venerdì 26 settembre 2008

Scova la differenza

In alcune delle foto di questa galleria compare un oggetto attorno ai polsi di una persona, niente ai polsi degli altri due.
Repubblica

giovedì 25 settembre 2008

Passiamo ad altro, dai

Telenovela finita. C'è la fondata speranza che i giornali comincino a parlare di temi più interessanti.
Repubblica

Io lo so che non sono solo

Ma la mattina mangia?, la sera si addormenta? e il pomeriggio com'è? A una festa di mocciosi capita di sentirsi rafficare addosso domande del genere. Le sole, personali e poste da semplici conoscenti, che sei felice di sentirti chiedere, genitore in crisi di autostima.

venerdì 19 settembre 2008

17 anni in due minuti

Secondo me 'sta cosa qui è geniale.
Repubblica.it

Scorrettissimo

Perdonate la bassezza e l'ignoranza di chi parla senza cognizione di causa: ma a voi, di Alitalia, interessa davvero qualcosa? Nel senso: uno che mediamente si tiene informato ed è interessato a quello che gli gira intorno e scopre che regolarmente salta le pagine dei quotidiani che trattano del tema e sbuffa quando vede che i tg aprono con quella notizia, deve sentirsi davvero un po' in colpa? E se poi non gli capita neanche di parlarne in giro, nel senso che le persone che normalmente frequenta (mediamente informate anche loro) non sono minimamente toccate dal tema? E se poi, riflettendoci, pensa che ci sono almeno cinque-sei, forse altri dieci temi, che nella scala di priorità pubbliche metterebbe prima di Alitalia? Potrei andare avanti ma perdonatemi se tronco il discorso; su Rai3 c'è Iacona che sta ammannendo uno splendido servizio sul Kosovo e questo preferisco non perderlo.

L'effetto che fa

Riconoscere da lontano, raggiungere e superare in scioltezza, mentre fai footing, un ex giocatore e allenatore di serie A attualmente senza contratto. Sì, lo so che è più vecchio di me e il confronto non si pone, ma fa lo stesso un bell'effetto.

martedì 16 settembre 2008

Si sta invecchiando

In due giorni sono scomparse due persone alle quali si era in qualche modo legati per questioni generazionali. Come diceva quello: "Io non tremo, è solo un po' di me che se ne va".
Repubblica

In buona compagnia#2

Ieri qui si scriveva questo, oggi Jena scrive questo.
La Stampa

Ragione da vendere

Leggo per lavoro diversa stampa locale e qualche giorno fa mi è capitato di essere attirato da una lettera che aveva questo titolo: "E' ora di riflettere su Salò" ed era firmata da un presidente di circolo di An. All'ordine del giorno c'erano le esternazioni di La Russa e potete immaginare la tesi sostenuta. Ma non è questo il punto. E' che scorrendola fino in fondo sono incappato in questa frase: "Grazie ministro La Russa per il coraggio messo nell'aver sfidato il conformismo di chi, incapace di parlare all'Italia di oggi..." e mi sono detto, convintamente: sì, quella è una grande verità, una parte d'Italia è incapace a parlare all'"Italia di oggi" raggomitolata e rantolante su sé stessa e con la vista corta, pronta a spendere milioni in cibo per animali e ad uccidere un simile che gli sottrae un pacco di biscotti. Poi mi sono detto: non è una giustificazione, ma non è per niente facile parlare a quell'Italia lì.

Lieve

C'è una lieve imperfezione di chitarra nell'ultimo pezzo di "Uno" dei Marlene Kuntz. E' una piccola gioia averla scorta, come se si fosse entrati in maggiore confidenza con un'opera che si sta consumando voracemente ancora a distanza di un anno dall'uscita, tanto si fa amare.

