martedì 29 luglio 2008

Facce della medaglia

Del tanto inchiostro letto sul congresso di Rifondazione (ebbene sì, ognuno ha le sue devianze), queste parole di Vendola captate dal Corsera nella notte tra sabato e domenica mi sembrano le più adatte a spiegare le ragioni della sconfitta della mozione del governatore pugliese: "Abbiamo guidato questo partito per anni e anni e non avevano capito com'era fatto". Di più: se alla locuzione "guidato questo partito", si sostituisce "guardato a questo partito dall'esterno con simpatia", si capisce anche lo smarrimento di chi di Rifondazione ha voluto vedere per anni il lato del suo leader ragionante, alto, sofisticato perché non rozzamente semplicistico, intransigente ma non chiuso al dialogo e lontano dai manicheismi e oggi si ritrova davanti alle belleciao e alle bandiererosse urlate in faccia ai compagni di partito come si brandisce la clava davanti al nemico. Per carità, i destini del mondo sono del tutto indifferenti ai contorcimenti di un partitino e a remare contro la marea montante delle paure e del desiderio di confini e repressioni che governa l'occidente si rischia comunque il naufragio. Rimane però l'amarezza di essersi confusi per anni con gente di cui solo oggi si apprezza netta la diversità, anche perché attorno c'era (c'è) il deserto.
Corriere

sabato 26 luglio 2008

I paraocchi che abbiamo (ops) che ho

A cena, due tavoli vicini su un terrazzino con vista su un tramonto struggente. Due nuclei simili: un lui e una lei più o meno coetanei, un bimbo in un caso, una bimba nell'altro. Da un lato lui spiega a suo figlio cosa sta mangiando: "Questo è cous cous, ce l'hanno insegnato a fare gli arabi tanto tempo fa, solo che loro lo facevano con la carne di montone, noi lo facciamo col pesce, che qui ce n'è tanto". Il lui all'altro tavolo, che è poi il titolare della roba che state leggendo, orecchia senza staccare gli occhi dal sole che se ne va dall'altra parte e si stupisce di incappare in un minimo di razionalità nel mare di scempiaggine cui è abituato a sentirsi circondato. I componenti dei due tavoli proseguono per un po' nelle rispettive cene ignorandosi amabilmente. Poi, quasi in maniera naturale, i ponti levatoi si abbassano e dopo i primi convenevoli si passa allo scambio seguente tra la famiglia del titolare del blog (T) e quella dell'indigeno (I).
T: "Certo che la vostra è davvero una terra ricca".
I: "Sì. E da valorizzare".
T: "Beh, in effetti".
I: "E' che fin quando non ci toglieremo il cancro della mafia non ce la faremo mai. Ma le cose stanno cambiando. Le uccisioni di Falcone e Borsellino hanno rappresentato un punto di svolta. Qui oggi a loro e a don Puglisi la gente sarebbe pronta a farli santi".
T: "Sì, in effetti quelle due stragi hanno mostrato il lato più sanguinario della mafia e probabilmente le hanno sottratto più consensi di quanti benefici abbiano portato le eliminazioni di due nemici acerrimi come Falcone e Borsellino".
I: "Sì, è proprio così. Ma lo sapete che io ho un amico che viene dalla vostra stessa città? E' un missionario, ora sta in Ecuador. Abbiamo lavorato insieme. Eppure al nord c'è razzismo. Pensate che io non molto tempo fa a Roma ho dovuto difendere mia moglie, additata come africana" (segue spiegazione di come ha difeso la moglie).
T: "Ma dai, non credevo si fosse ancora a questi livelli. Sarà che la nostra è una città universitaria, abituata ad essere popolata da gente che viene dal sud, scene del genere è davvero difficile vederne e sentirne".
I: "No, no. Vi assicuro. Di razzismo ce n'è molto. Anche tra le forze dell'ordine".
T: (tentando di mantenere l'aplomb): "Eh, purtroppo sì. Basta vedere cosa combinano quando gli sfugge la mano. E' che sono un po'...."
I: "Di destra. Sono di destra. Le forze dell'ordine sono di destra. Ma qualcosa sta cambiando anche lì".
I T annuiscono sulla definizione "di destra" e rimangono un po' scettici sulla prospettiva di cambiamento. Il lui della coppia - sarà per l'accenno dell'altro all'amico missionario - si convince di trovarsi davanti a uno di quei cattolici di base che lavora in qualche organizzazione non governativa con i quali su questioni politiche si trova spesso d'accordo pur essendo lontanissimo dal cattolicesimo. Convinzione che si rafforza quando il lui degli I rivela che "pochi giorni fa abbiamo raccolto un neonato di appena venti giorni arrivato in una di queste navi di immigrati. Pagano 1.000, 1.500 euro a persona; i bambini valgono doppio e le donne incinte il triplo. Tolgono loro il passaporto e li costringono a pagare praticamente a vita. Beh, di fronte a quel neonato anche alcuni miei colleghi razzisti, perché sono razzisti, si sono inteneriti. Vorrebbero sparargli. Ma io dico, questa magari è gente che mille-millecinquecento anni fa, ci insegnava la matematica, la fisica, l'astronomia".
Il lui dei T accorda e pensa che sì, anche alcuni di questi volontari cattolici stanno lì per chissà quali motivi e poi, in fondo in fondo, sono venati da razzismo. La conversazione va avanti, i quattro adulti convengono sul fatto che tentare di contenere le migrazioni con misure poliziesche manifesta il non aver capito nulla della storia umana. Poi si parla dei figli che nel frattempo hanno fatto amicizia e dell'educazione e di altre cose ancora. Saluti senza baci.
Al ritorno in macchina il lui dei T dice alla lei: "Però, 'sti cattolici a volte mi piacciono". Lei ribatte domandando: "Perché cattolici?", lui: "Beh dai: l'amico missionario, i discorsi sugli immigrati, le forze dell'ordine che sono di destra, era un cattolico di quelli tosti, no?", lei: "Guarda che secondo me era un carabiniere", lui: "Ma dai", lei: "Non hai sentito quando raccontava di come ha difeso la moglie a Roma?, ha raccontato di aver detto: 'Mi dispiace di dover difendere anche gente come lei', e poi ha parlato inequivocabilmente di far parte del servizio anti-immigrazione". Lui: "'Azz, sì, mi sa che c'hai ragione".

