venerdì 15 giugno 2007

Genova 2001 reloaded

Carlo Bonini intervista per Repubblica il questore Canterini sui fatti della Diaz. A leggere, risuonano echi già ascoltati e riaffiora l'incomprimibile sensazione che le parole di chi non vuole o non può dirla tutta confermano anche più dei racconti di chi subì: là dentro successe qualcosa di indegno e la storia della sassaiola da cui sarebbe scaturito il massacro...bah.
Repubblica, Wikipedia

Posta celere

Ricevo quotidianamente da almeno un paio di mesi - come chiunque ha una casella di posta elettronica, credo - messaggi palesemente falsi i cui autori, spacciandosi per Poste Italiane, tentano di entrare in possesso dei dati personali dell'utente. Leggo oggi dal titolo di un giornale locale: "Poste italiane lancia l'allarme. Occhio alle frodi informatiche". Mi fermo a leggere, il pezzo attacca così: "Attenzione alle mail in arrivo. Il phishing è dietro l'angolo".
Wikipedia

mercoledì 13 giugno 2007

lunedì 11 giugno 2007

Che poi uno si confonde

A stretto giro di posta, eccolo qua ancora una volta il Pci riesumato: si giunge alla stessa conclusione di Cossiga ma si parte dall'angolo opposto.
Repubblica

sabato 9 giugno 2007

Fuori tempo

Un blog-formica che attaccasse Cossiga o difendesse Bertinotti farebbe ridere i polli. E infatti non è questa l'intenzione. Se si prende spunto da qui è solo per dire che questa storia dell'"ai tempi di..." sa veramente di anticaglia, a prescindere da chi la dica (e sono in molti) e quindi anche dal fatto che stavolta sia stato Cossiga a servirsene. Nella fattispecie, dai tempi del Pci sono passati diciassette anni. Un periodo in cui è successo forse più di quanto era accaduto nei quarant'anni precedenti. Agire oggi come si agiva allora, questo sì che sarebbe strano.
Repubblica.it

mercoledì 6 giugno 2007

martedì 5 giugno 2007

Piccolo mondo antico

Lo strano caso di radio Fip dà il polso di come passato e futuro coesistono creando a volte corto circuiti al limite del grottesco. La radio, francese, è così amata dai jazzofili inglesi di Brighton, che da quando le trasmissioni sono state bloccate su suolo britannico si vanno organizzando proteste sul versante nord della Manica. In un colpo solo le autorità inglesi ripropongono per via aerea dogane che si cancellano sulla terra e sfidano una realtà che già oggi con un semplice computer - e sempre più tra qualche tempo con la diffusione di apparecchi wi-fi - mette in grado di captare suoni e voci non più vincolati a viaggiare solo su etere.
IHT, Radio Fip

Servizio pubblico

Qualcuno avverta gli impiegati delle Poste che quando arriva l'agognato orario di chiusura, prima di serrare la porta scorrevole e barricarsi dentro, farebbero bene a guardare se ci sono utenti in transito. Tanta è la fretta che prima o poi qualcuno lo ghigliottinano.

sabato 2 giugno 2007

Un disastro

La recensione di Stewart Copeland del secondo concerto dei Police riuniti a Vancouver: fuori tempo fin dal primo pezzo, Sting che "si muove sul palco come una checca" e altre amenità.
Stewart Copeland via NME

venerdì 1 giugno 2007

Liberi liberi

Il sistema è abbastanza intuitivo ma visto che qualche pigrone me lo chiede, eccolo servito: no, per ascoltare la radio non è necessario rimanere incollati al sito. Una volta avviato il player siete liberi di navigare dove volete continuando ad ascoltare la musica, sempre che lo vogliate. Altrimenti basta disattivare il player.

Geniali

C'è l'emergenza idrica, ci sono le ordinanze anti-spreco e proprio mentre viene giù un po' di pioggia vedi i sistemi irriganti temporizzati delle aiuole pubbliche spruzzare acqua che è una bellezza.

