venerdì 14 marzo 2008

Benedetto figliolo

Vabbè che in campagna elettorale si sente di tutto e che il titolare di questo blog non ha mai capito la funzione politica di Pierferdinando Casini da quindici anni a questa parte ed è quindi viziato da pregiudizio. Ma santiddio, sentir dire che tra Pd e Pdl ci sarà il grande inciucio da uno che fino a un paio di mesei fa predicava governi di pacificazione è veramente troppo.
Repubblica

giovedì 13 marzo 2008

A schiaffi in faccia

Il titolare di questo blog a Genova nel 2001 non c'era. Ma ha sentito raccontare dalla viva voce dei genitori l'angoscia di cellulari spenti e quella di non sapere dove fossero finiti i figli per oltre 48 ore, di averli poi saputi a Bolzaneto; ha sentito raccontare da chi ha subito le angherie, dei piercing strappati di dosso con la forza e di cicatrici che non si rimarginano e di ossa ricalcificate male; ha sentito descrivere il fiato sul collo che si sente mentre si scappa per sfuggire alle botte. Ha visto le immagini della mattanza in strada. Eppure sempre lui, il titolare di questo blog, è riuscito a distrarsi come la maggior parte degli italiani di fronte a questa notizia, salvo riprendersi oggi grazie a questo schiaffo di Marco Revelli sul manifesto:
Evidentemente quei corpi umiliati, quei ragazzi profanati alla loro prima esperienza d'impegno pubblico, non sono simboli sufficientemente maneggiabili, né utili nello spazio degradato della competizione senza principi. Meglio il faccione di Calearo, i fogli bianchi strappati da Berlusconi, le boutades di Veltroni. La rincorsa ai santini di Ruini. Fanno più colore. "Funzionano", "tirano", come si dice adesso.

Agi, il manifesto




martedì 11 marzo 2008

Compa' (reloaded)

Succedono cose strane. In Spagna trionfa Zapatero, Izquierda unida fracassa preludendo a quello che succederà agli omologhi italiani dell'arcobaleno e la sinistra radicale italiana sale sul carro del vincitore spagnolo dimenticando, almeno una parte di essa, di aver partorito insieme ad Iu la Sinistra europea; Valentino Parlato, che a occhio e croce in Spagna avrebbe votato Iu, fa un editoriale sul manifesto (come al solito il giorno stesso è impossibile linkare) tutto intento a spiegare come Veltroni dovrebbe prendere esempio da Zapatero. Sarà sbiadita quanto vi pare, ma ho l'impressione che anche per voi che indugiate in quello che rischia di diventare un radicalismo di maniera, Veltroni e il Pd rappresentano una speranza.
Corriere, Ansa, Sinistra europea

venerdì 7 marzo 2008

In voce

Stavolta niente complotti di rete, la trasmissione è andata. Se c'eravate e vi siete persi qualcosa o se non c'eravate proprio e avete voglia di saperne lo stesso qualcosa, questa è la playlist andata in onda.
COLT Time bomb
HI RISK CAFE La mia concubina

CINEMAVOLTA Dalla parte sbagliata

BENZINA Mai

ANALOGICOURBANO Associazione libera

DIRGE You've grown away from me

MICRO B 1000 scuse

BORAS BAND Bob

giovedì 6 marzo 2008

mercoledì 5 marzo 2008

Ma basta

Excusatio non petita: i radicali sono una forza politica che merita il più alto rispetto poiché pur su posizioni minoritarie hanno contribuito al progresso civile dell'Italia emancipandola da climi spesso oscurantisti. Tesi: se Pannella minaccia di lasciarsi morire di sete per queste questioni è segno che è veramente arrivato di cottura.
Corriere

Meteoropatica

Sulla playlist di oggi c'è il cielo grigio e batte la pioggia alla finestra. Accordi in minore e tempi dilatati. Pianoforti. E anche quando è rock è lento.

martedì 4 marzo 2008

Spot

Da un paio di giorni cercavo una definizione per alcune delle candidature del Pd per Camera e Senato che esprimesse senza eccedere il retrogusto poco gradevole che vi trovo. Me l'ha fornita Berlusconi.
Agi, Repubblica

sabato 1 marzo 2008

Alice guardava i gatti

Non sono io che non mantengo le promesse. Ieri sera niente radio perché l'adsl era andata giù e dipendeva da Telecom. Il bello è che stamattina, quando ho chiamato il 187 per ripristinare il tutto, dopo aver segnalato il guasto seguendo le istruzioni della voce meccanica, in attesa che mi rispondesse l'operatore, la voce continuava a dirmi che potevo controllare lo stato della linea in rete.

venerdì 29 febbraio 2008

Il silenzio e poi

La radio spenta si accenderà alle 22. Ci saranno il titolare a blaterare un po' e ritmi sostenuti.

