L'Agi c'informa che Briatore e Gregoraci sono a Tropea.
Repubblica.it
venerdì 17 agosto 2007
Cosa resterà
Rosy Bindi sugli anni Ottanta in risposta a Enrico Letta. Anche se le classificazioni di un decennio sono roba da prendere con le pinze, confesso che per me è difficile non essere d'accordo con buona parte del post. Che poi c'è stato anche del buono, per carità. Ma per uno che era troppo bambino per aver saggiato la claustrofobia ideologica dei Settanta e quindi la salutare apertura di finestre arrivata col decennio successivo, quelli sono stati anni veramente soffocanti: paninari e metallari, fricchettoni e "madonnare", tutto conformizzato, la politica che diventava sempre più cosa sporca e da guardare da lontano: poca sperimentazione, niente contaminazione; musica grande sì ma, se si eccettuano U2 e Rem, rimasta sotto terra e nelle cassette che hanno retto l'urto del tempo e nei pochi vinili che di tanto in tanto si comperavano. E poi, se anche uno la vuole mettere in musica, quelli rimarranno gli anni dei Duran e degli Spandau. Fate un po' voi. Resta, per chi era giovane, la nostalgia dei vent'anni, che ti giri a guardarli e non li trovi più; restano i semi che sarebbero germogliati, questo sì. Ma io tra Letta e Bindi, propendo per la seconda.
ScelgoRosy, Enrico Letta
ScelgoRosy, Enrico Letta
giovedì 16 agosto 2007
Giuro, non è una barzelletta
Nota dei carabinieri ricevuta per e-mail: "Questa mattina, nel corso del quotidiano servizio di assistenza ai cittadini, la pattuglia della Stazione di (omissis) notava un cittadino extracomunitario in difficoltà con la propria autovettura. I militari, scesi per acquisire informazioni ed eventualmente fornire collaborazione per far ripartire la macchina, apprendevano che a bordo della stessa vi era una donna incinta, in evidente stato di agitazione poichè ormai da tempo non si sentiva bene, tant'è che il marito la stava portando all'ospedale. Vista l'urgenza e il breve tratto di strada da percorrere, i militari facevano salire la donna sull'auto e la trasportavano presso l'ospedale. Tornati poi sul posto per terminare l'assistenza, notavano che l'auto era priva di assicurazione e quindi non potevano far altro che procedere anche per la mancanza di copertura assicurativa".
mercoledì 15 agosto 2007
Buoni motivi
Dice Francesco Merlo su Repubblica (purtroppo non è in rete) che con la sceneggiata sarda (qui il video) Zucchero ha smascherato la cafonaggine di certi frequentatori di certi locali che pagano mille euro per un concerto e poi cazzeggiano tutto il tempo fregandosene della musica e umiliando così l'artista. C'erano tanti buoni motivi per non suonarci, in quel posto, e parecchi altri (centocinquantamila) per andarci. Zucchero ha preferito i secondi.
Repubblica.it
Repubblica.it
lunedì 13 agosto 2007
Sacro e profano
M'è appena arrivato un sms: "Inno per il Pd: avanti popolo andiamo a messa e poi alla coop a far la spesa".
Anni '80
Ricordo ancora il componente di uno di quei gruppi della scena rock cittadina che seguivano il mainstream dell'epoca, pontificare sul fatto che un cantautore molto affezionato alla sua chitarra "non conosceva l'uso delle tastiere". A me - ai tempi scapigliato strimpellatore di provincia, nient'affatto seguace della mode di allora e per giunta molto colpito dal ritratto della città in cui vivevo fatto dal cantautore in questione in una canzone memorabile che purtroppo non trovo in rete - la frase stupì. Mi sarei rifatto con gli interessi qualche anno dopo quando cominciarono a uscire cose tipo Marlene Kuntz e Afterhours, con buona pace degli Spandau Ballet.