Discaricati



Sull'età dello spreco, Giorgio Lunghini fece un libro anni fa. Qui, in considerazione degli strumenti che si hanno, si partorisce un assai più dimensionato post che racconta di un'esperienza di vita vissuta. Quello nella foto è il blocco della lavastoviglie in cui va inserita la pasticca di detersivo. A causa della rottura della molla (in sostanza un pezzo di fil di ferro) che a un certo punto del lavaggio, scattando, apre automaticamente lo sportello facendo fuoriuscire la pasticca, il titolare qui è stato costretto a cambiare tutto il blocco perché, secondo il tecnico, non c'erano alternative. Di questo passo ci proporranno di realizzare un inceneritore in ogni palazzo, poi magari - quando la civiltà umana avrà fatto ulteriori passi in avanti - in ogni abitazione, così risolveremo il problema dei rifiuti. E se ci opporremo ci diranno che siamo disfattisti e che non vogliamo prendere atto della realtà e che vogliamo prendere il meglio del progresso senza tenere conto degli oneri che comporta e che allora torniamo all'età della pietra e che bla bla bla.
Ibs

lunedì 15 settembre 2008

Che sollievo

Così Abdul Guibre non è stato ucciso perché era di pelle nera. Quindi non c'è l'aggravante. E noi siamo tutti risollevati. Così risollevati che riusciamo a non confrontarci col cosa significhi che nelle nostre civilissime città c'è gente così abbrutita che arriva ad essere in grado di uccidere una persona con le proprie mani, aiutandosi con un bastone, per un pacco di biscotti non pagati, pare. Pensate all'effetto che può fare veder morire una persona sotto i vostri colpi a mani nude, o quasi. Deve star succedendo qualcosa di drammatico senza che neanche chi tra noi è più allarmato se ne renda pienamente conto.
Corriere

sabato 13 settembre 2008

Il contrario di scandaloso

Poiché mi erano venuti i brividi a sentire La Russa e l'ho detto qui, mi sento in obbligo di mettere a verbale che sottoscrivo in tutto e per tutto quello che ha detto Fini davanti ai giovani di An su fascismo, Salò e dintorni. Si dirà: era il minimo che potesse fare. A me è sembrato serio e sincero e non era così scontato. Ora la domanda è: come farà il presidente della Camera a continuare a stare nello stesso partito del ministro (ahimé) della Difesa e del sindaco di Roma, ma questi sono affari suoi. Qui i video, qui il pezzo di Repubblica.
Repubblica

lunedì 8 settembre 2008

Vai via, te e chi ti ci ha portato

Non si può sempre tentare di essere spiritosi, brillanti e accattivanti (sottolineo il tentare). Un blog serve anche a mettere a verbale delle cose, in maniera se volete anche un po' pesante, a futura (e presente) memoria. Allora, ecco: il ministro (ahimé) La Russa ha detto cose scandalose che sentite al tg mi hanno fatto venire i brividi e portato più di quanto già pensassi a ritenerlo indegno a ricoprire la carica che gli è stata attribuita. Scusate l'andamento da lettera commerciale, ma volevo essere il più possibile chiaro.
Corriere.it

sabato 6 settembre 2008

Dubbio atroce

Ma se uno si sente più colpito dall'esordio con gol di Balotelli in under 21 che dal concerto di Madonna a Roma sarà perché è un po' troppo provinciale?

mercoledì 3 settembre 2008

martedì 26 agosto 2008

I primi a suonare

Non sto a farvela lunga. Nei Perfect Trick mi sono imbattuto casualmente perché hanno aperto una serata in cui suonava The Niro; non erano neanche segnalati nel programma ma il loro set, nonostante qualche fisiologica ingenuità, è stato stordente. Qui il loro sito con la possibilità di ascoltare i pezzi, qui il myspace.
Perfect trick

Conseguenze

Primi effetti del cambio di direzione all'Unità: nella pagina delle lettere di oggi le missive favorevoli alla nuova direttrice superano nettamente in numero quelle che chiedono "perché via Padellaro?". Solo ieri accadeva il contrario.

