martedì 29 dicembre 2009
Scusate lo sfogo (post banale)
Uno cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno, di non fare l'apocalittico; col tempo, impara anche a guardare senza pregiudizi le analisi secondo cui l'uomo nuovo che da appena quindici anni imperversa in Italia ha rappresentato una soluzione di continuità con le forme di potere paludato e ipocrita cui la sinistra si è sempre opposta, salvo far loro da scudo scandalizzata quando si è accorta che altri le hanno messe in discussione a modo loro. Uno, dicevo, capisce che i tempi cambiano, che non è detto che la storia debba ripetersi uguale a se stessa, che le forme di esercizio del potere possono cambiare. Uno, soprattutto, dice a se stesso che se si sta all'opposizione e si vuol cambiare, non è difendendo riti e liturgie e giacche e cravatte che si ottengono risultati. Uno che stava all'opposizione nella prima repubblica, soprattutto, arrivo a dire, prova un po' d'invidia per B. che incurante di tutto fa le corna ai vertici di capi di stato e di governo. Poi conclude che non è sovvertendo le forme che si fanno riforme e rivoluzioni, ma ritrovarsi a difenderle - le forme - e fare di questo una mission politica è ben triste. Triste, ecco. Che sa di retroguardia, che inibisce il camminare avanti. Poi però, capita anche che quell'uno che, dicevo, cerca di allenarsi a vedere il bicchiere mezzo pieno, un giorno sbotti e si avvicini pericolosamente a qualcosa che non gli piace: tipo il neomoralista alla dipietro, lo strillone che urla alla democrazia calpestata, al fascismo addirittura (che i confinati, i carcerati, i partigiani, gli ebrei deportati e mai tornati avranno le convulsioni nelle bare a sentire dipietri, ragazzini e anziani in preda a momenti di insensatezza cianciare di fascismo, oggi in Italia). No, non griderò sguaiato che ci sono i fascisti alle porte, non ridurrò alla difesa delle forme contro le corna ai vertici internazionali la voglia di cambiamento. Però mi vado sempre più convincendo che noi saremo pure diventati rigidi, grigi, incapaci a parlare con chi non la pensa come noi. Ma a quella retroguardia siamo costretti anche dal fatto che i nostri stomaci e quelli di coloro cui non sappiamo più parlare si sono assuefatti alle pietanze più avariate. Perché nella prima repubblica paludata e grigia che ci vedeva oppositori colorati, neanche il più tangentaro degli assessori regionali socialisti arrivava al livello di volgarità di questo Davide Boni, che si trova al governo di una regione bella, operosa, civile e accogliente di nove milioni (9) di persone. E non è l'ordine del giorno che invita alla delazione contro lo straniero, lo scandalo. Siamo diventati di stomaco così forte, nel tempo, che arriviamo a inquadrare una bestialità del genere nella categoria degli strumenti di lotta politica. E' il "se poi l’amministrazione non dovesse intervenire, i cittadini chiamino pure direttamente noi della Lega" che fa rabbrividire. E' il far west portato nei palazzi da chi quei palazzi li dovrebbe governare con le leggi e invece lo fa con i cinturoni, a far paura. A dirci che la discarica è arrivata ad esaurimento, che il nauseabondo ha superato i livelli di sopportabilità. E' il partito di governo, si badi, che si fa legge da sé per scendere al livello delle viscere dei rappresentati che ci dice come siamo arretrati pure rispetto agli anni in pure tutto ci faceva schifo, nonostante oggi abbiamo internet e i cellulari.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento