mercoledì 30 settembre 2009

Fortissimamente spero

Letto qui, la speranza di non incappare mai in alcun procedimento giudiziario si rafforza enormemente. Se poi avete voglia di spendere un euro e venti sul Libero di carta, a pagina 19 c'è un grafico sugli e(o)rrori commessi dagli inquirenti che vale il prezzo del giornale.

Cinque ipotesi

Qui si è maestri nel non capire il pop. Di più: non solo spesso e volentieri non si apprezzano la musica, i programmi tv, il cinema pop - che poi esisterà il cinema pop?, boh!, insomma il cinema easy, quello della battuta nuda e cruda alla Vanzina, per capirci -, ma non si riescono a cogliere i meccanismi che rendono quelle cose lì piacevoli al grande pubblico. E dire che dietro "Uomini e donne" oggi, come dietro "Non è la Rai" ieri, per dirne un paio, ci sono raffinatezza e sapienza nel saper incrociare i gusti del pubblico, ci sono fior di staff e professionisti che padroneggiano i mezzi con cui operano e lavorano e con profitto, a quanto pare. Ecco, le leve agite da quella raffinatezza, qui sfuggono. Si è proprio fuori, insomma, pur cogliendo in qualche modo la portata delle cose. Sarà quindi per questa innata incapacità a capire la ggente, per questa inconciliabilità col pop che non si capisce come le batterie del PresdelCons continuino a riservare raffiche di munizioni contro programmi tv, o singoli brani tutto sommato innocui come Annozero o Parla con me. Programmi ben fatti da bravi professionisti che, qualcuno mi corregga se sbaglio, mi sembra parlino a chi già dal premier è distante galassie. Programmi pop insomma, ma solo a sinistra. Alzi la mano chi pensa davvero che, non dico neanche solo una puntata, ma un'intera stagione di travagli, annizeri, e Dandini possa spostare simpatie politiche in Italia. No, semplicemente, dopo aver gustato trasmissioni del genere, l'elettore anti B. si alzerà dal divano con nuovi motivi per la sua opposizione e un po' di bile in più nel sangue, mentre l'elettore pro B. nel mentre avrà spento la tv o cambiato canale per vedere qualche bagaglinata, televendita o colpogrosso (a proposito, lo trasmettono ancora?) o magari un magnifico su Rete4. Lo dice anche lui, il PresdelCons, che anzi, come da copione, esagera sostenendo addirittura che Santoro e la Dandini gli portano voti. Io non so se gli portino voti, sono però convinto che le elezioni non si vincono solo con la tv. Che la tv può plasmare nel lungo periodo, ma che per plasmare attraverso un singolo programma televisivo devi essere proprio un mago, altro che pop. Ecco perché, constatando l'indefessa campagna che Feltri&C. stanno riservando ai programmi Rai che mostrano versioni di B. che a B. non piacciono, qui ci si chiede: perché? E ce lo si chiede perché quella dei giornalisti è una libertà vigilata; anche quella dell'apparentemente inflessibile Feltri, il quale se facesse una cosa davvero scomoda per o a prescindere dal suo datore di lavoro (pardon, dal fratello del suo datore di lavoro), volerebbe, metaforicamente parlando, dalla prima finestra della redazione che si trovasse aperta. Schematicamente, ecco le ipotesi di spiegazione a tanto dispiegamento di risorse: A) davvero lui, B., e i suoi non tollerano, anzi, proprio non concepiscono che si possa criticare chi è stato eletto in libere elezioni, qualsiasi cosa egli faccia successivamente alla sua elezione o abbia fatto prima; B) davvero lui, B., e i suoi pensano che con le tv si possa plasmare il carattere di un elettorato e che anche singoli programmi ben fatti da bravi professionisti che nuotano come salmoni in un fiume che va in direzione contraria possano inficiare la buona reputazione del PresdelCons; C) la campagna di Feltri&C. è un diversivo per parlare d'altro, per distogliere l'attenzione dalla questione vera (le escort e Tarantini a Palazzo Grazioli, lo scambio sesso-potere, gli incarichi pubblici offerti in base a chissà quali credenziali); D) la campagna di Feltri&C. è una tattica per rinsaldare le fila di una parte politica sfilacciata additando i nemici e gridando: occhio, il capo è in pericolo; E) un po' di tutto questo messo insieme.

