Ma la sua caratteristica più autentica è l'incapacità a raggiungere lo scopo. Prendi lo scudo crociato: doveva difendere cristianamente lo status quo dalla marea orientale e c'è riuscito. Non parliamo poi del nome. Democrazia cristiana: cos'è stata l'Italia?, cos'è tuttora?, se non una democrazia cristiana. Sì, ok, più cattolica che cristiana. Ma tant'è. Missione compiuta. Invece gli altri lì, sotto la bandiera, in una eterna alba ad aspettare il sole dell'avvenire. Anche quando i figli, le figlie, le mogli hanno cominciato a urlargli che c'erano anche altri soli da cercare. E dove giorno s'è fatto, è stato nero. Come fai a trascorrere giorni impelagato in una discussione sul se e come fare a meno di quel simbolo per una forza politica che va a nascere oggi? E poi critichi gli altri diagnosticandogli di essere malati di leaderismo? Ma guardati tu, piuttosto, che trasformi in feticcio uno straccio con due utensili appiccicati sopra. Che fare, qui e ora. Da questo dovresti farti prendere. O pensi forse di conquistare il palazzo d'Inverno, nazionalizzare i mezzi di produzione e avviare un piano quinquennale?

martedì 27 novembre 2007

Ventiquattromila blog e una tv

Avrà pure ragione Aldo Grasso quando dice che "la situazione della tv italiana è così grama che basta un niente, basta un vecchio carismatico per fare qualcosa di interessante e regalare la sensazione del diverso". Sta di fatto che quando accade qualcosa lì, dentro quella scatola, il "circo mediatico" (le definizioni preconfezionate sono indigeste, ma questa stavolta è assai calzante) si scatena con paginate di giornali e servizi tv. Anche se alcuni dei temi toccati sono constatazioni, a volte di buon senso, anticipate da tempo in questa rete mentre il circo di cui sopra era impegnato a vivisezionare l'ultima polemica tra i politici di turno.
Corriere, Akille, Leonardo

sabato 24 novembre 2007

Col cuore e con la testa

Se questo blog avesse le gambe e il titolare fosse libero da impegni di lavoro sarebbero entrambi in piazza a Roma oggi pomeriggio per queste ragioni.
Golem

martedì 20 novembre 2007

Usato come nuovo

Uno a volte fa i post di fretta. Poi magari se ne pente. L'ultima volta mi stava quasi succedendo stamattina alla lettura dei quotidiani che, da destra e da sinistra, sottolineavano la genialità di Berlusconi che ha strappato i riflettori di dosso ai suoi avversari-alleati ed è tornato sotto le luci della ribalta con una mossa degna di quel misto di attore e politico che è e che solo lui, nell'intero panorama politico italiano e non solo, era in grado di fare. Dato a Silvio quel che è di Silvio però, non si può fare a meno di notare il particolare che rende questo novembre 2007 assai diverso dal 1993, quello della discesa in campo, e da tanti altri momenti che hanno visto il Cavaliere protagonista: stavolta lui insegue, e non è quello il suo ruolo. Insegue il Pd, Veltroni, le primarie. Tanto che ha dovuto inventarsi un nome nuovo per un partito vecchio laddove altri di nuovo hanno fatto davvero un partito, bello o brutto che sia; insegue, tanto che dal momento che non può farle sul leader, le primarie di cui ha intuito il potenziale di mercato, ha deciso di interpellare il popolo sul nome del partito. E' geniale e capace, Berlusconi, ma stavolta insegue. Le altre volte che l'ha fatto non gli è andata troppo bene. Vedremo se il motore usato della sua auto lo sorreggerà fino in fondo.
Skylife

Matematica opinione

Il quarto uomo rimane tale anche se il terzo - che poi era il secondo, visto che la prima è una donna - è stato rimesso in libertà.

lunedì 19 novembre 2007

Dopo il rock

Domani si torna in voce alla radio con il programma senza nome. Si presentano un buon numero di gruppi che, dicono, fanno post rock. Dopo le 22.

Blogosocietà

Adam espone l'esperimento che l'ha impegnato per un paio di mesi: ha aperto un blog sotto falso nome in cui si è finto donna narrante esperienze con l'altro genere e racconta di aver contato un gran numero di accessi. L'aspetto piccante avrà sicuramente avuto il suo effetto ma non credo che sia lì l'essenza della cosa. Se uno la frequenta un po', nota immediatamente che la blogosfera è piena di gente che usa i post per raccontare i suoi deliri esistenziali o di aver litigato con la sorella, di non sopportare i colleghi, di non aver digerito la cena e di essere stata male tutta la notte o, magari, di stare in rotta col partner. Sia chiaro: ognuno col suo blog fa ciò che vuole e ognuno va dove lo manda il mouse. Ma all'iniziale e ingenuo stupore nel constatare il gran numero di accessi a questo tipo di siti, ho sostituito la convinzione che la blogosfera nel suo complesso non è granché differente da quello che ci circonda abitualmente. Per cui non si capisce perché se un qualsiasi reality show fa milioni di telespettatori, un blog che parla di cronaca vera (nel senso del giornale) e casalinga non debba riscuotere la sua fetta di successo. Guardare, e farsi guardare, dal buco della serratura sono entrambi sport globali, ormai. Ci sarebbe da capire perché, ma questa è materia per psicologi e sociologi.
Madam, I'm Adam