Marco Rea
Marco Rea
Playlist
I programmi invernali di Radio Uno non sono niente affatto male, però solo d'estate ti capita d'ascoltare a metà mattinata Dylan, Pollina-Battiato e De Gregori di seguito gli uni agli altri.
sabato 11 agosto 2007
La forza dell'abitudine
Ero così abituato a orecchiare Carolyn's Fingers dei Cocteau Twins in veste di colonna sonora di uno spot, che ora che alla radio ho sentito che andava oltre le prime consuete battute, essendo stata trasmessa come canzone, ho pensato quasi ad un errore tecnico.
venerdì 10 agosto 2007
In fondo a sinistra
Ripensando a Caruso, m'è tornato in mente un tipo frequentato in gioventù. Raccontava compiaciuto di avere "sulle spalle una denuncia contro ignoti" (tutt'oggi il senso della cosa è oscuro e non lo si capisce se non col fatto che certi tipi di denunce, per alcuni dell'ambiente che ho frequentato, erano meriti e in mancanza - ahimé - di denunce personali, ci si attribuivano quelle contro ignoti). Dai tempi in cui rivelò a me imberbe di avere quella medaglia virtuale appuntata al bavero fino a quando l'ho perso di vista, ricordo la sua vicenda politica come un continuo tentativo di scavalcare chi si posizionava al suo fianco sinistro.
giovedì 9 agosto 2007
mercoledì 8 agosto 2007
Post tv
Il classico Letta, l'Adinolfi street look e l'ingessatino Gavronski, mi sembra siano gli unici finora ad aver capito che in campagna elettorale si può anche utilizzare You Tube. C'è anche la ggente.
You Tube
You Tube
Caduta in basso
Da quando è scoppiato il caso, l'Ansa invia i lanci sulla vicenda di don Gelmini sotto la categoria "politica".
E tre
E' la terza volta che ne scrivo (qui e di qua, quando bloggavo in comproprietà, i precedenti) ma non penso che sia un chiodo fisso; lavorando alle Poste un mio nonno c'ha anche riportato a casa la pagnotta. E' che danno delle ispirazioni formidabili. Oggi ad esempio, appena varcata la soglia dell'ufficio in cui sono entrato, sono quasi andato a sbattere su due cartelli con altrettante frecce: a destra, ritiro raccomandate, a sinistra altre cose che non saprei dire perché ciò che m'interessava era proprio ritirare una raccomandata. In mezzo, una striscia di nastro teso appesa a due sostegni. Uno normodotato va a destra. Così abbiamo fatto io, quello che mi ha preceduto e la signora che seguiva dietro. Pochi secondi e dietro di me ho avvertito la presenza di una ragazza che chiedeva a chi entrava cosa dovesse fare e smistava l'utenza. Mi volto verso di lei: aveva il cartellino aziendale al petto. Altri pochi secondi e io e i due con i quali ero entrato quasi contemporaneamente, apprendiamo da lei che quella dove ci eravamo posizionati era la corsia d'uscita. "La freccia sbagliata e pure l'addetto". Quast'ultima frase non è la mia ma della signora che mi stava dietro.
lunedì 6 agosto 2007
Affare fiutato
Dopo aver detto qualche giorno fa che vuol vivere fino a 150 anni, Keith Richards smentisce la smentita della notizia secondo la quale sniffò le ceneri del padre. Un po' d'ordine, allora: la versione di oggi è che le sniffò sì, ma non mescolate con la cocaina. Avrà a che fare, tutto questo dichiarare, con l'annuncio della prossima uscita di una sua autobiografia?
NME
NME
Una cifra
Leggere che istituti di ricerca certificano in Italia una spesa per animali di 5 miliardi l'anno m'ha fatto sobbalzare sulla sedia. Ma forse do eccessiva importanza al denaro.