martedì 19 agosto 2008

Fab six

I post languono d'agosto e un blog è anche una questione di quantità. Allora in mancanza d'altro si è deciso di fare una cosa che cozza un po' con quanto detto qui, ma neanche troppo, in fondo. Tra l'altro è una cosa che svela in parte l'età del titolare o dalla quale si arguisce almeno che si è entrati in decadi alte. Ma ne vale la pena, soprattutto se chi si imbattesse in questa roba svelasse attraverso un commento la sua personale classifica dei migliori concerti visti finora, come si sta per fare ora, che è anche una sorta di biografia, per certi versi. E' una cosa che a chi ha una certa età può dare anche un gusto dal sapore strano, tipo cercare su internet testimonianze di eventi accaduti in tempi in cui web erano semplicemente tre lettere messe lì a caso.
1) U2 - Roma - stadio Flaminio, 27/5/1987. Loro stavano ascendendo nell'empireo del rock, io li amavo (il termine non è esagerato) da almeno tre anni. Partenza avventurosa senza biglietto all'ultimo momento salendo su un pullman organizzato da una radio della città di provincia nella quale frequentavo il penultimo anno di liceo. Trentamila lire in tasca, nei dintorni dello stadio mi misi alla ricerca del tagliando. Trovai un tipo che quella cosa preziosa l'aveva ed era disposto a venderla. "Quanto mi dai?", mostrando uno spiccato senso degli affari, dissi: "Ho trentamila lire in tasca". "Va bene". Affare fatto. Biglietto in tasca e neanche una moneta per comprare acqua o cibo. Niente birra né canne. Un lucido delirio. Ricordo come fosse ora le tastiere dell'attacco di "Where the streets have no name" quasi soffocate dal boato e subito dopo il riff lancinante di "I will follow" sul quale feci un salto in avanti di cui mi stupisco tuttora. Finì con qualcuno che mi offrì un panino e la testa piena di cose che sarebbero state raccontate a chi non era venuto.
2) Nick Cave - Arezzo wave, 6/7/2001. Reduce da un consumo compulsivo dell'appena uscito "No more shall we part", era uno di quei concerti a cui vai affamato. Alle due del pomeriggio già sotto al palco. In tre in avanscoperta, aspettando gli altri con i quali si riuscì a vedersi solo poi. A turno la spola per le birre. Cave lo si era già visto diversi anni prima a Roma, ai tempi di Tender prey, ma non era stata una gran serata né per me né per lui. Uscì sul palco che sembrava un gigante, vestito nero e camicia bianca, magro e bello a vedersi. Rese le ballate dense e mistiche dell'ultimo disco, tese e grondanti come solo lui e i Bad seeds sanno fare. Uscimmo ubriachi di musica e la serata continuò con gli altri prima di ripartire verso casa quasi all'alba. La grandezza della serata mi è stata confermata anni dopo, quando parlando con una persona che ai tempi non conoscevo dei migliori concerti visti, convenimmo che questo sarebbe stato nelle rispettive personali classifiche. "Ma dai, c'eri anche tu", "Sì, stavo davanti, in mezzo", "Io di poco spostato a destra", ecc...
3) Rem - Perugia, maggio o giugno 1989 - Bellissimi loro, carichi noi che stavamo sotto e belli dei nostri vent'anni. Eravamo in pochissimi. Fu stupendo in particolare un pezzo fatto durante il bis nel quale si raccolsero a cantare vicinissimi, spalle al pubblico, intorno alla batteria.
4) Afterhours - Arezzo wave, giugno 1993 - Una rivelazione: in tre sul palco, il cantante-chitarrista coi capelli fino a metà schiena che urla sul microfono con una voce da paura. Una versione di "Mio fratello è figlio unico" da torcersi le budella. "Oh, ma chi sono questi", "Boh, si chiamano Afterhours ma sono italiani", "Mammamia".
5) Sud Sound System - Località imprecisata del Salento, 1999 - In tanti a casa loro. Energia da vendere: fatte le debite proporzioni, come vedere Bob Marley a Kingston.
6) Modena City Ramblers - Imola, Festa di Cuore, luglio 1993 - Mai stati tra i gruppi preferiti, concerto sotto un tendone con una trascinante versione di Bella Ciao che la fece quasi diventare la loro canzone, si comprò la cassetta e la si spacciò in lungo e in largo: erano tempi di impegno politico.
Poi ci sono altre cose sparse: i Csi a Firenze (gennaio 2000, se non sbaglio), la tre-giorni di Pistoia Blues dell'88 (Stevie Ray Vaughan e Johnny Winter nella stessa sera non è proprio roba da tutti i giorni): sacco a pelo, chitarra e pochi soldi, quasi da romanzo di formazione; più in qua Cristina Donà al Bloom di Mezzago (2002, credo) e Marlene Kuntz e Marco Parente in diversi posti, sempre gradevoli. E poi altre cose ancora, alcune delle quali finite irrimediabilmente nel dimenticatoio
Kalporz, Elevation tour

