Sarà perché la sua voce ti dice "zitto e ascolta" sia che canti, che parli, sia che legga pagine di libro; sarà per la precisione metronomica e melodica di Martin Casey, sarà per il lucidissimo rumoreggiare di Warren Ellis; sarà perché vederli così, in tre su un palco scarno coi fili volanti come se stessero in sala prove, è assai emozionante per chi le sale prove le ha frequentate; sarà perché la lettura di Stefano Benni mi ha rapito e quando è apparso sul palco mi sono detto: "C'è anche Benni, lo vedi che alla fine qualche conto torna?"; sarà perché quando hanno fatto "Tupelo" in tre, acustica e tirata come se fosse elettrica, stavo per abbracciare quello davanti in platea che si agitava sulla sedia come me; sarà perché quella che ho sentito l'altra sera è stata l'ennesima versione di "The Mercy Seat", diversa dalle altre eppure sempre dilaniante; sarà perché non so in quanti siano in grado di riempire teatri facendo pagare decine di euro di biglietto per presentare l'ultimo libro scritto; sarà perché è stato più di un reading e più di un concerto perché un po' l'uno e un po' l'altro ma entrambi originalissimi; sarà perché sono un suo fan e prima o poi mi dovrò acconciare ad ammetterlo, ma credo di aver assistito all'ennesima bellissima performance di Nick Cave.
Aggiornamento: qui, qui, qui, qui, qui e qui un po' di pezzi della serata.
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