mercoledì 7 maggio 2008
Pesi e misure
Qui non si ritiene che la coerenza sia un valore in sé. Nessuno è oggi quello che era ieri. E cambiare idee è anzi un processo di crisi che meriterebbe di essere guardato con maggiore attenzione rispetto a quanto si fa abitualmente, magari evitando di utilizzare lo schema in questo caso improprio fedeltà-tradimento. Il problema nasce quando nel medesimo intervallo temporale si sentono emettere dalle stesse bocche e sullo stesso tema giudizi differenti a seconda delle persone cui ci si riferisce. Sulla questione dei redditi di alcuni personaggi pubblici ampiamente divulgati nei giorni scorsi ad esempio, si sono visti acrobatismi degni dei circhi più celebrati. Così la ricchezza, utilizzata da una certa area politico-culturale come uno dei metri, se non l'esclusivo, per misurare le capacità e il livello tout court delle persone, è diventata all'improvviso, per una parte almeno di quella stessa area, una colpa dalla quale difendersi. Cioè: se si discute di un imprenditore, magari divenuto nel frattempo presidente del Consiglio, la ricchezza è non solo sinonimo di qualità, ma addirittura garanzia di capacità di governo anche in settori non legati all'imprenditorialità; se invece si parla di un comico, si lascia amabilmente passare l'idea - occhieggiando alle viscere del pubblico televisivo alle prese con la quarta settimana - che la mole del reddito imponibile sia direttamente proporzionale alla gravità del furto commesso ai danni del pubblico credulone. La conferma della tendenza nei confronti del comico si è avuta ieri sera a Matrix ascoltando l'argomentare dell'ex ministro Gasparri e del giornalista Facci sul fenomeno-Grillo. Per avere conferma della tendenza nei confronti dell'imprenditore, occorrerebbe avere un archivio che non ho. Oppure sollecitare le considerazioni dei suddetti politico e giornalista, magari provocandoli additando Berlusconi al pubblico ludibrio per il suo conto in banca. Così potremmo vedere l'effetto che fa. Che è comunque prevedibile. Ma questa è cultura del sospetto.
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