Dopo la sentenza che stabilisce che l'irruzione nella scuola Diaz nel luglio del 2001 va qualificata come tortura, la Corte europea dei diritti dell'uomo ha in serbo altri clamorosi pronunciamenti nei confronti dell'Italia. Eccone alcuni.
1) Il riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso non pregiudica i diritti delle persone 9 eterosessuali.
2) Il vino di cattiva qualità, soprattutto se bevuto in notevoli quantità, può provocare l'emicrania.
3) Il crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche non migliora l'efficacia dell'insegnamento.
4) Esporsi al sole senza crema protettiva può provocare fastidiosi arrossamenti della cute.
5) I tagli ai servizi, alla scuola, alle pensioni e alla sanità danneggiano chi ha redditi bassi, poiché chi ha redditi alti può continuare tranquillamente a farsi gli affari suoi.
6) Mangiare troppo può indurre sonnolenza.
7) L'evasione fiscale è un furto.
8) Quando si entra in una rotatoria, la precedenza va data a chi viene da sinistra.
9) La mafia ha prosperato grazie ai legami con il potere politico.
10) Uno chef che pubblicizza patatine fritte confezionate prima o poi dovrà rendere conto a Dio per quello che ha fatto.
Visualizzazione post con etichetta Popoff. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Popoff. Mostra tutti i post
giovedì 9 aprile 2015
sabato 28 marzo 2015
I ministri passano, le grandi opere restano
I ministri passano, le Grandi opere restano. Le dimissioni del titolare del dicastero delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, hanno anzi immediatamente dato luogo al commissionamento di un ulteriore progetto: la ricerca di una lega di metalli particolarmente resistente per procedere alla realizzazione di caschi di protezione per tutti coloro che pronunciano la frase «posso andare a testa alta» – utilizzata dallo stesso Lupi quando si è dimesso – senza curarsi delle conseguenze che ciò può determinare. Il progetto ha attirato l’attenzione di decine di investitori, allettati dal fatto che in Italia c’è un ragguardevole numero di persone che si trova in una condizione del genere, cosa che renderebbe la commercializzazione del prodotto un’attività assai redditizia. Ma nei cassetti del ministero ci sono altre ambiziosissime Grandi opere. Eccone alcune.
Risolvere la questione meridionale rovesciando l’Italia. Si tratta della più avveniristica opera mai progettata, che una volta messa a punto farà del nostro paese un’avanguardia mondiale. «Visto che anni di interventi e agevolazioni fiscali non hanno minimamente ridotto il divario tra Nord e Sud, noi ci proponiamo di invertire l’Italia», spiega Massimo Profitto, ingegnere che guida lo staff di progettisti. Si procederà così: una batteria di navi potentissime verrà legata al molo del porto di Genova e comincierà a tirare in direzione sud con lo scopo di staccare Liguria, Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino, Veneto e Friuli-Venezia Giulia dal continente europeo e trascinarle lentamente a sud facendo perno sul centro Italia, che resterà dov’è. Una volta compiuta la traslazione, Trieste farà da ponte con Tunisia e Libia, mentre Trapani diventerà crocevia degli scambi con l’Europa dell’Est. Soprattutto, Palermo, Napoli, Bari e il meridione tutto risentiranno del benefico effetto di essere avvicinati all’Europa. Il sud invece sarà finalmente trainato dalla locomotiva lombarda. Contestualmente, ad Aosta verrà realizzato un Cie per raccogliere i migranti provenienti dalla costa nord del Mediterraneo, mentre a Trento sorgerà il più grande mercato del pesce del Mediterraneo. Nessun problema per la mafia, che si trova già sia a Nord che a Sud. Resta da risolvere il problema della Sardegna, che andrebbe a sovrapporsi all’Albania. «Ma ciò potrebbe dar luogo a interessanti contaminazioni culturali», dicono i favorevoli all’opera, che sottolineano come tra l’altro il progetto non pregiudica affatto la realizzazione del ponte sullo stretto. «Cambia solo che a quel punto sarà Reggio Calabria, e non Messina, a dover essere collegata alla terraferma – chiosa Profitto – ma ciò mi pare secondario e non inficia in alcun modo la bontà dell’opera, che inoltre, dovendo durare diverso tempo, porterà con sé un notevole e benefico aumento dei costi di partenza».
Fare in modo che al Nord sia sempre inverno e al sud sempre estate. È il coraggiosissimo progetto del ministero del Turismo, in project financing con la cooperativa “Cambiamento climatico”. Presenta una serie di possibili effetti collaterali: la glaciazione del Po, la desertificazione del Tavoliere delle Puglie e di ampie zone di Molise, Calabria e Basilicata, e la definitiva scomparsa dell’agricoltura come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi. Gli ambientalisti parlano di «genocidio ambientale». I favorevoli decantano le virtù di un’opera che consentirebbe all’Italia di sfruttare al meglio la sua vocazione turistica, con una perenne stagione sciistica nell’arco alpino e spiagge sempre col solleone da Roma in giù. Per di più l’opera ha il vantaggio di avere costi relativamente bassi: basterebbe agevolare l’effetto serra con l’incremento indiscriminato del traffico e delle emissioni nocive degli scarichi industriali e costruire un muro di diversi chilometri di altezza per collegare Montalto di Castro a Fano e bloccare così le correnti, al fine di creare in Italia due compartimenti climatici a sé.
Realizzare il tunnel di collegamento tra il Cern di Ginevra e il Gran Sasso. Si tratta di un’opera il cui iter è stato avviato all’indomani della celeberrima dichiarazione del 2011 dell’allora ministro Maria Stella Gelmini, secondo la quale il tunnel dei neutrini esisteva davvero e collegava le due località. Venne inserita nell’agenda delle priorità dal Governo dell’epoca motivandola con l’assoluta necessità di fare in modo che il ministro si riprendesse dalla figura di merda appena fatta, rendendo almeno verosimile quello che aveva detto. Chi vi si oppone sostiene che non si possono buttare miliardi così. La “Moltiplicasoldi spa”, associazione di imprese molto attiva nel settore delle Grandi opere, ha replicato attraverso i suoi addetti stampa così: «Di grandi opere che non servono a nulla o lasciate a metà è piena l’Italia, non si capisce dove sarebbe la novità».
Riuscire a far prendere una decisione a Civati. Si tratta solo del primo passo di un progetto che prevede due successivi stati di avanzamento: fare in modo che Gasparri arrivi a scrivere almeno un tweet ogni dieci senza insultare e far varare a Renzi una riforma che serva davvero e non sia solo di facciata. Gli esperti non nascondono le difficoltà. «Sono opere complicate, che per di più necessitano dell’apporto di diverse professionalità e di un lungo periodo di gestazione», ha spiegato Armando Maneggioni, amministratore delegato della “Costruzioni a prescindere” srl, una delle aziende col più alto numero di appalti pubblici nel palmares. «E poi – ha proseguito il manager – è assai difficile quantificare il ritorno economico: su un’eventuale decisione di Civati o su una dichiarazione decente di Gasparri non si può certo chiedere il ticket agli italiani, come si fa ad esempio per un tratto di statale trasformato in autostrada o per la sanità privatizzata. E se Renzi facesse una riforma che servisse davvero, non vi nascondo il rischio per imprese come la mia di chiudere il giorno dopo».
martedì 24 febbraio 2015
L'Isis in Libia? Mandiamo la Troika
Come rispondere all’offensiva dell’Isis arrivato ormai a pochi
chilometri dall’Italia? Se ne è parlato all’ultimo Eurogruppo, che si è
aperto con l’approvazione – al termine di un durissimo scontro tra il
ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble e il suo omologo
lituano – di un ferreo programma di dieta per i due cani da compagnia
del primo ministro della repubblica ex socialista, il cui smodato
consumo di cibo, secondo il governo tedesco, potrebbe mettere in
pericolo i conti dell’Unione.
