venerdì 15 febbraio 2008

A prescindere dal telespettatore

Non voglio stare a menarla sulla questione "tv vecchia-rete nuova" e sulle rispettive professionalità che ci lavorano dentro. Solo che a volte la differenza si mostra in maniera imbarazzante. Ad esempio: su Wikipedia, che si tratti di film o di romanzi, il lettore è bene avvertito che gli si sta per squadernare la trama dell'opera, così se uno ha voglia va fino in fondo, se invece vuole conservare il gusto della sorpresa si ferma. Ieri mi è capitato di seguire al Tgr un pezzo su uno spettacolo teatrale in cui il giornalista ha concluso divulgando urbi et orbi il finale. Chiaramente senza preavviso.
Wikipedia

Quattro parole

Non avendo voglia, tempo e capacità per una critica accorta, mi limito a quattro parole: Into the wild spacca.
Bim

mercoledì 13 febbraio 2008

Compromesso storico

A proposito di questa cosa, ieri sera io e mia moglie, che avevamo parlato nei giorni scorsi dell'argomento ma ci eravamo mantenuti su un piano generale, abbiamo appreso che il nostro travaglio di elettori di sinistra (consumato individualmente e senza influenzarsi più di tanto l'uno con l'altra) ci ha portato alla stessa conclusione, cioè a considerare una cosa che avevamo entrambi trascurato: ci sono due voti a disposizione.

Parziale ripensamento

Rettifico parzialmente quanto detto qui e cosciente di andare contro la corrente maggioritaria metto a verbale di ritenere che, visto lo squallore sessista che domina nei rapporti sociali in ogni angolo del pianeta e visto che a volte i simboli possono risultare anche più utili dei contenuti, una presidente di nome Hillary sarebbe da salutare come cosa buona e giusta. Sì, l'altro è nero e anche in quel caso l'aspetto simbolico non sarebbe da sottovalutare. Però, se è possibile fare una scala, il razzismo oggi mi sembra meno pericoloso dell'altra bestia; il sessismo, appunto. Che si nasconde anche nel doppio fondo di molti ferventi progressisti.

martedì 12 febbraio 2008

Anticipare la moda

Anche io corro da solo. Da anni. Tre volte a settimana, per setto-otto, quando ho tempo anche dieci chilometri.
Repubblica, l'Unità, Reuters

lunedì 11 febbraio 2008

Via gli steccati

I Rem a Umbria Jazz.
Adnkronos

Sotto botta

Tutta politica anche oggi, ma secondo me a Repubblica soffrono di schizofrenia: da un lato pompano perché il Pd corra da solo e si liberi di ciò che sta alla sua sinistra - e ci sta - dall'altro si ostinano ad aggregare nelle tabelle dei sondaggi e nei pezzi di commento il risultato del centrosinistra che non esiste più. La realtà sarà pure difficile, però occorre fare lo sforzo di accettarla.
Repubblica

Occupatooo

Il lato divertente dell'accelerazione impressa dalla crisi del governo Prodi e dalla proclamazione delle elezioni è che quando guardi i movimenti cui sono costretti oggi alcuni politici provi quasi lo stesso imbarazzo di quando entri in un bagno pubblico e c'è già qualcuno dentro che ha dimenticato di chiudere la porta a chiave: Fini voleva fare l'Alleanza per l'Italia e si ritrova catapultato dentro un partito il cui nome è stato deciso (?) in elezioni primarie (?) alle quali né lui né i suoi hanno partecipato; Dini, che a maggio era uno dei 45 saggi del Pd e che fino al 24 gennaio ha votato insieme al centrosinistra, oggi aderisce pienamente Pdl. Almeno Mastella è coerente, per lui è cambiato solo lo scenario: trattava nel bazar dell'Unione e ora lo fa nel suq della libertà.
Corriere della Sera, Adnkronos

Comunicato stampa (post popolare)

Essendosi reso conto della pesantezza del post precedente, il titolare, nell'intento di rendere il suo blog più al passo coi tempi e appetibile al pubblico dichiara: "'Sta sinistra ha rotto, fa l'inciuci co' Berlusconi e passa tutto il tempo a litiga'. E poi in du' anni che ha fatto Prodi? Gnente. Io ale prossime elezioni a vota' non ce vado".
PS: dimenticavo: "Tanto so' tutti uguali"