mercoledì 6 agosto 2008

E-mer-gen-za

E' agosto e, pensa un po'?, fa un caldo emergenziale. Poi c'è da guardarsi da tutti 'sti delinquenti: io ad esempio non ho mai subito furti o scippi, però è innegabile che la situazione sia insostenibile e scatti l'emergenza. Come? ah sì, succedono anche di queste cose, ma che vuoi farci è sempre stato così, e poi alcune se le vanno proprio a cercare eh.
Repubblica

martedì 5 agosto 2008

A proposito di fannulloni

Ma i tremila militari che il governo ha messo sulla strada manco fossimo sotto minaccia di chissà quale attacco, fino all'altroieri, come si guadagnavano lo stipendio? Mi spiego meglio: è legittimo pensare che non facessero una beneamata minchia?

martedì 29 luglio 2008

Facce della medaglia

Del tanto inchiostro letto sul congresso di Rifondazione (ebbene sì, ognuno ha le sue devianze), queste parole di Vendola captate dal Corsera nella notte tra sabato e domenica mi sembrano le più adatte a spiegare le ragioni della sconfitta della mozione del governatore pugliese: "Abbiamo guidato questo partito per anni e anni e non avevano capito com'era fatto". Di più: se alla locuzione "guidato questo partito", si sostituisce "guardato a questo partito dall'esterno con simpatia", si capisce anche lo smarrimento di chi di Rifondazione ha voluto vedere per anni il lato del suo leader ragionante, alto, sofisticato perché non rozzamente semplicistico, intransigente ma non chiuso al dialogo e lontano dai manicheismi e oggi si ritrova davanti alle belleciao e alle bandiererosse urlate in faccia ai compagni di partito come si brandisce la clava davanti al nemico. Per carità, i destini del mondo sono del tutto indifferenti ai contorcimenti di un partitino e a remare contro la marea montante delle paure e del desiderio di confini e repressioni che governa l'occidente si rischia comunque il naufragio. Rimane però l'amarezza di essersi confusi per anni con gente di cui solo oggi si apprezza netta la diversità, anche perché attorno c'era (c'è) il deserto.
Corriere