venerdì 25 settembre 2009

Due cose su Annozero di ieri

Il curriculum di Vittorio Feltri snocciolato da Filippo Facci (qui, dal terzo minuto in poi) e Concita De Gregorio che, sulla base delle dichiarazioni messe a verbale da Giampi Tarantini e ricordate da Travaglio ("Il ricorso alle prostitute e alla cocaina si inserisce in un mio progetto teso a realizzare una rete di connivenze nella pubblica amministrazione, ho pensato che le ragazze e la cocaina fossero una chiave di accesso per il successo nella società", qui), tenta di dire della rilevanza pubblica che riveste la vicenda Tarantini-Berlusconi-D'Addario e del suo essere in qualche modo specchio dei tempi, prima di essere interrotta da Belpietro e Bocchino presenti in studio che - chissà se perché ci fanno o perché ci sono - approfittano di entrare in scena per dire che la droga non c'entra col PresdelCons. Che non era di questo che si parlava, cioè del rapporto droga-PresdelCons, è chiaro. Era dello strumento donna e dello strumento droga candidamente accomunati da Giampi - vero paradigma contemporaneo, in questo senso - nel suddetto verbale. Così come è chiaro che su Youtube trovi litigate epiche, scambi di insulti, interventi integrali di Travaglio e gaffes varie, ma di una giornalista che ragiona su come la figura della donna sia ridotta oggi qui, nell'Occidente senza burqa, non trovi alcun cenno. E anche questo è un segno dei tempi su cui varrebbe la pena riflettere, sinistri travagliati.

giovedì 24 settembre 2009

Termini di paragone (dello scivolamento verso il basso)

"Beh dai, però X-factor è meglio di Amici". "Certo, e una sbucciatura al ginocchio è meglio di un incidente d'auto"

Il Fatto dimenticato

Stamattina i lettori del giornale antiberlusconiano, pardon, d'opposizione (così l'ha definito il direttore Padellaro) "Il Fatto", hanno saputo che la maggioranza ha approvato ieri al Senato la misura dello scudo fiscale da un minuscolo richiamo in prima che rimanda a pagina 16, dopo che nelle pagine precedenti del giornale, tra le altre cose, si è letto della spoliazione della Rai, di "mondo-web" e di palinsesti televisivi e, in prima, si è ripercorsa una carrellata di storiche dichiarazioni antiberlusconiane di D'Alema al fine di bastonare lo stesso D'Alema. Per carità, i giornalisti sono tra i professionisti più consigliati del mondo. Nessuno si sognerebbe di suggerire a un ingegnere a che altezza far correre un ponte, a un architetto dove aprire le finestre di una casa, a un dentista che tipo di trapano usare per togliere una carie. I giornalisti invece, il giorno dopo, cioè quando il frutto del loro lavoro del giorno prima è tra le mani dei lettori, oltre - se sono intellettualmente onesti - a farsi l'autocritica, subiscono le critiche degli altri: ed è anche un bene che camionisti, disoccupati, casalinghe, pensionati, professori universitari, imprenditori, politici e tanti altri, si premurino di chiamare le redazioni per dare consigli su come andavano impaginate certe notizie, per carità. Perciò non aggiungerò il mio e me la caverò con una battuta. Forse ai giornalisti del Fatto è sfuggito che la misura dello scudo fiscale è stata approvata dalla maggioranza di Berlusconi. Ber-lu-sco-ni. Capito?

mercoledì 23 settembre 2009

Dislingua

Perché siamo nella civiltà della dislingua (consentitemelo un neologismo), dove le parole e le definizioni non solo non hanno più senso, ma assumono addirittura il significato opposto (cfr: guerra, pace con le sue varianti, tipo missione di pace); e i provocatori diventano vittime. Ecco, siamo nella dislingua, dicevo, sennò sarebbe da stupirsi del livello di creatività che fa arrivare ad inventarsi una cosa che si chiama scudo fiscale, intendendo con quella definizione una sottrazione di capitali evasi al fisco dal normale regime tributario cui sono sottoposti i guadagni di ognuno di noi. E' come se ci si inventasse uno "scudo omicida" che consenta a particolari categorie di delinquenti di poter uccidere, dichiararlo poi in seguito ed evitare così la galera attraverso il pagamento in denaro di una modesta sanzione. L'accettereste voi, lo scudo omicida?
PS: astenersi spiegazioni di economisti rompiballe, grazie.

Il Fatto (giudizi in libertà)

Del Fatto, andato oggi per la prima volta in edicola, mi piacciono: alcune delle firme, la pagina 22 (quella in cui si spiega l'articolato assetto societario, si presenta la redazione e in cui, infine, l'art director illustra la ratio del progetto grafico), la striscia di Stefano Disegni, lo "sberleffo" di Sandra Amurri a pagina 8 in difesa dell'Alessandro Robecchi condannato da Rina Gagliardi e diverse altre cose: su tutte, il tentativo - sincero, mi sembra - di fare un giornale senza padroni, cioè tentando di darsi l'unica garanzia di libertà per i giornalisti che ci lavorano (ma su questo il manifesto rimane insuperabile). Non mi piacciono: alcune delle firme, la scelta del titolo di apertura e il sito (www.ilfattoquotidiano.it) che non c'è.

