giovedì 15 aprile 2010
Si stava meglio quando si stava meglio
Se penso a Raimondo Vianello (io lo ricordo così, geniale) mi viene in mente quando ero piccolo e mi mettevo insieme ai miei davanti alla tv. La tv che era fatta da gente che la sapeva fare. Da gente che faceva ridere grandi e piccoli perché aveva un bagaglio capiente di cultura, letture, studi, vita, creatività per farlo. Da gente che ti faceva ridere puntando a farti ridere, studiandoci. Non che ti faceva ridere nonostante non lo volesse, anzi, suo malgrado: o per come si concia, o per la solenne ignoranza che mostra davanti alle telecamere, o perché rutta ed emette peti annusandoli successivamente. Non è passatismo. Non si spiegherebbe altrimenti come mai oggi, sempre più di frequente, si ricorre a "schegge" della tv che fu per far salire gli ascolti. A schegge della tv che ha attratto tanti italiani a sé e che oggi continua a nutrire - essendo diventata un'abitudine per milioni di persone grazie alla qualità che fu - gli ascolti della mediocre progenie che le è succeduta. Non è passatismo: è che basta prendere un cognome a caso tra Vianello, Tognazzi, Arbore, Mina, Agus, Villaggio, Mondaini e tutti quelli che vi vengono in mente se siete intorno ai quaranta e confrontarlo con uno qualunque (tranne qualche onorevole eccezione) dei volti che vedete oggi per capire che è una questione di qualità. Sì, Pasolini aveva ragione, la stortura è nella tv in sé. Ma c'è di più. Perché rispetto ai tempi in cui Pasolini cominciava a vedere l'ammorbamento della società italiana, la tv è diventata più brutta, se possibile. E' diventata tanto brutta quanto le bruttissime mamme di Adro che magari si rimpinzano di tronisti, isole e minchioni vari e che invece di insorgere contro la decisione di negare i pasti ai figli di genitori che non riescono a pagare la mensa scolastica, vomitano contro il benefattore che ha versato soldi al Comune affinché quello scempio non fosse portato a compimento e decretano il successo elettorale di sindaci impresentabili. Occhio, non ho detto che siamo tutti diventati così. Ma ho come la sensazione che a furia di scimmiottare affrancamenti ed emancipazioni si stia tornando indietro. E, quel che è peggio, convinti invece di andare avanti.
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