venerdì 11 aprile 2008

Politicamente scorretto

Rientrato a casa reduce da qualche giorno trascorso in un microcosmo dove entrano pochissimi giornali e le tv accese si mantengono ben lontane dai programmi di sedicente approfondimento giornalistico, mi sono reso conto di quanto il Tg1 di ieri sera (ma lo cito solo a titolo esemplificativo), per metà - o giù di lì - dedicato alle elezioni politiche con un'applicazione da entomologi al meno percettibile dei sospiri delle santanchè o dei boselli, dei ferrara o dei dipietro, fosse ad anni luce da quello che normalmente ti capita di ascoltare quando stai tra la gente comune. Che va dal sempre verde "tanto so' tutti uguali" al (detto simpaticamente) "mi stai sulle palle perché sei comunista" al "so' ventisette anni che non ci vado e non ci vado neanche stavolta, tanto che cambia?". Normalmente quando uno che si sente mediamente acculturato e informato sente frasi del genere, prima inorridisce in silenzio, poi chiede dove sono i comunisti e infine tenta di esporre che no, non sono tutti uguali, che votare è un atto fondamentale e che se non ci vai qualcun altro deciderà per te. Stavolta io, che pure andrò a votare - e anche in maniera abbastanza convinta, premiando in una scheda i cosidetti riformisti e nell'altra i cosidetti radicali - non ho avuto la forza di aprire la bocca. Perché è vero che i partiti non sono tutti uguali, ma è altrettanto vero che la vita di nessuno cambierà in seguito alle elezioni di domenica. Questa è la voragine che i contenuti degli schieramenti in campo non riescono a riempire. E chi aspetta da un anno di essere operato, chi è messo in difficoltà dal costo dei libri di scuola per i figli o dalla rata del mutuo, chi è precario da sempre e non vede futuro, chi da mesi ha mostrato di essere in regola col permesso di soggiorno e aspetta ancora un tagliando per ricongiungersi ai propri figli quello aspetta. Che la sua vita, almeno un poco, cambi. Ecco, visti da qui, occorre fare uno sforzo sovrumano per dire che no, non sono tutti uguali.

lunedì 7 aprile 2008

Torno subito

Il titolare è affaccendato: blog e radio rimarranno silenti per qualche giorno. Ve ne farete una ragione, vero?

venerdì 4 aprile 2008

La playlist

Canzoni e autori messi in rete nel corso della puntata del programma senza nome appena andata in onda.
UNLESS Going back from larzac
HI RISK CAFE' Sad love
SOFFULL bOOgielOser
AMELIE Do it over
SOLAIRE Timon
LE TROU SOCIETE Madrelingua
REIN Grandtour
SARA RADOS La ricetta
FRAZIONE FABBRICA Tracce nascoste
FRAZIONE FABBRICA Tempi imperfetti
IL MANISCALCO MALDESTRO 8 di mattina
1984 Palline di spugna verdi
DIRGE Bottles of memory

Ciao bella

Questo scampolo di dialogo a tre si è tenuto all'interno di un negozio che si trova a sua volta all'interno di un outlet, tra una commessa (A), la sua collega (B) e mia moglie (C) che ancora non se ne capacita.
Entra un messo dell'outlet e consegna una comunicazione scritta.
A) (legge e dice ad alta voce) Ah, quest'anno il 2 giugno si lavora.
B) Beh perché, che c'è di strano? Si è sempre lavorato.
A) Eh no, il 2 giugno è festa.
C) La festa della Repubblica.
A) Ma non era il 25 aprile?
C) No, quella è la festa della liberazione.
B) Ah sì?

Un caffè

Cosa sareste portati a pensare della maggior parte dei vostri compatrioti se una persona straniera che viene in casa vostra, come in molte altre, per aiutarvi a tenerla decentemente, nel momento in cui le offrite un caffè vi rispondesse che siete il primo che lo fa?

Come Maradona

Parlando per l'ennesima volta di Nick Cave, come mi capita in questi giorni - sarà il gran disco che ha fatto, sarà l'attesa di vederlo in concerto -, mi è sembrato di constatare che c'è una certa fascia di pubblico colpita dalle leggende metropolitane sul numero delle sue overdose da eroina, che sembra non basterebbero le dita delle mani per contarle. Bene, prendendo in prestito una felicissima definizione di Gianni Minà sul rapporto tra Maradona e la cocaina, Cave è (ed è stato) Cave non per l'eroina, bensì nonostante l'eroina. Se non altro perché non si spiegherebbe come la sua mente continua a partorire ottima musica anche oggi che da anni non usa sostanze e anzi, come si definisce lui stesso, è diventato un impiegato della musica che si è imposto orari d'ufficio rigidissimi.

Autarchia

La playlist del programma di stasera (ore 22 trattabili) sarà quasi tutta all'insegna del rock italiano. Di nicchia, ma buono.

giovedì 3 aprile 2008

Le domande della vita

Ma a parte i programmi del primo pomeriggio dove tutti litigano con tutti, i reality e le defilippate, c'è qualcosa di più inguardabile delle tribune politiche?