Delitto a sfondo de che?

In uno di questi network radiofonici costretti dalla legge a dare un gr che snocciola notizie con lo stesso calore con cui una catena di montaggio sforna merendine di quart'ordine, mi è capitato di sentire di questa notizia condita con i vieti "delitto a sfondo gay" e "omicidio a sfondo omosessuale". Non so, e neanche m'interessa sapere, quali sono i motivi che hanno portato alla tragedia. So solo che se un uomo uccidesse una donna e poi si suicidasse (il contrario, come sapete, è statisticamente più raro) e li si trovasse entrambi dentro al letto in mutande, il cronista non parlerebbe mai di "delitto a sfondo eterosessuale".

giovedì 17 settembre 2009

Nervi tesi

So che può essere comodo, ma quando ricevi diverse decine di mail al giorno e magari vai anche di fretta, cominci a detestare tutti quelli che chiedono la notifica di ricezione del messaggio.

mercoledì 16 settembre 2009

Fuga di chitarre

Mi hanno raccontato la storia di questo gruppo, che è italianissimo, ha fatto un demo, l'ha spedito a tutta Italia e a mezzo mondo. I suoi componenti vivono del loro lavoro e la musica rimane un hobby. Gli unici che gli hanno dato retta sono stati quelli di un'etichetta discografica californiana che gli hanno organizzato un tour dalle loro parti e in Gran Bretagna e gli hanno procurato turnisti di tutto rispetto per registrare i loro pezzi. Ecco, al di là dei gusti, oltre alla fuga di cervelli mi pare che da queste parti fuggano anche gli strumenti.

La tv c'entra poco

Questo post è stato ruminato troppo. Poco tempo a disposizione, troppo lavoro e idee relativamente confuse e difficili da mettere a fuoco ne hanno fatto una cosa forse fuori tempo, che se fossi il blogger serio che non sono l'avrei scritta il giorno in cui Noemi Letizia s'è fatta intervistare da Sky per dare la sua versione di una vicenda (quella di lei e di papi) di cui le tv non avevano mai parlato. Quello che mi spinge a metterlo a verbale è che conserva una sua validità. E poi mi piace perché penso che la maggior parte di voi che capitate da queste parti, storcerete il naso a sentire che la televisione, con i successi e gli insuccessi di Berlusconi c'entra assai poco. Non si spiegherebbe altrimenti il motivo per cui, nonostante le tv che B. controlla direttamente e indirettamente abbiano accuratamente evitato di parlare dell'affaire escort-festini a palazzo Grazioli, la questione abbia comunque bucato lo schermo della società. Ne parlano anche i tanti milioni di italiani che non leggono giornali e non sanno neanche quanto costa una copia di Repubblica, se ne fanno battute nei bar e nei posti di lavoro, proprio come se la televisione ne parlasse, proprio come una qualsiasi serata finale di miss Italia. Ergo, esiste un mondo al di qua della tv. Lo so io, lo sappiamo tutti. Ma siamo così impigriti e capiamo così poco del mondo che abbiamo intorno, che ci fa comodo pensare che la tv sia la fonte di tutti i mali, compreso quello di averci regalato un presdelCons che non ci piace - anzi, che ci repelle - e ci siamo venuti convincendo che se di alcuni temi non si parla lì, in tv, allora quei temi non esistono. Invece il presdelCons, semplicemente, ha fatto tesoro del mondo plasmato anche dalle sue tv senza volerlo. O meglio, è riuscito a far tesoro dell'humus venutosi a creare negli ultimi vent'anni perché lui è come il mondo creato dalle sue tv; ne coglie a pieno lo spirito profondo perché è un tutt'uno con quello spirito; non perché fin dall'inizio abbia perseguito un qualche tipo di disegno strategico se non quello di fare soldi. In questo la tv c'entra con B. presdelCons, non nel senso comune, a sinistra, che da un lato riduce la tv a strumento da agit-prop e dall'altro la eleva a dispensatrice di verità sociali. La vicenda delle escort in questo senso aiuta a capire: ci sono ancora fatti che bucano anche se non vanno in tv. Questo forse ha sorpreso anche B., che infatti sta reagendo a una cosa extratelevisiva andando in tv.

venerdì 28 agosto 2009

Sempre lì a pensar male

Che poi magari Bertone non c'è andato solo per preservargli la salute, visto che Silvio nostro sta diventando più largo che lungo, come si dice dalle mie parti, e un'altra cena sarebbe stata un'altra botta di colesterolo. O magari il don temeva di trovarsi in difficoltà qualora gli fosse stato detto: "Aspettami nel letto grande, quello di Putin".

giovedì 27 agosto 2009

Sangue

Sono tornato oggi dalle parti di Akille dopo una lunga pausa estiva e la coincidenza ha voluto che ieri sia andato a donare il sangue. Così, mi permetto di fare come lui; smetto per un attimo i panni del relativista a oltranza per consigliarvi, nel caso passiate di qui, di fare la cosa che ho fatto io. Che non costa niente. Donatelo, il sangue; tra l'altro dicono anche che a noi maschietti faccia bene farlo, ogni tanto.

