giovedì 6 marzo 2008

mercoledì 5 marzo 2008

Ma basta

Excusatio non petita: i radicali sono una forza politica che merita il più alto rispetto poiché pur su posizioni minoritarie hanno contribuito al progresso civile dell'Italia emancipandola da climi spesso oscurantisti. Tesi: se Pannella minaccia di lasciarsi morire di sete per queste questioni è segno che è veramente arrivato di cottura.
Corriere

Meteoropatica

Sulla playlist di oggi c'è il cielo grigio e batte la pioggia alla finestra. Accordi in minore e tempi dilatati. Pianoforti. E anche quando è rock è lento.

martedì 4 marzo 2008

Spot

Da un paio di giorni cercavo una definizione per alcune delle candidature del Pd per Camera e Senato che esprimesse senza eccedere il retrogusto poco gradevole che vi trovo. Me l'ha fornita Berlusconi.
Agi, Repubblica

sabato 1 marzo 2008

Alice guardava i gatti

Non sono io che non mantengo le promesse. Ieri sera niente radio perché l'adsl era andata giù e dipendeva da Telecom. Il bello è che stamattina, quando ho chiamato il 187 per ripristinare il tutto, dopo aver segnalato il guasto seguendo le istruzioni della voce meccanica, in attesa che mi rispondesse l'operatore, la voce continuava a dirmi che potevo controllare lo stato della linea in rete.

venerdì 29 febbraio 2008

Il silenzio e poi

La radio spenta si accenderà alle 22. Ci saranno il titolare a blaterare un po' e ritmi sostenuti.

giovedì 28 febbraio 2008

I tempi che corrono

Il pezzo di Massimo Gramellini sulla Stampa è un compendio di sociologia.
La Stampa

Compa'

Io vi conosco. O forse no. Vi conosco come si conosce sé stessi, quindi poco, tutto sommato. Però vi conosco anche come si conoscono gli altri che siete diventati nel frattempo per me. Non eccessivamente altro. Ma quanto basta per vedere difetti e tic che da troppo vicino non riesci a scorgere. Un po' come quando ti guardi in fotografia e ti sorprendi di scoprirti diverso dall'immagine che ti rende lo specchio tutte le mattine, hai presente? No, non è come pensate, non ho messo su la pancia del commendatore. Anzi. Sono decisamente più in forma di quando mi capitava di abbuffarmi alle cene sociali che mi piacciono tuttora ma che ho sempre meno occasione di frequentare. Vi conosco. Quel tanto che basta per avercela con voi. Perché so quanta cultura, quanto pensiero critico, quanta attenzione vera a chi non riesce a soddisfare i propri bisogni, quanta passione autentica, quanta politica davvero altra ci sono nelle cose che fate. Perché alcuni dei luoghi che contro (quasi) tutto e tutti vi ostinate a tenere aperti rappresentano tra le officine culturali più laboriose e avanzate che questo paese possiede. Perché senza di voi le città sarebbero più grigie. Perché senza di voi ad aprire la pista, alcuni temi che magari dopo qualche anno diventano di pubblico dominio non si toccherebbero mai. Perché disobbedire è il primo passo per modificare le cose e voi disobbedite. Perché il vostro anticonformismo è ossigeno sociale. Fino a quando non non lo consumate tutto compiacendovi di rimanere da soli dentro le vostre stanze. Fino a quando disobbedire diventa l'unico passo che siete in grado di muovere. Ecco perché ce l'ho con voi. Perché riuscite come pochi a disperdere un patrimonio rifiutandovi di contaminarlo con qualcosa di buono che pure fuori di voi esiste. Questo post forse non sarebbe nato se l'altro giorno non avessi ricevuto una telefonata a metà: diretta al professionista che sono e proveniente dalle conoscenze maturate quando vi frequentavo. L'obiettivo era darmi la notizia che nella regione nella quale lavoro "ci sarà il simbolo della falce e martello" (il virgolettato è una citazione). E giù contro Rifondazione che rinuncia a bla bla bla. E giù contro i trotskisti - detentori dell'altra falceemartello - che sono settari. Ma come? E il movimento dei movimenti? E le belle parole sulla contaminazione tra diversi? Ecco, in molti, troppi forse, siete fatti così. E di questo passo finirete soli, davanti allo specchio. Anzi in parte lo siete già. Senza neanche qualcuno a fianco che vi possa metter davanti la vostra fotografia, così da vedere particolari che presi dalla routine di tutti i giorni non si scorgono. Soli. Contro tutto ciò che si muove appena fuori dalle vostre coordinate. Soli. Con le verità rigide da contestare ma solo quando non sono le vostre, che non vi rendete neanche conto di quanto le consideriate immodificabili. Con il vostro conformismo speculare a quello di chi contestate. E con il furore, indispensabile per mettere in piedi quello che costruite, ma ostacolo per parlare anche a chi potrebbe ascoltarvi, se solo usaste le parole giuste e foste più disponibili a compromettervi.

mercoledì 27 febbraio 2008

Musica e basta

Venerdì sera, orario variabile, vi farò sapere, il titolare qui torna a fare il wj. Niente monografie, poche chiacchiere. Solo musica. E pure un po' movimentata, che sta tornando primavera. Cliccate sul bottone qui a destra e vi sarà dato.

martedì 26 febbraio 2008

Luoghi comuni

Non ho granché da dire su Sanremo, non avendo neanche visto la serata inaugurale. E anche se l'avessi vista, non credo che scriverei cose che valga la pena leggere perché si potrebbe trovarle sicuramente altrove. Perciò questo post non sarebbe nato se ieri sera, tornato a casa, non avessi trovato la tv sintonizzata sul primo e non avessi visto e sentito Daniele Battaglia cantare. Ora, sulla qualità delle produzioni di Toto Cutugno, Michele Zarrillo Paolo Meneguzzi e via elencando si può dire tuto il male che si vuole. Tranne che non siano espressione di una parte della musica italiana. Ma Daniele Battaglia perché? Quanti tour ha fatto? Quanti demo prima di entrare in uno studio di registrazione da chissa quante centinaia di euro l'ora? Perché Daniele Battaglia sta a Sanremo e i Marlene e Cristina Donà, che pure mi è giunta voce c'hanno provato, con i dischi alle spalle e il pubblico che li segue che hanno, sono stati eliminati prima di partire? Non sono forse espressioni della musica italiana? Ecco. Mi fermo qui, con le domande con cui sono andato a dormire. Che il resto sarebbero luoghi comuni.

