Lettera contro lettera.
Repubblica, Corriere
mercoledì 31 gennaio 2007
Il baratro #2
Però che colpo Repubblica. Pensate a Ezio Mauro che si sente dire al telefono: "Sono Veronica Lario e vorrei pubblicare sul suo giornale una lettera in cui chiedo scuse pubbliche a mio marito".
Il baratro
Al di là delle domande (e risposte) banali che la pornografia dei sentimenti messa in scena dalla coppia Berlusconi-Lario può suscitare in un cittadino medio, mi ha colpito, nel diluvio di commenti, questa dichiarazione di Cacciari sul cattivo gusto di Berlusconi. E mi è venuta un'altra domanda: qual è il grado di buon gusto di una moglie (quella moglie, con poteri sicuramente superiori a quelli della media delle donne italiane) che fa rimbalzare sulla prima pagina del secondo giornale nazionale il baratro nel quale è precipitato il rapporto col marito? Mi sono dato anche una risposta, ma sono cose mie, non ve la dico.
Kataweb, Repubblica
Kataweb, Repubblica
lunedì 29 gennaio 2007
L'altro '77
Posto e linko in ritardo. Poco male, perché lo scritto è meritevole e testimonia che in quegli anni lì erano tanti quelli che sognavano, scoprivano cose e provavano a cambiarle senza sparare. Poi furono costretti alla ritirata dagli utilizzatori di armi, convenzionali o meno che fossero, di ambo le parti.
Media-Trek
Media-Trek
Anche questi sono Usa
La svolta ambientalista di Bush spiegata dall'Economist tradotto da Internazionale. La tesi è che Mr. President sente la pressione crescente dell'ambientalismo, tema che avrebbe contagiato settori economico-sociali insospettabili. L'altra cosa interessante è che, sorpresa, l'Europa viene portata ad esempio.
Internazionale
Internazionale
Gol
Ieri sera, tornato a casa poco dopo le 11, ho acceso la tv con l'intenzione di vedere i gol di Samp-Inter. Saltabeccando di qua e di là tra i due bar televisivi in cui la domenica sera si trangugia calcio ho visto nell'ordine: Materazzi che parlava della testata presa da Delvecchio; Collovati, Dossena, Tardelli e Tecoli di qua e Mosca e qualcun altro di cui non ricordo il nome di là che commentavano la testata data da Delvecchio a Materazzi; Delvecchio che in diretta telefonica si scusava con gli italiani per la testata data a Materazzi. Poi sono andato a dormire, ché i servizi proseguivano con Chievo-Empoli, finita senza gol.
Un'era fa
Un lungo - forse anche troppo - articolo sulla magia delle compilation su cassette così ben descritta da Nick Hornby in "Alta fedeltà", che per un largo tratto è un'apologia della musica pre-internet. A parte la nostalgia che trasuda da ogni riga, c'è una domanda chiave che viene posta e che si può tradurre così: una canzone scaricata dalla rete e stipata in un iPod ha la stessa magia di un oggetto con copertina, testi, illustrazioni, ringraziamenti, date e studi di registrazione, componenti della band e ospiti, a volte addirittura strumenti suonati e, quando c'è rimasta, la targhetta del prezzo incollata sopra?
Guardian
Guardian
sabato 27 gennaio 2007
Ceto politico (o senso della misura)
"Le multe ai semafori sono diventate un problema sociale".
[detta durante una trasmissione televisiva dal capogruppo di un partito in un consiglio comunale di un capoluogo di regione]
[detta durante una trasmissione televisiva dal capogruppo di un partito in un consiglio comunale di un capoluogo di regione]
venerdì 26 gennaio 2007
Call me bitch
In italiano si traduce con puttana, che conserva ancora una valenza principalmente sessuale. L'autrice di The Big Fat Bitch Book però, spiega bene l'evoluzione - principalmente dell'inglese bitch, ma anche della traduzione italiana - dell'attributo da epiteto puro e semplice, ad aggettivo utilizzato rabbiosamente per descrivere una donna che rifiuta lo stereotipo della femmina a capo chino. La tesi, non isolata, è che la definizione può essere presa come complimento.