sabato 26 luglio 2008

I paraocchi che abbiamo (ops) che ho

A cena, due tavoli vicini su un terrazzino con vista su un tramonto struggente. Due nuclei simili: un lui e una lei più o meno coetanei, un bimbo in un caso, una bimba nell'altro. Da un lato lui spiega a suo figlio cosa sta mangiando: "Questo è cous cous, ce l'hanno insegnato a fare gli arabi tanto tempo fa, solo che loro lo facevano con la carne di montone, noi lo facciamo col pesce, che qui ce n'è tanto". Il lui all'altro tavolo, che è poi il titolare della roba che state leggendo, orecchia senza staccare gli occhi dal sole che se ne va dall'altra parte e si stupisce di incappare in un minimo di razionalità nel mare di scempiaggine cui è abituato a sentirsi circondato. I componenti dei due tavoli proseguono per un po' nelle rispettive cene ignorandosi amabilmente. Poi, quasi in maniera naturale, i ponti levatoi si abbassano e dopo i primi convenevoli si passa allo scambio seguente tra la famiglia del titolare del blog (T) e quella dell'indigeno (I).
T: "Certo che la vostra è davvero una terra ricca".
I: "Sì. E da valorizzare".
T: "Beh, in effetti".
I: "E' che fin quando non ci toglieremo il cancro della mafia non ce la faremo mai. Ma le cose stanno cambiando. Le uccisioni di Falcone e Borsellino hanno rappresentato un punto di svolta. Qui oggi a loro e a don Puglisi la gente sarebbe pronta a farli santi".
T: "Sì, in effetti quelle due stragi hanno mostrato il lato più sanguinario della mafia e probabilmente le hanno sottratto più consensi di quanti benefici abbiano portato le eliminazioni di due nemici acerrimi come Falcone e Borsellino".
I: "Sì, è proprio così. Ma lo sapete che io ho un amico che viene dalla vostra stessa città? E' un missionario, ora sta in Ecuador. Abbiamo lavorato insieme. Eppure al nord c'è razzismo. Pensate che io non molto tempo fa a Roma ho dovuto difendere mia moglie, additata come africana" (segue spiegazione di come ha difeso la moglie).
T: "Ma dai, non credevo si fosse ancora a questi livelli. Sarà che la nostra è una città universitaria, abituata ad essere popolata da gente che viene dal sud, scene del genere è davvero difficile vederne e sentirne".
I: "No, no. Vi assicuro. Di razzismo ce n'è molto. Anche tra le forze dell'ordine".
T: (tentando di mantenere l'aplomb): "Eh, purtroppo sì. Basta vedere cosa combinano quando gli sfugge la mano. E' che sono un po'...."
I: "Di destra. Sono di destra. Le forze dell'ordine sono di destra. Ma qualcosa sta cambiando anche lì".
I T annuiscono sulla definizione "di destra" e rimangono un po' scettici sulla prospettiva di cambiamento. Il lui della coppia - sarà per l'accenno dell'altro all'amico missionario - si convince di trovarsi davanti a uno di quei cattolici di base che lavora in qualche organizzazione non governativa con i quali su questioni politiche si trova spesso d'accordo pur essendo lontanissimo dal cattolicesimo. Convinzione che si rafforza quando il lui degli I rivela che "pochi giorni fa abbiamo raccolto un neonato di appena venti giorni arrivato in una di queste navi di immigrati. Pagano 1.000, 1.500 euro a persona; i bambini valgono doppio e le donne incinte il triplo. Tolgono loro il passaporto e li costringono a pagare praticamente a vita. Beh, di fronte a quel neonato anche alcuni miei colleghi razzisti, perché sono razzisti, si sono inteneriti. Vorrebbero sparargli. Ma io dico, questa magari è gente che mille-millecinquecento anni fa, ci insegnava la matematica, la fisica, l'astronomia".
Il lui dei T accorda e pensa che sì, anche alcuni di questi volontari cattolici stanno lì per chissà quali motivi e poi, in fondo in fondo, sono venati da razzismo. La conversazione va avanti, i quattro adulti convengono sul fatto che tentare di contenere le migrazioni con misure poliziesche manifesta il non aver capito nulla della storia umana. Poi si parla dei figli che nel frattempo hanno fatto amicizia e dell'educazione e di altre cose ancora. Saluti senza baci.
Al ritorno in macchina il lui dei T dice alla lei: "Però, 'sti cattolici a volte mi piacciono". Lei ribatte domandando: "Perché cattolici?", lui: "Beh dai: l'amico missionario, i discorsi sugli immigrati, le forze dell'ordine che sono di destra, era un cattolico di quelli tosti, no?", lei: "Guarda che secondo me era un carabiniere", lui: "Ma dai", lei: "Non hai sentito quando raccontava di come ha difeso la moglie a Roma?, ha raccontato di aver detto: 'Mi dispiace di dover difendere anche gente come lei', e poi ha parlato inequivocabilmente di far parte del servizio anti-immigrazione". Lui: "'Azz, sì, mi sa che c'hai ragione".