Scegliere, please

Dice, basta litigi: il Pd con il Pd e l'arcobaleno con l'arcobaleno. Basta ammucchiate e coalizioni eterogenee che paralizzano poi l'azione di governo con estenuanti discussioni. Non fa una piega a sentirli. Ma perché se scelgo la casella dove sta Bersani devo rinunciare a Ferrero? E perché se opto per lo schieramento che di qui a poco (speriamo) sceglierà Vendola come leader, devo negare il mio consenso a quello in cui sta Rosy Bindi? Oppure, mettiamola diversamente: perché se dico Bertinotti sono costretto a trovarmi dalla stessa parte di Diliberto e se invece mi dirigo verso Veltroni mi devo imbattere nella Binetti? E' che per molti - anzi, forse per pochi, diciamo per alcuni - la sinistra che non c'è sarebbe quella che non rinuncerebbe all'orizzonte dell'utopia ma se ne servirebbe come patrimonio genetico per operare qui e ora. Sarebbe quella in grado di riconoscere gli orrori e guardare avanti senza perdere per strada lezioni importanti. Sarebbe quella con la benzina della radicalità nel serbatoio e la lucidità di un riformismo degno di nome al volante. Ecco, magari mettendo insieme i pezzi scompaginati di questo puzzle si potrebbe cogliere il meglio di quello che ci dà quest'epoca in cui i fortunati nati negli Ovest e nei Nord del mondo hanno possibilità molto più ampie di quanto avveniva in passato. Si potrebbero trasformare il cambio di lavoro e la mobilità da drammi personali, come sono oggi per molti, in opportunità. Si potrebbero affrancare gli schiavi alla catena della precarietà evitando di scadere nell'assistenzialismo privo di prospettive. Si potrebbero utilizzare le risorse - che ci sono - per sostenere i soggetti che ne sono in grado nello sviluppo dei propri progetti a prescindere dai santi in paradiso. Si potrebbe garantire a tutti un'esistenza davvero dignitosa e non l'elemosina di qualche centinaio di euro al mese. Si direbbe pensione e si penserebbe alla qualità della vita della gran parte di popolazione che sarà vecchia nei prossimi decenni. Si toglierebbero ambiente e ricerca dalla bacheca dei "vorrei ma non posso" e li si metterebbero nel posto che meritano: al centro dell'agenda di un governo al passo coi tempi. E magari, chissà, si guarderebbe con occhi diversi ai Sud e agli Est del mondo. Basta coi condizionali. La sinistra che non c'è, c'è: divisa in pezzi ma c'è. E per certi versi, ricorrendo a Giovanni Lindo Ferretti, "così vanno le cose, così devono andare". Turarsi il naso e scegliere. In un caso come nell'altro. E consoliamoci se non altro col fatto che le persone che guidano i due pezzi sono il meglio che Pd e arcobaleno esprimono in questo momento.

sabato 9 febbraio 2008

Il Kamasutra di Fini

Qualcuno gli dica di fermarsi, sennò arriva alle elezioni spompato: posizione 1, posizione 2, posizione 3, posizione 4.
Repubblica, Yahoo notizie, Tgcom, Tendenze online

giovedì 7 febbraio 2008

Eclissato

Ho diversa musica lì da parte che attende di essere ascoltata ma sono un po' di giorni che non riesco a staccarmi dall'ultimo dei Subsonica.

Rassegna stampa

Per capire quanto sia azzeccata, ancorché perdente in prima battuta, la mossa di Veltroni di andare da solo alle elezioni, leggete come si agita il suo avversario. Poi, viste le minchiate che si sentono e si leggono in giro, per capire cosa pensa il manifesto - oltre che di Israele in generale - del boicottaggio della fiera del libro di Torino per aver scelto quello stato come paese ospite, andate alla fonte e leggete cosa dice la direttrice del giornale (qui, ma solo da domani, se siete impazienti andate in edicola).
PS: divagazione strettamente personale, dopo quelli di Rodari, il primo libro che ricordo di aver ricevuto in regalo da mio padre, all'epoca iscritto e attivista del Pci, è il Diario di Anna Frank. Alla faccia della sinistra antisemita.
Repubblica, il manifesto

Sommessamente

Ma fare riferimento all'ipotesi di lavarsi quando si sa di dover passare buona parte della giornata in un luogo chiuso con altri sventurati vorrà dire che uno è schiavo del sistema?

La parola Veltroni

Oh, per carità, non è che perché uno naviga in internet e magari aggiorna il suo blog oltre (si spera) a farlo anche per sé stesso, sia più moderno o affidabile di chi non si intrattiene in queste attività. Però a me ha sorpreso un po' constatare a quando risalgono gli ultimi aggiornamenti dei primi tre siti - dopo il primo, che è la biografia su Wikipedia - che compaiono su Google se si digita la parola "Veltroni".
La nuova stagione, Il sindaco di tutti, Partito democratico

mercoledì 6 febbraio 2008

Seguire la scia (post effimero)

Visto che il presidente Usa governa anche noi che non lo votiamo, la moda di schierarsi non è poi così priva di un suo senso, pur lasciando il tempo che trova. Allora, sarà che con l'età si impara ad accontentarsi anche di poco ma qui si pensa grossolanamente di aver già vinto le prossime elezioni statunitensi: Bush non è candidabile e con tutta probabilità vincerà il candidato democratico, Obama o Clinton che sia. E' qualcosa più di niente.

Playlist (quasi) autarchica

C'è molta Italia buona nella musica che passa oggi in radio. A partire dagli Hi Risk Cafè, che hanno appena pubblicato per Anomolo un disco nuovo in cui c'è almeno un pezzo, "La mia concubina", che diventerebbe un hit se solo avesse anche la metà della copertura data a quel Charlie che fa il surf.

martedì 5 febbraio 2008

Nostradamus

Dopo aver preso atto che non ci sono le condizioni per varare la riforma elettorale si andrà a elezioni con i programmi elettorali zeppi di proposte per la riforma elettorale. Il centrosinistra perderà le elezioni ma il Pd sarà il primo partito, la cosa rossa o quello che diventerà, perderà le elezioni e basta. Fini e Casini ricorreranno allo psicanalista: Berlusconi ormai è un incubo più per loro che per gli avversari. Poi ci sarà il referendum elettorale a meno che non si trovi un accordo per fare le riforme. In entrambi i casi e a meno che il referendum fallisca si porrà il problema di andare nuovamente a elezioni. E si aprirà l'era di Veltroni, che sarà riuscito a ritagliarsi un sistema elettorale su misura. Nel frattempo i precari avranno continuato a non accumulare contributi per la pensione che non prenderanno mai, i pensionati al minimo a fare vita grama, l'evasione fiscale sarà tornata di moda, la ricerca sarà rimasta una chimera e l'ambiente un fiore all'occhiello su un abito lercio.

lunedì 4 febbraio 2008

Fatelo!

Occhio che adesso si rischia di vedere direttori del personale o facenti funzione con il biglietto degli accoppiamenti obbligatori.
Agi