Guardian, Amazon, bitch
Guardian, Amazon, bitch
Prima e dopo
Anche LA Times ha deciso che immetterà gli articoli nel web appena terminati, senza attendere che prima vengano pubblicati sull'edizione cartacea del giorno dopo.
La Stampa
La Stampa
giovedì 25 gennaio 2007
L'oro dei reality
Costano poco, rendono tanto. I giorni di lavorazione per confezionarli sono aumentati del 53% lo scorso anno nella "capitale mondiale dei reality". Rassegniamoci: il futuro è loro.
LA Times
LA Times
Come il Big Mac
Il festival californiano di Coachella: band da favola, posto ok ma misure di sicurezza così eccessive da renderlo di plastica.
Guardian
Guardian
Nomi, cose...
Ma con quale criterio, e a che punto delle indagini, la polizia sceglie i nomi per le operazioni ben riuscite da presentare alla stampa? Nel senso: quando inizi non sai a che esito ti porteranno le indagini. Obsession car, per esempio, dev'essere per forza stato scelto ex post, visto che si tratta di "un’operazione contro un gruppo criminale specializzato nel furto di auto". Superbike anche ("un colossale affare sporco sulla pelle dei motociclisti"). Alto impatto è di più difficile spiegazione. E poi, una volta arrivati a mettere insieme un numero di elementi sufficienti per poter battezzare l'indagine, gli agenti cominciano subito a indicare l'operazione con il nome con la quale la presenteranno? Oppure la scelta arriva solo alla fine, per mettere in archivio le cose con un codice, per così dire, telegenico?
Polizia, motoblog
Polizia, motoblog
mercoledì 24 gennaio 2007
Medioevo
Si può nell'era digital-globalizzata, dove tutto è a portata di clic e bla bla bla, essere impossibilitati a prelevare e versare da e nel proprio conto corrente in una filiale diversa da quella nella quale è stato aperto il conto? Sì, si può.
L'erba del vicino

Independent
martedì 23 gennaio 2007
Ricominciamo
La giornata era iniziata con la notizia della reunion degli Europe. Poi è migliorata: si rimettono insieme anche Rage against the machine e Jesus and Mary Chain.
Repubblica, NME, Guardian
Repubblica, NME, Guardian
lunedì 22 gennaio 2007
E' tutto relativo
La villa di Saddam nel sud della Francia occupata dagli squatter. I vicini: "Gli Hussein non ci hanno mai infastidito. Erano loro (gli squatter) a preoccuparci".
New York Times
New York Times
L'inutilità delle confezioni
Perché avvolgere di carta prodotti alla cui protezione ha già pensato la natura? La campagna dell'Independent contro l'impacchettamento stupido.
Independent
Independent
venerdì 19 gennaio 2007
L'archivio di Neil
Per chi lo ama (il titolare qui è tra quelli) è una data da segnare a calendario. A settembre esce il volume 1 di una sorta di autobiografia musicale del buon vecchio Neil Young: otto cd di concerti e brani per gran parte inediti.
Uncut
Uncut
A prescindere
La tv è fonte di grande ispirazione per blogger. Il titolare qui ne vede poca assai e il prodotto ne risente. Ieri ad esempio in un programma a caso in prima serata, capitava di ascoltare da parte di un morigeratissimo e nient'affatto estremista ospite la messa in mora della vigliaccheria dei Ds, che pure non sono cuor di leoni, ma che in questo caso venivano imputati di non fare le riforme "per non scontentare la propria gente". Riformismo a prescindere, insomma. In altri tempi si sarebbe detto: riformane uno per educarne cento.
mercoledì 17 gennaio 2007
Quella è proprio l'isola che non c'è
Il Milan distanziato di 28 punti dall'Inter prima in classifica tratta l'acquisto di Ronaldo.