mercoledì 23 luglio 2008

Sarò scortese io

Ma non riesco a dare confidenza in spiaggia a chi mi si rivolge con la frase: "Certo che sono diventati più i venditori che i bagnanti".

venerdì 18 luglio 2008

Lo smarrimento della sinistra

Quattro persone adulte e mediamente di sinistra e due in passeggino camminano in una trafficata strada di una bella, popolosa e caotica città del sud. Passa una macchina a finestrini aperti e volume di radio da oscar della tamarraggine da cui esce una cosa informe che fa tunz tunz. I quattro si guardano interdetti e uno di loro fa: "Ma che fa la gente?, che pensa?, che cosa guarda alla televisione?".

martedì 15 luglio 2008

Quattro cose

Ci sarebbe da ragionare su quanto Di Pietro assomiglia più di quanto appaia all'avversario politico che combatte con tanta pervicacia; ci sarebbe da riflettere su come sia disorientante per il tuo elettorato e somigliante alla conduzione della nazionale fatta da Donadoni, fare prima una campagna volta a sdoganare l'avversario e subito dopo raccogliere firme per salvare l'Italia; ci sarebbe da consolarci gli uni con gli altri a pensare che stiamo in un panorama dove a destra c'è Berlusconi e a sinistra un ex magistrato e uno che non sa più che pesci prendere; ci sarebbe, infine, da ragionare su come gli omicidi di due ragazze egualmente ventenni ed egualmente brutalizzate da maschi, buchino in maniera differente il video a seconda della nazionalità e della vita che conducevano, una prostituta rumena, l'altra italiana in vacanza all'estero (indovinate chi ha bucato di più?). Ma le prime tre sono cose semiserie e siccome si sta al mare e si è appena scesi in paese acoltando China girl di David Bowie le si lascia volentieri appese lì; la quarta è troppo seria per poterla trattare in una sede così.
Aprile

martedì 8 luglio 2008

In buona compagnia

"Nel frattempo Maroni prende impronte, Tremonti propaganda la sua carità ai poveri, il duo Brunetta-Sacconi smantella in via definitiva i diritti del lavoro, La Russa fa la guerra, Scajola predispone affari nucleari. In pochi vedono in queste politiche concrete l'essenza del berlusconismo. (...) I più inseguono le vicende pecorecce dell'imperatore e dei suoi cortigiani o pensano di poterle esibire come prova d'indegnità a un'opinione ormai rotta a tutto o quasi". Questo era Gabriele Polo oggi sul manifesto; questa è la jena di oggi sulla Stampa; questo è wizzo, un paio di settimane fa.
La Stampa, il manifesto

Telegramma da Sapporo

Gli otto grandi piantano alberi per mostrare l'impegno ambientalista, Bob Geldof li critica sulle scelte ambientali (sul tavolo l'immancabile bottiglia di plastica per l'acqua).

venerdì 4 luglio 2008

Buone notizie dall'Iraq

Non è uno scherzo, è il titolo del pezzo di Fiamma Nirenstein a pagina 94 del numero di Panorama in edicola.