sabato 23 febbraio 2008

Un'altra cosa che non farò

Ora confesso un disagio. O meglio svelo un obiettivo che raggiungere dipende solo da me ma che non riesco a centrare. Come uno che pur detestando ogni sigaretta che accende non riesce a smettere di fumare; come chi non sa trattenersi a tavola pur sapendo di aver già ingurgitato una quantità di calorie sufficiente a star bene senza mangiare per i tre giorni successivi. Eccolo: quando mi capita di andare su blog altrui che non ho mai visitato prima, una tra le prime cose che vado a guardare dopo l'ultimo post sono - quando ci sono - le preferenze letterarie e musicali. Così mi faccio un'idea, testo le potenziali affinità. E mi ripropongo di volta in volta di farlo anch'io nel mio blog. Così, per dare una traccia di me, mi dico. Poi, quando mi metto a pensarci sopra, mi vengono in mente tante di quelle cose da portarmi alla rinuncia a farne un elenco. E poi se metti insieme - così, per dire i primi che mi vengono in mente - i Primus e Ludovico Einaudi, i Pixies e i Sigur Ros, Keith Jarrett e i Marlene Kuntz, i Subsonica e Giovanni Allevi, i Jane's addiction e Vinicio Capossela, cosa vuoi che capisca la gente di te? Al massimo che sei schizofrenico. Invece no. Pensateci bene: perché in una biblioteca qualsiasi libro può essere accostato a qualsiasi altro (tranne forse i romanzi harmony, ma lo dico per pregiudizio perché non ricordo d'averne mai letti) e in musica se svari in campi diversi rischi di raccogliere insulti? (qui l'ultimo degli esempi in cui sono incappato)? E' che per quanto mi riguarda, andando avanti con l'età ti rendi conto che è assai difficile mettere recinti alle cose umane come riuscivi a fare nella furia giovanile. Ad esempio: quando cominciò a riscuotere successo con roba tipo Gimme five ed E' qui la festa, io bollai Jovanotti e chi ascoltava la sua musica come scemotti da quattro soldi immersi nella plastica degli anni Ottanta. Poi, col tempo, ho imparato ad apprezzare delle cose di Lorenzo Cherubini, pur non diventandone un fan, prendendo a mia volta la mia dose di critiche. Da poco ho anche scoperto che una persona che mi pare dire cose a volte brillanti e spesso ragionevoli è cresciuta col mito di Jovanotti. Allora penso che alcune vicende sono sempre più complesse di come te le immagini, mentre altre sono infinitamente più semplici degli scenari complicati che ti costruisci. E penso che l'obiettivo di piazzare in bella mostra una lista qui a fianco non l'ho mai raggiunto e non lo raggiungerò mai perché non voglio raggiungerlo. Primo perché dimenticherei tanto, secondo perché riuscirei immediatamente antipatico a qualcuno, meno ad altri e complicato ad altri ancora. Farei quest'effetto a prescindere da ciò che scrivo, penso o faccio. Ma semplicemente perché ascolto e leggo. Starò pure in qualche recinto, ma preferisco che chi viene da queste parti si sforzi di cercare da solo il filo spinato invece di fornirglielo.
Hai da accendere, Akille

Tutto torna

Ho appena scoperto che la colonna sonora di Into the wild è al decimo posto in classifica. Tranquilli, subito sopra ci sono Ramazzotti e Zucchero.

giovedì 21 febbraio 2008

Correre all'indietro

Se uno riesce a superare lo stupore per il riferimento ai processi politici in questa dichiarazione di Bondi e va oltre, capisce come quello che si oppone al Pd aggiungendo una "L", pur largamente favorito, sta rincorrendo l'avversario su tutti i terreni. Quello delle liste pulite e rinnovate è l'ennesimo. Riuscire a guidare stando dietro è difficile, Veltroni ci sta riuscendo.
Corriere

Alternate le targhe

Da queste parti la retorica auto assolutoria dell'antitaliano attecchisce poco. Però la tentazione di cedere è forte quando capisci che i concessionari italiani di una nota casa automobilistica francese, nonostante i roboanti ecoincentivi statali, fanno di tutto per renderti economicamente più conveniente il modello della stessa auto alimentato a diesel rispetto a quelli a metano o gpl: ti ubriacano di cifre, ti dicono che per avere la macchina a carburante pulito occorre attendere mesi mentre l'altro è lì che ti aspetta in magazzino, e tentano di minare le tue convinzioni sul risparmio a lungo termine. Poi dici loro che oltre al lato economico ti interessa anche quello ambientale, sgranano gli occhi e annuiscono come chi è costretto a rassegnarsi a una cosa che non capisce. Ma prima fanno un ultimo tentativo. Questo è il dialogo che segue tra il concessionario (A) e il potenziale acquirente simil-ambientalista (B).
A: Il problema è che quest'auto ha poca autonomia, sui 170 chilometri se si va a metano. E' concepita per il mercato francese.
B: In che senso, scusi?
A: In Francia danno in dotazione una macchinetta che consente di fare il pieno collegandosi alla rete domestica, senza stare a cercare il distributore.
A quel punto B torna a casa, si connette a internet e scopre che questa cosa esiste sul serio. Si chiama Phill e in Italia l'ha introdotta solo la provincia di Bolzano. La tentazione di cedere alla retorica di cui sopra si fa quasi irresistibile. Ma chissà, magari Walter nei dodici provvedimenti che ha detto di avere pronti nel cassetto per il suo primo consiglio dei ministri da presidente, avrà anche inserito quello sugli incentivi per l'utilizzo di Phill.
Alice, Alto Adige, Prima

Lo dico con rispetto

Ma intitolare un circolo del Pd a Barack Obama mi sembra un po' eccessivo.
PdObama

I Rem, ehm


Cari Rem, io sono stato un vostro fan. Tanto da associarvi ad alcuni dei ricordi più belli dei vent'anni. Lo sono stato così tanto tempo fa che ancora oggi quando penso a te, Michael Stipe, la prima immagine che riemerge è quella di un cantante coi capelli lunghi; ho ancora impressa in mente l'intervista nella quale spiegasti la decisione di raderli a zero. Calvizie incipiente? No, che a una rockstar non s'addice. "Mi ero rotto le scatole. Ogni volta che salivo su un autobus o camminavo per strada mi sentivo appiccicati gli occhi della gente", c'era scritto più o meno sul mensile di cui a quel tempo non perdevo un numero. Più o meno perché cito a memoria e sono passati diversi anni. Ma a quell'età certe cose ti si conficcano nella testa e ai simboli dai più importanza di quanta ne meriteranno in futuro. Quindi la citazione dovrebbe essere fedele. Sono stato un vostro fan così tanto tempo fa che quando vi vidi in concerto eravamo così pochi che a dieci metri dal palco si stava larghi. Sono stato, dicevo. L'ultima cosa vostra che ho cantato con convinzione è stata Losing my religion, che ha accompagnato diverse serate avvinazzate di universitari ai primi anni con chitarre al seguito. Quella è stata anche la canzone del botto. Da lì in poi stare larghi a dieci metri dal palco a uno dei vostri concerti sarebbe stato impossibile. E io vi ho perso. Un po' per snobismo, ché quando a vent'anni o giù di lì ti consideri un angry young man e una delle tue band preferite diventa tale anche per milioni di altre persone ti senti privato dell'esclusiva e metti su il broncio. Un po' perché voi non avete detto più niente di nuovo. Mi è capitato di sentire alla radio il vostro ultimo singolo: potrebbe stare indifferentemente nella lista di uno qualsiasi dei vostri ultimi cinque-sei dischi, come accade ai Rolling Stones. Oh, non fate come tanti che se non dici "a" intendono per forza "z": in mezzo ci sono diciannove lettere che suonano ognuna in maniera diversa. Per cui sostenere che Supernatural superserious è uguale a tantissime altre cose che avete fatto negli ultimi quindici anni non equivale a dire che quella canzone fa schifo. No, semplicemente non dice niente di nuovo. Ma se mi capita di ascoltarla in radio non cambio stazione. E se vicino a me c'è mia figlia può darsi pure che le prenda la mano e ci inizi a ballare insieme, ché pure lei ha gusti discreti e la musica buona sta imparando a riconoscerla. Quello che voglio dire è che non era scontato che quella band che contribuì a dare un senso alla definizione di "rock alternativo" finisse per mettersi seduta nel salotto delle star senza rialzarsi più. Lo dimostrano gente come Nick Cave, Marlene Kuntz, Gianni Maroccolo (i primi che mi vengono in mente), che cambiano sempre rimanendo sé stessi, cioè sfidando i luoghi comuni. Ecco, per alcuni la coerenza è una stella polare da adattare alle diverse strade che ci si trova a percorrere di volta in volta. Voi invece l'avete resa il feticcio che la trasforma in zavorra. Ecco perché non verrò a vedere il vostro concerto nonostante passerete molto vicini a casa mia la prossima estate. A meno che non mi venga improvvisamente voglia di entrare in un'immaginaria macchina del tempo per riportare l'orologio indietro di vent'anni. Un po' come si fa a quelle feste "anni ...". dove al posto dei puntini si mette di volta in volta la decade per cui si prova nostalgia. Ma comunque vi ringrazio. Per avermi fatto ascoltare Murmur, Reckoning, Fables of reconstruction, Lifes rich pageant. E Document, che ancora oggi quando lo metto sul lettore mi viene voglia di saltare.
Pitchfork, Wikipedia, foto da Retroweb

mercoledì 20 febbraio 2008

martedì 19 febbraio 2008

Santi, poeti e navigatori

Grazie alla segnalazione di Elisabetta, vi linko il programma di Con il cuore in mano.
Palmetta

