martedì 26 agosto 2008

I primi a suonare

Non sto a farvela lunga. Nei Perfect Trick mi sono imbattuto casualmente perché hanno aperto una serata in cui suonava The Niro; non erano neanche segnalati nel programma ma il loro set, nonostante qualche fisiologica ingenuità, è stato stordente. Qui il loro sito con la possibilità di ascoltare i pezzi, qui il myspace.
Perfect trick

Conseguenze

Primi effetti del cambio di direzione all'Unità: nella pagina delle lettere di oggi le missive favorevoli alla nuova direttrice superano nettamente in numero quelle che chiedono "perché via Padellaro?". Solo ieri accadeva il contrario.

martedì 19 agosto 2008

Fab six

I post languono d'agosto e un blog è anche una questione di quantità. Allora in mancanza d'altro si è deciso di fare una cosa che cozza un po' con quanto detto qui, ma neanche troppo, in fondo. Tra l'altro è una cosa che svela in parte l'età del titolare o dalla quale si arguisce almeno che si è entrati in decadi alte. Ma ne vale la pena, soprattutto se chi si imbattesse in questa roba svelasse attraverso un commento la sua personale classifica dei migliori concerti visti finora, come si sta per fare ora, che è anche una sorta di biografia, per certi versi. E' una cosa che a chi ha una certa età può dare anche un gusto dal sapore strano, tipo cercare su internet testimonianze di eventi accaduti in tempi in cui web erano semplicemente tre lettere messe lì a caso.
1) U2 - Roma - stadio Flaminio, 27/5/1987. Loro stavano ascendendo nell'empireo del rock, io li amavo (il termine non è esagerato) da almeno tre anni. Partenza avventurosa senza biglietto all'ultimo momento salendo su un pullman organizzato da una radio della città di provincia nella quale frequentavo il penultimo anno di liceo. Trentamila lire in tasca, nei dintorni dello stadio mi misi alla ricerca del tagliando. Trovai un tipo che quella cosa preziosa l'aveva ed era disposto a venderla. "Quanto mi dai?", mostrando uno spiccato senso degli affari, dissi: "Ho trentamila lire in tasca". "Va bene". Affare fatto. Biglietto in tasca e neanche una moneta per comprare acqua o cibo. Niente birra né canne. Un lucido delirio. Ricordo come fosse ora le tastiere dell'attacco di "Where the streets have no name" quasi soffocate dal boato e subito dopo il riff lancinante di "I will follow" sul quale feci un salto in avanti di cui mi stupisco tuttora. Finì con qualcuno che mi offrì un panino e la testa piena di cose che sarebbero state raccontate a chi non era venuto.
2) Nick Cave - Arezzo wave, 6/7/2001. Reduce da un consumo compulsivo dell'appena uscito "No more shall we part", era uno di quei concerti a cui vai affamato. Alle due del pomeriggio già sotto al palco. In tre in avanscoperta, aspettando gli altri con i quali si riuscì a vedersi solo poi. A turno la spola per le birre. Cave lo si era già visto diversi anni prima a Roma, ai tempi di Tender prey, ma non era stata una gran serata né per me né per lui. Uscì sul palco che sembrava un gigante, vestito nero e camicia bianca, magro e bello a vedersi. Rese le ballate dense e mistiche dell'ultimo disco, tese e grondanti come solo lui e i Bad seeds sanno fare. Uscimmo ubriachi di musica e la serata continuò con gli altri prima di ripartire verso casa quasi all'alba. La grandezza della serata mi è stata confermata anni dopo, quando parlando con una persona che ai tempi non conoscevo dei migliori concerti visti, convenimmo che questo sarebbe stato nelle rispettive personali classifiche. "Ma dai, c'eri anche tu", "Sì, stavo davanti, in mezzo", "Io di poco spostato a destra", ecc...
3) Rem - Perugia, maggio o giugno 1989 - Bellissimi loro, carichi noi che stavamo sotto e belli dei nostri vent'anni. Eravamo in pochissimi. Fu stupendo in particolare un pezzo fatto durante il bis nel quale si raccolsero a cantare vicinissimi, spalle al pubblico, intorno alla batteria.
4) Afterhours - Arezzo wave, giugno 1993 - Una rivelazione: in tre sul palco, il cantante-chitarrista coi capelli fino a metà schiena che urla sul microfono con una voce da paura. Una versione di "Mio fratello è figlio unico" da torcersi le budella. "Oh, ma chi sono questi", "Boh, si chiamano Afterhours ma sono italiani", "Mammamia".
5) Sud Sound System - Località imprecisata del Salento, 1999 - In tanti a casa loro. Energia da vendere: fatte le debite proporzioni, come vedere Bob Marley a Kingston.
6) Modena City Ramblers - Imola, Festa di Cuore, luglio 1993 - Mai stati tra i gruppi preferiti, concerto sotto un tendone con una trascinante versione di Bella Ciao che la fece quasi diventare la loro canzone, si comprò la cassetta e la si spacciò in lungo e in largo: erano tempi di impegno politico.
Poi ci sono altre cose sparse: i Csi a Firenze (gennaio 2000, se non sbaglio), la tre-giorni di Pistoia Blues dell'88 (Stevie Ray Vaughan e Johnny Winter nella stessa sera non è proprio roba da tutti i giorni): sacco a pelo, chitarra e pochi soldi, quasi da romanzo di formazione; più in qua Cristina Donà al Bloom di Mezzago (2002, credo) e Marlene Kuntz e Marco Parente in diversi posti, sempre gradevoli. E poi altre cose ancora, alcune delle quali finite irrimediabilmente nel dimenticatoio
Kalporz, Elevation tour