giovedì 3 luglio 2008

Protagonisti del nostro tempo

Ci sono momenti in cui ti senti parte di un tutto. Questo blog ha imparato ad accontentarsi di così poco che è felice di far sapere che il suo titolare è tra gli otto milioni che il giorno della messa in rete hanno scaricato firefox 3.
Repubblica

mercoledì 2 luglio 2008

L'arte del silenzio

Ultimamente questo blog è più silente di quanto sia accaduto normalmente in passato. Capita, ed è dovuto a una serie di motivi almeno due dei quali sono brevemente illustrabili qui: uno è che è sempre più forte la tentazione di vomitare insulti su coloro che smozzicano discorsi in strada, nei ristoranti, nei bar, nei posti di lavoro e/o tentano di introdurre provvedimenti legislativi che coscientemente o incoscientemente (discorsi e provvedimenti legislativi) sono di stampo razzista (le parole ci sono e vanno utilizzate). L'altro è la sempre più pericolosa convinzione che il suffragio universale dia luogo a dei mostri. Ecco, il blog si è reso conto che il titolare sta perdendo lucidità e l'ha convinto (il blog al titolare) che in certi casi è meglio tacere.

lunedì 30 giugno 2008

1, 2, 3 ecc...

Ogni tanto partono quelle campagne meritorie che invitano la gente a muoversi un po' per evitare che il sangue si solidifichi nelle arterie e che cuori e bilance non siano costantemente sottoposti a rischio d'infarto per sopportare pesi insostenibili. Echi di queste iniziative si scorgono anche sui muri degli ospedali sotto forma di cartelli finto-simpatici che esortano a parcheggiare un po' più lontano dalla porta d'ingresso dell'ufficio e ad evitare l'ascensore per fare un po' di scale. A me è capitato di avventurarmi di recente nella tromba delle scale di un ospedale, peraltro fresco di costruzione, e per capire a che piano stavo a un certo punto mi ci è quasi voluta la bussola perché nessuno ha finora pensato, oltre che ad attaccare i suddetti manifesti, a scrivere in corrispondenza dei pianerottoli semplicemente 1, 2, 3...

Alcuni buoni motivi

Perché la loro nazionale la chiamano la Roja; perché sono tra gli europei meno spocchiosi; perché i patii delle loro case sono deliziosi e se avete avuto la fortuna di consumarci una cena dentro sapete cosa intendo; perché l'idioma che parlano è di una musicalità rara in occidente; perché hanno eletto per due volte di seguito uno che noi non abbiamo, di cui non ci si deve vergognare, che ha mostrato di saper governare sobriamente e che ciò nonostante se si presentasse da noi chissà in quanti starnazzerebbero dandogli dell'estremista; perché la pur deboluccia Italia è stata l'unica squadra a non prendere gol da loro prima dei rigori e avrei voluto vedere adesso se a Donadoni gli avrebbero dato il benservito che gli hanno riservato qualche giorno fa. Ecco perché non dispiace che gli spagnoli abbiano vinto gli Europei.

martedì 24 giugno 2008

Il richiamo della foresta

Cito a titolo esemplificativo almeno due questioni sulle quali, anche senza fare le barricate, l'opposizione in Parlamento avrebbe potuto fare l'opposizione che non ha fatto: l'autentico clima di caccia all'immigrato, culminato nell'intenzione di fare della permanenza in Italia senza la documentazione prevista dalla legge un reato da codice penale, e l'utilizzo dell'esercito nelle città, che è roba da guerra civile o giù di lì. Solo la norma che salva il premier dai processi (scandalosa, s'intenda) ha risvegliato una tempesta ormonale che ha preso le forme della consueta sguaiata protesta in parlamento. Solo che il premier che ci guadagna è uno. Gli immigrati che ci stanno rimettendo molti, ma molti di più.
Repubblica

Dalla parte del torto

Sarà perché qui ci si crogiola spesso in rimuginamenti al limite dell'inconcludenza e si coltiva il dubbio più di quanto si ammirano i dispensatori di certezze; sarà che c'è un gusto al limite del masochistico a stare dalla parte del torto. Sarà tutto questo e anche di più, ma corre l'obbligo di mettere a verbale che tra la sobrietà dialettica di Donadoni e il Lippi spesso sopra le righe, si predilige il primo. Tra i tormenti delle formazioni sbagliate in partenza e rifatte praticamente da zero alla seconda partita e le sicurezze da caserma, si sta con i tormenti. E poi piace quel modo di commentare tanto le sconfitte quanto le vittorie così lontano anni luce dagli isterismi. E le iperboli piace vederle in campo, come le sapeva far vedere il Donadoni giocatore, piuttosto che in sala stampa. Però, santiddio, Robe', uno straccio di giustificazione per motivare la tua riconferma potevi pur darlo, no?

