La propaganda è una brutta bestia. Per chi la subisce e per chi è contento di subirla. Perché ci sono due modi di esserne succubi. Uno è quello di chi si rende conto che è propaganda e però fa una fatica immonda con le sue sole forze ad arginarla: la propaganda è tale perché ha forza e mezzi per annientare la ragione. L’altro è quello di chi è sottoposto a un processo di infatuazione tale da dover giustificare anche cose che non pensava o di cui non è mai stato/a convinto/a; succede quando l’infatuazione per il soggetto che pensa e dice quelle cose (uomo, donna, politico, partito, ministro che sia) è andata talmente in là che non si riesce a tornare indietro e si cercano appigli per rendere accettabile anche a se stessi il proprio nuovo punto di vista, trovandoli nella propaganda, appunto. Questi sono quelli “contenti” di subirla, la propaganda. Poi c’è chi la propaganda la promuove perché ne trae giovamento, e chi non si rende neanche conto di subirla diventandone megafono, ma non è questo il punto. Qui interessano i “contenti”.
Uno degli esempi di “contenti” è dato da una fascia crescente di elettori del M5S che trovandosi sotto la mitragliatrice comunicativa leghista, si stanno acconciando a giustificare posizioni in tema di immigrazione che non gli appartenevano, e che soprattutto non hanno senso. Aveva cominciato il loro leader (Di Maio) a parlare di “taxi del mare”, ma sotto il pressing salviniano si sta andando pure oltre quella sciagurata definizione, e si sta tutto riducendo in una poltiglia informe nella quale non si riescono più a distinguere gli ingredienti sani (qualora ce ne fossero) da quelli velenosi. E allora te li trovi, i “contenti”, a solennizzare che c’è gente che specula sulla pelle dei migranti (ma va?) e che bisogna fermare questa tratta (ma non mi dire!). Date queste premesse, concludono salvinianamente, i “contenti”, che bisogna bloccare i porti.
Andrebbe tutto bene in un ragionamento del genere. Se non fosse che la premessa, sebbene sostenuta da ampie batterie di propaganda, non regge all’urto della realtà. Se c’è gente che specula sui migranti, è perché questi non hanno possibilità legali di approdare in Europa. L’unica chance che gli è data da leggi inumane, è quella di pagare prezzi altissimi per affrontare viaggi inumani e violenze di ogni tipo per poi alla fine mettersi su un barcone e rischiare di annegare. Dire che per fermare la tratta occorre chiudere i porti e rimandare tutti indietro al proprio destino di morte per fame o guerra - perché questo significa – non sposta di una virgola il problema. E non è solo una questione di umanità. Chi è spinto da fame o guerre non lo fermi; quello manco lo sa che tu hai chiuso i porti. Continuerà a partire, perché con queste leggi ci sarà sempre qualcuno che gli offrirà un barcone a caro prezzo per fuggire dalla merda in cui si trova. E lui o lei ci salirà sopra, se potrà.
La politica dei respingimenti non è solo disumana. È insensata. Non risolve i problemi che verbosamente afferma di voler affrontare. Dice: ce l’hai con Salvini, con il Movimento (con la M maiuscola eh, mi raccomando). No. Non datevi troppa importanza. Ce l’ho con l’Europa che una cosa del genere dovrebbe capirla (è semplice, eh) e dovrebbe aprire corridoi di legalità per i migranti. Ci sarebbe più umanità. Ma so che non è questo che vi interessa, e allora dovete sapere che ci sarebbero pure più controllo e più ordine. Esattamente quelli che strombazzano i propagandisti, che dicono una cosa e mettono in atto la condotta giusta per non raggiungerla. Però ci prendono voti, con quella condotta insensata. E convincono i “contenti”, beati loro.
Ecco, ho ripetuto l’ovvio. La propaganda ti sottopone anche a questo tipo di pratica idiota.
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