mercoledì 23 luglio 2008

Sarò scortese io

Ma non riesco a dare confidenza in spiaggia a chi mi si rivolge con la frase: "Certo che sono diventati più i venditori che i bagnanti".

venerdì 18 luglio 2008

Lo smarrimento della sinistra

Quattro persone adulte e mediamente di sinistra e due in passeggino camminano in una trafficata strada di una bella, popolosa e caotica città del sud. Passa una macchina a finestrini aperti e volume di radio da oscar della tamarraggine da cui esce una cosa informe che fa tunz tunz. I quattro si guardano interdetti e uno di loro fa: "Ma che fa la gente?, che pensa?, che cosa guarda alla televisione?".

martedì 15 luglio 2008

Quattro cose

Ci sarebbe da ragionare su quanto Di Pietro assomiglia più di quanto appaia all'avversario politico che combatte con tanta pervicacia; ci sarebbe da riflettere su come sia disorientante per il tuo elettorato e somigliante alla conduzione della nazionale fatta da Donadoni, fare prima una campagna volta a sdoganare l'avversario e subito dopo raccogliere firme per salvare l'Italia; ci sarebbe da consolarci gli uni con gli altri a pensare che stiamo in un panorama dove a destra c'è Berlusconi e a sinistra un ex magistrato e uno che non sa più che pesci prendere; ci sarebbe, infine, da ragionare su come gli omicidi di due ragazze egualmente ventenni ed egualmente brutalizzate da maschi, buchino in maniera differente il video a seconda della nazionalità e della vita che conducevano, una prostituta rumena, l'altra italiana in vacanza all'estero (indovinate chi ha bucato di più?). Ma le prime tre sono cose semiserie e siccome si sta al mare e si è appena scesi in paese acoltando China girl di David Bowie le si lascia volentieri appese lì; la quarta è troppo seria per poterla trattare in una sede così.
Aprile