lunedì 23 giugno 2008

Reciprocità

Abbiamo giocato bene, non abbiamo nulla da rimproverarci, usciamo a testa alta, la Spagna non ha fatto niente più di noi, i tempi regolamentari si sono conclusi alla pari, poi c'è stata la lotteria dei rigori. Esattamente come la Francia, due anni fa.

venerdì 20 giugno 2008

Programma comunista

Chissà se è un segno e semmai che segno è: il programma di scrittura di open office sottolinea in rosso (cioè come errore) la parola centrodestra mentre non segnala nulla per la parola centrosinistra.

domenica 15 giugno 2008

Dietro, giù in fondo

In genere quando su un blog si posta roba del genere c'è qualche anniversario da ricordare; comodi, non è questo il caso. Semmai è che invecchiando uno sdilinquisce a guardare dietro. O rincoglionisce, fate voi. Così, capita di ascoltare in maniera del tutto fortuita roba come questa sepolta sotto l'oceano di musica ascoltata negli anni a seguire. E vengono i brividi dove sapete tutti, perché cambiano i brani, ma certe cose tutti le provate.
YouTube

sabato 14 giugno 2008

E' quasi fatta

Se dopo aver messo in campo i giocatori sbagliati e aver giocato in maniera inguardabile per due partite l'Italia dovesse vincere la terza e comunque essere eliminata al primo turno, ci sarebbe già la parola magica: combine.
Google news

venerdì 13 giugno 2008

L'ultima tentazione

A volerla buttare in politica verrebbe quasi da tifare Romania. Ma il tifo è cosa irrazionale e alla fine se quella banda di tatuati a vanvera vestiti di azzurro la metterà dentro ci si troverà pure ad esultare. E comunque, quella per mano dei rumeni non sarebbe neanche la peggiore delle eliminazioni.

Il bandolo della matassa

Può succedere tutto, per carità, e dare giudizi è attività sempre a rischio. Figuriamoci darli da lontanissimo. Ma quando in una competizione internazionale parti con una squadra e nella seconda partita non solo cambi tre-quattro giocatori ma anche il capitano, non è che dai l'impressione di uno che tiene la situazione in mano.

martedì 10 giugno 2008

Uno prova a capire tutto

Ma con le donne che vanno a fare attività fisica truccate e così improfumate che quando passi vicino a polmoni aperti sfiori l'intossicazione, rischi di farti tentare dall'intolleranza.

Serio e faceto

Due cose che si sanno sulla illuminante vicenda della clinica milanese ma che conviene mettere a verbale. La prima è seria: coloro che avrebbero compiuto i reati non sono immigrati extracomunitari. La seconda è scherzosa: dicono i magistrati che senza le intercettazioni l'inchiesta non sarebbe potuta andare avanti.
Repubblica

lunedì 9 giugno 2008

No, l'inno no

Avete obbligato i calciatori della nazionale a cantare l'inno di Mameli. E già ci sarebbe da ridire. Ma almeno risparmiateci di ascoltare l'audio.

giovedì 5 giugno 2008

Aria fresca

Ah, le certezze della vita: finalmente oggi da qualche parte è stato scritto che nel ritiro dell'Italia si respira l'aria dei Mondiali. Per ventidue anni a ogni competizione della nazionale si era respirata quella dell'82. Se non altro è cambiata.

mercoledì 4 giugno 2008

Mai domo

Se questo blog si fosse fermato a quanto sostenuto qui, visto com'è andata, sarebbe andata abbastanza bene. Ma in perenne movimento, qualche giorno dopo ci si schierò. E si è perso di nuovo.
Repubblica