Dopo il chiarimento ottenuto dal ministro dell’Economia bulgaro – cui è stato spiegato che la ripetizione Is-is viene adoperata per non discriminare Alfano, che in genere alla prima volta non capisce mai – si è passati al vaglio delle proposte.
Bocciata l’idea di far volare sopra le zone della Libia occupate dai miliziani dello stato islamico, aerei per distribuire volantini con la traduzione in arabo degli insulti che Gasparri indirizza a chi lo contraddice su Twitter. «Mi risulta che ci ridano già gli utenti italiani – ha detto un funzionario francese – figuratevi voi i tagliagole dell’Isis». Anche la delegazione tedesca si è schierata per il «no» alla proposta dopo aver sottolineato comunque che la Grecia resta sotto osservazione.
È stata apprezzata, ma giudicata di difficile applicazione, la proposta di schierare al largo della Sicilia un sistema di amplificazione che sparasse a tutto volume e in loop una canzone dei Modà a caso. «Un respingente di sicura efficacia, ma una provocazione troppo grande», l’ha definita Schäuble, indicando il rischio che in quel caso i terroristi potrebbero rispondere con le bombe e ribadendo che secondo fonti dell’intelligence tedesca, Tsipras da ragazzo fosse solito cibarsi di bambini.
Sono stati analizzati anche i pro e i contro di inviare Brunetta come mediatore. Dalla sua il capogruppo dei deputati di Forza Italia ha la tenacia con cui difende le posizioni: è stato ricordato di quando in gioventù fu visto per ore nei pressi di un palo della luce tentando di convincere il manufatto che se ci fosse stato il comunismo avremmo ancora utilizzato le candele e per i lampioni non ci sarebbe stato un futuro. Di Brunetta sono però note anche le asperità del carattere, che non ne fanno un buon mediatore: da piccolo ad esempio si era creato un amico immaginario solo allo scopo di litigarci. E poi, ha aggiunto un alto funzionario del ministero delle Finanze tedesco, «Atene deve comunque rispettare gli impegni».
È stato poi chiesto alla delegazione italiana se il premier Renzi fosse disponibile a creare un hashtag beneaugurante, sul tipo di #enricostaisereno, da rivolgere agli islamici. La proposta è stata bocciata a maggioranza dopo che il ministro rumeno ha fatto notare il danno d’immagine nel caso in cui gli islamici, che non sono creduloni come gli italiani, rispondessero #vifacciamounculocosì. «E poi secondo me Varoufakis è frocio», ha sentenziato un cugino acquisito di Angela Merkel che si era imbucato alla riunione.
Non è passata neanche l’idea di bombardare la Libia mediante le tv via satellite con la diretta no stop dell’“Isola dei famosi”. «Anche se le immagini sono eloquenti – ha fatto notare il primo ministro irlandese – c’è il problema della lingua, gli islamici non capirebbero mai il livello di abiezione che siamo in grado di raggiungere». «Già. E comunque sul programma di riforme della Grecia non cederemo», ha concluso il cognato di Schäuble che si trovava a passare da Bruxelles.
La riunione era arrivata a un punto di stallo quando dal cilindro è uscito finalmente il coniglio che un autista della delegazione spagnola, dimagrito di venticinque chili in seguito al programma di austerità approvato da Lisbona, stava per azzannare, non avendo capito la metafora. «Mandiamo in Libia gli emissari della Troika – ha detto il ministro Padoan imbeccato da Renzi via Skype – e sottoponiamo lo stato islamico a un programma di riforme per abbattere il debito pubblico. Siamo 28 Paesi in Europa e da noi ha funzionato dappertutto, tranne in Grecia. Ma lì neanche si vota, quindi non corriamo neanche quel rischio». L’approvazione è stata all’unanimità. «Li ridurremo come i portoghesi e gli italiani», ha concluso Franz Sturmundrang, lavapiatti della delegazione tedesca con contratto a progetto.
Dopo il chiarimento ottenuto dal ministro dell’Economia bulgaro – cui è stato spiegato che la ripetizione Is-is viene adoperata per non discriminare Alfano, che in genere alla prima volta non capisce mai – si è passati al vaglio delle proposte.
Bocciata l’idea di far volare sopra le zone della Libia occupate dai miliziani dello stato islamico, aerei per distribuire volantini con la traduzione in arabo degli insulti che Gasparri indirizza a chi lo contraddice su Twitter. «Mi risulta che ci ridano già gli utenti italiani – ha detto un funzionario francese – figuratevi voi i tagliagole dell’Isis». Anche la delegazione tedesca si è schierata per il «no» alla proposta dopo aver sottolineato comunque che la Grecia resta sotto osservazione.
È stata apprezzata, ma giudicata di difficile applicazione, la proposta di schierare al largo della Sicilia un sistema di amplificazione che sparasse a tutto volume e in loop una canzone dei Modà a caso. «Un respingente di sicura efficacia, ma una provocazione troppo grande», l’ha definita Schäuble, indicando il rischio che in quel caso i terroristi potrebbero rispondere con le bombe e ribadendo che secondo fonti dell’intelligence tedesca, Tsipras da ragazzo fosse solito cibarsi di bambini.
Sono stati analizzati anche i pro e i contro di inviare Brunetta come mediatore. Dalla sua il capogruppo dei deputati di Forza Italia ha la tenacia con cui difende le posizioni: è stato ricordato di quando in gioventù fu visto per ore nei pressi di un palo della luce tentando di convincere il manufatto che se ci fosse stato il comunismo avremmo ancora utilizzato le candele e per i lampioni non ci sarebbe stato un futuro. Di Brunetta sono però note anche le asperità del carattere, che non ne fanno un buon mediatore: da piccolo ad esempio si era creato un amico immaginario solo allo scopo di litigarci. E poi, ha aggiunto un alto funzionario del ministero delle Finanze tedesco, «Atene deve comunque rispettare gli impegni».
È stato poi chiesto alla delegazione italiana se il premier Renzi fosse disponibile a creare un hashtag beneaugurante, sul tipo di #enricostaisereno, da rivolgere agli islamici. La proposta è stata bocciata a maggioranza dopo che il ministro rumeno ha fatto notare il danno d’immagine nel caso in cui gli islamici, che non sono creduloni come gli italiani, rispondessero #vifacciamounculocosì. «E poi secondo me Varoufakis è frocio», ha sentenziato un cugino acquisito di Angela Merkel che si era imbucato alla riunione.