Partito nuovo

A conti fatti è un cambio di nome.
Repubblica

giovedì 15 novembre 2007

Emergenza immigrazione

Alla persona di cui si parlò qui hanno comunicato ieri, dopo otto ore di coda, metà delle quali all'aria aperta, che il permesso di soggiorno arriverà, forse, a luglio. A conti fatti, se tutto andrà bene, saranno passati due anni e quattro mesi dalla richiesta.

lunedì 12 novembre 2007

Imagine

Qui una poderosa messa a nudo dell'assurdità di certi accadimenti cui siamo così abituati da considerarli normali.
Paolo Ziliani

Diritto di Stato

Ieri ho commesso un delitto. Mi sono messo subito al lavoro per accertare eventuali responsabilità e, se del caso, sanzionarle con la dovuta severità.

giovedì 8 novembre 2007

-45

Volevo fare un post sulle luminarie di Natale nei negozi, ché tra un po' le cominceranno a installare la settimana dopo ferragosto: m'hanno preceduto.
Corner Soul

mercoledì 7 novembre 2007

Emergenza extralarge

Presi dal clima, ieri anche i titolisti della Gazzetta dello sport hanno finito per utilizzare la parola emergenza affidandole stavolta il compito di descrivere la situazione dell'Inter dopo l'infortunio a Figo. All'interno, uno specchietto riassuntivo riepilogava gli infortunati della squadra più ricca d'Italia: 6. Su una rosa di 27. Forse un po' pochi per definire la situazione come emergenziale. Ma su una cosa del genere si può anche passar sopra: il calcio è l'ombelico dell'universo-bar sport e che si utilizzino aggettivi extralarge per stimolare chiacchiere in libertà lo si accetta di buon grado. Altro è quando l'emergenza tachicardica contamina chi aspira a governare un paese di 57 milioni di persone; ci si attenderebbe che parlasse con un grado di cognizione di causa superiore a quello dell'avventore col prosecco in una mano e la tartina nell'altra e/o che non assecondasse gli istinti viscerali di quest'ultimo. Se monta l'emergenza-infortuni all'Inter, il massimo che può accadere è che Moratti si fa influenzare e va a raccattare un altro po' di denaro per impinguare il parco giocatori a disposizione di Mancini. Una questione privata o giù di lì. Se invece monta l'emergenza sicurezza si mobilitano giuristi, il parlamento è chiamato a discuterne sottraendosi tempo per fare altro e, infine, si varano norme. Cose pubbliche per eccellenza, insomma. Certo, sarebbe caricaturale un governo della cosa pubblica che non tenesse conto di ciò che accade nelle strade, ma lo è altrettanto il legiferare sull'onda ormonale generata dall'ultimo - pur crudele e inaccettabile - fatto di cronaca. L'effetto è che a volte pare di vivere nella giungla, dove se il più forte ammazza non c'è nessuno che lo giudica e allora la società degli animali è costretta a prendere coscienza di dover cambiare qualcosa. Ma non siamo più nella giungla. Sono secoli che si discute dei delitti e delle pene. Ci siamo dati codici, perseguiamo delitti e puniamo i colpevoli tentando di recuperarne la parte meno nera. Si chiama civiltà. E qualcuno ce la invidia anche. Eppure ogni volta che si verifica un certo tipo di delitto in cui è coinvolto un certo tipo di individui, cediamo regolarmente alla tentazione di fare leggi con la giugulare ancora gonfia di rabbia. Dov'è l'emergenza da decreto d'urgenza in un caso di violenza sessuale e omicidio in cui il responsabile viene catturato nel giro di poche ore e l'apparato della giustizia è in grado di processare e infliggere pene adeguate? No, l'emergenza non c'è. E invece sì. Eccome se c'è: dal 2001 al 2005 in Italia è stata uccisa una donna un giorno sì e uno no. Sessantotto volte su cento da famigliari o conoscenti. Se azzerate il cronometro e lo fate partire adesso, è probabile che quando saranno passati otto minuti da qualche parte del mondo una moglie, sorella, madre, amica, sconosciuta sarà stata ammazzata; fra sedici un'altra, fra ventiquattro un'altra ancora e cosi via. Delle donne che incrociate al supermercato, in ufficio, alle poste, a scuola, una su tre ha subito violenze di vario tipo: dalla denigrazione allo stupro. Ragionando per emergenza, occorrerebbe procedere all'arresto preventivo di chissà quante persone dotate di pene. Ma è un universo che preferiamo non guardare, questo, salvo ululare all'assassino quando chi commette la prevaricazione e l'abominio è uno che giudichiamo lontano da noi; un modo come un altro per esorcizzare la parte più odiosamente maschia che regola anche le società che abbiamo realizzato e che non riusciamo a mettere in discussione. Così come teniamo nell'oblio il tema di quei potenziali catalizzatori di violenza e malessere in cui abbiamo conficcato le nostre vite ostinandoci a chiamarli città. Tanto qualche bersaglio su cui scagliare i dardi della nostra frustrazione è sempre a portata di mano. Anche per decreto.
Deltanews, Regione Toscana, Istat

martedì 6 novembre 2007

Ancora colori

In radio non si vedono, ma se ne può parlare. Domani sera dopo le 22 si fa un viaggio tra il rosso e il nero. E come ogni viaggio che si rispetta, sarà accompagnato da buona musica.

venerdì 2 novembre 2007

Perdonate la crudezza

La politica cattiva contrapposta alla ggente buona da queste parti è roba indigesta. Però, per capire cos'è la società politica italiana può essere d'aiuto sedersi ad osservare il danzare forsennato intorno a un cadavere neanche ancora seppellito.