Repubblica
Repubblica
domenica 5 agosto 2007
Didascalia
Questo post ha avuto una gestazione lunga: ero tentato dallo scriverlo già da qualche giorno, poi, dopo aver fatto una ricerca su Google, ho visto che venivano date della persona di cui sto per dire anche altre definizioni accanto a quella che mi sembrava prevalente e stonata, così mi sono fermato. La stura è arrivata oggi, davanti all'ennesima didascalia di giornale che recitava "Mario Adinolfi, blogger". Ora, Adinolfi è una delle sei persone che hanno deciso di candidarsi alla segreteria del Partito democratico. Non so - vista la scarsa pratica che ho con le sue cose - se egli stesso ami definirsi blogger. Credo di sapere però che quella del blogger non è una professione. Se c'è qualcuno, nel circuito mediatico, che la identifica come tale è a causa della tendenza alla semplificazione che regna nelle redazioni dei giornali e dell'ignoranza che contribuisce a creare un'aura di misticismo intorno a cose semplici, solo perché queste sono semisconosciute. Su Wikipedia, tanto per dire, alla voce "Mario Adinolfi", non si legge affatto la definizione "blogger". Semplicemente, Adinolfi, come migliaia di altri italiani e milioni di abitanti del pianeta Terra, è una persona che oltre a guadagnarsi da vivere, pensa di avere cose da comunicare e lo fa attraverso un blog, che è il modo più semplice ed economico per arrivare al maggior numero di individui. Come lui ci sono imprenditori, educatori, studenti, operai, casalinghe, professori, medici, commercianti, disoccupati, pornostar, pensionati e chissà quante altre categorie di persone, che pur curando un blog, nessuno si perita di definire blogger, semplicemente poiché, come Adinolfi, non guadagnano da vivere col blog che curano e perché, a differenza di Adinolfi, non si sono candidate alla guida del Pd e non finiscono quindi sui giornalosauri di carta.
Google, Wikipedia, Mario Adinolfi
Google, Wikipedia, Mario Adinolfi
sabato 4 agosto 2007
Impressioni di agosto
L'asfalto con cui i comuni in estate coprono le buche delle strade mi dà sempre un senso di effimero.
venerdì 3 agosto 2007
In ritardo
Eravamo in città, non ricordo perché. Strano, di solito in quel periodo dell'anno, dopo essere stati prima al mare, seguivamo le notizie sul maxi esodo dalla piccola tv in bianco e nero che dalla camera dei miei veniva traslocata temporaneamente nella casa di campagna in cui era cresciuto mio padre: erano estati lunghissime e bellissime, da augurare a qualsiasi ragazzino tra elementari e medie. Niente mura intorno, giusto all'ora dei pasti e a notte fonda. E scottature sulla pelle e ginocchia sbucciate e sapore di acqua salata e prosciutto tagliato di fresco e insalate con verdure appena estirpate dall'orto che così buone non le avrei più mangiate e parenti e conoscenti rivisti dopo mesi. Finiva con l'odore della prima acqua che bagna campi e alberi e il rumore delle serrande che si rialzano a versare luce sulla casa chiusa dopo settimane di assenza. Sveglia comoda, quella mattina, come sempre da giugno a ottobre, che non c'era scuola; latte, biscotti e agguantai lo strumento che prediligevo all'epoca, attraversai un paio di strade e raggiunsi il cortile asfaltato che fungeva da campo di calcio o da tennis a seconda dei momenti e dell'affollamento. Ci passai tutta la mattina a sudare prendendo a legnate una pallina lanciandola al di là dello spago teso che faceva da rete e ricevendola a mia volta dall'amico del cuore che stava dall'altra parte. Tornai a casa all'ora di pranzo che avevo una gran sete, il baretto parrocchiale apriva dalle 3 del pomeriggio e lì sotto non c'era neanche una fontanella. Suonai da sotto, feci di corsa i due piani e trovai la porta aperta e mia madre appena rientrata e col viso contratto, pensai a causa del caldo e del peso delle buste della spesa. "Corri, accendi la televisione che a Bologna è successo un macello".
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