Targato Italia

Sebbene li continui a guardare in tralice, ho alleggerito negli anni il peso del pregiudizio contro i gruppi che non cantano nella loro lingua madre. E poi a me i Baustelle non facevano impazzire. Però solo i componenti di un gruppo italiano che canta nella sua lingua possono arrivare a toccare un loro coevo come succede con canzoni come Alfredo e L'uomo del secolo.

venerdì 15 febbraio 2008

A prescindere dal telespettatore

Non voglio stare a menarla sulla questione "tv vecchia-rete nuova" e sulle rispettive professionalità che ci lavorano dentro. Solo che a volte la differenza si mostra in maniera imbarazzante. Ad esempio: su Wikipedia, che si tratti di film o di romanzi, il lettore è bene avvertito che gli si sta per squadernare la trama dell'opera, così se uno ha voglia va fino in fondo, se invece vuole conservare il gusto della sorpresa si ferma. Ieri mi è capitato di seguire al Tgr un pezzo su uno spettacolo teatrale in cui il giornalista ha concluso divulgando urbi et orbi il finale. Chiaramente senza preavviso.
Wikipedia

Quattro parole

Non avendo voglia, tempo e capacità per una critica accorta, mi limito a quattro parole: Into the wild spacca.
Bim

mercoledì 13 febbraio 2008

Compromesso storico

A proposito di questa cosa, ieri sera io e mia moglie, che avevamo parlato nei giorni scorsi dell'argomento ma ci eravamo mantenuti su un piano generale, abbiamo appreso che il nostro travaglio di elettori di sinistra (consumato individualmente e senza influenzarsi più di tanto l'uno con l'altra) ci ha portato alla stessa conclusione, cioè a considerare una cosa che avevamo entrambi trascurato: ci sono due voti a disposizione.

Parziale ripensamento

Rettifico parzialmente quanto detto qui e cosciente di andare contro la corrente maggioritaria metto a verbale di ritenere che, visto lo squallore sessista che domina nei rapporti sociali in ogni angolo del pianeta e visto che a volte i simboli possono risultare anche più utili dei contenuti, una presidente di nome Hillary sarebbe da salutare come cosa buona e giusta. Sì, l'altro è nero e anche in quel caso l'aspetto simbolico non sarebbe da sottovalutare. Però, se è possibile fare una scala, il razzismo oggi mi sembra meno pericoloso dell'altra bestia; il sessismo, appunto. Che si nasconde anche nel doppio fondo di molti ferventi progressisti.

martedì 12 febbraio 2008

Anticipare la moda

Anche io corro da solo. Da anni. Tre volte a settimana, per setto-otto, quando ho tempo anche dieci chilometri.
Repubblica, l'Unità, Reuters

lunedì 11 febbraio 2008

Via gli steccati

I Rem a Umbria Jazz.
Adnkronos

Sotto botta

Tutta politica anche oggi, ma secondo me a Repubblica soffrono di schizofrenia: da un lato pompano perché il Pd corra da solo e si liberi di ciò che sta alla sua sinistra - e ci sta - dall'altro si ostinano ad aggregare nelle tabelle dei sondaggi e nei pezzi di commento il risultato del centrosinistra che non esiste più. La realtà sarà pure difficile, però occorre fare lo sforzo di accettarla.
Repubblica

Occupatooo

Il lato divertente dell'accelerazione impressa dalla crisi del governo Prodi e dalla proclamazione delle elezioni è che quando guardi i movimenti cui sono costretti oggi alcuni politici provi quasi lo stesso imbarazzo di quando entri in un bagno pubblico e c'è già qualcuno dentro che ha dimenticato di chiudere la porta a chiave: Fini voleva fare l'Alleanza per l'Italia e si ritrova catapultato dentro un partito il cui nome è stato deciso (?) in elezioni primarie (?) alle quali né lui né i suoi hanno partecipato; Dini, che a maggio era uno dei 45 saggi del Pd e che fino al 24 gennaio ha votato insieme al centrosinistra, oggi aderisce pienamente Pdl. Almeno Mastella è coerente, per lui è cambiato solo lo scenario: trattava nel bazar dell'Unione e ora lo fa nel suq della libertà.
Corriere della Sera, Adnkronos

Comunicato stampa (post popolare)

Essendosi reso conto della pesantezza del post precedente, il titolare, nell'intento di rendere il suo blog più al passo coi tempi e appetibile al pubblico dichiara: "'Sta sinistra ha rotto, fa l'inciuci co' Berlusconi e passa tutto il tempo a litiga'. E poi in du' anni che ha fatto Prodi? Gnente. Io ale prossime elezioni a vota' non ce vado".
PS: dimenticavo: "Tanto so' tutti uguali"

Scegliere, please

Dice, basta litigi: il Pd con il Pd e l'arcobaleno con l'arcobaleno. Basta ammucchiate e coalizioni eterogenee che paralizzano poi l'azione di governo con estenuanti discussioni. Non fa una piega a sentirli. Ma perché se scelgo la casella dove sta Bersani devo rinunciare a Ferrero? E perché se opto per lo schieramento che di qui a poco (speriamo) sceglierà Vendola come leader, devo negare il mio consenso a quello in cui sta Rosy Bindi? Oppure, mettiamola diversamente: perché se dico Bertinotti sono costretto a trovarmi dalla stessa parte di Diliberto e se invece mi dirigo verso Veltroni mi devo imbattere nella Binetti? E' che per molti - anzi, forse per pochi, diciamo per alcuni - la sinistra che non c'è sarebbe quella che non rinuncerebbe all'orizzonte dell'utopia ma se ne servirebbe come patrimonio genetico per operare qui e ora. Sarebbe quella in grado di riconoscere gli orrori e guardare avanti senza perdere per strada lezioni importanti. Sarebbe quella con la benzina della radicalità nel serbatoio e la lucidità di un riformismo degno di nome al volante. Ecco, magari mettendo insieme i pezzi scompaginati di questo puzzle si potrebbe cogliere il meglio di quello che ci dà quest'epoca in cui i fortunati nati negli Ovest e nei Nord del mondo hanno possibilità molto più ampie di quanto avveniva in passato. Si potrebbero trasformare il cambio di lavoro e la mobilità da drammi personali, come sono oggi per molti, in opportunità. Si potrebbero affrancare gli schiavi alla catena della precarietà evitando di scadere nell'assistenzialismo privo di prospettive. Si potrebbero utilizzare le risorse - che ci sono - per sostenere i soggetti che ne sono in grado nello sviluppo dei propri progetti a prescindere dai santi in paradiso. Si potrebbe garantire a tutti un'esistenza davvero dignitosa e non l'elemosina di qualche centinaio di euro al mese. Si direbbe pensione e si penserebbe alla qualità della vita della gran parte di popolazione che sarà vecchia nei prossimi decenni. Si toglierebbero ambiente e ricerca dalla bacheca dei "vorrei ma non posso" e li si metterebbero nel posto che meritano: al centro dell'agenda di un governo al passo coi tempi. E magari, chissà, si guarderebbe con occhi diversi ai Sud e agli Est del mondo. Basta coi condizionali. La sinistra che non c'è, c'è: divisa in pezzi ma c'è. E per certi versi, ricorrendo a Giovanni Lindo Ferretti, "così vanno le cose, così devono andare". Turarsi il naso e scegliere. In un caso come nell'altro. E consoliamoci se non altro col fatto che le persone che guidano i due pezzi sono il meglio che Pd e arcobaleno esprimono in questo momento.

sabato 9 febbraio 2008

Il Kamasutra di Fini

Qualcuno gli dica di fermarsi, sennò arriva alle elezioni spompato: posizione 1, posizione 2, posizione 3, posizione 4.
Repubblica, Yahoo notizie, Tgcom, Tendenze online

giovedì 7 febbraio 2008

Eclissato

Ho diversa musica lì da parte che attende di essere ascoltata ma sono un po' di giorni che non riesco a staccarmi dall'ultimo dei Subsonica.