Un dubbio e una certezza

Di fretta, mi limito a una citazione di Gianfranco Capitta presa dal manifesto di oggi: "Tra le molte affermazioni in libera uscita di ieri, il generale Mauro Del Vecchio candidato Pd sostiene che gli omosessuali sono inadatti alla vita militare. Basterebbe rispondergli che nessuno in natura lo è". Sulle prime la considerazione mi ha colpito favorevolmente. Poi, pensandoci bene, mi sono chiesto: ma saremo proprio sicuri che è così davvero per tutti e che a nessuno piace fare il soldatino? E non sono ancora riuscito a darmi una risposta. Una certezza invece ce l'ho: spero non posticipino la data delle elezioni, un altro paio di dichiarazioni del genere e il Pd rischia di indurmi a non votarlo. E più tempo c'è, più possibilità ci sono per i candidati innaturali di sparare minchiate.

mercoledì 2 aprile 2008

Non sono i cani sciolti

Sono i padroni che andrebbero legati.

Se e ma

Lontani dal pc si posta poco sul blog ma venerdì sera, se impedimenti tecnici e personali lo consentiranno, si torna in voce alla radio alla solita ora (22 trattabili). Se proprio non riuscite a farne a meno, sintonizzatevi.

domenica 30 marzo 2008

Una mattina mi son svegliato

Lontano anni luce da quelli che trasformano i figli in fenomeni da baraccone indottrinandoli a dire e magari in futuro a pensare "Veltroni bello, Berlusconi brutto" (o viceversa) a beneficio dell'ilarità del pubblico, mi sono permesso soltanto di insegnare alla mia, testo e melodia di Bella ciao. L'ho fatto non certo per l'ilarità del pubblico, ma con l'animo di chi intona una canzone bella, popolare e adatta ai piccoli - tipo Samarcanda o quelle di Sergio Endrigo, per capirci - salvo notare storcimenti di bocca quando lei si mette a cantarla nelle situazioni più disparate, come accade ai bambini di fare le cose. Io non ne ho avuto la forza, per questo cerco persone di buona volontà che mi aiutino nel titanico compito di far capire che Bella ciao, lungi dall'essere una canzone di sinistra e tantomeno da comunisti è una cosa che tutti gli italiani potrebbero cantare con orgoglio. A meno di non essere fascisti. Guardate il testo, pensate all'Italia del '45, alle diverse fedi politiche che animavano i tanti che negli anni precedenti scelsero la montagna e ditemi se non è così.
Wikipedia

Roba buona

Poche volte m'era capitato di inanellare l'ascolto di una serie di dischi da me giudicati non belli ma addirittura entusiasmanti, come mi sta accadendo in questo periodo: dall'Uno dei Marlene Kuntz, al Technicolor dreams dei Toy's orchestra; dall'Eclissi dei Subsonica al Dig Lazarus dig di Nick Cave (non è una classifica, l'ordine è rigorosamente casuale). Mi stavo preoccupando. Poi, al di là degli Arcade Fire che hanno rotto l'incantesimo e abbassato la media, ho avuto occasione di confrontarmi con gente che condivide con me una parte degli ascolti e i rispettivi giudizi: non sono io che ho abbassato la soglia di qualità, è che in giro c'è roba buona.
PS Cioccati: so benissimo che chi non condivide i gusti musicali del blog sta meditando una prevedibile battuta sul titolo del post.

venerdì 28 marzo 2008

giovedì 27 marzo 2008

A pelle

Ho guardato questa cosa una prima volta. Da potenziale elettore del partito oggetto della cosa stessa ho provato imbarazzo ma non l'ho scritto subito. Ho aspettato. Ho guardato la cosa una seconda volta. E la sensazione è rimasta quella iniziale.
YouTube

lunedì 24 marzo 2008

Botte di fortuna

Il titolare qui conosce per averla testata su sé stesso la deformazione di chi ha un blog che prevede il fastidio che si prova nel non essere riusciti a tradurre in video a causa di una serie di impedimenti un post che era venuto in mente. Ci sono però post che è bene abbiano subito quella sorte. Alcune settimane fa qui stava per esserne inserito uno che avrebbe denigrato l'atteggiamento di un artista incrociato all'entrata di una mostra che volantinava e chiedeva firme di sostegno per essere inserito alla Biennale di Venezia sulla base dello slogan: basta coi raccomandati. Poi uno va a vedere Colpo d'occhio ed esce dal cinema provando tra le altre sensazioni anche un certo sollievo per non aver mai scritto una cosa del genere.

Le certezze della vita

Durante il pranzo di Pasqua al ristorante che prevede cinque-se portate, ci sarà sempre qualcuno che dopo l'antipasto dirà: "Starei bene già così".

mercoledì 19 marzo 2008

Ostinato

Repubblica torna su Genova con queste due cose. Le parole stanno più o meno tutte lì e sarebbe pleonastico aggiungerne altre. Solo una cosa: perché si parli di un accadimento del genere a distanza di anni è dimostrato tra le altre cose dal commento-testimonianza arrivato a questo post e da questa citazione che estrapolo dal pezzo di D'Avanzo:
I magistrati sembrano chiedere ascolto, più che al tribunale, a chi ha il dovere di custodire gli equilibri della nostra democrazia. Bolzaneto, sostengono, insegna che "bisogna utilizzare tutti gli strumenti che l'ordinamento democratico consente perché fatti di così grave portata non si verifichino e comunque non abbiano più a ripetersi".
Repubblica

Vota Antonio

Ieri sera, ore 22.43, Ballarò
Floris: "Mi lasci fare la domanda".
Di Pietro: "La sua domanda sarà quella che sarà, mi lasci dare la risposta".