lunedì 27 gennaio 2014

Il sollievo rischioso di Giornate come questa

In diversi impallinano le giornate come quella della Memoria vestendo i panni dei politicamente scorretti allergici alla retorica, loro che la sanno lunga. Altri oggi mostreranno il labbro tremulo e l'occhio umido; salvo poi alla mezzanotte, quando la giornata della Memoria sarà ufficialmente chiusa, serrare l'uscio dopo esser rientrati nell'ovile di sempre. A vedere i secondi si rischia di cadere nella tentazione di schierarsi con i primi. Ma è una sensazione che dura poco. Perché sì, la memoria è imprescindibile. A patto però che non sia corta; a patto che non si ricordi per secondi fini; a patto che a furia di ricordare non ci si dimentichi che si vive qui e ora.

Perché il rischio di giornate come questa è la comodità di rievocare, per condannarlo, un abisso del quale non ci sentiamo responsabili: non c'eravamo, non siamo mai stati fascisti, men che meno nazisti, e gli ebrei non ci stanno antipatici. Ricordiamo insomma un'atrocità commessa da altri. E questo ci conferma per converso quanto noi invece siamo buoni. È come se dietro i fili spinati dei campi di concentramento fosse rimasta contenuta tutta la barbarie di cui l'umanità è capace. E ciò ci solleva. Ma questa è una memoria distorta, una medicina che aggrava il male invece di curarlo.

È un rischio che si corre (o un sollievo che ci si dà) tenendo l'obiettivo fisso sulle atrocità commesse decenni fa.

Allora l'obiettivo va allargato. Chiedendosi come si possa essere arrivati a quell'abominio. Come si arriva agli abomini che la storia ci continua a mostrare. Insomma: le camere a gas dei nazisti, le pulizie etniche viste un paio di decenni fa a portata di binocolo da noi - nell'ex Jugoslavia - e i tanti altri luoghi di sacrificio umano nel mondo, sono un punto d'arrivo al quale ne corrisponde uno di partenza. A unirli c'è un percorso che è stato fatto, a volte inconsapevolmente. Si comincia - dicono quelli che studiano fenomeni di questo tipo - da un lato con la spersonalizzazione delle future vittime, e dall'altro con l'evidenziare presunti meriti non riconosciuti o altrettanto presunte vessazioni ai danni dei futuri carnefici. Il tutto in un crescendo verso l'abisso fatto di inoculazioni di paura, infarcito di luoghi comuni infondati che assumono la forma di provvedimenti legislativi, fino ad arrivare alla paranoia spinta.

E qui veniamo al nostro oggi. Non c'è rischio di camere a gas, né di vagoni piombati, ovvio. C'è però una fetta di popolazione inedita. Per decenni, nell'Italia dal dopoguerra agli anni Ottanta, gli altri sono stati le famiglie numerose e per questo povere, i matti del villaggio, qualche orfano, le puttane e i loro figli, i meridionali al nord. Diversi, ma non poi così tanto. Soprattutto, non una categoria in senso sociale. Poi sono arrivati altri ancora: i badanti, i pulitori, i venditori di rose, quelli che al semaforo chiedono spiccioli; o ancora: i trasportatori, i magazzinieri, gli operai del turno di notte che magari vediamo di meno. Sono una categoria sociale: gli immigrati. E sono considerati, scandalizzatevi quanto volete, un po' meno umani degli italiani di nascita. Tanto che ci si chiede se debbano avere accesso, come gli italiani, alle case popolari, all'assistenza sanitaria, all'istruzione. Tanto che li si mette dentro a Centri che per gli italiani non esistono, per identificarli, si dice. Tanto che quando ce li ritroviamo davanti in una veste nella quale non siamo abituati a vederli: medico, ricercatrice, artigiano, chef, diciamo tra noi: “Ah, però: cazzo!”. Tanto che illustri editorialisti si domandano se non convenga, a noi italiani, ammettere nel nostro paese solo quelli che ci fanno comodo, in quantità e qualità. Selezionarli insomma. Come si fa con le cose, con gli utensili. Cos'è tutto questo, se non un principio di spersonalizzazione? Non porterà ai campi di concentramento? Probabile (speriamo). Ma è un punto d'inizio.