Meglio abbondare

Clicchi su "Gli atti di violenza commessi da rumeni nel 2007" nella home page di Repubblica e arrivi qui, dove si legge anche "28 agosto. Nei boschi di Morterone (Lecco) vengono trovati, avvolti in sacchi della spazzatura, i corpi di Luminita Dan, 17 anni, e Ionela Dragan, 19 anni, giovani prostitute romene, seviziate e uccise".
Repubblica

venerdì 26 ottobre 2007

Ci si sente presto

Lontani dalla radio station per motivi insormontabili. La trasmissione in voce è rimandata.

Aridatece Barbie

In uno scaffale di un grande magazzino dedicato ai giocattoli ho trovato il "set antiterrorismo".

giovedì 25 ottobre 2007

Recidivo

Domani si torna in voce alla radio. Sempre dopo le 22.

1.411.712

Le minoranze vanno sempre tenute nel debito conto, magari anche quando rappresentano istanze per lo più paesane, tipo quelle che vengono da Montenero di Bisaccia o Ceppaloni. E' da notare però, che pur con tutte le sue contraddizioni interne, il governo sta fibrillando grazie a due partiti che alle elezioni hanno messo insieme 1.411.712 voti voti, uno dei quali fruendo di posti al sole concessi dai Ds.
Enrico Borghi, Repubblica

L'alternativa c'è

Sempre sulle difficoltà di ascolto della radio. Winamp troppo pesante, come segnala qualcuno? Qui c'è Real player gratis.
Real player

lunedì 22 ottobre 2007

Elogio della complessità

Sono uscite molte cose interessanti dall'incontro di venerdì a Gubbio con Wu Ming 2 per la presentazione di Manituana. Selezionando arbitrariamente, quella più degna di nota è stata l'elogio della complessità espresso dall'autore in risposta a una delle sollecitazioni del pubblico. Forse l'intimo essere "contro" delle opere di Wu Ming - anche al di là della ricerca di storie laterali e apparentemente marginali attraverso le quali vengono rivisti avvenimenti epocali - sta proprio nel rifiuto della semplificazione. Nella presa d'atto che i fenomeni, tutti i fenomeni, sono complessi e che se li si vuole riconoscere occorre tentare di abbracciarli nelle loro diverse articolazioni. L'esatto contrario, appunto, della corsa all'efficientismo sbrigativo e alla traduzione semplificante a beneficio di non meglio identificate masse di pubblico che caratterizza i filoni dominanti dell'industria culturale.

PS: in omaggio alla complessità e a Manituana, oggi in radio gira "Dalla parte sbagliata" dei Cinemavolta, che fa parte della colonna sonora di Manituana fatta dalle band di Casasonica.

venerdì 19 ottobre 2007

Comunicazione di servizio

Visto che più di qualcuno segnala che quando clicca sul tasto della radio si avviano programmi che non riescono ad aprire il file, suggerisco di andare qui, scaricare la versione più leggera di winamp e impostarlo successivamente come lettore predefinito o, in alternativa, dopo aver cliccato sul tasto radio qui a destra, di dare il comando "apri con" nella schermata che si apre e indicare winamp, appunto.
Winamp

In trasferta

Oggi Wu Ming presenta il suo ultimo romanzo, Manituana, a Gubbio, nell'ambito di Altrocioccolato (il programma qui). Il titolare della roba che state leggendo coordinerà l'incontro.
Manituana, Altrocioccolato

