Le forze dell’ordine sono dovute intervenire per sedare una lite condominiale in una palazzina di Contursi al termine della quale si sono contati diversi feriti. Il motivo della contesa è stato il mancato accordo sul brano da cantare sui balconi alle 18 di giovedì 19 marzo. La fazione dei tradizionalisti, capeggiata da Mario Rissetti, 48enne con precedenti per vendita di cd abusivi di Gigi d’Alessio, proponeva “L’italiano” di Toto Cutugno, mentre gli autonominatisi “innovatori” volevano fortemente l’ultimo successo sanremese di Elettra Lamborghini. La situazione, già al colmo dell’esasperazione, pare sia precipitata quando un condomino ventenne si è lasciato sfuggire “Ammazza che musica de merda che sentite tutti quanti!”.
Il coronavirus nel frattempo sta costringendo le forze politiche a rivedere le rispettive strategie di comunicazione. Il M5S è quello che si è trovato più in difficoltà dal momento che il leader politico attuale, Vito Crimi, sta cercando di farsi spiegare il significato della parola “strategia”. «Una volta che l’avrà capita la strada sarà tutta in discesa – confidano gli spin doctor del Movimento – perché in due-tre giorni al massimo avrà imparato anche il significato di “comunicazione”».
Il fatto che mezzo Pd si trovi costretto alla quarantena allevia di molto i cronisti, abituati a districarsi tra le differenti posizioni che usualmente caratterizzano le varie anime del partito: ad oggi se ne contano solo 26, anche se Anna Ascani sta per uscire dal periodo di isolamento forzato e contribuirà alla ventisettesima. Si potrebbe arrivare a 28 con l’immancabile “Ce lo chiede l’Europa”, anche se di questi tempi neanche Dario Nardella sembra propenso a farla propria.
In difficoltà Matteo Renzi, il quale è in attesa che la destra faccia la prima mossa per spararla ancora più grossa.
I due leader sovranisti dal canto loro avrebbero già fatto del loro meglio se solo non fossero stati costretti a fronteggiare degli imprevisti per cui la parte più movimentista di Lega e Fratelli d’Italia ha subito proposto la galera, salvo ricredersi quando gli è stato fatto capire che in galera ci possono andare solo le persone e non anche i nomi comuni di cosa.
All’interno di Fratelli d’Italia una fronda, subito ribattezzata demo-pluto-massonico-eccetera-eccetera dalla maggioranza, ha proposto un flash-mob. Su di loro è caduta la scomunica di Giorgia Meloni, la quale ha espulso tutti dal partito con l’accusa di esterofilia e ha però fatto sua l’idea varando un “movimento di un istante”, questo il nome scelto per l’iniziativa da una Meloni che nel presentarla si è lasciata sfuggire “E parliamo italiano, cazzo!”. L’idea era di cantare l’inno di Mameli accompagnati dall’orchestra in tonalità di “sol”, ma quelli di Fratelli d’Italia, timorosi che quella nota potesse rimandare al “sol dell’avvenire” socialista, hanno all’ultimo momento deciso di farla in “do” dando luogo a una terribile cacofonia, parola italianissima utilizzata qui per sostituire un più volgare “figura di merda”.
Salvini invece, era da giorni in giro alla ricerca di cibo italiano da comprare. Aveva optato per una semplice e autarchica pasta al pomodoro, ma poi gli hanno spiegato che il grano per gli spaghetti arriva dall’Ucraina e la polpa di pomodoro la spremono a mano degli immigrati clandestini che prendono 3 euro per ogni quintale raccolto. A quel punto, il leader leghista, preso dal nervosismo, si è acceso una Marlboro, ma quando il capo della “Bestia” Luca Morisi gli ha sussurrato all’orecchio che la Philip Morris, produttrice del tabacco, è americana, ha avuto una crisi di panico per la quale i medici sono dovuti ricorrere a una potente dose di xanax. Una volta riavutosi, Salvini ha voluto sapere dettagliatamente che cosa gli fosse successo, e quando gli è stato riferito che lo xanax è prodotto dalla Pfizer, multinazionale farmaceutica statunitense, ha avuto un nuovo mancamento dal quale si risveglia ogni tanto solo per gridare “Allah akbar”.
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