lunedì 12 novembre 2007
Diritto di Stato
Ieri ho commesso un delitto. Mi sono messo subito al lavoro per accertare eventuali responsabilità e, se del caso, sanzionarle con la dovuta severità.
giovedì 8 novembre 2007
mercoledì 7 novembre 2007
Emergenza extralarge
Presi dal clima, ieri anche i titolisti della Gazzetta dello sport hanno finito per utilizzare la parola emergenza affidandole stavolta il compito di descrivere la situazione dell'Inter dopo l'infortunio a Figo. All'interno, uno specchietto riassuntivo riepilogava gli infortunati della squadra più ricca d'Italia: 6. Su una rosa di 27. Forse un po' pochi per definire la situazione come emergenziale. Ma su una cosa del genere si può anche passar sopra: il calcio è l'ombelico dell'universo-bar sport e che si utilizzino aggettivi extralarge per stimolare chiacchiere in libertà lo si accetta di buon grado. Altro è quando l'emergenza tachicardica contamina chi aspira a governare un paese di 57 milioni di persone; ci si attenderebbe che parlasse con un grado di cognizione di causa superiore a quello dell'avventore col prosecco in una mano e la tartina nell'altra e/o che non assecondasse gli istinti viscerali di quest'ultimo. Se monta l'emergenza-infortuni all'Inter, il massimo che può accadere è che Moratti si fa influenzare e va a raccattare un altro po' di denaro per impinguare il parco giocatori a disposizione di Mancini. Una questione privata o giù di lì. Se invece monta l'emergenza sicurezza si mobilitano giuristi, il parlamento è chiamato a discuterne sottraendosi tempo per fare altro e, infine, si varano norme. Cose pubbliche per eccellenza, insomma. Certo, sarebbe caricaturale un governo della cosa pubblica che non tenesse conto di ciò che accade nelle strade, ma lo è altrettanto il legiferare sull'onda ormonale generata dall'ultimo - pur crudele e inaccettabile - fatto di cronaca. L'effetto è che a volte pare di vivere nella giungla, dove se il più forte ammazza non c'è nessuno che lo giudica e allora la società degli animali è costretta a prendere coscienza di dover cambiare qualcosa. Ma non siamo più nella giungla. Sono secoli che si discute dei delitti e delle pene. Ci siamo dati codici, perseguiamo delitti e puniamo i colpevoli tentando di recuperarne la parte meno nera. Si chiama civiltà. E qualcuno ce la invidia anche. Eppure ogni volta che si verifica un certo tipo di delitto in cui è coinvolto un certo tipo di individui, cediamo regolarmente alla tentazione di fare leggi con la giugulare ancora gonfia di rabbia. Dov'è l'emergenza da decreto d'urgenza in un caso di violenza sessuale e omicidio in cui il responsabile viene catturato nel giro di poche ore e l'apparato della giustizia è in grado di processare e infliggere pene adeguate? No, l'emergenza non c'è. E invece sì. Eccome se c'è: dal 2001 al 2005 in Italia è stata uccisa una donna un giorno sì e uno no. Sessantotto volte su cento da famigliari o conoscenti. Se azzerate il cronometro e lo fate partire adesso, è probabile che quando saranno passati otto minuti da qualche parte del mondo una moglie, sorella, madre, amica, sconosciuta sarà stata ammazzata; fra sedici un'altra, fra ventiquattro un'altra ancora e cosi via. Delle donne che incrociate al supermercato, in ufficio, alle poste, a scuola, una su tre ha subito violenze di vario tipo: dalla denigrazione allo stupro. Ragionando per emergenza, occorrerebbe procedere all'arresto preventivo di chissà quante persone dotate di pene. Ma è un universo che preferiamo non guardare, questo, salvo ululare all'assassino quando chi commette la prevaricazione e l'abominio è uno che giudichiamo lontano da noi; un modo come un altro per esorcizzare la parte più odiosamente maschia che regola anche le società che abbiamo realizzato e che non riusciamo a mettere in discussione. Così come teniamo nell'oblio il tema di quei potenziali catalizzatori di violenza e malessere in cui abbiamo conficcato le nostre vite ostinandoci a chiamarli città. Tanto qualche bersaglio su cui scagliare i dardi della nostra frustrazione è sempre a portata di mano. Anche per decreto.
Deltanews, Regione Toscana, Istat
Deltanews, Regione Toscana, Istat
martedì 6 novembre 2007
Ancora colori
In radio non si vedono, ma se ne può parlare. Domani sera dopo le 22 si fa un viaggio tra il rosso e il nero. E come ogni viaggio che si rispetta, sarà accompagnato da buona musica.
venerdì 2 novembre 2007
Perdonate la crudezza
La politica cattiva contrapposta alla ggente buona da queste parti è roba indigesta. Però, per capire cos'è la società politica italiana può essere d'aiuto sedersi ad osservare il danzare forsennato intorno a un cadavere neanche ancora seppellito.
Meglio abbondare
Clicchi su "Gli atti di violenza commessi da rumeni nel 2007" nella home page di Repubblica e arrivi qui, dove si legge anche "28 agosto. Nei boschi di Morterone (Lecco) vengono trovati, avvolti in sacchi della spazzatura, i corpi di Luminita Dan, 17 anni, e Ionela Dragan, 19 anni, giovani prostitute romene, seviziate e uccise".
Repubblica
Repubblica
mercoledì 31 ottobre 2007
venerdì 26 ottobre 2007
Ci si sente presto
Lontani dalla radio station per motivi insormontabili. La trasmissione in voce è rimandata.