mercoledì 6 agosto 2008

E-mer-gen-za

E' agosto e, pensa un po'?, fa un caldo emergenziale. Poi c'è da guardarsi da tutti 'sti delinquenti: io ad esempio non ho mai subito furti o scippi, però è innegabile che la situazione sia insostenibile e scatti l'emergenza. Come? ah sì, succedono anche di queste cose, ma che vuoi farci è sempre stato così, e poi alcune se le vanno proprio a cercare eh.
Repubblica

martedì 5 agosto 2008

A proposito di fannulloni

Ma i tremila militari che il governo ha messo sulla strada manco fossimo sotto minaccia di chissà quale attacco, fino all'altroieri, come si guadagnavano lo stipendio? Mi spiego meglio: è legittimo pensare che non facessero una beneamata minchia?

martedì 29 luglio 2008

Facce della medaglia

Del tanto inchiostro letto sul congresso di Rifondazione (ebbene sì, ognuno ha le sue devianze), queste parole di Vendola captate dal Corsera nella notte tra sabato e domenica mi sembrano le più adatte a spiegare le ragioni della sconfitta della mozione del governatore pugliese: "Abbiamo guidato questo partito per anni e anni e non avevano capito com'era fatto". Di più: se alla locuzione "guidato questo partito", si sostituisce "guardato a questo partito dall'esterno con simpatia", si capisce anche lo smarrimento di chi di Rifondazione ha voluto vedere per anni il lato del suo leader ragionante, alto, sofisticato perché non rozzamente semplicistico, intransigente ma non chiuso al dialogo e lontano dai manicheismi e oggi si ritrova davanti alle belleciao e alle bandiererosse urlate in faccia ai compagni di partito come si brandisce la clava davanti al nemico. Per carità, i destini del mondo sono del tutto indifferenti ai contorcimenti di un partitino e a remare contro la marea montante delle paure e del desiderio di confini e repressioni che governa l'occidente si rischia comunque il naufragio. Rimane però l'amarezza di essersi confusi per anni con gente di cui solo oggi si apprezza netta la diversità, anche perché attorno c'era (c'è) il deserto.
Corriere