Rassegna stampa

Per capire quanto sia azzeccata, ancorché perdente in prima battuta, la mossa di Veltroni di andare da solo alle elezioni, leggete come si agita il suo avversario. Poi, viste le minchiate che si sentono e si leggono in giro, per capire cosa pensa il manifesto - oltre che di Israele in generale - del boicottaggio della fiera del libro di Torino per aver scelto quello stato come paese ospite, andate alla fonte e leggete cosa dice la direttrice del giornale (qui, ma solo da domani, se siete impazienti andate in edicola).
PS: divagazione strettamente personale, dopo quelli di Rodari, il primo libro che ricordo di aver ricevuto in regalo da mio padre, all'epoca iscritto e attivista del Pci, è il Diario di Anna Frank. Alla faccia della sinistra antisemita.
Repubblica, il manifesto

Sommessamente

Ma fare riferimento all'ipotesi di lavarsi quando si sa di dover passare buona parte della giornata in un luogo chiuso con altri sventurati vorrà dire che uno è schiavo del sistema?

La parola Veltroni

Oh, per carità, non è che perché uno naviga in internet e magari aggiorna il suo blog oltre (si spera) a farlo anche per sé stesso, sia più moderno o affidabile di chi non si intrattiene in queste attività. Però a me ha sorpreso un po' constatare a quando risalgono gli ultimi aggiornamenti dei primi tre siti - dopo il primo, che è la biografia su Wikipedia - che compaiono su Google se si digita la parola "Veltroni".
La nuova stagione, Il sindaco di tutti, Partito democratico

mercoledì 6 febbraio 2008

Seguire la scia (post effimero)

Visto che il presidente Usa governa anche noi che non lo votiamo, la moda di schierarsi non è poi così priva di un suo senso, pur lasciando il tempo che trova. Allora, sarà che con l'età si impara ad accontentarsi anche di poco ma qui si pensa grossolanamente di aver già vinto le prossime elezioni statunitensi: Bush non è candidabile e con tutta probabilità vincerà il candidato democratico, Obama o Clinton che sia. E' qualcosa più di niente.

Playlist (quasi) autarchica

C'è molta Italia buona nella musica che passa oggi in radio. A partire dagli Hi Risk Cafè, che hanno appena pubblicato per Anomolo un disco nuovo in cui c'è almeno un pezzo, "La mia concubina", che diventerebbe un hit se solo avesse anche la metà della copertura data a quel Charlie che fa il surf.

martedì 5 febbraio 2008

Nostradamus

Dopo aver preso atto che non ci sono le condizioni per varare la riforma elettorale si andrà a elezioni con i programmi elettorali zeppi di proposte per la riforma elettorale. Il centrosinistra perderà le elezioni ma il Pd sarà il primo partito, la cosa rossa o quello che diventerà, perderà le elezioni e basta. Fini e Casini ricorreranno allo psicanalista: Berlusconi ormai è un incubo più per loro che per gli avversari. Poi ci sarà il referendum elettorale a meno che non si trovi un accordo per fare le riforme. In entrambi i casi e a meno che il referendum fallisca si porrà il problema di andare nuovamente a elezioni. E si aprirà l'era di Veltroni, che sarà riuscito a ritagliarsi un sistema elettorale su misura. Nel frattempo i precari avranno continuato a non accumulare contributi per la pensione che non prenderanno mai, i pensionati al minimo a fare vita grama, l'evasione fiscale sarà tornata di moda, la ricerca sarà rimasta una chimera e l'ambiente un fiore all'occhiello su un abito lercio.

lunedì 4 febbraio 2008

Fatelo!

Occhio che adesso si rischia di vedere direttori del personale o facenti funzione con il biglietto degli accoppiamenti obbligatori.
Agi

domenica 3 febbraio 2008

Un'orchestra di giocattoli

Alla fine si è optato per la prima opzione e si è ascoltato il disco nei ritagli di tempo concessi dal lavoro. Dell'effetto assuefazione neanche a parlarne, anche perché il cd era da poco in rotazione. Anzi. A sera il concerto è stato godibilissimo, a tratti trascinante, e i pezzi, già buoni da studio, dal vivo guadagnano anche qualcosa. C'era anche Mixo a presentare, che, ho constatato con mia grande meraviglia, essere ricordato più per essere stato una videostar nella Videomusic degli anni Novanta che per aver partecipato alla magica stagione della Radiorai antelucana degli anni Ottanta, quando sbarbati liceali passavano parte della notte ad ascoltare musica che in provincia era difficilissimo reperire. Peccato per il pubblico, decisamente non all'altezza. Sul palco c'erano ...a toys orchestra.

sabato 2 febbraio 2008

Dilemma

In attesa di un concerto, durante il giorno ascoltare i pezzi del gruppo che suonerà la sera o cercare un diversivo per evitare l'effetto assuefazione?

mercoledì 30 gennaio 2008

Perché Sanremo è Sanremo

Oggi la seconda pagina degli spettacoli di Repubblica è dedicata a Nick Cave. La prima alla polemica sulla censura di Zampaglione. Ubi maior minor cessat.

Si potrebbe leggere così

Assolto grazie a due avvocati difensori che nella passata legislatura, da membri della commissione giustizia della Camera, avevano caldeggiato il varo di una norma di cui hanno richiesto oggi l'applicazione per il loro assistito.
Corriere, Camera, Kataweb

The dark side of the music

La vicenda Qtrax ha riportato in voga la questione della musica on line e il dibattito che l'accompagna da tempo sui danni provocati alle case discografiche e, di riflesso, agli artisti stessi. Che le produzioni vadano pagate per fare in modo che la musica e chi la produce continuino a vivere è di evidenza solare. Così come è vero che la protezione dei diritti imposta dalla Siae è del tutto fuori dal tempo e i prezzi di alcuni cd - che si pretenderebbe venissero comperati a scatola chiusa, visto che scaricare qualcosa gratis per un ascolto preventivo è illegale - sono assurdi. Che le licenze Creative commons siano al momento uno dei pochi validi compromessi per sancire i diritti di chi crea e consentire una più larga fruizione di musica da parte del pubblico - così da permettere anche di testare musica e artisti nuovi -, è da queste parti assodato. Tanto che la radio qui a fianco trasmette solo quello. Ma c'è un lato oscuro della luna: quello della musica dal vivo. Gli alti costi per l'allestimento dei concerti e lo scarso coraggio degli organizzatori stanno desertificando intere zone del paese. Chi vive dentro questo mondo riferisce che si preferisce puntare sui nomi dei soliti noti (e ormai neanche più tanto interessanti), anche se chiedono ormai cifre stratosferiche. Perché c'è incasso sicuro, dicono. Ora, la musica, come qualsiasi altro prodotto culturale, vive se circola, oltre che se viene pagata. Inibire a tanta gente che non vive in Padania - perché è solo lì che non ci si può lamentare - la possibilità di fruire di una stagione di concerti degna di nome dà luogo a un doppio problema, uno musicale di cui si è detto, e uno sociale-urbanistico: se non altro per la disarmante vacuità della schiera di locali indifferenziati e noiosi che affollano le città di provincia e si sono ormai trasformati in luoghi di stordimento e abbeveraggio pre-discoteca. Artisti di alto livello qualitativo ma di medio calibro di pubblico, manager: abbassate le pretese e viaggiate di più. Oppure fate così: piazzatevi davanti a una mappa dell'Italia, mettete i puntini sulle città che toccate e pensate a quanta gente non sarà possibile venirvi ad ascoltare (tanto per dire, Cristina Donà non è mai stata in Umbria, ma il sottoscritto l'ha vista quattro volte tra Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna). Artisti di più piccolo calibro e di radiose speranze: affittate un furgone e viaggiate quanto più vi è possibile, voi che potete, non essendo ancora intrappolati in certe ragnatele.
Repubblica, Creative commons