Par condicio

Però di là s'è parlato del segreto di Fatima.
Repubblica, Rai

La pubblicità è l'anima

Non so. Ma a giudicare dall'eco ottenuta dalla pubblicità delle rockstar defunte con le scarpe ai piedi, dalla popolarità della gente che si è inalberata e dal fatto che gli spot sono stati ritirati prima di essere messi in circolo nei luoghi ordinari, viene quasi da pensare che il tutto sia stato messo insieme proprio a uso e consumo di blogger e internauti.
AnalogicoUrbano, Emmebi, NME

giovedì 31 maggio 2007

Due possibilità

O Veltroni sta godendo da matti o sta consumando le unghie a furia di grattarsi.
Repubblica

I conti tornano, a volte

Pete Townshend spiega come Substitute sia stata ispirata da 19th Nervous Breakdown degli Stones. Per uno che ha consumato i timpani su entrambi i pezzi è un piccolo cerchio che si chiude.
Pete Townshend via NME

Non nel mio portacenere

In coda nel traffico. Il finestrino anteriore sinistro della macchina davanti s'abbassa, una mano fa capolino, dalle dita svolazzano in aria cellophane e carta argentata. La mano rientra, qualche secondo ed esce nuovamente. Stavolta nell'atmosfera finisce carta blu notte e una minuscola striscia rossa.
P. S. Il titolo originario del post era "tipi italiani". Poi l'ho cambiato, ché mi sembrava ingeneroso e disfattista.

Incontentabili

Avviso ai naviganti: questo potrebbe risultare un pippone politico. Però, se una cosa ti frulla in testa da mesi, quale posto migliore del tuo blog per esprimerla? La questione eccola: siamo sicuri di non star imputando alla classe politica, segnatamente a quella che sta al governo in Italia in questo momento, la responsabilità di non utilizzare poteri e facoltà che essa ha invece perso via via nel corso del tempo? Certo, uno sforzo in più per evitare di apparire (ed essere) una casta lo si può chiedere senza il timore di apparire massimalisti scriteriati. Così come non è da visionari esigere uno sforzo per dirigersi verso una maggiore qualità degli investimenti, della ricerca, della cura dell'ambiente, che poi sono cose che si tengono insieme l'una con l'altra. E, da ultimo, vicina alla soglia minima al di sotto la quale non si può scendere, è la richiesta di garantire un tetto sulla testa e sanità e istruzione dignitosi per tutti. Ma, detto questo e facendo presente che anche nel campo dei diritti civili e delle questioni di genere (gerarchie ecclesiastiche permettendo) qualche passo in avanti lo si potrebbe fare, siamo sicuri che quando si parla di politica su blog e forum, riviste e giornali, al bar e nelle cene tra amici, non diamo per scontato di aspettarci dal governo (dai governi), cose che non può più darci? Siamo sicuri che, almeno per chi è dai trenta in su, non ci riferiamo - anche quelli che ritengono di avere la patente per stare al passo coi tempi - a un mondo che non c'è più?, cioè a quello dei blocchi contrapposti: dove la politica - piaccia o meno - conservava una forza che si è sbriciolata come i calcinacci del Muro venuto giù nell'89?, dove c'erano delle ragioni e delle identità forti (magari troppo) che spingevano a battersi un mare di gente, sia di qua che di là, che in questo modo svolgeva anche una preziosa forma di controllo nei confronti della casta? Oltre allo sbriciolamento delle identità poi, la parcellizzazione della società e delle stesse vite di tante e tante persone ha fatto il resto, relegando da vent'anni a questa parte a quota del tutto marginale le persone che hanno il privilegio del tempo utile per interessarsi attivamente di politica. Inevitabile, in un quadro del genere, che i pochi interessi forti e organizzati rimasti sulla scena risultino iper-rappresentati rispetto al resto del quadro. Così l'assetto delle città viene stabilito in base ai desiderata di chi ha la moneta per investire pesantemente; le priorità della ricerca (quando la si fa), idem e via dicendo. E' una questione di rapporti di forza, in base ai quali lo stesso potere politico - ecco il punto - ha sempre meno spazi e, diciamo così, ancore ideali per agire e una marea di persone sempre più bassa alle spalle per poter dire: no, qui decidiamo noi. E così, quello stesso potere va assumendo sempre più le fattezze della casta. E così, si rimane impantanati nell'accapigliamento sul nome del leader. E così, anche le maggiori opportunità che pure si hanno rispetto al mondo di venti-trent'anni fa, rimangono in una dimensione quasi sempre individuale, di nicchia, e sempre meno spesso collettiva, politica. L'alternativa? Per chi non sogna una riedizione della presa del palazzo d'Inverno è difficile da trovare. Qui sta il guaio. Si può tentare di trasformare in meglio gli spazi in comune e la politica, oggi, evitando il richiamo all'indesiderabile di un mondo che non c'è più e muovendosi negli spazi attualmente concessi da condizioni oggettive che prescindono dalle volontà nostre e di chi sta anche ben al di sopra di noi? Si può chiedere al potere politico di svolgere in pieno la sua funzione? Ho il timore che i margini siano davvero ristretti. Anche se vale la pena provarci.

mercoledì 30 maggio 2007