Allora, oltre a tenere vivo il ricordo dei milioni di morti per mano dei nazisti, la Giornata della Memoria può servire a questo, per noi, oggi: evitare che ci si incammini in quel percorso che porta all'abisso. Possiamo farlo solo noi. Ricordando, e facendolo ricordare, che davanti a noi -possiamo chiamarle immigrati, clandestini, manodopoera, zingari e come altro la testa di qualche genio ci indicherà - ci sono sempre persone per le quali devono valere gli stessi identici diritti di tutti. Perché non sono un po' meno di noi, anche se noi, per la clamorosa botta di culo di essere nati dalla parte fortunata del mondo, abbiamo per ora il coltello dalla parte del manico.

giovedì 16 gennaio 2014

I nuovi referendum di Grillo e Casaleggio

Dopo il referendum sul reato di clandestinità, Grillo e Casaleggio porranno altri quesiti ai dodici grillini e ai circa 1.500 tra smartphone, tablet e pc aventi diritto di voto attraverso la piattaforma informatica del Caro Leader. Eccoli:

1) Siete favorevoli ad estendere ai filippini il diritto di svolgere altri lavori oltre quello di collaboratori domestici?

2) In caso di incidente d'auto tra un italiano e un extracomunitario, se la responsabilità è del primo, il secondo può vantare il diritto di essere risarcito?

3) Al fine di limitare l'affollamento delle carceri, siete favorevoli ai soli arresti domiciliari per chi contrae matrimoni misti?

4) Che ne direste di installare sopra al cancello d'entrata del Cie di Lampedusa la scritta "Il lavoro rende liberi?"

5) Ritenete giusto che persone non italiane occupino posti a sedere sugli autobus?

6) Siete favorevoli all'introduzione della maggiorazione della pena prevista dal codice penale in misura percentuale variabile a seconda del paese di provenienza di chi commette il reato?

7) Siete favorevoli all'introduzione di un registro dei mendicanti stranieri in modo da poter assoggettare chi svolge quella professione al pagamento dell'Irpef?

8) In coscienza, Martin Luther King, non se la andò un po' a cercare?

9) Siete favorevoli alla riapertura delle indagini sulla morte di Abele per fare luce sulla eventuale presenza di extracomunitari nel luogo del delitto?

10) Salvini non è poi tanto male, no?

giovedì 9 gennaio 2014

L'oroscopo del 2014

Con Giove infoiato sulla rotta di Venere il 2014 si annuncia denso di novità per l'Italia. Ecco cosa succederà mese per mese secondo gli astri (sempre che gli astri non si rompano le palle dell'Italia prima che arrivi dicembre).

Gennaio. I partiti trovano l'intesa sulla legge elettorale. Il risultato è frutto di un compromesso: il sistema sarà a doppio turno come vuole il Pd («così se sbaglieremo al primo potremo almeno rimediare nel secondo», è la linea ufficiale del partito). Nel caso dovesse finire in parità, secondo una condizione imposta dalla Lega, i due candidati leader se la vedranno in una sfida a chi mangia più cassoeula. Sel ottiene di inserire nella legge un articolo secondo cui la scheda elettorale potrà essere composta da più fogli in modo da contenere, se del caso, un discorso di Vendola con la traduzione a margine in italiano corrente. Sulle schede infine, comparirà la scritta "Berlusconi è proprio un bell'uomo", senza la quale non sarebbe arrivato il sì di Forza Italia.

Febbraio. Matteo Renzi ospite al festival di Sanremo duetta con Albano in "Felicità" cantando in falsetto e vestendosi come Romina Power. «Non sarò mai un grigio burocrate, e poi occorre essere positivi», commenterà poi il leader del Pd intervistato da Fabio Fazio che gli chiede il motivo della scelta della canzone. Il sindaco di Firenze lamenta poi la mancanza di Pupo e Marco Carta tra i big in lizza. Infine, in sala stampa dichiara che il suo gruppo preferito sono i Led Zeppelin. Ai giornalisti che gli fanno notare che Albano, Pupo e Marco Carta non c'entrano una mazza con i Led Zeppelin, Renzi risponde: «Lo so, ma se si vuol vincere occorre prendere i voti sia di qua che di là».