sabato 26 luglio 2008

I paraocchi che abbiamo (ops) che ho

A cena, due tavoli vicini su un terrazzino con vista su un tramonto struggente. Due nuclei simili: un lui e una lei più o meno coetanei, un bimbo in un caso, una bimba nell'altro. Da un lato lui spiega a suo figlio cosa sta mangiando: "Questo è cous cous, ce l'hanno insegnato a fare gli arabi tanto tempo fa, solo che loro lo facevano con la carne di montone, noi lo facciamo col pesce, che qui ce n'è tanto". Il lui all'altro tavolo, che è poi il titolare della roba che state leggendo, orecchia senza staccare gli occhi dal sole che se ne va dall'altra parte e si stupisce di incappare in un minimo di razionalità nel mare di scempiaggine cui è abituato a sentirsi circondato. I componenti dei due tavoli proseguono per un po' nelle rispettive cene ignorandosi amabilmente. Poi, quasi in maniera naturale, i ponti levatoi si abbassano e dopo i primi convenevoli si passa allo scambio seguente tra la famiglia del titolare del blog (T) e quella dell'indigeno (I).
T: "Certo che la vostra è davvero una terra ricca".
I: "Sì. E da valorizzare".
T: "Beh, in effetti".
I: "E' che fin quando non ci toglieremo il cancro della mafia non ce la faremo mai. Ma le cose stanno cambiando. Le uccisioni di Falcone e Borsellino hanno rappresentato un punto di svolta. Qui oggi a loro e a don Puglisi la gente sarebbe pronta a farli santi".
T: "Sì, in effetti quelle due stragi hanno mostrato il lato più sanguinario della mafia e probabilmente le hanno sottratto più consensi di quanti benefici abbiano portato le eliminazioni di due nemici acerrimi come Falcone e Borsellino".
I: "Sì, è proprio così. Ma lo sapete che io ho un amico che viene dalla vostra stessa città? E' un missionario, ora sta in Ecuador. Abbiamo lavorato insieme. Eppure al nord c'è razzismo. Pensate che io non molto tempo fa a Roma ho dovuto difendere mia moglie, additata come africana" (segue spiegazione di come ha difeso la moglie).
T: "Ma dai, non credevo si fosse ancora a questi livelli. Sarà che la nostra è una città universitaria, abituata ad essere popolata da gente che viene dal sud, scene del genere è davvero difficile vederne e sentirne".
I: "No, no. Vi assicuro. Di razzismo ce n'è molto. Anche tra le forze dell'ordine".
T: (tentando di mantenere l'aplomb): "Eh, purtroppo sì. Basta vedere cosa combinano quando gli sfugge la mano. E' che sono un po'...."
I: "Di destra. Sono di destra. Le forze dell'ordine sono di destra. Ma qualcosa sta cambiando anche lì".
I T annuiscono sulla definizione "di destra" e rimangono un po' scettici sulla prospettiva di cambiamento. Il lui della coppia - sarà per l'accenno dell'altro all'amico missionario - si convince di trovarsi davanti a uno di quei cattolici di base che lavora in qualche organizzazione non governativa con i quali su questioni politiche si trova spesso d'accordo pur essendo lontanissimo dal cattolicesimo. Convinzione che si rafforza quando il lui degli I rivela che "pochi giorni fa abbiamo raccolto un neonato di appena venti giorni arrivato in una di queste navi di immigrati. Pagano 1.000, 1.500 euro a persona; i bambini valgono doppio e le donne incinte il triplo. Tolgono loro il passaporto e li costringono a pagare praticamente a vita. Beh, di fronte a quel neonato anche alcuni miei colleghi razzisti, perché sono razzisti, si sono inteneriti. Vorrebbero sparargli. Ma io dico, questa magari è gente che mille-millecinquecento anni fa, ci insegnava la matematica, la fisica, l'astronomia".
Il lui dei T accorda e pensa che sì, anche alcuni di questi volontari cattolici stanno lì per chissà quali motivi e poi, in fondo in fondo, sono venati da razzismo. La conversazione va avanti, i quattro adulti convengono sul fatto che tentare di contenere le migrazioni con misure poliziesche manifesta il non aver capito nulla della storia umana. Poi si parla dei figli che nel frattempo hanno fatto amicizia e dell'educazione e di altre cose ancora. Saluti senza baci.
Al ritorno in macchina il lui dei T dice alla lei: "Però, 'sti cattolici a volte mi piacciono". Lei ribatte domandando: "Perché cattolici?", lui: "Beh dai: l'amico missionario, i discorsi sugli immigrati, le forze dell'ordine che sono di destra, era un cattolico di quelli tosti, no?", lei: "Guarda che secondo me era un carabiniere", lui: "Ma dai", lei: "Non hai sentito quando raccontava di come ha difeso la moglie a Roma?, ha raccontato di aver detto: 'Mi dispiace di dover difendere anche gente come lei', e poi ha parlato inequivocabilmente di far parte del servizio anti-immigrazione". Lui: "'Azz, sì, mi sa che c'hai ragione".

mercoledì 23 luglio 2008

Sarò scortese io

Ma non riesco a dare confidenza in spiaggia a chi mi si rivolge con la frase: "Certo che sono diventati più i venditori che i bagnanti".

venerdì 18 luglio 2008

Lo smarrimento della sinistra

Quattro persone adulte e mediamente di sinistra e due in passeggino camminano in una trafficata strada di una bella, popolosa e caotica città del sud. Passa una macchina a finestrini aperti e volume di radio da oscar della tamarraggine da cui esce una cosa informe che fa tunz tunz. I quattro si guardano interdetti e uno di loro fa: "Ma che fa la gente?, che pensa?, che cosa guarda alla televisione?".