Per chiarezza

Questo è uno dei motivi che ha spinto a scrivere il post precedente. Poi possiamo baloccarci sul conflitto d'interessi (che non si regolerà mai finché Berlusconi sarà presente sulla scena politica pronto a scatenare la guerra civile su quel tema), sulla precarietà e quant'altro: la leva fiscale e la gestione delle risorse pubbliche sono centrali e prioritarie nell'attività di un governo. E quello appena messo in crisi ha cercato i soldi dove erano. Non è il libro dei sogni ma non è neanche da sputarci sopra. E converrebbe ricordarlo a chi si presenterà alle prossime elezioni. Ora basta, che di fronte ai duri e puri che affollano la rete si rischia di passare per il cantore delle gesta governative, che non è propriamente un vestito che si attaglia al titolare della roba che state leggendo. E basta anche per un altro motivo: con questo è il sesto post consecutivo che si dedica a crisi di governo e dintorni. Stop.

sabato 26 gennaio 2008

Dichiarazione politica ex post

Da queste parti si è già scritto cosa si pensava del governo Prodi e dintorni (qui in occasione della semi-crisi sulla relazione di D'Alema bocciata al Senato nel febbraio scorso e qui, in un momento in cui si era in vena di pipponi). Senza volerla fare troppo lunga, a tutti quelli che in questi giorni vanno scrivendo e/o dicendo che tutto sommato il governo di centrosinistra ha deluso le aspettative (in parte è vero) e che insomma se la sono meritata (in parte è vero) o che addirittura l'uno e l'altro pari sono (inorridisco al paragone), piace contrapporre che: tra chi fa footing tutte le mattine e chi si fa fare la sauna e tirare la pelle; tra chi a settant'anni non mistifica la sua condizione di nonno e chi alla stessa età ama accreditarsi come (improbabile) sciupafemmine; tra chi va in Parlamento a certificare la crisi (è successo due volte) e chi il Parlamento lo vede come una perdita di tempo e preferisce Porta a Porta; tra chi cerca di riportare nelle casse pubbliche il maltolto dell'evasione fiscale e chi all'evasore fiscale occhieggia complice, ecco, in tutti questi casi elencati a titolo esemplificativo qui si continua a scegliere la prima opzione. E più passa il tempo e più si ha il timore di doverla rimpiangere a lungo, l'opzione.

venerdì 25 gennaio 2008

giovedì 24 gennaio 2008

Ora che è andata com'è andata

Mi sento di mettere a verbale che l'analisi di Salvi fa poche grinze. Sul resto (sputi, insulti omofobici, poesie sulle bocche sbagliate e indegnità varie) non è il caso di spendere parole.
Aprile on line

domenica 20 gennaio 2008

Parole sante

"Il laico è colui che tra Chiesa e Stato sente di dover erigere un alto muro di separazione per proteggere sia la sovranità legiferante del popolo sia le religioni".
Per tornare seri, il lungo - ma vale la pena di leggerlo fino in fondo - editoriale di Barbara Spinelli di oggi su chiese, stati, religioni e Ruini.
La Stampa

Diretta dalla piazza

La manifestazione, pardon, l'Angelus del Papa è andato benissimo: 200mila partecipanti secondo gli organizzatori, altrettanti secondo le forze dell'ordine che stavolta non hanno smentito le stime dei primi. Molti i politici di entrambi gli schieramenti che per correttezza hanno evitato di portare bandiere di partito. La folla che ha applaudito Ratzinger, ha usato il medesimo trattamento nei confronti di Mastella quando l'ex ministro della Giustizia ha fatto il suo ingresso nella piazza.
Repubblica

sabato 19 gennaio 2008

In fondo in fondo

Puoi sostenere quanto vuoi che il rock non è morto e che tutto scorre e va avanti e ogni età ha la sua musica. E' vero. Però, quando ti ricordano che nel '68 uscirono Beggars Banquet, Electric Ladyland e White Album e ti chiedi se i tempi sono maturi affinché il 2008 offra tanta buona mercanzia, la risposta, in fondo in fondo, è no.

venerdì 18 gennaio 2008

Generale e particolare

Dai dati dell'Anbi (Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni) risulta che se si proseguirà con la tendenza degli ultimi anni, in un quarto di secolo si sarà cementificata in Italia un'area pari a oltre cinque milioni di ettari. Le statistiche però, lasciano sempre il tempo che trovano. Meglio affidarsi all'esperienza personale, allora. Nel mio piccolo, abito da tre anni all'ultimo piano di un palazzo da cui godo di due splendidi panorami - uno con vista sulla città, l'altro sulla campagna - che mi hanno consentito di ammirare la costruzione di: A) due grossi palazzi, B) un capannone industriale e C) due palazzine di tre piani ciascuna. A volte, quando mi affaccio e vedo tutte quelle gru mi viene da pensare che forse c'è stata una guerra e ora c'è da ricostruire e io non mi sono accorto di nulla.
Gazzetta del mezzogiorno

La puntata di ieri

In radio è stata dedicata al disco di AnalogicoUrbano che potete scaricare gratuitamente se desiderate i nudi mp3 o acquistare a 10 euro con il racconto che accompagna l'edizione cd (qui tutte le istruzioni da seguire per entrambe le operazioni). Qui la trascrizione dell'intervista al cantante-chitarrista Emmanuele Margiotta. Questa la playlist che l'ha accompagnata:
Ipnotica
Sto cercando la cura
Metropoli
Sanguini
Viaggio/Arrivo in città
AnalogicoUrbano

mercoledì 16 gennaio 2008

Le notizie di oggi

Sandra Lonardo, presidente del Consiglio regionale della Campania, raggiunta da un provvedimento di arresti domiciliari, non si dimette dalla carica. Il marito, Clemente Mastella, ministro della Giustizia, si dimette dalla carica in seguito al provvedimento di arresti domiciliari che ha colpito la moglie. Il cardinale Ruini organizza una manifestazione di piazza per domenica prossima.
Repubblica, Corriere

martedì 15 gennaio 2008

On air

Giovedì 17 a partire dalle 22 si presenta in radio il disco di AnalogicoUrbano con intervista al cantante chitarrista.

lunedì 14 gennaio 2008

Autocensura

Un post del genere ce l'ho avuto sulla punta delle dita per tutta la giornata. Poi visto quello che lo precede ho preferito tacere per non apparire eccessivo. Ma ora, ecco, è come se mi fossi tolto un peso.
Wittgenstein

La fattoria degli animali

Sono stato indeciso fino all'ultimo sullo scrivere o meno questo post perché mancare di rispetto quando si tratta di questioni di fede è una cosa particolarmente greve (con la "e", sì, avete letto bene) e chi non ce l'ha, la fede, il rischio lo corre. Però, davvero, non capisco come si possa essere interessati e perché alla notizia che dà la Stampa di oggi a pagina 10 su papa Ratzinger che chiude "all'ipotesi che gli animali possano andare in Paradiso". Ma probabilmente è un limite mio.
La Stampa

domenica 13 gennaio 2008

Riservato

Le preoccupazioni dei manager Tk Ast dopo il rogo di Torino.
Corriere della Sera

Appeal

E' appena andata in onda su Rai 3 un'intervista di Lucia Annunziata a Sandro Bondi. Le domande sono state di gran lunga più interessanti delle risposte.

sabato 12 gennaio 2008

I classificoni

Le classifiche dei dieci migliori album stranieri e italiani degli ascoltatori di Village, che insieme a Patchanka è uno dei migliori programmi musicali in ora diurna su piazza. Sugli stranieri, tranne i cinque che non ho ascoltato, sono abbastanza d'accordo, in particolare per Radiohead e Grinderman. Avrei tolto del tutto Springsteen, che ha fatto una cosa assai scontata. Ma devo ammettere che questa è una vecchia idiosincrasia, di quelle con le quali si cresce insieme. Sugli italiani invece, avrei messo molto più in alto i Marlene, e non solo perché sono un vecchio amore, di quelli con cui si cresce insieme.
Village, Patchanka

venerdì 11 gennaio 2008

Il buon senso dei grandi numeri

Stamattina Radio 3 mondo ha dedicato la puntata alla valutazione dei ministri del governo Prodi prendendo spunto dall'iniziativa di Sarkozy per i suoi. Oltre ai pareri degli ospiti, ne sono arrivati diversi dalle telefonate in studio; un numero sufficiente non per conferire scientificità alla cosa, ma almeno per depurarla dal rischio di sovrarappresentare qualsivoglia tendenza. Bene: D'Alema, Lanzillotta e Bersani hanno preso invariabilmente i voti più alti; Mastella, Di Pietro e Pecoraro Scanio quelli decisamente più bassi.
Radio 3 mondo, Notizie Alice

giovedì 10 gennaio 2008

Ma dde che?