Non è passata neanche l’idea di bombardare la Libia mediante le tv via satellite con la diretta no stop dell’“Isola dei famosi”. «Anche se le immagini sono eloquenti – ha fatto notare il primo ministro irlandese – c’è il problema della lingua, gli islamici non capirebbero mai il livello di abiezione che siamo in grado di raggiungere». «Già. E comunque sul programma di riforme della Grecia non cederemo», ha concluso il cognato di Schäuble che si trovava a passare da Bruxelles.
La riunione era arrivata a un punto di stallo quando dal cilindro è uscito finalmente il coniglio che un autista della delegazione spagnola, dimagrito di venticinque chili in seguito al programma di austerità approvato da Lisbona, stava per azzannare, non avendo capito la metafora. «Mandiamo in Libia gli emissari della Troika – ha detto il ministro Padoan imbeccato da Renzi via Skype – e sottoponiamo lo stato islamico a un programma di riforme per abbattere il debito pubblico. Siamo 28 Paesi in Europa e da noi ha funzionato dappertutto, tranne in Grecia. Ma lì neanche si vota, quindi non corriamo neanche quel rischio». L’approvazione è stata all’unanimità. «Li ridurremo come i portoghesi e gli italiani», ha concluso Franz Sturmundrang, lavapiatti della delegazione tedesca con contratto a progetto.
venerdì 2 gennaio 2015
L'anno dei due Mattei
Quello che abbiamo appena salutato sarà ricordato come l’anno di Renzi e Salvini. Il 2014 ha già presentato ricorso alla Corte europea per i diritti dell’uomo con la motivazione che «dodici mesi non possono subire un’offesa del genere». Ma la conferma arriva anche dagli astronomi del Cern di Ginevra, che avevano previsto che la notte del 31 dicembre si sarebbe potuto assistere a un fenomeno unico nella storia dell’umanità. Le stelle del Grande carro si sono posizionate in maniera da comporre un gigantesco gesto dell’ombrello astrale visibile solo dall’Italia, proprio a coronamento dell’anno appena trascorso.
Renzi e Salvini potrebbero sembrare emersi dal nulla, vista la consistenza. Eppure dietro di loro ci sono genitori che nonostante tutto non li hanno ancora disconosciuti e, soprattutto, anni di dura gavetta (le esperienze alla “Ruota della fortuna” e al “Pranzo è servito” su tutto) e fior di consulenti di immagine, anche se nessuno di questi ultimi se la sente di ammetterlo pubblicamente.
Ecco alcuni dei lati segreti dei due Mattei consacrati nell’anno che stiamo lasciando, che svelano meglio la loro personalità. Fate attenzione: si tratta di due personaggi che hanno portato il loro omonimo più famoso, l’estensore di uno dei Vangeli, a esprimere il seguente giudizio: «Cazzo, duemila anni di buon nome sputtanati nel giro di pochi mesi!».
1) Anni fa, Salvini rischiò l’espulsione dalla Lega perché fu sorpreso a leggere un libro alla festa di Pontida mentre Bossi a torso nudo disossava un daino con la sola forza delle mascelle, dando prova di maschia padanità. Salvini rispose da par suo ingoiando il volume. Fu fortunato perché si trattava di una rarissima pubblicazione con i pensieri di Mario Borghezio (due pagine in tutto). Da quel momento i militanti della Lega videro in lui il vero erede del fondatore del partito. Nello stesso periodo un giovanissimo Renzi, deriso dai compagni del campo scout perché aveva appena tentato di accendere il fuoco sfregando il fiammifero dalla parte sbagliata, commosse tutti con il suo primo vero discorso politico: «Scusate – disse – io vengo dalla Toscana e lì si fa tutto al contrario perché governano i comunisti, ma un giorno cambierò tutto, ve lo prometto».
2) Le foto di Salvini nudo sono comparse dopo che il leader della Lega ha scoperto con raccapriccio che gli abiti contenuti nel suo armadio erano tutti extracomunitari senza permesso di soggiorno (bengalesi, cinesi, indiani, nepalesi) e gli ha dato fuoco. Perché Renzi si sia fatto fotografare da “Chi?” col giubbotto di pelle alla Fonzie è invece una cosa che sfugge all’umana comprensione, tanto che una domanda sulle possibili cause è stata inviata sotto forma di segnali radio alla sonda Rosetta, confidando che nello spazio ci sia qualcuno in grado di rispondere al misterioso interrogativo.
3) Salvini sorride sempre perché di nero non vuole avere neanche l’umore. Quando si chiede a Renzi di che umore è, lui risponde: «Rosè», in modo che non si possa dire né che sia bianco né che sia rosso.
4) Salvini vuole aiutare i rom a casa loro perché i rom una casa non ce l’hanno. Renzi vuole creare lavoro aiutando i datori di lavoro a licenziare.
5) Salvini parla alla pancia degli italiani. Renzi pure. Entrambi, per fare colpo, hanno espresso anche la volontà di versare cibo nelle orecchie, ma sono stati dissuasi dai rispettivi staff.
6) Renzi ha una moglie, Salvini ha una compagna. Non c’entra niente con loro, ma questo è un ottimo motivo per i single alla ricerca di un partner non disperino.
7) Salvini ha capito solo da poco che il profilo facebook non ha a che fare con gli antichi egizi, a Renzi hanno svelato di recente che i provvedimenti legislativi possono avere un numero di caratteri superiori a 140.
8) Renzi sembra Berlusconi; Salvini, ai più attenti osservatori, ricorda Alvaro Vitali.
9) Salvini è nato nel 1973, Renzi nel 1975. Date che stanno portando molti a valutare che gli anni Settanta potrebbero non essere stati solo di piombo.
10) Alcuni politologi teorizzano che Renzi e Salvini sono due facce della stessa medaglia, altri aggiungono: «Pensa che culo, se è così tra loro non sono mai costretti a guardarsi».
Renzi e Salvini potrebbero sembrare emersi dal nulla, vista la consistenza. Eppure dietro di loro ci sono genitori che nonostante tutto non li hanno ancora disconosciuti e, soprattutto, anni di dura gavetta (le esperienze alla “Ruota della fortuna” e al “Pranzo è servito” su tutto) e fior di consulenti di immagine, anche se nessuno di questi ultimi se la sente di ammetterlo pubblicamente.
Ecco alcuni dei lati segreti dei due Mattei consacrati nell’anno che stiamo lasciando, che svelano meglio la loro personalità. Fate attenzione: si tratta di due personaggi che hanno portato il loro omonimo più famoso, l’estensore di uno dei Vangeli, a esprimere il seguente giudizio: «Cazzo, duemila anni di buon nome sputtanati nel giro di pochi mesi!».
1) Anni fa, Salvini rischiò l’espulsione dalla Lega perché fu sorpreso a leggere un libro alla festa di Pontida mentre Bossi a torso nudo disossava un daino con la sola forza delle mascelle, dando prova di maschia padanità. Salvini rispose da par suo ingoiando il volume. Fu fortunato perché si trattava di una rarissima pubblicazione con i pensieri di Mario Borghezio (due pagine in tutto). Da quel momento i militanti della Lega videro in lui il vero erede del fondatore del partito. Nello stesso periodo un giovanissimo Renzi, deriso dai compagni del campo scout perché aveva appena tentato di accendere il fuoco sfregando il fiammifero dalla parte sbagliata, commosse tutti con il suo primo vero discorso politico: «Scusate – disse – io vengo dalla Toscana e lì si fa tutto al contrario perché governano i comunisti, ma un giorno cambierò tutto, ve lo prometto».