Aridatece Barbie
In uno scaffale di un grande magazzino dedicato ai giocattoli ho trovato il "set antiterrorismo".
giovedì 25 ottobre 2007
1.411.712
Le minoranze vanno sempre tenute nel debito conto, magari anche quando rappresentano istanze per lo più paesane, tipo quelle che vengono da Montenero di Bisaccia o Ceppaloni. E' da notare però, che pur con tutte le sue contraddizioni interne, il governo sta fibrillando grazie a due partiti che alle elezioni hanno messo insieme 1.411.712 voti voti, uno dei quali fruendo di posti al sole concessi dai Ds.
Enrico Borghi, Repubblica
Enrico Borghi, Repubblica
L'alternativa c'è
Sempre sulle difficoltà di ascolto della radio. Winamp troppo pesante, come segnala qualcuno? Qui c'è Real player gratis.
Real player
Real player
lunedì 22 ottobre 2007
Elogio della complessità
Sono uscite molte cose interessanti dall'incontro di venerdì a Gubbio con Wu Ming 2 per la presentazione di Manituana. Selezionando arbitrariamente, quella più degna di nota è stata l'elogio della complessità espresso dall'autore in risposta a una delle sollecitazioni del pubblico. Forse l'intimo essere "contro" delle opere di Wu Ming - anche al di là della ricerca di storie laterali e apparentemente marginali attraverso le quali vengono rivisti avvenimenti epocali - sta proprio nel rifiuto della semplificazione. Nella presa d'atto che i fenomeni, tutti i fenomeni, sono complessi e che se li si vuole riconoscere occorre tentare di abbracciarli nelle loro diverse articolazioni. L'esatto contrario, appunto, della corsa all'efficientismo sbrigativo e alla traduzione semplificante a beneficio di non meglio identificate masse di pubblico che caratterizza i filoni dominanti dell'industria culturale.
PS: in omaggio alla complessità e a Manituana, oggi in radio gira "Dalla parte sbagliata" dei Cinemavolta, che fa parte della colonna sonora di Manituana fatta dalle band di Casasonica.
PS: in omaggio alla complessità e a Manituana, oggi in radio gira "Dalla parte sbagliata" dei Cinemavolta, che fa parte della colonna sonora di Manituana fatta dalle band di Casasonica.
venerdì 19 ottobre 2007
Comunicazione di servizio
Visto che più di qualcuno segnala che quando clicca sul tasto della radio si avviano programmi che non riescono ad aprire il file, suggerisco di andare qui, scaricare la versione più leggera di winamp e impostarlo successivamente come lettore predefinito o, in alternativa, dopo aver cliccato sul tasto radio qui a destra, di dare il comando "apri con" nella schermata che si apre e indicare winamp, appunto.
Winamp
Winamp
In trasferta
giovedì 18 ottobre 2007
2.0
Provate voi a essere chiamati a sedere da qualche parte a gran voce da tre milioni e mezzo di persone e poi voltarvi per vedere che la gran parte si è dileguata presa dal telefonino che non va, la macchina da cambiare, la zia che sta male, la badante che pretende troppo e il lavoro scaduto da cambiare. Provate allora a fare di testa vostra, chiusi nel palazzo dov'è la sedia su cui vi hanno chiesto di accomodarvi. Provate, poi sentirete dire che monta l'antipolitica. E' già successo, sta succedendo. Ma ce ne siamo dimenticati e siamo passati in pochi giorni dal furore popolare che doveva travolgere tutto alla formidabile richiesta di partecipazione della ggente. Vorticanti nel frullatore non ci siamo accorti che la maggior parte della ggente passa la maggior parte del tempo a casa sua e delle cose in comune se ne infischia, allegramente o no. A volte non volendo occuparsene, spesso non potendo. Partecipa sì, ma col il minimo sforzo, mettendo la croce su una scheda, e di questi tempi è già tanto. E se decide - mettiamo - di costituirsi in comitato, nove volte su dieci lo fa perché non vuole più tossici e immigrati fra i piedi, quasi mai per qualcosa. E' l'altro lato della società 2.0. Servizi e prodotti sono sempre più flessibili e adattati alle esigenze individuali, ma si è così presi dal proprio mondo su misura che si evita di mettere il naso fuori dalla finestra. Magari chissà, a buttarci un occhio là fuori, ci si accorgerebbe che tutto su misura proprio non è. Sotto sotto la consapevolezza c'è: se una pur consistente minoranza si reca ad eleggere il segretario di un'associazione privata, un qualche focolaio coperto dalla cenere rimane. Ma per il momento siamo più portati a sovradimensionare ciò in cui ci imbattiamo nel tragitto casa-lavoro-supermercato e reclamiamo se ci si chiedono soldi per sistemare le cose in comune. Che tanto stanno lì, fuori dalla finestra. Siamo passati dall'occuparci solo di quelle - quando tutto era politica - a considerarle estranee. Niente vie di mezzo. E loro sono rimaste lì; qualcuno che se ne prende cura comunque è rimasto. E nell'indifferenza generale le mette a valore. Per sé e per pochi amici.
Ds on line
Ds on line
mercoledì 17 ottobre 2007
Di più
Domani sera in radio si andrà in voce per la prima volta. Definirlo numero zero di qualcosa è eccessivo, chiamiamola prova: dopo le 22.
Rientrare nei ranghi
Il processo di normalizzazione avanza inesorabile: da oggi in radio passa anche la pubblicità. Prima di commentare però, è bene sappiate che si tratta dello spot, in onda gratuitamente, di Altrocioccolato, manifestazione che inizia domani.
Altrocioccolato
Altrocioccolato
martedì 16 ottobre 2007
In ascolto
domenica 14 ottobre 2007
Ricaduta
Un po' perché gli unanimismi non portano bene e un po' per ottimismo, per l'ennesima volta si è andati a mettere la croce sull'appartenente alla categoria del meno peggio.
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