Questa è la foto scattata sull'Italia dal satellite a mezzogiorno. Durante le previsioni meteo al tg regionale dell'Umbria delle 14 hanno detto: "Giornata gradevole".
Ansa meteo

mercoledì 9 gennaio 2008

Lo stato dell'arte

Rifiuti, camorra, le politiche fatte e quelle da fare. Un pezzo di rara chiarezza di Guido Viale.
manifesto

martedì 8 gennaio 2008

Poi dice che uno si butta a destra

Risparmio le parole, ché le foto di Napoli e dintorni hanno la bocca. Ma ci sono almeno due considerazioni che scuotono i nervi anche più della situazione in sé. La prima: neanche con i rifiuti alla gola si sente un'anima che aliti sull'impossibilità di trattare produzione, merci e scarti come stiamo facendo, pena l'autoannullamento. E dire che di alternative praticabili ce ne sono. Basterebbe ragionare e programmare le politiche su un periodo più lungo dell'eterno attimo cui siamo abituati noi occidentali del terzo millennio se non altro per: A) produrre meno roba inutile e con la vita media di una farfalla; B) riutilizzare (non semplicemente riciclare) di più. Ragionando invece sul breve periodo e buttandola in politica (e siamo al secondo punto), non si riesce a non essere d'accordo con il centrodestra in generale - che d'ambiente sa quanto so io di astronomia - per quanto riguarda il giudizio su Bassolino, e con Cicchitto in particolare per quanto riguarda quello sul verde, campano e ministro dell'ambiente Pecoraro Scanio. Ditemi voi se non c'è d'avere i nervi scossi. Ma ora basta, ho perso già troppo tempo; devo tornare a occuparmi del vero problema che angoscia l'umanità e che esonda dalle pagine dei giornali: il sistema elettorale.
Google, Ansa

E' sempre lui

A volte la coerenza, se non è cieca, è davvero un pregio. Nick Cave sta partorendo l'ultima creatura. E promette bene: sentite come scava Lazzaro.
PS: grazie a Enrico
Nick Cave and the bad seeds

domenica 6 gennaio 2008

Oh Bama

Uno stato in cui alle primarie vincono quasi regolarmente candidati poi trombati alle elezioni fa venire voglia di andarlo a visitare. Un candidato giudicato rivoluzionario perché nel 2008 promette assistenza sanitaria a tutti i cittadini di quella che viene definita la più grande democrazia del globo, porta a pensare di non aver capito bene.
Manifesto, Barack Obama

sabato 5 gennaio 2008

Buongiorno

La radio s'è alzata tardi stamattina ed è andata a cercare un po' di sole: in rotazione c'è anche Gilberto Gil.

venerdì 4 gennaio 2008

Digitalanalogico

Siete sopravvissuti agli anni Ottanta plastificati in superficie navigando nei sotterranei cui era relegata la musica di qualità? Vi è capitato di liquefarvi ascoltando i Cure? Vi vanno a genio i tappeti vigorosi di bassi e batterie su cui navigano melodie inequivocabili? Avete voglia di sentir descrivere pezzi di straniante metropolitanità in maniera non angosciosa? Volete misurarvi con una cosa che assomiglia molto da vicino a un concept album nell'era della musica mordi e fuggi? Il processo del vostro impigrimento musicale non è arrivato al punto di inibirvi la ricerca di qualcosa di fresco, nuovo e molto indipendente? Se avete risposto sì ad almeno un paio di domande, Analogico urbano ha partorito una cosa che fa per voi. Qui qualche anticipazione. Con la promessa di presentare a breve in radio il cd con annessa intervista al cantante-chitarrista e di dare l'indirizzo al quale scaricare i pezzi non appena sarà reso pubblico dall'autore. Anche se sul materiale c'è il bollino Siae.
PS: mi rendo conto che assomiglia più a uno spot che a una recensione, ma non ho mai studiato da critico musicale.
AnalogicoUrbano

martedì 1 gennaio 2008

lunedì 31 dicembre 2007

Localizzazione

Puoi scegliere tra decine di tipi di spaghetti, penne, rigatoni. Hai a disposizione diverse marche di crauti tedeschi, di orecchiette pugliesi e di gnocchetti sardi. Ma se cerchi i pizzoccheri ti tocca andare in Valtellina.

Sign o' the times

Che tempo che fa.
La Stampa

domenica 30 dicembre 2007

Relativismo

Se le cariche passano di parente in parente a Cuba ci scandalizziamo tutti, in Pakistan invece è tutta un'altra storia.
Repubblica

All is quiet

Bilancio di fine anno? Naahhh. Solo due-tre cose, nient'affatto definitive, a differenza dei bilanci.
  1. Negli ultimi tempi da queste parti è aumentata la frequenza dei post riguardanti la radio; il fenomeno è proporzionale alla crescita della fetta di energia residuale dalle altre questioni di vita che il titolare dedica alla cosa che state leggendo e, forse, ascoltando.
  2. La veste grafica va suscitando un altanelante desiderio di modifica che resterà a lungo insoddisfatto date pigrizia, mancanza di tempo e, appunto, altalenanza, che non è ardenza.
  3. Tra ventiquattr'ore o giù di lì si starà festeggiando e qui non si è messo ancora mente alla musica d'accompagnamento, come invece si fa da lustri. Ci si rifarà, forse, con la playlist di domani che almeno fino a una certa ora rimarrà in onda. Poi, dopo, menotre-menodue-meno uno, baci, abbracci e auguri. E lì forse ci sarà New Years Day degli U2 - che è sotto Siae e ce l'ascolteremo in privato, ma è un gran pezzo e accompagna da tempo i Capodanni della persona di cui siete forse ormai soliti leggere le elucubrazioni - o forse altro. Buon anno, ragazzi.

sabato 29 dicembre 2007

Per chi va di fretta

Se avete voglia di ascoltare la radio senza entrare nel blog, copiate e incollate quest'indirizzo sulla barra di navigazione: http://chissacosa.no-ip.org:8000/listen.pls. Dovreste arrivare qui. Poi, se proprio non resistete, inseritelo tra i segnalibri, o tra i preferiti, se siete tra quelli che usano explorer.

Le facce, le balle

Non so se sono peggio le balle
oppure le facce che riecono a fare
Luciano Ligabue "Niente paura"

Proiettili deviati, testate accidentali, malori attivi. La prossima volta che muore qualcuno in maniera violenta e c'è di mezzo qualche tipo di autorità c'è il rischio che qualcuno dirà che è colpa del sole che s'è messo a girare intorno alla terra.
Rai, Adnkronos, Qnet, Wikipedia

giovedì 27 dicembre 2007

La svolta, forse

C'è un player che dovrebbe evitare problemi di ascolto della radio a chi ha installato Nero showtime e simili sul proprio pc: è media player classic. Lo si può scaricare gratuitamente da qui e poi lo si deve impostare come lettore predefinito andando su view/options/formats e spuntando tutti i formati.
Afterdawn

Made in Italy

Un modello che fa sempre la sua figura. 'nvidiosi.
Corriere

mercoledì 26 dicembre 2007

Cuffia e microfono

Dopo la pausa natalizia domani la radio riprende a trasmettere. E dalle 21.15 ci sarà anche il wj.