2) Le foto di Salvini nudo sono comparse dopo che il leader della Lega ha scoperto con raccapriccio che gli abiti contenuti nel suo armadio erano tutti extracomunitari senza permesso di soggiorno (bengalesi, cinesi, indiani, nepalesi) e gli ha dato fuoco. Perché Renzi si sia fatto fotografare da “Chi?” col giubbotto di pelle alla Fonzie è invece una cosa che sfugge all’umana comprensione, tanto che una domanda sulle possibili cause è stata inviata sotto forma di segnali radio alla sonda Rosetta, confidando che nello spazio ci sia qualcuno in grado di rispondere al misterioso interrogativo.
3) Salvini sorride sempre perché di nero non vuole avere neanche l’umore. Quando si chiede a Renzi di che umore è, lui risponde: «Rosè», in modo che non si possa dire né che sia bianco né che sia rosso.
4) Salvini vuole aiutare i rom a casa loro perché i rom una casa non ce l’hanno. Renzi vuole creare lavoro aiutando i datori di lavoro a licenziare.
5) Salvini parla alla pancia degli italiani. Renzi pure. Entrambi, per fare colpo, hanno espresso anche la volontà di versare cibo nelle orecchie, ma sono stati dissuasi dai rispettivi staff.
6) Renzi ha una moglie, Salvini ha una compagna. Non c’entra niente con loro, ma questo è un ottimo motivo per i single alla ricerca di un partner non disperino.
7) Salvini ha capito solo da poco che il profilo facebook non ha a che fare con gli antichi egizi, a Renzi hanno svelato di recente che i provvedimenti legislativi possono avere un numero di caratteri superiori a 140.
8) Renzi sembra Berlusconi; Salvini, ai più attenti osservatori, ricorda Alvaro Vitali.
9) Salvini è nato nel 1973, Renzi nel 1975. Date che stanno portando molti a valutare che gli anni Settanta potrebbero non essere stati solo di piombo.
10) Alcuni politologi teorizzano che Renzi e Salvini sono due facce della stessa medaglia, altri aggiungono: «Pensa che culo, se è così tra loro non sono mai costretti a guardarsi».
sabato 8 novembre 2014
Renzi: «No a biondi e mori, la verità sta nel mezzo»
«La sinistra resterà minoritaria fino a quando non capirà che per vincere occorre diventare di destra». È il concetto forte che i collaboratori più stretti di Renzi, tra i quali figura ora anche un tablet dissidente dei Cinque stelle, hanno messo a punto per la strategia comunicativa del premier nei prossimi mesi. Una campagna che, al di là delle abituali ospitate nel salotto di Barbara D’Urso, prevede mezzi che vengono definiti «non convenzionali» dallo staff. Il premier sarà intervistato dalla particella di sodio dell’acqua Lete, che in un autentico colpo di teatro finale verrà invitata a entrare nella direzione nazionale del Pd per superare la solitudine. Renzi spunterà poi come sorpresa dall’ovetto Kinder e si monterà la testa da solo con grande stupore del bambino co-protagonista dello spot. Infine, dialogherà con Banderas per capire se il modello dell’aia del Mulino Bianco è riproducibile nelle aziende.
L’altro punto forte è quello del superamento della rappresentanza del mondo del lavoro. «Ormai a lavorare è una esigua minoranza di sfigati – confida Primo Aziendali, consigliere dell’area economica del premier – occorre puntare su altri target. Se continua così – prosegue Aziendali – potremmo tornare a occuparci dei disoccupati, che sembrano destinati a diventare maggioranza in tempi più rapidi di quanto noi stessi avessimo previsto». Ed è proprio a questo proposito che Renzi sta seguendo con attenzione la vicenda di Terni attraverso una serie di web cam installate in punti strategici della città.
Sul lavoro però, la minoranza del Pd è riuscita a strappare un compromesso agitando lo spettro della scissione (il quale è poi crollato su Cuperlo, ferendolo, visto che Fassina e Civati che se lo stavano litigando se lo sono lasciati sfuggire). Il partito, per mostrare la sua vicinanza alle fasce più colpite dalla crisi, avvierà una campagna pubblicitaria con maxi manifesti che verranno affissi in tutte le principali città in cui campeggerà lo slogan: «Cerchi il posto fisso? Lavora su te stesso».
Ma la linea è chiara. «L’attenzione – dice Totò Stock Option, guru italoamericano ingaggiato da Renzi – va spostata su altre categorie, che se adeguatamente rappresentate possono garantire la maggioranza per anni». A questo proposito circola a Palazzo Chigi una lista di possibili target:
Evasori fiscali. Il loro numero è difficile da calcolare, ma si tratta comunque in Italia di un patrimonio inestimabile. Si pensa a misure che potrebbero interessarli: lo scontrino che si autodistrugge, la depenalizzazione della fattura su carta semplice e la segnalazione ai servizi sociali per chi si rifiuta di pagare in nero.
I tifosi della Juventus. Sono tantissimi in tutta Italia. Basterebbe una norma votata dal Parlamento che gli riconsegni gli scudetti vinti nell’era Moggi per assicurarsi il loro consenso. Si prevede anche un decreto legge della massima urgenza che verrà approvato da uno dei prossimi consigli dei ministri, in cui Andrea Agnelli verrà insignito del titolo di presidente più simpatico della serie A.
I castani. Sono il fototipo più diffuso in un paese mediterraneo come il nostro. Assicurare la tintura di capelli gratis per chi comincia a vederseli ingrigire è una misura che peserebbe pochissimo sulle casse dello Stato ma avrebbe un impatto notevole sulle masse. Prevista anche una serie di spot di pubblicità-progresso: «Basta divisioni tra biondi e mori, la verità sta nel mezzo».
I possessori di smartphone. Crescono di giorno in giorno, soprattutto tra i giovani. Su questo Renzi non ha da imparare nulla, anzi. Ha già arringato i suoi in privato: «Non avete ancora capito perché faccio continuamente battute sull’iPhone? E non vedete che come posso lo poggio sul tavolo in bella mostra? Fatelo anche voi, non siate timidi. Ché può darsi anche che la Apple un domani ci sponsorizza il Governo e allora non ci batterà più nessuno».
L’altro punto forte è quello del superamento della rappresentanza del mondo del lavoro. «Ormai a lavorare è una esigua minoranza di sfigati – confida Primo Aziendali, consigliere dell’area economica del premier – occorre puntare su altri target. Se continua così – prosegue Aziendali – potremmo tornare a occuparci dei disoccupati, che sembrano destinati a diventare maggioranza in tempi più rapidi di quanto noi stessi avessimo previsto». Ed è proprio a questo proposito che Renzi sta seguendo con attenzione la vicenda di Terni attraverso una serie di web cam installate in punti strategici della città.
