lunedì 30 agosto 2010

Nuovo Ulivo?

C'ho pensato su. E ho concluso, per quel che può importare, che c'erano davvero pochi modi meno appetibili per Bersani per rientrare in politica dopo le ferie.

mercoledì 25 agosto 2010

Riuscire a fare la pace

Ma, insomma, che la sinistra abbia più di un problema, noi sinistri cani sciolti ce lo ripetiamo praticamente fin da quando abbiamo cominciato a masticare un po' di politica. Tanto che forse il problema comincia con noi, che non è un noi generazionale (di 'sti quarantenni orfani di tutto): è un noi trans-solidaristico (un po' come il partito radicale dei tempi andati, era il partito radicale, no?, quello trans-tutto). Un noi che abbraccia tutti quelli che quando il bicchiere è pieno a metà, si concentrano sulla parte vuota; usi a fare i conti con la perfettibilità e allergici ai proclami. Ecco, noi lo sappiamo che i partiti per i quali nel corso degli anni abbiamo votato sono pieni di gente che non ci piace. E sappiamo che quando quelli che avevamo votato sono andati al governo, più di una volta abbiamo storto bocca, naso e orecchi, di fronte a provvedimenti che non ci aspettavamo. Sappiamo anche che per due volte, una volta al governo negli ultimi anni, ci siamo fatti degli autogol che neanche Nicolai. Quelli di destra invece no. Loro rimangono a palazzo Chigi anche col respiratore automatico. Loro non si fanno male da soli. Se ne dicono come noi non sappiamo fare, e a volte se le danno anche. Ma tengono, loro. Se le danno ma tengono unito l'impossibile (date un'occhiata a caso qui, se vi va: vi si parla di donne-ancelle di partito, di berlusconismo riconducibile a editto-e-slogan e altre amenità e tenete conto che questi ancora governano con B.). Ecco, loro, quelli di destra, ce l'avranno qualche problema? E' che loro i problemi non li vedono, o meglio, li scansano: l'importante è tenere, anche quando è impossibile. Si vergognano, magari, dopo anni di fango gettato su chi diceva cose anche più moderate di quelle che vanno oggi sbraitando loro, che, ribadisco, sono ancora al governo con B. Ecco, una domanda da sinistro disastrato: ma non pensano, quelli di destra, che se le due espressioni più performanti di uomini di governo partorite dalla loro parte politica da poco meno di un secolo a questa parte, si chiamano Mussolini e Berlusconi, sarà bene che comincino a farsi qualche domanda? Per carità, non tante quante le nostre, che ci auto-conduciamo all'inazione, a volte, e magari ci auto-detestiamo. E che però, guardandoli, quelli di destra - tanto quelli che si torcono e, oggi, si vergognano, quanto quelli che vergogna non conoscono - tronfi nelle loro sicurezze, riusciamo quasi a fare la pace con noi stessi.

lunedì 23 agosto 2010

Gemme punk

Dopo parecchio che non mi capitava, mi è successo - imbattendomi in un paio di gruppi che, sebbene suonino da tempo, non conoscevo se non di nome - di ritrovare dischi da consumare. Quelli che te li porti in macchina e speri che il viaggio duri il più possibile; quelli che appena puoi te li spari in casa. Quelli che, dopo mesi, anni, di cose tiepidine, dici: oh, finalmente. Si tratta dei due ultimi lavori dei Bud Spencer Blues Explosion (Bsbe) e dei Black Keys. Non starò a farvi una assai poco interessante e molto ritardata recensione (ammesso che non li conosciate, qui e qui potete saggiarli). Quello che mi va di notare è la fecondità di questa nuova attitudine punk. Attitudine, ho detto. Entrambi i gruppi sono un duo: chitarra e batteria. I Bsbe, che ho avuto la fortuna di vedere dal vivo, ci salgono anche sul palco con quella formazione. Senza nessuno a supportarli: no tastiere, no marchingegni elettronici: un duo autentico, insomma, con la sfrontatezza di aprire il set con una cover di Hendrix senza basso senza far rimpiangere l'originale e proseguendo poi con roba loro (tolta una roboante Hey boy hey girl dei Chemical Brothers). Gli altri, i Black Keys, si fanno sì aiutare, ma la loro musica rimane spiccatamente chitarra-e-batteria. E' questo, al di là di qualche venatura che pure c'è, che li fa entrambi punk: l'aver deciso di fare musica anche se manca uno di quegli strumenti che hanno fatto la storia del rock, il decidere di farlo come viene, mettendoci tutto il talento a disposizione. L'aver deciso, quando erano ancora ragazzini in un garage, di salire sul palco metaforico non rispettando i canoni. Un po' come i due folk-punkettoni Pan del Diavolo, che pestano sulle loro chitarrone acustiche e sulla cassa a-la Bennato come fossero Syd Vicious, ma senza distorsore. E' così che nascono le cose buone, prendendo il buono che c'è stato ma guardando avanti. Musica se ne può fare in tantissimi modi: ce l'ha insegnato il punk, che ancora, in alcuni casi anche senza distorsori, fa nascere gemme.
Update: a proposito di bassi e per capire meglio la sfrontatezza dei gruppi di cui si parla.