martedì 15 luglio 2008

Quattro cose

Ci sarebbe da ragionare su quanto Di Pietro assomiglia più di quanto appaia all'avversario politico che combatte con tanta pervicacia; ci sarebbe da riflettere su come sia disorientante per il tuo elettorato e somigliante alla conduzione della nazionale fatta da Donadoni, fare prima una campagna volta a sdoganare l'avversario e subito dopo raccogliere firme per salvare l'Italia; ci sarebbe da consolarci gli uni con gli altri a pensare che stiamo in un panorama dove a destra c'è Berlusconi e a sinistra un ex magistrato e uno che non sa più che pesci prendere; ci sarebbe, infine, da ragionare su come gli omicidi di due ragazze egualmente ventenni ed egualmente brutalizzate da maschi, buchino in maniera differente il video a seconda della nazionalità e della vita che conducevano, una prostituta rumena, l'altra italiana in vacanza all'estero (indovinate chi ha bucato di più?). Ma le prime tre sono cose semiserie e siccome si sta al mare e si è appena scesi in paese acoltando China girl di David Bowie le si lascia volentieri appese lì; la quarta è troppo seria per poterla trattare in una sede così.
Aprile

martedì 8 luglio 2008

In buona compagnia

"Nel frattempo Maroni prende impronte, Tremonti propaganda la sua carità ai poveri, il duo Brunetta-Sacconi smantella in via definitiva i diritti del lavoro, La Russa fa la guerra, Scajola predispone affari nucleari. In pochi vedono in queste politiche concrete l'essenza del berlusconismo. (...) I più inseguono le vicende pecorecce dell'imperatore e dei suoi cortigiani o pensano di poterle esibire come prova d'indegnità a un'opinione ormai rotta a tutto o quasi". Questo era Gabriele Polo oggi sul manifesto; questa è la jena di oggi sulla Stampa; questo è wizzo, un paio di settimane fa.
La Stampa, il manifesto

Telegramma da Sapporo

Gli otto grandi piantano alberi per mostrare l'impegno ambientalista, Bob Geldof li critica sulle scelte ambientali (sul tavolo l'immancabile bottiglia di plastica per l'acqua).

venerdì 4 luglio 2008

Buone notizie dall'Iraq

Non è uno scherzo, è il titolo del pezzo di Fiamma Nirenstein a pagina 94 del numero di Panorama in edicola.

giovedì 3 luglio 2008

Protagonisti del nostro tempo

Ci sono momenti in cui ti senti parte di un tutto. Questo blog ha imparato ad accontentarsi di così poco che è felice di far sapere che il suo titolare è tra gli otto milioni che il giorno della messa in rete hanno scaricato firefox 3.
Repubblica

mercoledì 2 luglio 2008

L'arte del silenzio

Ultimamente questo blog è più silente di quanto sia accaduto normalmente in passato. Capita, ed è dovuto a una serie di motivi almeno due dei quali sono brevemente illustrabili qui: uno è che è sempre più forte la tentazione di vomitare insulti su coloro che smozzicano discorsi in strada, nei ristoranti, nei bar, nei posti di lavoro e/o tentano di introdurre provvedimenti legislativi che coscientemente o incoscientemente (discorsi e provvedimenti legislativi) sono di stampo razzista (le parole ci sono e vanno utilizzate). L'altro è la sempre più pericolosa convinzione che il suffragio universale dia luogo a dei mostri. Ecco, il blog si è reso conto che il titolare sta perdendo lucidità e l'ha convinto (il blog al titolare) che in certi casi è meglio tacere.

lunedì 30 giugno 2008

1, 2, 3 ecc...

Ogni tanto partono quelle campagne meritorie che invitano la gente a muoversi un po' per evitare che il sangue si solidifichi nelle arterie e che cuori e bilance non siano costantemente sottoposti a rischio d'infarto per sopportare pesi insostenibili. Echi di queste iniziative si scorgono anche sui muri degli ospedali sotto forma di cartelli finto-simpatici che esortano a parcheggiare un po' più lontano dalla porta d'ingresso dell'ufficio e ad evitare l'ascensore per fare un po' di scale. A me è capitato di avventurarmi di recente nella tromba delle scale di un ospedale, peraltro fresco di costruzione, e per capire a che piano stavo a un certo punto mi ci è quasi voluta la bussola perché nessuno ha finora pensato, oltre che ad attaccare i suddetti manifesti, a scrivere in corrispondenza dei pianerottoli semplicemente 1, 2, 3...

Alcuni buoni motivi

Perché la loro nazionale la chiamano la Roja; perché sono tra gli europei meno spocchiosi; perché i patii delle loro case sono deliziosi e se avete avuto la fortuna di consumarci una cena dentro sapete cosa intendo; perché l'idioma che parlano è di una musicalità rara in occidente; perché hanno eletto per due volte di seguito uno che noi non abbiamo, di cui non ci si deve vergognare, che ha mostrato di saper governare sobriamente e che ciò nonostante se si presentasse da noi chissà in quanti starnazzerebbero dandogli dell'estremista; perché la pur deboluccia Italia è stata l'unica squadra a non prendere gol da loro prima dei rigori e avrei voluto vedere adesso se a Donadoni gli avrebbero dato il benservito che gli hanno riservato qualche giorno fa. Ecco perché non dispiace che gli spagnoli abbiano vinto gli Europei.