giovedì 18 ottobre 2007

2.0

Provate voi a essere chiamati a sedere da qualche parte a gran voce da tre milioni e mezzo di persone e poi voltarvi per vedere che la gran parte si è dileguata presa dal telefonino che non va, la macchina da cambiare, la zia che sta male, la badante che pretende troppo e il lavoro scaduto da cambiare. Provate allora a fare di testa vostra, chiusi nel palazzo dov'è la sedia su cui vi hanno chiesto di accomodarvi. Provate, poi sentirete dire che monta l'antipolitica. E' già successo, sta succedendo. Ma ce ne siamo dimenticati e siamo passati in pochi giorni dal furore popolare che doveva travolgere tutto alla formidabile richiesta di partecipazione della ggente. Vorticanti nel frullatore non ci siamo accorti che la maggior parte della ggente passa la maggior parte del tempo a casa sua e delle cose in comune se ne infischia, allegramente o no. A volte non volendo occuparsene, spesso non potendo. Partecipa sì, ma col il minimo sforzo, mettendo la croce su una scheda, e di questi tempi è già tanto. E se decide - mettiamo - di costituirsi in comitato, nove volte su dieci lo fa perché non vuole più tossici e immigrati fra i piedi, quasi mai per qualcosa. E' l'altro lato della società 2.0. Servizi e prodotti sono sempre più flessibili e adattati alle esigenze individuali, ma si è così presi dal proprio mondo su misura che si evita di mettere il naso fuori dalla finestra. Magari chissà, a buttarci un occhio là fuori, ci si accorgerebbe che tutto su misura proprio non è. Sotto sotto la consapevolezza c'è: se una pur consistente minoranza si reca ad eleggere il segretario di un'associazione privata, un qualche focolaio coperto dalla cenere rimane. Ma per il momento siamo più portati a sovradimensionare ciò in cui ci imbattiamo nel tragitto casa-lavoro-supermercato e reclamiamo se ci si chiedono soldi per sistemare le cose in comune. Che tanto stanno lì, fuori dalla finestra. Siamo passati dall'occuparci solo di quelle - quando tutto era politica - a considerarle estranee. Niente vie di mezzo. E loro sono rimaste lì; qualcuno che se ne prende cura comunque è rimasto. E nell'indifferenza generale le mette a valore. Per sé e per pochi amici.
Ds on line

mercoledì 17 ottobre 2007

Di più

Domani sera in radio si andrà in voce per la prima volta. Definirlo numero zero di qualcosa è eccessivo, chiamiamola prova: dopo le 22.

Rientrare nei ranghi

Il processo di normalizzazione avanza inesorabile: da oggi in radio passa anche la pubblicità. Prima di commentare però, è bene sappiate che si tratta dello spot, in onda gratuitamente, di Altrocioccolato, manifestazione che inizia domani.
Altrocioccolato

martedì 16 ottobre 2007

In ascolto

C'è Cristina Donà che sembra essersi accontentata di quello che ha fatto (bene) l'ultima volta e continua a farlo (bene). Ci sono i Marlene Kuntz che pur dando sempre l'impressione di piacersi un casino cambiano di continuo e fanno una cosa meglio dell'altra.
Myspace

domenica 14 ottobre 2007

Ricaduta

Un po' perché gli unanimismi non portano bene e un po' per ottimismo, per l'ennesima volta si è andati a mettere la croce sull'appartenente alla categoria del meno peggio.

giovedì 11 ottobre 2007

Ssa ssa prova

Se stamattina ascoltando la radio sentite una voce che s'intromette non sono gli extraterrestri ma prove tecniche di trasmissione.

venerdì 5 ottobre 2007

Borgrillo

Parla di confini sconsacrati e sostiene che qualche decina di migliaia di rom mescolati in un territorio in cui abitano poco meno di sessanta milioni di persone rappresentano una bomba a tempo. No, non è Borghezio; è Beppe Grillo.
Beppe Grillo

Doppio lato

L'idea che hanno avuto i Radiohead è interessante sia per chi semplicemente la musica la fruisce, sia per chi tenta di venderla cercando di guardare la di là del proprio naso. In rete andranno infatti i brani nudi e crudi, che ognuno avrà la libertà di scaricare al prezzo che deciderà. Ma c'è un altro lato della questione, rimasto un po' più in ombra: il gruppo ha anche confezionato cd e vinile a prezzo canonico, arricchendoli però di un ricco booklet che on line, chiaramente, non si può scaricare. E' assai probabile che alcuni di quelli che scaricheranno il disco nella memoria del loro computer vorranno anche avere tra le mani il prodotto fisico, così come gli appassionati del gruppo non mancheranno di spendere qualche decina di euro pur di non interrompere la collezione. Non è affatto detto insomma, che la musica on line inibisca le vendite. Certo, occorre renderle appetibili le cose messe in vendita. E rimettere gli orologi, che in alcuni casi sembrano rimasti fermi a dieci anni fa.

mercoledì 3 ottobre 2007

Personale/2 - Non ci sono più punti fermi

In un appartamento sotto al mio sta lavorando da giorni una piccola impresa edile composta da soli magrebini: ancora non ho subito nessun tentativo di furto.

Personale/1 - Vecchio

Nato e cresciuto in anni in cui la tv cominciava a trasmettere col tg dell'ora di pranzo, mi fa sempre un certo effetto sentirne uscire il rumore dalle case facendo le scale di prima mattina.

lunedì 1 ottobre 2007

Revolution

I Radiohead mettono l'album on line a offerta.
[Achille ce l'aveva anche prima]
La Stampa

Leftism

Oggi in radio gira il cd di Simone Aliprandi, che al diritto d'autore elastico dedica un bel po' di risorse. Ci sono anche Yo la tengo, che hanno pubblicato qualcosa in creative commons.
Copyleft Italia

sabato 29 settembre 2007

Ma basta

Non ci sono più le mezze stagioni, non ci si può più fidare di nessuno, tra un po' saremo più stranieri che italiani e il rugby è lo sport più bello del mondo.

