giovedì 7 febbraio 2008

Rassegna stampa

Per capire quanto sia azzeccata, ancorché perdente in prima battuta, la mossa di Veltroni di andare da solo alle elezioni, leggete come si agita il suo avversario. Poi, viste le minchiate che si sentono e si leggono in giro, per capire cosa pensa il manifesto - oltre che di Israele in generale - del boicottaggio della fiera del libro di Torino per aver scelto quello stato come paese ospite, andate alla fonte e leggete cosa dice la direttrice del giornale (qui, ma solo da domani, se siete impazienti andate in edicola).
PS: divagazione strettamente personale, dopo quelli di Rodari, il primo libro che ricordo di aver ricevuto in regalo da mio padre, all'epoca iscritto e attivista del Pci, è il Diario di Anna Frank. Alla faccia della sinistra antisemita.
Repubblica, il manifesto

Sommessamente

Ma fare riferimento all'ipotesi di lavarsi quando si sa di dover passare buona parte della giornata in un luogo chiuso con altri sventurati vorrà dire che uno è schiavo del sistema?

La parola Veltroni

Oh, per carità, non è che perché uno naviga in internet e magari aggiorna il suo blog oltre (si spera) a farlo anche per sé stesso, sia più moderno o affidabile di chi non si intrattiene in queste attività. Però a me ha sorpreso un po' constatare a quando risalgono gli ultimi aggiornamenti dei primi tre siti - dopo il primo, che è la biografia su Wikipedia - che compaiono su Google se si digita la parola "Veltroni".
La nuova stagione, Il sindaco di tutti, Partito democratico

mercoledì 6 febbraio 2008

Seguire la scia (post effimero)

Visto che il presidente Usa governa anche noi che non lo votiamo, la moda di schierarsi non è poi così priva di un suo senso, pur lasciando il tempo che trova. Allora, sarà che con l'età si impara ad accontentarsi anche di poco ma qui si pensa grossolanamente di aver già vinto le prossime elezioni statunitensi: Bush non è candidabile e con tutta probabilità vincerà il candidato democratico, Obama o Clinton che sia. E' qualcosa più di niente.

Playlist (quasi) autarchica

C'è molta Italia buona nella musica che passa oggi in radio. A partire dagli Hi Risk Cafè, che hanno appena pubblicato per Anomolo un disco nuovo in cui c'è almeno un pezzo, "La mia concubina", che diventerebbe un hit se solo avesse anche la metà della copertura data a quel Charlie che fa il surf.

martedì 5 febbraio 2008

Nostradamus

Dopo aver preso atto che non ci sono le condizioni per varare la riforma elettorale si andrà a elezioni con i programmi elettorali zeppi di proposte per la riforma elettorale. Il centrosinistra perderà le elezioni ma il Pd sarà il primo partito, la cosa rossa o quello che diventerà, perderà le elezioni e basta. Fini e Casini ricorreranno allo psicanalista: Berlusconi ormai è un incubo più per loro che per gli avversari. Poi ci sarà il referendum elettorale a meno che non si trovi un accordo per fare le riforme. In entrambi i casi e a meno che il referendum fallisca si porrà il problema di andare nuovamente a elezioni. E si aprirà l'era di Veltroni, che sarà riuscito a ritagliarsi un sistema elettorale su misura. Nel frattempo i precari avranno continuato a non accumulare contributi per la pensione che non prenderanno mai, i pensionati al minimo a fare vita grama, l'evasione fiscale sarà tornata di moda, la ricerca sarà rimasta una chimera e l'ambiente un fiore all'occhiello su un abito lercio.

lunedì 4 febbraio 2008

Fatelo!

Occhio che adesso si rischia di vedere direttori del personale o facenti funzione con il biglietto degli accoppiamenti obbligatori.
Agi

domenica 3 febbraio 2008

Un'orchestra di giocattoli

Alla fine si è optato per la prima opzione e si è ascoltato il disco nei ritagli di tempo concessi dal lavoro. Dell'effetto assuefazione neanche a parlarne, anche perché il cd era da poco in rotazione. Anzi. A sera il concerto è stato godibilissimo, a tratti trascinante, e i pezzi, già buoni da studio, dal vivo guadagnano anche qualcosa. C'era anche Mixo a presentare, che, ho constatato con mia grande meraviglia, essere ricordato più per essere stato una videostar nella Videomusic degli anni Novanta che per aver partecipato alla magica stagione della Radiorai antelucana degli anni Ottanta, quando sbarbati liceali passavano parte della notte ad ascoltare musica che in provincia era difficilissimo reperire. Peccato per il pubblico, decisamente non all'altezza. Sul palco c'erano ...a toys orchestra.

sabato 2 febbraio 2008

Dilemma

In attesa di un concerto, durante il giorno ascoltare i pezzi del gruppo che suonerà la sera o cercare un diversivo per evitare l'effetto assuefazione?

mercoledì 30 gennaio 2008

Perché Sanremo è Sanremo

Oggi la seconda pagina degli spettacoli di Repubblica è dedicata a Nick Cave. La prima alla polemica sulla censura di Zampaglione. Ubi maior minor cessat.

