Se per voi la candidatura e conseguente elezione in consigli provinciali, regionali, financo in parlamento, in cambio di seratine hard (tutto da provare, però le intercettazioni e i fatti - debitamente ricollegate le une agli altri - a questo sembrerebbero portare); se l'intervento notturno via telefono per bypassare la legge sfruttando la propria autorità e, così, tirare fuori da una caserma una giovane fermata per furto; se lo scambio corpi-favori-carriere che pare emergere dalla ricostruzione delle serate del presidente del consiglio; ecco: se per voi tutto questo è privacy, be', è evidente che avete qualche problema a livello mentale. Tu puoi fare tutto quel che vuoi, ma quando sfrutti la tua posizione pubblica per questioni private, io - che faccio parte del pubblico - sono autorizzato a mettere becco. Non mi sembra un concetto così arduo da capire. Ma a ben vedere questa non è che l'ultima, pecoreccia sfaccettatura del conflitto di interessi che ci domina da lustri, ormai. Altra è la pena che si prova nel vedere un uomo così alla deriva, costretto a pagare per palpeggiare carne fresca e farsi ascoltare mentre canta e racconta barzellette: quelle sì che sono questioni private, penosamente private.
PS: sono tornato a sprecare un po' di bit sulla questione perché mi sembra che gli arcoriani si stiano attestando penosamente sulla linea di difesa della privacy violata del premier, appunto. E tralascio il discorso su quanto quell'argomento risulti strumentale e inconsistente se sventolato da chi sta dalla parte di uno che ha fatto del suo privato (seppur taroccato) una questione pubblica, a cominciare da "Una storia italiana", do you remember?
Nessun commento:
Posta un commento