L'italiano è una lingua meravigliosa

Poi ti danno del qualunquista, ma se la parola svolta viene usata in occasione di ogni varo di finanziaria (dopo aver cliccato sui link, fate caso alle date dei documenti) se ne perde il senso. E poi, svolta oggi e svolta domani, rischi di ritrovarti al punto di partenza, no? E dire che il nostro vocabolario ne ha di aggettivi: accettabile, diligente, leggera sembrerebbero più appropriati. Le svolte sono altre.
Ds on line, Estense.com, Ministero per le Politiche giovanili

venerdì 28 settembre 2007

Cose da fare

Con un ritardo ingiustificabile, ché i blogger, quelli veri, sono la tempestività fatta persona, segnalo questa cosa. Oltre a sottoscriverla in pieno e a ritenere che se si applicasse sarebbe una rivoluzione, mi sembra non lontana da quello che si è detto qui.
Marta Meo

Dopo

Cos'è quella cosa che hanno chiamato post rock se non atmosfere dilatate, voci quasi sussurrate, solidi ritmi e squarci di rumore liberatorio, insomma, l'ideale per chi sta tra gli enta e gli anta, viene da cose agitate e desidera contaminarle con un po' di calma? Oggi se ne fa una bella scorpacciata in radio con Dirge, Solaire, Blue haired girl e altri.

mercoledì 26 settembre 2007

Circolare, circolare

Di Wu Ming e delle loro opere in copyleft ci si era già occupati da queste parti. Ieri Europa ha pubblicato un pezzo (qui il pdf) in cui si spiega bene come la loro circolazione fa bene alle opere dell'intelletto.
Wu Ming, Europa

Dirge

Scoperti in clamoroso ritardo dal titolare qui, sembrano una delle cose più interessanti ascoltate ultimamente. Qui il loro myspace. Di qua potete comprare al prezzo più vantaggioso visto in rete il loro ultimo disco, Rebecca, che è sotto licenza creative commons, ma non scaricabile integralmente. Se lo volete sentire, stasera la radio lo manda senza soluzione di continuità. Sul tardi, diciamo dalle 22,30 in poi, che è un disco notturno.
Myspace, Pragmazic

Lettera a una ministra (e al suo governo)

Gentile Rosy Bindi, sono un bambino nato il 9 aprile dell'anno scorso che ha l'ambizione, nel giro di due-tre decenni, di studiare, di guadagnarsi da vivere, mettere al mondo figli e, più in là, di invecchiare - magari senza l'angoscia di dover trovare soldi per mettere insieme pranzo e cena ed essere curato. Il mio papà e la mia mamma mi hanno detto che anche per questo hanno deciso di votarvi lo scorso anno, proprio poche ore dopo che io ero nato. Però ieri sera, dopo averla sentita a Ballarò, hanno spento la tv e sono andati a letto mesti mesti e li ho sentiti dire che è anche grazie alle cose che lei ha detto ieri e che altri suoi colleghi dicono tutti i giorni che la gente si allontana sempre più da voi. Nel pur apprezzabile tentativo di elencare quanto di buono ci sarà nella finanziaria che sarà varata di qui a poco dal governo di cui fa parte, lei ha fieramente snocciolato cifre: 2.500 euro per ogni figlio al di sotto dei tre anni, 300 euro di aumento una tantum e poi 35-40 euro al mese per i pensionati che a stento superano la soglia di indigenza. Vado a memoria e sono un bambino; e poi ieri sera ero stanco e avevo sonno dopo essere stato tutto il giorno a giocare nell'asilo nido per cui i miei pagano diverse centinaia di euro al mese; quindi le cifre che riporto potrebbero anche essere sbagliate. Ma non importa, perché non è questo il punto. Il nodo della questione, mi sembra di aver capito dai discorsi che sento fare in casa, è che una parte di chi vi ha votato l'anno scorso attendeva da voi delle politiche degne di nome, non delle toppe cucite alla meno peggio su un vestito logoro. E le misure una-tantum e gli sgravi fiscali da qualche decina di euro non fanno una politica. Una politica la si fa individuando delle risorse (questa, con la lotta all'evasione, è l'unica cosa che state facendo bene) e delle priorità da mettere organicamente al centro del proprio agire, ricorrendo ai migliori saperi campo per campo e avendo l'accortezza di farli dialogare tra loro; interdisciplinarità, mi dicono che si chiama con una parola un po' strana. Allora: se si vuole che le famiglie con figli non vengano penalizzate, occorrerebbe ripensare l'organizzazione del lavoro, delle città, dei trasporti e dei servizi a partire da questa priorità. Se si desidera una società mobile in cui però la precarietà non diventi la regola, occorrerebbe offrire strumenti alla portata di tutti coloro che ne vogliono fruire affinché conoscenze e competenze formino persone che possano offrirsi ad aziende ed enti che guardino un po' più in là del loro naso; e occorrerebbe anche rivedere strumenti di assistenza pensati quando il modello di lavoro prevalente era la fabbrica con migliaia di persone dentro. Se si ha della questione ambientale un'idea un po' più complessa del giardino ben curato sotto casa, occorrerebbe agire mettendo energia, consumi e rifiuti in un unico quadro e di lì ripartire. Se è vero che la popolazione in terza età diventerà una fetta sempre più consistente, bisognerà metterci mano facendo un passettino oltre il pur onorevole lavoro dei centri sociali per anziani. E' un lavoro da far tremare le vene ai polsi? Sì, si chiama politica. E se non volete che le persone vi confondano con i vostri avversari per indicarvi indistintamente come una casta, sarebbe il caso che tornaste a farla. Oppure qualcuno vi chiederà più o meno gentilmente di farvi da parte.

giovedì 20 settembre 2007

Una rinfrescata

Stasera in radio si manda un po' di roba semi nuova: Lsf, Vespertine creation e General purpouse.