Si potrebbe leggere così

Assolto grazie a due avvocati difensori che nella passata legislatura, da membri della commissione giustizia della Camera, avevano caldeggiato il varo di una norma di cui hanno richiesto oggi l'applicazione per il loro assistito.
Corriere, Camera, Kataweb

The dark side of the music

La vicenda Qtrax ha riportato in voga la questione della musica on line e il dibattito che l'accompagna da tempo sui danni provocati alle case discografiche e, di riflesso, agli artisti stessi. Che le produzioni vadano pagate per fare in modo che la musica e chi la produce continuino a vivere è di evidenza solare. Così come è vero che la protezione dei diritti imposta dalla Siae è del tutto fuori dal tempo e i prezzi di alcuni cd - che si pretenderebbe venissero comperati a scatola chiusa, visto che scaricare qualcosa gratis per un ascolto preventivo è illegale - sono assurdi. Che le licenze Creative commons siano al momento uno dei pochi validi compromessi per sancire i diritti di chi crea e consentire una più larga fruizione di musica da parte del pubblico - così da permettere anche di testare musica e artisti nuovi -, è da queste parti assodato. Tanto che la radio qui a fianco trasmette solo quello. Ma c'è un lato oscuro della luna: quello della musica dal vivo. Gli alti costi per l'allestimento dei concerti e lo scarso coraggio degli organizzatori stanno desertificando intere zone del paese. Chi vive dentro questo mondo riferisce che si preferisce puntare sui nomi dei soliti noti (e ormai neanche più tanto interessanti), anche se chiedono ormai cifre stratosferiche. Perché c'è incasso sicuro, dicono. Ora, la musica, come qualsiasi altro prodotto culturale, vive se circola, oltre che se viene pagata. Inibire a tanta gente che non vive in Padania - perché è solo lì che non ci si può lamentare - la possibilità di fruire di una stagione di concerti degna di nome dà luogo a un doppio problema, uno musicale di cui si è detto, e uno sociale-urbanistico: se non altro per la disarmante vacuità della schiera di locali indifferenziati e noiosi che affollano le città di provincia e si sono ormai trasformati in luoghi di stordimento e abbeveraggio pre-discoteca. Artisti di alto livello qualitativo ma di medio calibro di pubblico, manager: abbassate le pretese e viaggiate di più. Oppure fate così: piazzatevi davanti a una mappa dell'Italia, mettete i puntini sulle città che toccate e pensate a quanta gente non sarà possibile venirvi ad ascoltare (tanto per dire, Cristina Donà non è mai stata in Umbria, ma il sottoscritto l'ha vista quattro volte tra Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna). Artisti di più piccolo calibro e di radiose speranze: affittate un furgone e viaggiate quanto più vi è possibile, voi che potete, non essendo ancora intrappolati in certe ragnatele.
Repubblica, Creative commons

Per chiarezza

Questo è uno dei motivi che ha spinto a scrivere il post precedente. Poi possiamo baloccarci sul conflitto d'interessi (che non si regolerà mai finché Berlusconi sarà presente sulla scena politica pronto a scatenare la guerra civile su quel tema), sulla precarietà e quant'altro: la leva fiscale e la gestione delle risorse pubbliche sono centrali e prioritarie nell'attività di un governo. E quello appena messo in crisi ha cercato i soldi dove erano. Non è il libro dei sogni ma non è neanche da sputarci sopra. E converrebbe ricordarlo a chi si presenterà alle prossime elezioni. Ora basta, che di fronte ai duri e puri che affollano la rete si rischia di passare per il cantore delle gesta governative, che non è propriamente un vestito che si attaglia al titolare della roba che state leggendo. E basta anche per un altro motivo: con questo è il sesto post consecutivo che si dedica a crisi di governo e dintorni. Stop.

sabato 26 gennaio 2008

Dichiarazione politica ex post

Da queste parti si è già scritto cosa si pensava del governo Prodi e dintorni (qui in occasione della semi-crisi sulla relazione di D'Alema bocciata al Senato nel febbraio scorso e qui, in un momento in cui si era in vena di pipponi). Senza volerla fare troppo lunga, a tutti quelli che in questi giorni vanno scrivendo e/o dicendo che tutto sommato il governo di centrosinistra ha deluso le aspettative (in parte è vero) e che insomma se la sono meritata (in parte è vero) o che addirittura l'uno e l'altro pari sono (inorridisco al paragone), piace contrapporre che: tra chi fa footing tutte le mattine e chi si fa fare la sauna e tirare la pelle; tra chi a settant'anni non mistifica la sua condizione di nonno e chi alla stessa età ama accreditarsi come (improbabile) sciupafemmine; tra chi va in Parlamento a certificare la crisi (è successo due volte) e chi il Parlamento lo vede come una perdita di tempo e preferisce Porta a Porta; tra chi cerca di riportare nelle casse pubbliche il maltolto dell'evasione fiscale e chi all'evasore fiscale occhieggia complice, ecco, in tutti questi casi elencati a titolo esemplificativo qui si continua a scegliere la prima opzione. E più passa il tempo e più si ha il timore di doverla rimpiangere a lungo, l'opzione.

venerdì 25 gennaio 2008

giovedì 24 gennaio 2008

Ora che è andata com'è andata

Mi sento di mettere a verbale che l'analisi di Salvi fa poche grinze. Sul resto (sputi, insulti omofobici, poesie sulle bocche sbagliate e indegnità varie) non è il caso di spendere parole.
Aprile on line

domenica 20 gennaio 2008

Parole sante

"Il laico è colui che tra Chiesa e Stato sente di dover erigere un alto muro di separazione per proteggere sia la sovranità legiferante del popolo sia le religioni".
Per tornare seri, il lungo - ma vale la pena di leggerlo fino in fondo - editoriale di Barbara Spinelli di oggi su chiese, stati, religioni e Ruini.
La Stampa