Gazzetta
Gazzetta
Regaliamogli un calendario
Non che sia legittimo trarre conseguenze di causa-effetto dalle cose che sto per scrivere, però non resisto e devo dirlo: mi ha colpito il fatto che nei giorni in cui monta nei blog e non solo un certo malcontento nei confronti della mancanza di spirito innovativo da parte della compagine di governo (malcontento che peraltro non mi sento di condividere del tutto), mi sia capitato tra le mani "La ragione", periodico dei Comunisti italiani del Lazio, in cui buona parte delle immagini immortala manifestazioni dell'Italia degli anni Settanta. Chissà che, di questo passo, qualche settore più centrista della maggioranza non prenda coraggio per ripubblicare le fondamentali opere contro i referendum di quegli stessi anni messe in giro dalla Dc.
Wittgenstein, Non è niente
Wittgenstein, Non è niente
Vicino oriente
Nell'arco di un paio di giorni ho scoperto le seguenti due cose, che non so se abbiano un nesso, io per non sbagliare le metto in ordine cronologico di scoperta: 1) nel 1975 l'associazione italiana per i rapporti culturali con la repubblica popolare democratica di Corea dette alle stampe "Consacriamo tutti i nostri sforzi a raggiungere gli 8 milioni di tonnellate di cereali" di Kim Il Sung; 2) "Fiabe fatate", edito da Rusconi libri srl, è stampato in Cina.
martedì 16 gennaio 2007
giovedì 11 gennaio 2007
Gallina vecchia fa buon brodo
Vabbè, sarò nostalgico anche se non credo di averne il requisito dell'età, avrò i paraocchi, ragionerò a senso unico e sarò anche tendenzialmente un po' snob (non mi vengono altre critiche, per ora). Però fatemi dire che ieri sera dopo essermi intrattenuto nella specialità "salti sul letto con figlia" e averla messa a nanna, non mi sono pentito di aver sentito l'esigenza di accendere la tv, spaparanzarmi sul divano e sorbirmi un'ora abbondante di un programma: era quello di Cochi e Renato.
mercoledì 10 gennaio 2007
martedì 9 gennaio 2007
E lo chiamano quarto potere
Stamattina, come tutte le mattine, sono andato in edicola. Poiché c'era qualche cliente davanti a me ho avuto l'opportunità di soffermarmi ad assistere a un vero e proprio spettacolo ginnico con l'edicolante a muoversi come un furetto alla ricerca del doppio di quanto gli veniva richiesto: per ogni giornale un altro in regalo, o un volume di enciclopedia, o qualche altro omaggio per rendere più appetibile la vendita di un pezzo di quello che è stato definito quarto potere.
lunedì 8 gennaio 2007
Ah, l'Italia
Come tutti i luoghi comuni, anche quello secondo cui l'Italia sarebbe arretrata rispetto al resto d'Europa, del mondo o di chissà quale altra entità geografica (dipende dall'interlocutore che ti spiattella davanti la sua incontrovertibile verità), è consunto e sintomo di pigrizia. Però, a vedere che del rapporto Stern sull'effetto serra si discute in Italia oggi mentre in Gran Bretagna l'Independent ci faceva la prima pagina il 31 ottobre dell'anno scorso (se è consentita una miserrima autocitazione, lo segnalai dove bloggavo prima), la tentazione di rifugiarsi nella consunzione e nella pigrizia è forte.
Repubblica, Independent, Cafè avenue
Repubblica, Independent, Cafè avenue
venerdì 5 gennaio 2007
Sono in maggioranza
I migliori dieci dischi italiani del 2006 secondo gli ascoltatori di Village. Sì, Vinicio ha fatto proprio un gran bel disco.
Village
Village
Del tirannicidio
"E' giusto uccidere un tiranno? Posta in modo così secco, la domanda - riemersa in improbabili paragoni tra l'impiccagione di Saddam Hussein e la fucilazione di Benito Mussolini - non può che avere una risposta altrettanto secca: sì, è giusto. Almeno finché il tiranno è in sella, finché la sua morte è il passaggio obbligato verso la libertà, finché non c'è altro mezzo che il tirannicidio. E sono questi "se" a fare la differenza. La differenza che chiama in causa il contesto storico con cui il giudizio etico qualche rapporto deve pure avere. Altrimenti ogni cosa diventa uguale al suo contrario e tutto si annulla".