giovedì 28 febbraio 2008

I tempi che corrono

Il pezzo di Massimo Gramellini sulla Stampa è un compendio di sociologia.
La Stampa

Compa'

Io vi conosco. O forse no. Vi conosco come si conosce sé stessi, quindi poco, tutto sommato. Però vi conosco anche come si conoscono gli altri che siete diventati nel frattempo per me. Non eccessivamente altro. Ma quanto basta per vedere difetti e tic che da troppo vicino non riesci a scorgere. Un po' come quando ti guardi in fotografia e ti sorprendi di scoprirti diverso dall'immagine che ti rende lo specchio tutte le mattine, hai presente? No, non è come pensate, non ho messo su la pancia del commendatore. Anzi. Sono decisamente più in forma di quando mi capitava di abbuffarmi alle cene sociali che mi piacciono tuttora ma che ho sempre meno occasione di frequentare. Vi conosco. Quel tanto che basta per avercela con voi. Perché so quanta cultura, quanto pensiero critico, quanta attenzione vera a chi non riesce a soddisfare i propri bisogni, quanta passione autentica, quanta politica davvero altra ci sono nelle cose che fate. Perché alcuni dei luoghi che contro (quasi) tutto e tutti vi ostinate a tenere aperti rappresentano tra le officine culturali più laboriose e avanzate che questo paese possiede. Perché senza di voi le città sarebbero più grigie. Perché senza di voi ad aprire la pista, alcuni temi che magari dopo qualche anno diventano di pubblico dominio non si toccherebbero mai. Perché disobbedire è il primo passo per modificare le cose e voi disobbedite. Perché il vostro anticonformismo è ossigeno sociale. Fino a quando non non lo consumate tutto compiacendovi di rimanere da soli dentro le vostre stanze. Fino a quando disobbedire diventa l'unico passo che siete in grado di muovere. Ecco perché ce l'ho con voi. Perché riuscite come pochi a disperdere un patrimonio rifiutandovi di contaminarlo con qualcosa di buono che pure fuori di voi esiste. Questo post forse non sarebbe nato se l'altro giorno non avessi ricevuto una telefonata a metà: diretta al professionista che sono e proveniente dalle conoscenze maturate quando vi frequentavo. L'obiettivo era darmi la notizia che nella regione nella quale lavoro "ci sarà il simbolo della falce e martello" (il virgolettato è una citazione). E giù contro Rifondazione che rinuncia a bla bla bla. E giù contro i trotskisti - detentori dell'altra falceemartello - che sono settari. Ma come? E il movimento dei movimenti? E le belle parole sulla contaminazione tra diversi? Ecco, in molti, troppi forse, siete fatti così. E di questo passo finirete soli, davanti allo specchio. Anzi in parte lo siete già. Senza neanche qualcuno a fianco che vi possa metter davanti la vostra fotografia, così da vedere particolari che presi dalla routine di tutti i giorni non si scorgono. Soli. Contro tutto ciò che si muove appena fuori dalle vostre coordinate. Soli. Con le verità rigide da contestare ma solo quando non sono le vostre, che non vi rendete neanche conto di quanto le consideriate immodificabili. Con il vostro conformismo speculare a quello di chi contestate. E con il furore, indispensabile per mettere in piedi quello che costruite, ma ostacolo per parlare anche a chi potrebbe ascoltarvi, se solo usaste le parole giuste e foste più disponibili a compromettervi.

mercoledì 27 febbraio 2008

Musica e basta

Venerdì sera, orario variabile, vi farò sapere, il titolare qui torna a fare il wj. Niente monografie, poche chiacchiere. Solo musica. E pure un po' movimentata, che sta tornando primavera. Cliccate sul bottone qui a destra e vi sarà dato.

martedì 26 febbraio 2008

Luoghi comuni

Non ho granché da dire su Sanremo, non avendo neanche visto la serata inaugurale. E anche se l'avessi vista, non credo che scriverei cose che valga la pena leggere perché si potrebbe trovarle sicuramente altrove. Perciò questo post non sarebbe nato se ieri sera, tornato a casa, non avessi trovato la tv sintonizzata sul primo e non avessi visto e sentito Daniele Battaglia cantare. Ora, sulla qualità delle produzioni di Toto Cutugno, Michele Zarrillo Paolo Meneguzzi e via elencando si può dire tuto il male che si vuole. Tranne che non siano espressione di una parte della musica italiana. Ma Daniele Battaglia perché? Quanti tour ha fatto? Quanti demo prima di entrare in uno studio di registrazione da chissa quante centinaia di euro l'ora? Perché Daniele Battaglia sta a Sanremo e i Marlene e Cristina Donà, che pure mi è giunta voce c'hanno provato, con i dischi alle spalle e il pubblico che li segue che hanno, sono stati eliminati prima di partire? Non sono forse espressioni della musica italiana? Ecco. Mi fermo qui, con le domande con cui sono andato a dormire. Che il resto sarebbero luoghi comuni.