Sul lavoro però, la minoranza del Pd è riuscita a strappare un compromesso agitando lo spettro della scissione (il quale è poi crollato su Cuperlo, ferendolo, visto che Fassina e Civati che se lo stavano litigando se lo sono lasciati sfuggire). Il partito, per mostrare la sua vicinanza alle fasce più colpite dalla crisi, avvierà una campagna pubblicitaria con maxi manifesti che verranno affissi in tutte le principali città in cui campeggerà lo slogan: «Cerchi il posto fisso? Lavora su te stesso».
Ma la linea è chiara. «L’attenzione – dice Totò Stock Option, guru italoamericano ingaggiato da Renzi – va spostata su altre categorie, che se adeguatamente rappresentate possono garantire la maggioranza per anni». A questo proposito circola a Palazzo Chigi una lista di possibili target:
Evasori fiscali. Il loro numero è difficile da calcolare, ma si tratta comunque in Italia di un patrimonio inestimabile. Si pensa a misure che potrebbero interessarli: lo scontrino che si autodistrugge, la depenalizzazione della fattura su carta semplice e la segnalazione ai servizi sociali per chi si rifiuta di pagare in nero.
I tifosi della Juventus. Sono tantissimi in tutta Italia. Basterebbe una norma votata dal Parlamento che gli riconsegni gli scudetti vinti nell’era Moggi per assicurarsi il loro consenso. Si prevede anche un decreto legge della massima urgenza che verrà approvato da uno dei prossimi consigli dei ministri, in cui Andrea Agnelli verrà insignito del titolo di presidente più simpatico della serie A.
I castani. Sono il fototipo più diffuso in un paese mediterraneo come il nostro. Assicurare la tintura di capelli gratis per chi comincia a vederseli ingrigire è una misura che peserebbe pochissimo sulle casse dello Stato ma avrebbe un impatto notevole sulle masse. Prevista anche una serie di spot di pubblicità-progresso: «Basta divisioni tra biondi e mori, la verità sta nel mezzo».
I possessori di smartphone. Crescono di giorno in giorno, soprattutto tra i giovani. Su questo Renzi non ha da imparare nulla, anzi. Ha già arringato i suoi in privato: «Non avete ancora capito perché faccio continuamente battute sull’iPhone? E non vedete che come posso lo poggio sul tavolo in bella mostra? Fatelo anche voi, non siate timidi. Ché può darsi anche che la Apple un domani ci sponsorizza il Governo e allora non ci batterà più nessuno».
sabato 4 ottobre 2014
Dalla crisi si esce con una app
La rivelazione di questi mesi di Governo Renzi è che i conti
economici dell’Italia sono dotati di sentimenti: si deprimono ormai
anche alla sola vista del premier. Tanto che lui, stizzito, non li
prende più in considerazione: Senato, Province, articolo 18, ogni
argomento è buono pur di non affrontarli. Della questione si è discusso
in gran segreto nell’ultimo Consiglio dei ministri. La riunione è andata
per le lunghe, anche perché all’inizio era stato chiesto al ministro
dell’Interno di fare il punto. Alfano si è allora imbronciato e non ha
proferito parola. Si è andati avanti così per qualche minuto, fino a
quando il leader dell’Ncd, scorgendo l’incredulità dipinta sul volto dei
colleghi, ha chiesto: «Non sto facendo bene il punto? Volete che mi
mostri più offeso?».
A quel punto Renzi ha lasciato la parola; lui è fatto così, la parola non la prende, la lascia uscire fuori di sé, così come gli viene. «Non crediate che il problema non mi stia a cuore», ha detto mettendosi la mano sulla parte sbagliata del petto per poi scusarsi: «Pardon, io sono un Maradona al contrario, lui è tutto-sinistro, io tutto-destro».
«Con il mio staff, all’interno del quale ho chiamato di recente anche il mio macellaio di fiducia, perché come taglia lui non lo fa nessuno – ha proseguito Renzi – siamo stati ultimamente molto impegnati nel fare la fila per comprare l’iPhone 6. Ma è un’operazione fatta a fin di bene. Con i nuovi smartphone andremo alla ricerca della app giusta per imboccare la via della crescita». La diagnosi che il presidente del Consiglio e i suoi fedelissimi (Richie Cunningham, Potsie e Sottiletta) fanno della crisi è infatti questa: la recessione è dovuta al fatto che qualcuno ha chiuso l’economia tra due hashtag, così: #economia#. «Occorre trovare il modo per togliere il cancelletto di destra e l’Italia tornerà a crescere. Ma per fare questo non servono vecchie ricette, dobbiamo guardare al futuro: la soluzione è qui», ha scandito il premier tirando fuori dalla tasca lo smartphone nuovo di zecca e poggiandolo sul tavolo.
È stato a quel punto che è intervenuto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan: «Ma non avevamo detto di chiedere all’Europa di concederci più margini nel patto di stabilità?». «Pier Carlo – ha risposto Renzi – ho parlato con la Merkel e mi ha detto che non è disposta neanche a darci una vocale o una consonante per completare il tuo cognome». «Perché non proviamo aizzandogli contro Giovanardi – è intervenuto il ministro Lupi – quello a suon di cazzate la stordisce e magari alla fine, se non altro per sfinimento, qualcosa riusciamo a spuntare». Ma le esternazioni di Giovanardi sono state di recente inserite nell’elenco di armi non convenzionali, come ha ricordato la ministra della Difesa Pinotti segnalando che «correremmo il rischio di una sanzione da parte dell’Onu».
Alla fine l’accordo è stato trovato su tre punti, illustrati dallo stesso Renzi, che diventeranno oggetto di un decreto sul quale il Governo si dice pronto a chiedere la fiducia, eccoli:
1) Ridurre la settimana a quattro giorni, dal giovedì alla domenica. «Questo ci consente un risparmio di circa 150 giorni l’anno e inoltre quello è il periodo del weekend, in cui cioè la gente spende di più, l’ideale per rimettere in moto i consumi», si legge nel documento di Palazzo Chigi.
2) Portare tutti gli italiani ad evitare di pensare prima di parlare; molti sono già sulla buona strada, mentre per i riottosi il Governo è disposto a mettere sul piatto degli incentivi. «Come si capisce, ogni attività risparmierebbe il 50 per cento delle risorse», è scritto nelle note che accompagnano il decreto. «E in più si guadagna del tempo che può essere impiegato al meglio per dire più cose, posso testimoniarvelo di persona», ha detto Renzi.
3) Dire di essere di sinistra ma fare cose di destra. «Così si raccolgono consensi sia di qua che di là», ha concluso il premier allargando il sorriso e aggiungendo: «Pensa, io ho preso i voti di chi scese in piazza per difendere l’articolo 18 e lo sto abolendo come volevano quelli che hanno votato per anni Berlusconi. Alle prossime elezioni faccio cappotto».
A quel punto Renzi ha lasciato la parola; lui è fatto così, la parola non la prende, la lascia uscire fuori di sé, così come gli viene. «Non crediate che il problema non mi stia a cuore», ha detto mettendosi la mano sulla parte sbagliata del petto per poi scusarsi: «Pardon, io sono un Maradona al contrario, lui è tutto-sinistro, io tutto-destro».