Il periodo sbagliato

Stamattina ho incrociato tre persone che facevano footing in luoghi dove normalmente non ne incontro mai. Mi è ritornata in mente una persona, peraltro sovrappeso, che disse un giorno una grande verità: non s'ingrassa tra Natale e Capodanno, ma tra Capodanno e Natale.

venerdì 21 dicembre 2007

Guardoni e mazziati

Mariuccia Ciotta sul manifesto: "L'audio della telefonata è umiliante, ma non solo per i due interlocutori, lo è per chiunque ascolti, messo davanti all'evidenza materiale delle voci, fuori dal testo freddo pubblicato dai giornali. L'umiliazione di orecchiare la verità, di sapere per vie indecenti, attraverso il buco della serratura, come si amministra la cosa pubblica".
il manifesto

mercoledì 19 dicembre 2007

Onda anomala

Se ci siete, domani dopo le 22 si presentano un po' di cose nuove in radio.

L'ombelico del commentatore

Il blogger non cura solo il suo orto, va anche nei blog altrui. E lascia commenti. Ciò di cui sto per parlare avviene dunque in luoghi diversi da questo, bazzicato in massima parte - sospetto - da persone che non hanno un blog proprio e sono poco inclini e/o avvezze a dire la loro con la immediatezza che caratterizza l'attività di post e commento, o magari sono poco stimolate dalle cose che vengono dette qui. Ma non è questo il punto. E' che come in tutte le cose umane, l'equilibrio è precario come un operatore di call center. Così, se un pizzico di sano web-narcisismo consente di intavolare discussioni a volte stimolanti con i dirimpettai delle finestre che si aprono in rete, quando il narcisismo è troppo accentuato succede che si lasciano commenti senza neanche guardare quelli che prima hanno depositato pensieri sullo stesso post né quelli che lo faranno in seguito. Magari l'obiettivo è solo quello di lasciare il link al proprio blog e conquistare lettori potenziali. E' la stessa differenza che c'e tra persone che parlano tra loro e chi passando in strada, vedesse un capannello, si avvicinasse, cacciasse un urlo più o meno articolato e se ne andasse. Rimirandosi l'ombelico.

domenica 16 dicembre 2007

Chiusa parentesi

Nei prossimi giorni si andrà un po' più spesso in voce e si presenteranno un po' di cose nuove o giù di lì. Stay tuned (sempre se volete, eh).

Pubblicità progresso

Chi nel percorrere una rotonda si ostina a dare la precedenza a chi viene da destra danneggia anche te, digli di smettere.

Sensibilità (reloaded)

Faceva così fresco che ha nevicato in tutta Italia.

Antipop

Una cosa come Telethon in un paese normale non esisterebbe. Non esisterebbe una maratona di due giorni che mobilita la nazione per raccogliere fondi per la ricerca scientifica perché la ricerca scientifica sarebbe una priorità di governo e le verrebbero assegnati ben più degli spiccioli che avanzano dalle tasse raccolte. E la battaglia contro le malattie invalidanti sarebbe una scelta di civiltà che influirebbe ben più di un Mastella qualsiasi e i suoi esiti non dipenderebbero dal buon cuore della gente ma da una strategia decisa nei tavoli che contano. In un paese normale banche e aziende di telefonia con bilanci paragonabili a quelli di un piccolo stato non sponsorizzerebbero una raccolta di fondi a scopo benefico: farebbero solo profitti, non si travestirebbero da benefattori e sarebbero tassati il giusto per garantire allo stato fondi adeguati per perseguire le priorità che la collettività si dà e garantire servizi decenti. In un paese normale nel Duemila, voglio dire. Perché due secoli fa accadeva più o meno quello che accade oggi.
PS: grazie ai Primus per avermi fornito il titolo del post.

Lavoro

Alla cassa del supermercato.
Signora A: "Come sta?"
Signora B: "Eh..."
Signora A: "Ma al lavoro ci torna?"
Signora B: "Non lo so, bisogna vedere come si riattaccano" (mentre con la mano sinistra indica medio e anulare della destra).

sabato 15 dicembre 2007

In memoria

Sì, ho emulato la maggior parte dei blogger brillanti e intelligenti: non ho scritto niente sulla strage di Torino. Ho provato, anche. Ma non riuscendo ad andare oltre il luogo comune che è irrispettoso per tutti, figuriamoci per i morti, mi sono tenuto il mio groppo in gola. Che mi viene ancora a sentir parlare di quella notte in cui quattro vite andarono in cenere e altre rimasero qui. A tirare avanti senza un pezzo delle loro vite.

It's only rock'n'roll

Ascoltare "Under my thumb" dei Rolling Stones alla radio non è usuale; durante una trasmissione sportiva del sabato pomeriggio poi, è quasi una rarità. La settimana scorsa la redazione musicale della Rai era stata ancora più ardita: ha messo in onda alla stessa ora l'ultimo singolo dei Sigur Ros. Volevo segnalarlo ma ho perso l'attimo e il post è entrato nella categoria sempre più affollata di quelli che non vedono la luce. La scelta degli Stones di oggi così, mi dà modo di rendere giustizia ai meravigliosi islandesi. So che alcuni dei bazzicatori di questo blog rabbrividiranno al parallelo tra loro e Jagger e soci, ma c'è un filo rosso che li unisce, quello della buona musica. And I like it.

venerdì 14 dicembre 2007

Sensibilità

Di meteorologia so veramente poco, però secondo me quando la minima scende sotto zero una giornata è fredda. Non fresca, come si ostina a dire lo speaker al termine del Tg regionale.

mercoledì 12 dicembre 2007

Non tutto il male

Sarà pure selvaggio, fuori legge e chi più ne ha più ne metta lo sciopero dei trasportatori che ci sta facendo intravedere gli spettri dei razionamenti e degli scaffali dei supermercati semivuoti. Ma lo stato di cose fa emergere una questione che se venisse colta e affrontata potrebbe in un solo colpo anestetizzare proteste del genere e renderci la vita migliore: in questa lingua di terra larga un paio di centinaia di chilometri e lunga poco più di un migliaio le merci viaggiano solo in un modo, con i risultati che vediamo, con il congestionamento delle strade che fronteggiamo ogni giorno e con l'aria irrespirabile che ne deriva. Mari e ferrovie, porti e interporti non sono contemplati. Ecco un'altra delle cose da fare per un governo: un serio piano di infrastrutture sostenuto da un'idea complessiva di mobilità di cose e persone. Ma non c'è il tempo, presi di volta in volta dalle bizze del politico di turno o dalla legge elettorale, dalla quale, pare di capire, dipendono i destini della patria.

martedì 11 dicembre 2007

A prescindere

Sul caso Luttazzi hanno scritto molti blogger (due delle opinioni). Passando dai blog alla strada, la cosa che colpisce di più è il carattere a-liberale delle opinioni. Chi sottoscrive la decisione di cassare la trasmissione lo fa fondamentalmente perché Luttazzi gli stava sulle balle da prima, da qui il giudizio sulla volgarità della battuta contro Ferrara. Volgarità che porterebbe diritti alla bontà della sanzione comminata: la censura. Non che si venga sfiorati dal dubbio che uno ha comunque diritto a esprimerle le sue opinioni - soprattutto se ha un pubblico che lo segue - e chi sta al di qua della tv può a sua volta scegliere di criticare, cambiare canale, spegnere del tutto, andare al cinema o a teatro, giocare coi figli, bersi una birra, sentire musica, fare l'amore. Di contro, chi difende Luttazzi e critica la chiusura di Decameron, lo fa più perché venera il comico che per difenderne il diritto di espressione a prescindere. Lasciando così aperta la porta a qualsiasi tipo di censura. L'altra cosa, che conferma lo strapotere in parte ingiustificato della tv, è che quella stessa battuta Luttazzi l'ha ripetuta per mesi a teatro e ora, sotto forma di video su You Tube o di scritto, quelle parole affollano la rete. Ma solo quando sono state pronunciate durante una trasmissione televisiva sono diventate oggetto di scomunica. Come se il mondo emerso fosse confinato alla tv.
Wittgenstein, Leonardo, Macchianera

sabato 8 dicembre 2007

Elogio della mitezza

Dei compagni di scuola che ho avuto ce ne sono alcuni - fighissimi, ignoranti e fascistissimi - che nonostante la maturazione abbia attutito alcune asperità, credo detesterei oggi più che che venti-trent'anni fa. E' che a vederli così ben inseriti in un mondo che cominciava in quegli anni a farsi sempre più di plastica, suscitavano l'antipatia di chi sembra predestinato ad averlo in mano, il mondo. Mi sono divertito a digitare un po' di nomi e cognomi su Google. Ho scoperto che i due che escono al primo risultato sono persone che ricordo miti, intelligenti e in disparte perché non provenienti da quella cosa che si chiama con aggettivazione spesso impropria "buona borghesia" e che quindi loro, i predestinati, snobbavano insopportabilmente: uno è rappresentante in un collegio sindacale della sua categoria, gli infermieri; l'altro è vicepresidente di un'associazione di cooperazione impegnata in progetti socio-sanitari in Africa.