martedì 8 luglio 2008

In buona compagnia

"Nel frattempo Maroni prende impronte, Tremonti propaganda la sua carità ai poveri, il duo Brunetta-Sacconi smantella in via definitiva i diritti del lavoro, La Russa fa la guerra, Scajola predispone affari nucleari. In pochi vedono in queste politiche concrete l'essenza del berlusconismo. (...) I più inseguono le vicende pecorecce dell'imperatore e dei suoi cortigiani o pensano di poterle esibire come prova d'indegnità a un'opinione ormai rotta a tutto o quasi". Questo era Gabriele Polo oggi sul manifesto; questa è la jena di oggi sulla Stampa; questo è wizzo, un paio di settimane fa.
La Stampa, il manifesto

Telegramma da Sapporo

Gli otto grandi piantano alberi per mostrare l'impegno ambientalista, Bob Geldof li critica sulle scelte ambientali (sul tavolo l'immancabile bottiglia di plastica per l'acqua).

venerdì 4 luglio 2008

Buone notizie dall'Iraq

Non è uno scherzo, è il titolo del pezzo di Fiamma Nirenstein a pagina 94 del numero di Panorama in edicola.

giovedì 3 luglio 2008

Protagonisti del nostro tempo

Ci sono momenti in cui ti senti parte di un tutto. Questo blog ha imparato ad accontentarsi di così poco che è felice di far sapere che il suo titolare è tra gli otto milioni che il giorno della messa in rete hanno scaricato firefox 3.
Repubblica

mercoledì 2 luglio 2008

L'arte del silenzio

Ultimamente questo blog è più silente di quanto sia accaduto normalmente in passato. Capita, ed è dovuto a una serie di motivi almeno due dei quali sono brevemente illustrabili qui: uno è che è sempre più forte la tentazione di vomitare insulti su coloro che smozzicano discorsi in strada, nei ristoranti, nei bar, nei posti di lavoro e/o tentano di introdurre provvedimenti legislativi che coscientemente o incoscientemente (discorsi e provvedimenti legislativi) sono di stampo razzista (le parole ci sono e vanno utilizzate). L'altro è la sempre più pericolosa convinzione che il suffragio universale dia luogo a dei mostri. Ecco, il blog si è reso conto che il titolare sta perdendo lucidità e l'ha convinto (il blog al titolare) che in certi casi è meglio tacere.

lunedì 30 giugno 2008

1, 2, 3 ecc...

Ogni tanto partono quelle campagne meritorie che invitano la gente a muoversi un po' per evitare che il sangue si solidifichi nelle arterie e che cuori e bilance non siano costantemente sottoposti a rischio d'infarto per sopportare pesi insostenibili. Echi di queste iniziative si scorgono anche sui muri degli ospedali sotto forma di cartelli finto-simpatici che esortano a parcheggiare un po' più lontano dalla porta d'ingresso dell'ufficio e ad evitare l'ascensore per fare un po' di scale. A me è capitato di avventurarmi di recente nella tromba delle scale di un ospedale, peraltro fresco di costruzione, e per capire a che piano stavo a un certo punto mi ci è quasi voluta la bussola perché nessuno ha finora pensato, oltre che ad attaccare i suddetti manifesti, a scrivere in corrispondenza dei pianerottoli semplicemente 1, 2, 3...