«Con il mio staff, all’interno del quale ho chiamato di recente anche il mio macellaio di fiducia, perché come taglia lui non lo fa nessuno – ha proseguito Renzi – siamo stati ultimamente molto impegnati nel fare la fila per comprare l’iPhone 6. Ma è un’operazione fatta a fin di bene. Con i nuovi smartphone andremo alla ricerca della app giusta per imboccare la via della crescita». La diagnosi che il presidente del Consiglio e i suoi fedelissimi (Richie Cunningham, Potsie e Sottiletta) fanno della crisi è infatti questa: la recessione è dovuta al fatto che qualcuno ha chiuso l’economia tra due hashtag, così: #economia#. «Occorre trovare il modo per togliere il cancelletto di destra e l’Italia tornerà a crescere. Ma per fare questo non servono vecchie ricette, dobbiamo guardare al futuro: la soluzione è qui», ha scandito il premier tirando fuori dalla tasca lo smartphone nuovo di zecca e poggiandolo sul tavolo.
È stato a quel punto che è intervenuto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan: «Ma non avevamo detto di chiedere all’Europa di concederci più margini nel patto di stabilità?». «Pier Carlo – ha risposto Renzi – ho parlato con la Merkel e mi ha detto che non è disposta neanche a darci una vocale o una consonante per completare il tuo cognome». «Perché non proviamo aizzandogli contro Giovanardi – è intervenuto il ministro Lupi – quello a suon di cazzate la stordisce e magari alla fine, se non altro per sfinimento, qualcosa riusciamo a spuntare». Ma le esternazioni di Giovanardi sono state di recente inserite nell’elenco di armi non convenzionali, come ha ricordato la ministra della Difesa Pinotti segnalando che «correremmo il rischio di una sanzione da parte dell’Onu».
Alla fine l’accordo è stato trovato su tre punti, illustrati dallo stesso Renzi, che diventeranno oggetto di un decreto sul quale il Governo si dice pronto a chiedere la fiducia, eccoli:
1) Ridurre la settimana a quattro giorni, dal giovedì alla domenica. «Questo ci consente un risparmio di circa 150 giorni l’anno e inoltre quello è il periodo del weekend, in cui cioè la gente spende di più, l’ideale per rimettere in moto i consumi», si legge nel documento di Palazzo Chigi.
2) Portare tutti gli italiani ad evitare di pensare prima di parlare; molti sono già sulla buona strada, mentre per i riottosi il Governo è disposto a mettere sul piatto degli incentivi. «Come si capisce, ogni attività risparmierebbe il 50 per cento delle risorse», è scritto nelle note che accompagnano il decreto. «E in più si guadagna del tempo che può essere impiegato al meglio per dire più cose, posso testimoniarvelo di persona», ha detto Renzi.
3) Dire di essere di sinistra ma fare cose di destra. «Così si raccolgono consensi sia di qua che di là», ha concluso il premier allargando il sorriso e aggiungendo: «Pensa, io ho preso i voti di chi scese in piazza per difendere l’articolo 18 e lo sto abolendo come volevano quelli che hanno votato per anni Berlusconi. Alle prossime elezioni faccio cappotto».
domenica 29 giugno 2014
Il decalogo di Renzi
L'enorme consenso ottenuto dal Partito democratico a sua insaputa, non ha fatto perdere di vista a Renzi l'enorme lavoro che c'è da fare. Per questo il premier ha preparato un decalogo che farà approvare nel corso della prossima segreteria del Pd e che guiderà l'azione di partito e governo. Eccolo.
1) Il nome del partito. È da accogliere con favore che i giornali cartacei e on line ricorrano sempre più nella titolazione all'abbreviazione "democrat", meglio ancora quando utilizzano "dem". L'ideale sarebbe arrivare a "d", una semplice lettera che non impegna e, al tempo stesso, non scontenta nessuno.
2) Riconversione verde. Ricorrere all'erba sintetica ogni volta che si può, sostituendola gradualmente a quella naturale nei parchi cittadini. A chi si oppone, far notare che il verde ingentilisce i centri urbani e che quello sintetico ha la peculiarità di non necessitare di particolare manutenzione e consente quindi di abbattere i costi di gestione. Lo slogan della campagna potrebbe essere: "Verde è bello. E conviene".
3)Lavoro. Incentivare le imprese che creano nuova occupazione, anche se non la pagano. Noi non siamo quelli del "tanto peggio, tanto meglio", meglio un brutto lavoro che niente.
4) Crescita. Mangiare di più.
5) Tasse. Varare al più presto l'operazione "fisco amico" per restituire fiducia agli italiani e ricreare un senso di comunità. Lo slogan sarà "Se non riesci a pagare le tasse, trova un amico disposto a farlo per te".
6) Istituzioni. Per garantire risparmio ed efficienza, appaltare la riforma in project financing dando il Parlamento e il Governo in concessione alla società che si aggiudicherà la gara.
7) Grandi opere. Sono fondamentali per la ripresa dell'economia. A tale proposito, appare quanto mai opportuno riconsiderare la felice intuizione dell'ex ministro Gelmini e mettersi subito al lavoro per la realizzazione del tunnel tra Svizzera e Gran Sasso.
8) Europa. Combatteremo per dire basta con questo atteggiamento punitivo verso l'Italia, un paese che ha dimostrato ampiamente di meritare la quarta squadra in Champions League.
9) Giovani. Temporeggiare in attesa che invecchino.
10) Previdenza. Il fatto che in molti non arriveranno a prendere la pensione non va drammatizzato. Ci sono molti modi per andare in vacanza: tenda, camper, bed&breakfast...
1) Il nome del partito. È da accogliere con favore che i giornali cartacei e on line ricorrano sempre più nella titolazione all'abbreviazione "democrat", meglio ancora quando utilizzano "dem". L'ideale sarebbe arrivare a "d", una semplice lettera che non impegna e, al tempo stesso, non scontenta nessuno.
2) Riconversione verde. Ricorrere all'erba sintetica ogni volta che si può, sostituendola gradualmente a quella naturale nei parchi cittadini. A chi si oppone, far notare che il verde ingentilisce i centri urbani e che quello sintetico ha la peculiarità di non necessitare di particolare manutenzione e consente quindi di abbattere i costi di gestione. Lo slogan della campagna potrebbe essere: "Verde è bello. E conviene".
3)Lavoro. Incentivare le imprese che creano nuova occupazione, anche se non la pagano. Noi non siamo quelli del "tanto peggio, tanto meglio", meglio un brutto lavoro che niente.
4) Crescita. Mangiare di più.
5) Tasse. Varare al più presto l'operazione "fisco amico" per restituire fiducia agli italiani e ricreare un senso di comunità. Lo slogan sarà "Se non riesci a pagare le tasse, trova un amico disposto a farlo per te".
6) Istituzioni. Per garantire risparmio ed efficienza, appaltare la riforma in project financing dando il Parlamento e il Governo in concessione alla società che si aggiudicherà la gara.
7) Grandi opere. Sono fondamentali per la ripresa dell'economia. A tale proposito, appare quanto mai opportuno riconsiderare la felice intuizione dell'ex ministro Gelmini e mettersi subito al lavoro per la realizzazione del tunnel tra Svizzera e Gran Sasso.
