Ieri durante la presentazione di Manituana, a proposito del fatto che i loro libri possono essere liberamente fotocopiati, uno dei Wu Ming ha detto: "Noi non rinunciamo al diritto d'autore, evitiamo solo di proibire la possibilità di copiare". E' seguito un discorso su quant'è meglio poter saggiare un'opera gratuitamente per poi eventualmente acquistarla, invece di dover comprare a scatola chiusa. Il tutto chiuso da un dato, che io non conoscevo: "Q" (il primo romanzo del collettivo) ha venduto ad oggi 270mila copie, su ognuna delle quali è scritto che "è consentita la riproduzione parziale o totale dell'opera e la sua diffusione in via telematica ad uso personale dei lettori, purché non sia a scopo commerciale". Riporto la cosa perché da più parti, dopo il via alla radio copyleft che passa da questo blog, mi si chiede se quelli che vengono trasmessi sono musicisti "veri" e come fanno a campare...eccetera. Le parole e i dati riportati mostrano meglio di mille elucubrazioni e convegni su copyleft e no copyright, come i diritti possono essere rispettati e gli autori campare delle loro opere senza che queste vengano messe sotto chiave e rese fruibili solo dietro pagamento. Poi ci sarebbe il discorso della libera circolazione dei beni dell'intelletto e di quanto questo favorisce il successo commerciale delle opere stesse. Ma ve lo risparmio, ché tra l'altro il concetto è abbastanza intuitivo per chi abbia un po' di sale in zucca, categoria dalla quale sembrano esclusi i manager delle case che mettono sul mercato libri e dischi.
Manituana.com
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