What a wonderful world

Però è rassicurante sapere che se un direttore di tg la fa fuori dal vaso c'è un segretario di partito pronto a redarguirlo, o no?
Sole 24 Ore, Repubblica

mercoledì 19 settembre 2007

Solo domande

E' più sclerotizzato il sistema dei partiti, che poi alla fine non sono altro che liste civiche organizzate, o più populista il Grillo-politico?, la società fuori dal Parlamento è complessivamente migliore di quella dentro o questa la rappresenta più o meno fedelmente?, sono troppo lenti i tempi della mediazione democratica o esasperatamente veloci quelli richiesti per decisioni "pesanti" dalla società-espresso?, e la politica ha davvero oggi le mani così libere da poter fare ciò che Grillo e parecchi altri auspicano?, è ambientalista chi produce rifiuti indifferenziati a scatafascio ma non vuole discariche e inceneritori nelle sue vicinanze e dà vita a comitati appositi?, e chi predilige il diesel rispetto al gpl o al metano ma poi si lamenta per il clima che cambia?, e quelli che vogliono che i consumatori possano arrivare davanti al loro negozio in Suv?, e quelli che vogliono arrivare davanti ai negozi in Suv?, e chi consuma ettolitri d'acqua racchiusi in bottiglie di plastica che hanno una vita lunga come una bevuta e un'agonia di decenni in discarica?, e chi è più onesto, uno qualsiasi di quelli che siedono in Parlamento o chi evade le tasse e con la stessa magra dichiarazione dei redditi conquista il diritto a una stanza gratis per il figlio all'Università? E' più facile trascinare centinaia di migliaia di persone in piazza vellicando l'istinto giustizialista del sono-tutti-ladri e quello securitario anti-indulto o chiedendo firme per un'energia nuova e pulita (obiettivo tecnicamente raggiungibile, almeno in parte) e per una rete e servizi connessi a disposizione ovunque e senza fili (si può, a costi bassissimi)?, quanti voti prenderebbe una lista che si battesse non "contro" ma "per" pannelli fotovoltaici a buon mercato in tutte le case (ora per installarli occorre accendere un mutuo); "per" l'adozione di regole minime per incentivare la bioarchitettura, "per" una mobilità a portata d'uomo; "per" il diritto pieno degli immigrati ad essere rappresentati?

domenica 16 settembre 2007

L'ha fatto

Chissà se prima di lanciare le liste civiche "V-day" Beppe Grillo ha fatto un corso di training autogeno per prepararsi al massacro cui verrà sottoposto su blog e giornali. Chissà da quanti verranno votate le liste e chissà quanti di quelli che leggeranno questo post penseranno - sbagliando - che chi l'ha scritto è un Grillo boy.
Beppe Grillo

venerdì 14 settembre 2007

Sblocco

Visto che le liste saranno bloccate, domani Rosy Bindi fa le primarie delle primarie.
Scelgo Rosy

Sting in un bordello

Che ridete, non avete capito niente: voleva vedere se Roxanne aveva lasciato la luce accesa.
Messaggero

Riassumendo

Due cose interessanti scritte sull'argomento Beppe Grillo nei giorni scorsi.
Luttazzi, Mantellini

New entry

Oggi in rotazione radio anche il dub ambientalista degli Almanacer, che cantano in spagnolo ma sono italiani e stasera suonano qui.
Almanacer, Rockeggiando

mercoledì 12 settembre 2007

Predicare e razzolare

Così, dopo aver tanto insolentito il porcellum di Calderoli a liste bloccate e senza possibilità di esprimere preferenze, quale sistema di voto è stato escogitato dai vertici di Ds e Margherita per l'elezione dell'assemblea costituente del Pd? A liste bloccate e senza possibilità di esprimere preferenze, naturalmente.

martedì 11 settembre 2007

Tutto lo stadio

Come da consueto impazzimento mediatico, la questione, da giorni, è il fenomeno Grillo analizzato rigorosamente in superficie e con spirito da curva sud (sto con o sto contro) o da archivista (è qualunquista, è di destra, è di sinistra). A vedere l'Enel che guadagna i primi titoli dei siti di notizie annunciando un inverno freddo e buio viene spontaneo rilevare, semplicemente, che Grillo è più avanti della media dei politici che legiferano e governano su ambiente ed energia, che piuttosto di pontificare farebbero meglio a prendere nota. Ciò non significa voler eleggere l'artista al Quirinale e neanche volerlo far andare a Montecitorio; non significa neanche abbracciare in toto quello che con enfasi è stato definito il Grillo-pensiero; significa solo voler rilevare che a volte (sottolineo: a volte) la società civile è più avanti della società politica che dovrebbe governarla.
Repubblica, Corriere