8) Europa. Combatteremo per dire basta con questo atteggiamento punitivo verso l'Italia, un paese che ha dimostrato ampiamente di meritare la quarta squadra in Champions League.
9) Giovani. Temporeggiare in attesa che invecchino.
10) Previdenza. Il fatto che in molti non arriveranno a prendere la pensione non va drammatizzato. Ci sono molti modi per andare in vacanza: tenda, camper, bed&breakfast...
venerdì 23 maggio 2014
Europee, i possibili scenari
Nonostante gli sforzi del Nuovo Centrodestra, che in pochi mesi di vita è riuscito già a sfoggiare un numero di indagati che non teme la concorrenza di quello di Forza Italia; nonostante i tentativi di quei dilettanti della lista Tsipras, che litigano sì, ma mai come riescono a fare i professionisti delle correnti del Pd; e nonostante i Cinque Stelle siano i Cinque stelle, la stragrande maggioranza degli italiani continua a rimanere ostaggio dei tre blocchi politici principali, che gli tengono puntate contro armi terribili come "Porta a Porta", "Ballarò", "Matrix" e "Annozero", alle quali si sono aggiunte in campagna elettorale le letali "Quinta Colonna" e "Pomeriggio Cinque". Maria De Filippi si è risentita perché in questa fase nessuno è ricorso a lei. Le ha risposto Renzi con un sms: «Maria, sono anni che ci lobotomizzi intere generazioni, continua così, hai tutta la nostra stima».
Se questo è il quadro, conviene concentrarsi sugli scenari più probabili con cui gli italiani si troveranno a fare i conti dal giorno successivo alle elezioni europee, anche se è bene avvertire i lettori che la cosa potrebbe risultare raccapricciante e urtare le coscienze dei più sensibili, cui si sconsiglia di continuare la lettura.
Vittoria di Forza Italia. Berlusconi porta la sua svolta animalista nel cuore dell'Europa e per sensibilizzare le istituzioni organizza la prima edizione della "Beast parade" nel centro di Bruxelles. In omaggio al leader, Brunetta si traveste da Dudù ma finisce catturato dall'inflessibile servizio di accalappiacani belga dopo aver scatenato una rissa con un gatto steso al sole al quale aveva dato dello «statalista parassitario». Toti, per una volta nella vita, fa l'aquila. Venuto a conoscenza dell'iniziativa, Giovanardi cambia partito ed entra in Forza Italia per partecipare alla parade vestito da Giovanardi e passeggiare così liberamente senza essere riconosciuto. Approfittando della confusione generale, Berlusconi, che si è messo un muso di giraffa in testa e si è innalzato su Capezzone che cammina carponi, ordina all'ex radicale di raggiungere l'aeroporto. Lì, supererà i controlli fingendosi un bagaglio a mano e raggiungerà Dell'Utri in Libano.
Vittoria del M5S. Beppe Grillo sale a bordo di un aereo a forma di scontrino gigante sprovvisto di pilota. Il mezzo è condotto da Casaleggio, che lo telecomanda da casa attraverso un avveniristico meccanismo di controllo remoto: la playstation del figlio. Per mostrare all'Europa che i Cinque Stelle sono virtuosi e sfruttano sistemi all'avanguardia per il risparmio di energia, una volta che il mezzo arriva a cinque miglia da Bruxelles, il passeggero viene sputato fuori dall'aereo e raggiunge la piazza principale della città alla velocità di 350 Km orari, episodio che causerà a Grillo la perdita temporanea dei capelli e diverse ferite lacero-contuse all'altezza della regione frontale del cranio, la più esposta all'attrito. «Abbiamo risparmiato il carburante necessario per la manovra di atterraggio, pezzenti», dice Grillo appena riavutosi alla folla di cronisti accorsa sul posto. Il Movimento Cinque stelle è il primo gruppo europeo a presentare una proposta di legge: la soppressione dei cavolini che prendono il nome dalla celebre città belga, con i cavolfiori; questa la motivazione: «Il cavolfiore consente un porzionamento più efficace e quindi un notevole risparmio». La proposta accende il malcontento degli agricoltori belgi che marciano fin davanti la sede del parlamento europeo. Sprezzante del pericolo, Grillo li affronta sventolando un assegno con impressa la faccia di Bruno Vespa e li incalza: «Fate come noi, rinunciate a metà del vostro stipendio». A quel punto, un toro frisone si stacca dalla folla e si dirige correndo verso l'ex comico, il quale tenta a sua volta di dissuaderlo proponendogli un iPhone 6 in regalo. Sarà Vito Crimi, su ordine di Casaleggio che sta seguendo lo svolgersi degli eventi su Skype, a immolarsi per salvare Grillo, frapponendosi tra il comico e il toro. L'animale, intimidito dalla mole del Crimi, che si è nel frattempo addormentato, frenerà la sua corsa fino a fermarsi.
Vittoria del Pd. Matteo Renzi si presenta alle istituzioni di Bruxelles con il dossier che Diego Della Valle gli ha inviato via mail nella notte dopo averlo fatto supervisionare da una commissione composta da Kekko dei Modà, il Gabibbo e Antonio Cassano («autentici rappresentanti del made in Italy, altro che professoroni», così li presenta il premier). Si tratta di un documento di dodici pagine dal titolo "Cambiare l'Europa". Questi i punti salienti: l'Austria diventa provincia di Belluno; i finlandesi mangeranno paella almeno due volte a settimana («per agevolare l'integrazione europea», spiega l'ex sindaco di Firenze); l'euro si chiamerà Peppa Pig per renderlo più simpatico alle popolazioni che lo adottano e Cristiano Ronaldo passerà gratis alla Fiorentina. Infine: tutti i giorni, sui principali canali televisivi pubblici dei vari stati, verrà trasmessa un'ora di barzellette. Renzi spiega così la misura: «Basta austerità, facciamoci due risate ogni tanto».
Se questo è il quadro, conviene concentrarsi sugli scenari più probabili con cui gli italiani si troveranno a fare i conti dal giorno successivo alle elezioni europee, anche se è bene avvertire i lettori che la cosa potrebbe risultare raccapricciante e urtare le coscienze dei più sensibili, cui si sconsiglia di continuare la lettura.
Vittoria di Forza Italia. Berlusconi porta la sua svolta animalista nel cuore dell'Europa e per sensibilizzare le istituzioni organizza la prima edizione della "Beast parade" nel centro di Bruxelles. In omaggio al leader, Brunetta si traveste da Dudù ma finisce catturato dall'inflessibile servizio di accalappiacani belga dopo aver scatenato una rissa con un gatto steso al sole al quale aveva dato dello «statalista parassitario». Toti, per una volta nella vita, fa l'aquila. Venuto a conoscenza dell'iniziativa, Giovanardi cambia partito ed entra in Forza Italia per partecipare alla parade vestito da Giovanardi e passeggiare così liberamente senza essere riconosciuto. Approfittando della confusione generale, Berlusconi, che si è messo un muso di giraffa in testa e si è innalzato su Capezzone che cammina carponi, ordina all'ex radicale di raggiungere l'aeroporto. Lì, supererà i controlli fingendosi un bagaglio a mano e raggiungerà Dell'Utri in Libano.
