lunedì 6 aprile 2009
Inutile
Sto per scrivere una cosa inutile, ma tra il bello di avere un blog c'è anche questo privilegio. Ascolto la linea diretta di Radio Uno sul terremoto. Ci sono notizie tragiche, aggiornamenti di morte, avvisi e suggerimenti per chi vive o viaggia nelle zone colpite. Poi la pubblicità, di cui mai come in questi casi si apprezza il tono stoltamente giulivo, inutilmente enfatico, fastidiosamente finto-entusiasta. La mescolanza tra i toni drammatici dei conduttori e delle dirette dai luoghi colpiti e "il piacere di fare la spesa", le fighissime penne triplus, l'"io ringrazio il cielo, fortuna che tu esisti" rivolto a un supermercato, provoca uno stordimento dal quale si rinviene con un pensiero fisso: solo la nostra civiltà sa raggiungere punte così incivili. Non si potrebbe prevedere che in momenti del genere, di emergenza nazionale, gli investitori pubblicitari e i loro contratti milionari cedano il passo alle notizie nude e crude? E poi, investitori che non leggerete mai questo post, siete così sicuri di avere ritorni in termini di affari con entrate a gamba tesa in una tragedia del genere? Fossi in voi chiamerei io la Rai e ordinerei: per oggi i nostri spot non passateli, che è meglio.
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1 commento:
Troppo ottimista sulla mercantile natura umana, secondo me: il loro conto potrebbe essere che "maggiore la gravità del sisma, maggiore il numero degli ascoltatori, maggiore l'introito commerciale derivante dalla pubblicità".
O sono io troppo pessimista, forse.
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