Laicamente

Il manifesto pubblica oggi tra le lettere un intervento in cui un attento lettore - Fausto Caffarelli di Torino - confronta l'articolo di Eugenio Scalfari pubblicato domenica scorsa con un altro che lo stesso Scalfari pubblicò il 13 luglio 2003. In quello di domenica scorsa Scalfari, rispondendo alla Rossanda di "Vero o falso?", la sfida retoricamente a suggerire rimedi nel caso in cui la fiscalità generale dovesse farsi carico - come Rossanda auspica - delle spese di assistenza attualmente a carico dell'Inps, senza le quali l'istituto di previdenza sarebbe più o meno con i conti a posto. Quattro anni fa, lo stesso Scalfari faceva notare come "queste sono spese di natura assistenziale e non previdenziale; infatti non hanno a fronte alcun contributo e debbono pertanto essere finanziate dalla fiscalità generale". Ora, non aspettatevi che un blog microscopico tenti di fustigare un mostro sacro fondatore di uno dei più importanti giornali italiani. Anche perché il diritto a cambiare idea è inalienabile. Osservare però la puntualità con cui una stessa persona - per di più un esperto come Scalfari - argomenta di volta in volta l'una e l'altra tesi, aiuta a capire come entrambe siano legittime e praticabili. La scelta tra le due pertiene al campo di una politica e di una società laiche e mature, in grado di prendere le misure dai sacerdoti della fine delle ideologie propugnatori dell'ideologia delle scelte obbligate.
Repubblica, La Voce, il manifesto

lunedì 10 settembre 2007

L'aria che tira

Mi sa che Rosy Bindi ha capito meglio di altri l'aria che tira e le proposte che fa in quest'intervista a Repubblica sono un decalogo di buon senso che in un'epoca sbilenca come la nostra paiono un programma rivoluzionario. Magari la richiesta di "dimissioni di chiunque abbia avuto problemi con la giustizia" dissolve la presunzione di innocenza e forse sarebbe il caso di andarci un po' più cauti. Sarebbe anche il caso di chiedersi perché ci sono tanti impresentabili in parlamento. Grillo ne affibbia la responsabilità al sistema che non informa. Ciascuno di noi, credo, conosce tanta gente che se sente che il candidato odora anche lontanamente di malaffare evita di votarlo. Se ci sono impresentabili in parlamento è perché c'è una parte di società che sceglie di farsi rappresentare da loro. In questo la democrazia parlamentare funziona benissimo.
Repubblica

sabato 8 settembre 2007

La filosofia del piano bar

Capisco sempre meno le persone che ciarlano durante i concerti: se hai pagato, come direbbe Zucchero, faresti meglio ad ascoltare; ma anche se la musica è gratis, ciò non ti autorizza a spaccare i maroni della gente che sta lì per ascoltare.
Repubblica

Grano salis

Prodi: "L'evasione fiscale è la vera emergenza nazionale".
Repubblica.it

venerdì 7 settembre 2007

Tolleranza che?

Ci sono cose che ti rimbalzano in testa e a volte non hai la forza e/o la lucidità per metterle una dietro l'altra con consequenzialità; poi t'imbatti in qualcuno o qualcosa che le dice anche per te. Massimo Cacciari intervistato da Marco Imarisio sul Corsera: "In materia di sicurezza la sinistra è vittima dell'infezione berlusconiana. Sceglie una politica vuota, fatta di grida, di muscoli gonfiati. Prendiamo le prostitute: crei delle strutture, ti affidi a degli operatori di strada che cercano di recuperarle. I nomadi? Non basta cacciarli. Occorre costruire dei campi decenti, serve l'edilizia pubblica. Certo, queste cose non fanno discutere i giornali, non creano un bel dibattito. Meglio le grida, che non risolvono niente ma fanno il solletico alle parti basse della gente". Sulle grida dei sindaci: "E' l'unico modo che hanno per farsi ascoltare. E infatti Amato li incoraggia. Perché per lui è più facile e redditizio dire che il problema sono le prostitute e i lavavetri, e affrontarlo da sceriffo. Il governo non dà soldi agli operatori sociali. Non rimane che un po' di demagogia, che oltre tutto fa bene alla popolarità. Li capisco anche troppo i miei colleghi sindaci. E' duro cercare una politica seria su argomenti quali l'insofferenza della gente è altissima. Mezzo milione all'anno per i campi nomadi? I cittadini si scandalizzano, e tu devi spiegargli che la strada è quella, che anche il prefetto è d'accordo. Ma devi anche combattere la carenza di fondi. Una fatica bestiale. (...) Si sta facendo una politica che oggettivamente finisce per incentivare l'insofferenza della gente. Tolleranza zero. Bella frase, ma che vuole dire? Che l'illegalità non va tollerata. E c'è bisogno di precisarlo? (...) Un politico , che sia sindaco o ministro dell'Interno, si deve porre il problema di quel che sta facendo. Deve studiare le cose per poter risolvere in maniera civile il problema. Un politico non deve reprimere, deve cercare di risolvere. Sono due cose diverse. Sembra che sia scattato l'imperativo di portare il cervello degli italiani all'ammasso. Mi fa schifo".
Corriere della Sera

giovedì 6 settembre 2007

In maggioranza

Nel posto dove ho mangiato stasera c'erano due sale: in una la tv era accesa, nell'altra, dov'ero io, la tv era spenta e ai tavoli c'era molta più gente.