L'attacco dell'editoriale di Gabriele Polo sul manifesto di stamattina chiude, almeno per me, quell'andirvieni di riflessioni ed emozioni apertosi con l'impiccagione di Saddam Hussein. Perché pur essendo fermamente contrario alla pena di morte nella giustizia ordinaria, ritengo che quando c'è di mezzo un tiranno, per giunta particolarmente sanguinario, la prospettiva cambi. Quando tutta Italia e mezza Europa, nelle ore immediatamente successive alla morte di Saddam, lamentavano la mancanza di umanità del gesto, l'elemento che mi ha fatto uscire dal coro è stato proprio il ripensare al fatto che la mia gente il suo dittatore l'ammazzò e che io non mi sento affatto di condannare, neppure a più di sessant'anni dai fatti, quella scelta. Anzi. Allora questo stracciarsi le vesti per la morte data a Saddam non mi penetrava. Mi veniva da pensare più ai curdi gasati, agli oppositori sistematicamente eliminati, al fatto che molti di quelli che protestavano per l'impiccagione di Saddam avrebbero viceversa gioito se Pinochet invece di morire nel suo letto fosse stato fucilato da un plotone di esecuzione e che l'onestà intellettuale in loro era come il sole di notte. E ne concludevo che sì, il tirannicidio è una necessita storica. Ma anche questa, come tutte le assolutizzazioni, è fuorviante. Perché ci sono i contesti diversi; perché come ha ricordato Adriano Sofri, l'uccisione di Mussolini è stato un atto di guerra, mentre dare la morte a uno che hai catturato da tre anni è una vendetta. Ma è quello che dice oggi Polo che è davvero risolutivo. Perché per quanto mi riguarda il tirannicidio continua a non essere paragonabile con la pena di morte. Ma al tempo stesso non si è obbligati a dare la morte al tiranno. Ci sono i contesti, appunto, che vanno considerati di volta in volta.
il manifesto, Repubblica
L'attacco dell'editoriale di Gabriele Polo sul manifesto di stamattina chiude, almeno per me, quell'andirvieni di riflessioni ed emozioni apertosi con l'impiccagione di Saddam Hussein. Perché pur essendo fermamente contrario alla pena di morte nella giustizia ordinaria, ritengo che quando c'è di mezzo un tiranno, per giunta particolarmente sanguinario, la prospettiva cambi. Quando tutta Italia e mezza Europa, nelle ore immediatamente successive alla morte di Saddam, lamentavano la mancanza di umanità del gesto, l'elemento che mi ha fatto uscire dal coro è stato proprio il ripensare al fatto che la mia gente il suo dittatore l'ammazzò e che io non mi sento affatto di condannare, neppure a più di sessant'anni dai fatti, quella scelta. Anzi. Allora questo stracciarsi le vesti per la morte data a Saddam non mi penetrava. Mi veniva da pensare più ai curdi gasati, agli oppositori sistematicamente eliminati, al fatto che molti di quelli che protestavano per l'impiccagione di Saddam avrebbero viceversa gioito se Pinochet invece di morire nel suo letto fosse stato fucilato da un plotone di esecuzione e che l'onestà intellettuale in loro era come il sole di notte. E ne concludevo che sì, il tirannicidio è una necessita storica. Ma anche questa, come tutte le assolutizzazioni, è fuorviante. Perché ci sono i contesti diversi; perché come ha ricordato Adriano Sofri, l'uccisione di Mussolini è stato un atto di guerra, mentre dare la morte a uno che hai catturato da tre anni è una vendetta. Ma è quello che dice oggi Polo che è davvero risolutivo. Perché per quanto mi riguarda il tirannicidio continua a non essere paragonabile con la pena di morte. Ma al tempo stesso non si è obbligati a dare la morte al tiranno. Ci sono i contesti, appunto, che vanno considerati di volta in volta.
il manifesto, Repubblica
martedì 2 gennaio 2007
Puntuale come un orologio
Si fa presto a dire che si può fare a meno della televisione: come l'avete fatto il conto alla rovescia per stappare lo spumante la notte di Capodanno?
Regali di Natale
Ma che forma avrà la curva dell'impennata dei ricavi delle compagnie telefoniche nei giorni delle feste?
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