venerdì 7 dicembre 2007

Il vuoto che c'è

Non so quanto e come Marco D'Eramo si voglia spingere più in là di una "socialdemocrazia nordica". So che oggi sul manifesto ha scritto una cosa di rarà onestà intellettuale e tra le più condivisibili sulla crisi della sinistra non solo comunista; anche se è da quell'aggettivo che parte. Un pezzo, tra le altre cose, che per chi trova difficoltà ad autodefinirsi - e, sia detto per inciso, considera ciò anche un bene - è una sorta di manifesto. Qui alcuni stralci, ché linkare non è possibile fino a domani: "Il punto è che nessuno di noi sa dire più con esattezza in che cosa consista il comunismo (...) Alzi la mano chi sa rispondere alla domanda 'Insomma che società volete?' se non in termini negativi (una società non fondata sul profitto, una società che non discrimini, che non predetermini l'ineguaglianza tra esseri umani, che non sia ingiusta come questa ecc...). Noi sappiamo dire 'una società che non' ma non sappiamo più dire 'una società che sì' (...) Nelle nostre invettive più indignate l'orizzonte che delineiamo è quello al meglio di una socialdemocrazia nordica. (...) Sappiamo che il capitalismo non è la fine della storia ma le alternative ci si sono sbriciolate in mano. (...) Il punto è che pratichiamo un doppio standard: da un lato diciamo che la sconfitta è stata epocale, ma dall'altro pensiamo che le vecchie categorie vadano tutte bene così come sono. (...) In questa situazione, la dicitura "quotidiano comunista" costituisce solo una (nobile) foglia di fico per nascondere la nostra incapacità di pensare, di plasmare nuove categorie, di descrivere il pianeta con occhi che colgano l'eredità marxiana, ma siano in grado di aprirsi su un mondo largamente inatteso".
il manifesto

mercoledì 5 dicembre 2007

Col dissenno di poi

A voltare lo sguardo indietro ci sarebbe quasi da sperare che ci sia un "grande vecchio" che prevede tutto e fa in modo che le cose vadano in un certo modo per chissà quali scopi. Almeno ci sarebbe un senso. Perché se le cose vanno così al naturale, allora c'è da preoccuparsi sulle classi dirigenti che governano il posto nel quale ci siamo trovati. Cominciando dai confini più piccoli: solo qualche lustro fa, mentre vedevamo crollare un sistema istituzionale che si era retto per decenni su un bipolarismo imperniato intorno a due partiti e su un sistema elettorale proporzionale, ci hanno cominciato a raccontare che no, basta, occorreva passare al maggioritario perché così andavano le democrazie vere. Ce l'hanno raccontato fino all'altroieri. Poi, puf. Due di quelli che sono stati i più grandi campioni del maggioritario si vanno accordando per tornare a un bipolarismo imperniato su due partiti e un sistema elettorale proporzionale. E dire che siamo reduci da una legislatura che ha visto il governo più longevo della Repubblica. Il quale, come i tedeschi che tagliavano i ponti dietro di loro battendosela verso casa, ha pensato bene di cambiare la legge elettorale in zona Cesarini per rendere difficile la vita a chi sarebbe succeduto. Dicono: ma che schifo, con le liste bloccate, il parlamento è di fatto nominato dai segretari di partito. Perché, dal '96 in avanti chi ha nominato i candidati nei collegi maggioritari? Dicono: non si riescono a fare niente perché i partiti piccoli mettono i bastoni alle ruote del riformismo. A parte che bisognerebbe mettersi d’accordo sul termine: riformismo. Ed è vero anche che ci sono partiti personali indigesti e insignificanti dal punto di vista politico. Ma se in questo paese non si ha più una politica industriale e di ricerca degna di nome; se lo stato sociale è confuso con l'elemosina da dare a "chi rimane indietro"; se la gente pensa che in fondo in fondo l’evasore fiscale è fico e chi ci rovina la vita sono i baraccati di periferia che vanno arsi vivi; se le donne guadagnano mediamente di meno e hanno la vita più difficile; se quello economico è infinitamente più potente rispetto a qualsiasi altro potere in confronto a qualche decennio fa, siamo proprio sicuri che le responsabilità sono del sistema istituzional-elettorale? E' che se passi dai confini domestici al mondo, non è che le cose cambiano. Anzi. Da quattro anni si combatte una guerra iniziata perché chi l'ha voluta ha propagandato ai quattro venti che il dittatore verso cui si muovevano le truppe aveva collusioni col terrorismo islamista e produceva armi di distruzione di massa. Il dittatore è stato presto arrestato, processato, condannato a morte e ucciso. Il terrorismo islamista è diventato più forte di quando era in vita. Le armi letali non furono mai trovate. La guerra continua. E anzi, gli stessi che l'hanno iniziata sono pronti a ingaggiarne un'altra. Ecco, se non fosse del tutto riprovevole, appunto, ci sarebbe da sperare che qualcuno abbia previsto tutto questo e stia facendo sguazzare i suoi interessi nel marasma dell'instabilità bellica. Almeno un senso ci sarebbe. E forse c'è. Lo so. Se siete arrivati a leggere fino a questo punto vi starete dicendo: beh, che c'è di nuovo? Niente. E non devo dirvi certo io, se non l'avete già fatto, che siete liberissimi di cliccare verso uno dei tantissimi blog più intelligenti che affollano la rete. Ho avuto la tentazione anch'io di cambiare canale l'altra sera, quando Luttazzi ha fatto una puntata monografica sulla guerra in Iraq. Che noia, mi dicevo, e stavo quasi per schiacciare il tasto sul telecomando. Poi, col dissenno di poi, mi sono riavuto e mi sono detto: 'azz, ma in Iraq c'è ancora la guerra. Quella guerra.

martedì 4 dicembre 2007

Il tempo è galantuomo

Questo è un post di vendetta che solo uno che negli anni Ottanta detestava la musica che andava per la maggiore e i coetanei che la seguivano può capire. E' uno sgorgare di soddisfazione in differita di vent'anni nell'osservare che non appena i Led Zeppelin annunciano di voler fare un concerto i fan intasano il sito internet per prenotarsi, mentre quando i Duran Duran escono con il nuovo disco lo fanno nell'indifferenza più o meno generale. E' la constatazione che gli U2 di Boy, War e October sono gli stessi che fanno delirare i ventenni di oggi mentre i neo romantici di allora non si sa quasi che fine abbiano fatto. E' il saluto da lontano degli spettinati Rem vivi e vegeti ai cotonati Spandau Ballet nel dimenticatoio. E' Starfish dei Church, tutti i dischi degli Smiths e buona parte di quelli dei Cure, che li rimetti su e sembrano usciti adesso da studio, mentre quelle tastiere improbabili della musica che riempiva le classifiche sono assordanti oggi come lo erano vent'anni fa, solo che adesso uno se ne accorge subito. Sì, sì, buona parte dei brani in classifica fa schifo anche oggi. Ma il tempo è galantuomo, lo dimostra nel lungo periodo: PJ Harvey rimane, le Spice girls passano.