Dire e fare

Ha detto Bondi che se le cose e le misure che stanno dicendo e prendendo quelli del centrosinistra in tema di sicurezza le avessero dette e prese loro, "sai quante ce ne avrebbero dette". L'ha detto Bondi eh, non il manifesto.

Dei delitti e delle pene

La storia delle due ragazze ritrovate morte sulle montagne del Lecchese è di una pena indicibile. Oggi il Corriere ne fa una ricostruzione (non è in rete) che, pur nella inevitabile complessità delle cose e nel rifiuto di nessi diretti di causa-effetto, fornisce comunque spunti per capire cosa oggi il carcere possa diventare. Racconta l'inviato del Corriere Luigi Corvi che "la storia inizia a febbraio dello scorso anno, quando Ramon e la sua sposa bambina erano arrivati a Milano. (...) Avevano trovato alloggio in una baracca (...) vivevano di espedienti, piccoli furti e scippi intorno alla stazione. Una vita dura ma almeno lontano dalla prostituzione. A maggio Luminic (la sposa bambina) era rimasta incinta e a fine anno era tornata in Romania per partorire. Ma a febbraio lei e Ramon erano di nuovo a Milano: la bimba, chiamata Alexandra, era rimasta con i nonni. Poi lui era finito a San Vittore per un furto. (...) A luglio Ramon esce dal carcere e decide che la sua vita deve fare un salto di qualità, così obbliga la giovane moglie a prostituirsi. lei non vuole ma non può opporsi". La storia di Luminic finisce insieme a quella di una sua compagna in un sacco dell'immondizia abbandonato in un bosco di montagna. L'ipotesi degli inquirenti è che sia il tragico epilogo di un festino a luci rosse in una villa di Brianza per cui qualcuno avrebbe sborsato soldi in cambio di droga, alcol e sesso.
Alice notizie, Corriere della Sera

martedì 4 settembre 2007

C'è chi ha messo dei sacchi di sabbia...

Le prime tre notizie del sito di Repubblica a metà mattina.
Repubblica.it

Too old to rock'n'roll too young to die

Secondo uno studio del Journal of Epidemiology and Community Health le rockstar hanno il doppio delle possibilità di morire in giovane età rispetto al resto della popolazione.
Adnkronos

Vero o falso?

Rossana Rossanda sul manifesto di oggi: "Non è vero che bisogna ridurre le pensioni perché il bilancio pensionistico dell'Inps sarebbe in deficit. Il bilancio delle pensioni, cioè il saldo tra contributi pagati dai lavoratori e pensioni erogate è in attivo. Vero o falso? I pensionati non costano nulla alla fiscalità pubblica, mentre vi contribuiscono pagando le tasse anche sul reddito che da esse proviene. Vero o falso? Che un paese civile abbia circa sei milioni di pensionati (su sedici) a meno di 500 euro al mese è una vergogna. O no?"
il manifesto

lunedì 3 settembre 2007

Lavavetri

Mauro Biani ha scritto una lettera a Michele Serra del tutto sottoscrivibile. Qui la lettera e l'amaca che le ha dato spunto. Mi sembra che le due cose racchiudano bene il senso della discussione a sinistra.
Macchianera

Se cinquemila vi sembran pochi

Uno sente o legge cifre, poi preso dalle cose pensa ad altro. Ma a stare a quelle fornite dalla signora Brambilla, in ogni regione d'Italia ci sarebbero 250 circoli delle libertà; più di uno ogni due comuni.
Repubblica

Volti noti

Ci sono anche Run Dmc e David Byrne nella playlist di oggi. Per gli eventuali sospettosi della Siae o per chi altri fosse interessato, è roba che viene da qui.
Creative commons

domenica 2 settembre 2007

Futuro prossimo

Il Corriere dedica oggi una pagina agli apparecchi radio wifi che consentono di ascoltare le web radio. Nel pezzo (che non è in rete) si dice che la cosa rivoluzionerà gli ascolti e che l'affare è così buono che l'industria metterà sul mercato apparecchi dal prossimo autunno. Qualcosa a dire il vero già si trova in giro.
Ziokendo

sabato 1 settembre 2007

Futuro remoto

I due maggiori quotidiani italiani, diversi telegiornali, siti internet un illustre ministro e un candidato in pectore si sono appassionati a una cosa che, se ci sarà, sarà tra un mese e diciannove giorni.
Windpress

Whole lotta music

Magari qualcuno di voi che state dall'altra parte del monitor potrebbe trovarsi a Londra tra qualche mese, allora è bene sappiate che potreste assistere al primo concerto dei Led Zeppelin da poco meno di vent'anni a questa parte.
NME

Tira più...

Occorre aprire la politica alla società civile: i circoli della libertà hanno trovato una nuova madrina (io non smetto di sperare che sia stato fatto tutto all'insaputa della Brambilla e di Berlusconi).
Grazie a Simona, Federica Zarri