Alcuni buoni motivi

Perché la loro nazionale la chiamano la Roja; perché sono tra gli europei meno spocchiosi; perché i patii delle loro case sono deliziosi e se avete avuto la fortuna di consumarci una cena dentro sapete cosa intendo; perché l'idioma che parlano è di una musicalità rara in occidente; perché hanno eletto per due volte di seguito uno che noi non abbiamo, di cui non ci si deve vergognare, che ha mostrato di saper governare sobriamente e che ciò nonostante se si presentasse da noi chissà in quanti starnazzerebbero dandogli dell'estremista; perché la pur deboluccia Italia è stata l'unica squadra a non prendere gol da loro prima dei rigori e avrei voluto vedere adesso se a Donadoni gli avrebbero dato il benservito che gli hanno riservato qualche giorno fa. Ecco perché non dispiace che gli spagnoli abbiano vinto gli Europei.

martedì 24 giugno 2008

Il richiamo della foresta

Cito a titolo esemplificativo almeno due questioni sulle quali, anche senza fare le barricate, l'opposizione in Parlamento avrebbe potuto fare l'opposizione che non ha fatto: l'autentico clima di caccia all'immigrato, culminato nell'intenzione di fare della permanenza in Italia senza la documentazione prevista dalla legge un reato da codice penale, e l'utilizzo dell'esercito nelle città, che è roba da guerra civile o giù di lì. Solo la norma che salva il premier dai processi (scandalosa, s'intenda) ha risvegliato una tempesta ormonale che ha preso le forme della consueta sguaiata protesta in parlamento. Solo che il premier che ci guadagna è uno. Gli immigrati che ci stanno rimettendo molti, ma molti di più.
Repubblica

Dalla parte del torto

Sarà perché qui ci si crogiola spesso in rimuginamenti al limite dell'inconcludenza e si coltiva il dubbio più di quanto si ammirano i dispensatori di certezze; sarà che c'è un gusto al limite del masochistico a stare dalla parte del torto. Sarà tutto questo e anche di più, ma corre l'obbligo di mettere a verbale che tra la sobrietà dialettica di Donadoni e il Lippi spesso sopra le righe, si predilige il primo. Tra i tormenti delle formazioni sbagliate in partenza e rifatte praticamente da zero alla seconda partita e le sicurezze da caserma, si sta con i tormenti. E poi piace quel modo di commentare tanto le sconfitte quanto le vittorie così lontano anni luce dagli isterismi. E le iperboli piace vederle in campo, come le sapeva far vedere il Donadoni giocatore, piuttosto che in sala stampa. Però, santiddio, Robe', uno straccio di giustificazione per motivare la tua riconferma potevi pur darlo, no?

lunedì 23 giugno 2008

Reciprocità

Abbiamo giocato bene, non abbiamo nulla da rimproverarci, usciamo a testa alta, la Spagna non ha fatto niente più di noi, i tempi regolamentari si sono conclusi alla pari, poi c'è stata la lotteria dei rigori. Esattamente come la Francia, due anni fa.

venerdì 20 giugno 2008

Programma comunista

Chissà se è un segno e semmai che segno è: il programma di scrittura di open office sottolinea in rosso (cioè come errore) la parola centrodestra mentre non segnala nulla per la parola centrosinistra.

domenica 15 giugno 2008

Dietro, giù in fondo

In genere quando su un blog si posta roba del genere c'è qualche anniversario da ricordare; comodi, non è questo il caso. Semmai è che invecchiando uno sdilinquisce a guardare dietro. O rincoglionisce, fate voi. Così, capita di ascoltare in maniera del tutto fortuita roba come questa sepolta sotto l'oceano di musica ascoltata negli anni a seguire. E vengono i brividi dove sapete tutti, perché cambiano i brani, ma certe cose tutti le provate.
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sabato 14 giugno 2008

E' quasi fatta

Se dopo aver messo in campo i giocatori sbagliati e aver giocato in maniera inguardabile per due partite l'Italia dovesse vincere la terza e comunque essere eliminata al primo turno, ci sarebbe già la parola magica: combine.
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