Marzo. Sensazionale scoperta a Freghemì, piccolo centro della pedemontana lombarda, dove vengono rinvenuti i resti di quello che secondo la comunità scientifica è con ogni probabilità l'Homo Salvinus. Vissuto nel Paleolitico inferiore, prima dell'uomo di Neanderthal, il Salvinus è riconoscibile per l'inconfondibile apertura della mascella che testimonia come questo ominide sia potuto sopravvivere per migliaia di anni cibandosi di immigrati che arrivavano in perlustrazione nelle zone abitate dalle sue tribù.

Aprile. Approvato un emendamento in sede di conversione in legge del decreto che elimina il finanziamento pubblico ai partiti: le formazioni politiche potranno inserire fino a un massimo di dieci spot pubblicitari durante i comizi dei loro esponenti.

Maggio. Beppe Grillo si presenta al seggio per votare alle elezioni europee con un tablet di ultima generazione in mano e chiede due schede, una per sé e una per l'apparecchio. Al diniego del presidente di seggio, che gli intima anzi di lasciare il tablet fuori dalla cabina, il leader dei Cinque Stelle annuncia un esposto alla magistratura e dal suo blog rilancia: «I morti in carne e ossa si oppongono alla democrazia elettronica, un bit li seppellirà».

Giugno. Arrestato Silvio Berlusconi. Fatale per il leader di Forza Italia la denuncia di un vecchio compagno di scuola delle elementari, Efisio Memore: «Durante la ricreazione vinceva a chi le lanciava più lontano utilizzando una figurina truccata». Rinchiuso a San Vittore, Berlusconi avvia le trattative col ministero della Giustizia e nel giro di una settimana compra l'intero carcere per trasformarlo in resort per cene eleganti.

Luglio. La notizia della scoperta di Freghemì fa il giro del mondo, boom di turisti stranieri nei paesini della pedemontana lombarda. «E poi qui ci sono gli ultimi esempi viventi di leghisti», commenta entusiasta una famiglia belga intervistata da Radio Solo Noi.

Agosto. Ignoti si introducono in casa Sallusti-Santanchè e rubano l'unico neurone che vi era custodito. I capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, Brunetta e Gasparri, convocano una conferenza stampa d'urgenza al Billionaire e denunciano: «Operazione di chiara matrice politica». In serata il neurone viene rispedito in busta chiusa con una lettera che l'accompagna: «I ricettatori a cui di solito rivendiamo la roba c'hanno detto che questo non vale neanche come reperto di modernariato».

Settembre. I Forconi sfilano in corteo a Roma. Per esprimere la sua contrarietà alla protesta un residente, Giustino Unico, espone dal suo balcone la gigantografia di una regolare fattura. Alla vista, alcuni manifestanti sono costretti a ricorrere alle cure del 118. Uno dei leader dei Forconi, in preda all'indignazione, dopo decenni che non ci riusciva, trova il modo di esprimersi in un corretto italiano: «Non si è mai vista una provocazione del genere».

Ottobre. Edito da "A volte ritornano", viene pubblicato: "Le dieci mosse per portare l'Italia fuori dalla crisi", di Mario Monti. Subito dopo la pubblicazione scoppia una polemica tra l'autore e l'editore che finirà nelle aule di giustizia: Monti era convinto di aver scritto un saggio, mentre il libro esce nella collana di fantascienza "Mondi paralleli".

Novembre. Il governo presenta il piano delle alienazioni per far entrare liquidità nelle casse dello Stato. Tra i beni in vendita c'è anche il Colosseo: «È un'operazione dal valore doppio - spiega il presidente del Consiglio - da un lato incassiamo denaro fresco, dall'altro ci liberiamo di un vecchio rudere che ci costa un patrimonio in manutenzione». Tra i potenziali acquirenti una cordata di imprenditori capitanata da un rampollo della borghesia romana, Lupo Maria Conducator, che manifesta l'intenzione di riportare l'anfiteatro agli antichi fasti. Pronta anche una società di gestione delle risorse umane che selezionerà i disoccupati volontari che affronteranno i leoni in combattimento.

Dicembre. Nota di Palazzo Chigi sull'andamento dell'economia degli ultimi quattro trimestri: «Il potere d'acquisto si è ridotto del dieci per cento in questi ultimi dodici mesi. Ma considerando che la stessa cosa era avvenuta l'anno scorso, la perdita è molto inferiore rispetto a quella del 2013, poiché la percentuale va calcolata su una cifra minore».