Delle polo col collo all'insù

Tempo fa mi è capitato di leggere in non ricordo più quale blog, un post sulla questione delle polo con il collo tirato all'insù trovando parole niente affatto lusinghiere nei confronti della categoria di persone che le indossa in quel modo. La trovai una questione marginale, e sono tuttora convinto che lo sia. Stamattina però mi è capitato di rivedere una persona della suddetta categoria. E per chissà quale rimando mentale ho pensato: ci fosse uno di quelli che ho visto indossare le polo in quel modo che mi sia stato vagamente simpatico nel corso degli ultimi anni.

L'aria che tira

Fino a un certo punto gli allarmi (razzismo, omofobia, sessismo) mi trovavano pronto a scattare. Poi mi è sembrato di capire che c'è una categoria di persone che vede il marcio anche dove non c'è; che confonde le cose, le ingigantisce, a volte. Non sto tentando di argomentare che certi problemi non esistono; altro che se esistono. E' che c'è chi li combatte in maniera sbagliata e conformista (anche se è un conformismo che veste i panni dell'anticonformismo), banalizzandoli perché mette sullo stesso piano quantità e qualità diverse. Ora però, di fronte alla reiterazione di episodi vomitevoli, comincio a convincermi che magari non sarà allarme, ma non è un bellissimo periodo in cui vivere.

venerdì 21 agosto 2009

Insofferente

Che poi uno rimane in città ad agosto, la vede svuotarsi, ci passeggia la sera largo dove prima stava strettissimo. E gli viene da dire a quelli che rientrano: ma non potevate rimanerci un po' di più in villeggiatura?

Stand by

Blog inattivo da settimane, ma non crediate, non si stanno facendo ferie lunghe. Anzi, quelle fatte sono già quasi sepolte sotto lo stress da lavoro. E non è neanche che non si abbiano idee; è che sono confuse.

domenica 2 agosto 2009

2 agosto

E' successo per la ventottesima volta, credo. Il ricordo, la manifestazione, le fasce istituzionali attorno a corpi di sindaci e presidenti, i gonfaloni. E i fischi. E i commenti dei fischiati. Sempre uguali, nonostante nel frattempo siamo stati catapultati in un altro mondo. E non ci sono più muri, i blocchi si sono globalizzati fino a diventare una cosa sola, o quasi; il gelo della guerra fredda s'è sciolto e c'è la Cina con cui si fanno affari, mica l'Urss dei comunisti a tre narici. E c'è Obama, altro che Reagan. E i giovani scrivono sui muri "passerotta t.v.b.", non più "spranghe al fascio" o "camerata pinco pallino presente!"; e attaccano lucchetti dell'amore dove possono e buttano via le chiavi, non vergano più sui muri stelle a cinque punte e croci celtiche. Ecco, se si dovesse spiegare cos'è l'inerzia si potrebbe partire da qui: dai fischi e dai commenti ai fischi che appartengono a una stagione passata ma si sono trasferiti armi e bagagli in quella nuova anche perché sulla vecchia continua, chissà perché, a battere l'ombra. Io ebbi la (s)fortuna di capire l'essenza di quella stagione che ero ragazzino, la mattina del 2 agosto 1980, quando incrociai lo sguardo di mia madre che mi diceva "corri, accendi la televisione che a Bologna è successo un macello". In quegli occhi incrociati per una frazione di secondo, non esagero, c'era la strategia della tensione, anche se l'avrei capito qualche anno dopo. E l'avrei capito anche perché ebbi la (s)fortuna di incrociare quello sguardo che era il ritratto dello sgomento e valse più di una lezione di storia.

venerdì 24 luglio 2009

venerdì 17 luglio 2009

Vediamo, no?

A me gli eccessi del grillismo non vanno troppo a genio, ma il non volerlo tesserare da parte del Pd mi è parso un segnale di debolezza clamoroso, oltre a una censura del tutto opinabile. Per questo mi fa piacere leggere questa notizia e adesso voglio vedere come andrà a finire: se Grillo ha filo da tessere o è solo un urlatore, se la parte del Pd che non lo vuole ha argomenti validi e politiche credibili con cui replicare, se il dibattito all'interno del partito sarà di livello accettabile oppure no.