Vittoria del M5S. Beppe Grillo sale a bordo di un aereo a forma di scontrino gigante sprovvisto di pilota. Il mezzo è condotto da Casaleggio, che lo telecomanda da casa attraverso un avveniristico meccanismo di controllo remoto: la playstation del figlio. Per mostrare all'Europa che i Cinque Stelle sono virtuosi e sfruttano sistemi all'avanguardia per il risparmio di energia, una volta che il mezzo arriva a cinque miglia da Bruxelles, il passeggero viene sputato fuori dall'aereo e raggiunge la piazza principale della città alla velocità di 350 Km orari, episodio che causerà a Grillo la perdita temporanea dei capelli e diverse ferite lacero-contuse all'altezza della regione frontale del cranio, la più esposta all'attrito. «Abbiamo risparmiato il carburante necessario per la manovra di atterraggio, pezzenti», dice Grillo appena riavutosi alla folla di cronisti accorsa sul posto. Il Movimento Cinque stelle è il primo gruppo europeo a presentare una proposta di legge: la soppressione dei cavolini che prendono il nome dalla celebre città belga, con i cavolfiori; questa la motivazione: «Il cavolfiore consente un porzionamento più efficace e quindi un notevole risparmio». La proposta accende il malcontento degli agricoltori belgi che marciano fin davanti la sede del parlamento europeo. Sprezzante del pericolo, Grillo li affronta sventolando un assegno con impressa la faccia di Bruno Vespa e li incalza: «Fate come noi, rinunciate a metà del vostro stipendio». A quel punto, un toro frisone si stacca dalla folla e si dirige correndo verso l'ex comico, il quale tenta a sua volta di dissuaderlo proponendogli un iPhone 6 in regalo. Sarà Vito Crimi, su ordine di Casaleggio che sta seguendo lo svolgersi degli eventi su Skype, a immolarsi per salvare Grillo, frapponendosi tra il comico e il toro. L'animale, intimidito dalla mole del Crimi, che si è nel frattempo addormentato, frenerà la sua corsa fino a fermarsi.
Vittoria del Pd. Matteo Renzi si presenta alle istituzioni di Bruxelles con il dossier che Diego Della Valle gli ha inviato via mail nella notte dopo averlo fatto supervisionare da una commissione composta da Kekko dei Modà, il Gabibbo e Antonio Cassano («autentici rappresentanti del made in Italy, altro che professoroni», così li presenta il premier). Si tratta di un documento di dodici pagine dal titolo "Cambiare l'Europa". Questi i punti salienti: l'Austria diventa provincia di Belluno; i finlandesi mangeranno paella almeno due volte a settimana («per agevolare l'integrazione europea», spiega l'ex sindaco di Firenze); l'euro si chiamerà Peppa Pig per renderlo più simpatico alle popolazioni che lo adottano e Cristiano Ronaldo passerà gratis alla Fiorentina. Infine: tutti i giorni, sui principali canali televisivi pubblici dei vari stati, verrà trasmessa un'ora di barzellette. Renzi spiega così la misura: «Basta austerità, facciamoci due risate ogni tanto».
martedì 6 maggio 2014
Italian Pride
Dopo anni di figuracce l'Italia sta ritrovando finalmente una sua specifica collocazione all'interno della comunità internazionale, ponendosi come avanguardia delle conquiste democratiche a livello mondiale. Un pregiudicato per frode fiscale intervistato tutte le sere in tv e dei condannati per omicidio applauditi a scena aperta dai delegati di un congresso, sono i segni più evidenti del nuovo corso che il Paese intende seguire con una convinzione che non esclude il ricorso all'uso della forza. A questo proposito è stato messo a punto l'"Italian Pride", un calendario di iniziative il cui testimonial, per evitare personalizzazioni, sarà uno degli oggetti che rappresentano l'orgoglio del made in Italy: la Uno bianca dei fratelli Savi.
Ecco le iniziative mese per mese, fino al prossimo autunno.
Maggio Convegno internazionale organizzato dall'Istituto di Studi Superiori sul Sistema Geogentrico (quello secondo cui la Terra è il centro dell'Universo, ndr). L'ospite più atteso è monsignor Illo Tempore - prelato piemontese con simpatie vandeane - che presenterà le conclusioni della sua rivoluzionaria ricerca secondo cui Giordano Bruno aveva scoperto le proprietà del petrolio con due secoli d'anticipo e morì arso in Campo de' Fiori mentre era intento a sperimentare in un luogo aperto il potenziale di combustione del nuovo materiale. Dopo la chiusura dei lavori verrà celebrata una messa in latino in ricordo dei componenti della Santa Inquisizione, sui quali per secoli si è esercitata la macchina del fango.
Giugno Al Bano e Romina Power celebreranno la loro reunion in un concerto che verrà trasmesso a reti unificate sui canali Rai e Mediaset. Originariamente era prevista anche la diretta streaming, ma il celebre cantante pugliese l'ha rifiutata spiegando che lui, essendo di sani principi, preferisce la più tradizionale posizione del missionario. L'evento sarà ospitato straordinariamente all'Auditorium Parco della Musica di Roma, una struttura progettata da Renzo Piano per dare una "casa" alla musica di qualità, che per l'occasione verrà infatti requisita ricorrendo all'utilizzo di forze militari di occupazione.
Luglio Presentazione del progetto di riforma federale dello Stato messo a punto da una serie di personalità tra cui l'esponente della Lega Mario Borghezio, l'ultras del Milan Matteo Salvini e il noto attore King Kong. Il progetto prevede: la creazione di quattro macroregioni (i regni di Sardegna, del Lombardo-Veneto e delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio); il diritto di voto a chi abbia un reddito imponibile di almeno ventimila euro l'anno ma dimostri di evaderne almeno il doppio; l'uscita dall'euro e il ritorno ai pagamenti in natura. Previsti tre giorni di festeggiamenti durante i quali verranno abbattute tutte le statue di Giuseppe Garibaldi, «precursore del centralismo tipico degli stati comunisti», ha detto Borghezio, che da anni non metteva in fila sette parole dando loro una parvenza di senso compiuto.
Agosto Campagna di sensibilizzazione nelle spiagge a favore della famiglia tradizionale. I mariti aderenti all'associazione "Fallo per lei", esporranno ai turisti le ecchimosi e le ferite lacero-contuse provocate dalle percosse inferte alle rispettive mogli mentre i figli seguiranno su tablet le puntate del "Grande Fratello".
Settembre Riapertura delle scuole, ma solo per gli studenti e le studentesse che dimostrino, con un video postato su youtube, di aver picchiato durante l'estate almeno un clochard e/o abbiano fatto sesso in cambio di una ricarica di cellulare. Sedute forzate di riabilitazione attraverso prove pratiche per tutti gli altri.
Ottobre Cerimonia di conferimento del Premio Illuminato dell'Anno a Carlo Giovanardi. Alla giornata parteciperanno gli altri finalisti che si sono distinti nei rispettivi campi: Bruto di Braccio di Ferro, Gigi D'Alessio ed Emanuele Filiberto.
Ecco le iniziative mese per mese, fino al prossimo autunno.
Maggio Convegno internazionale organizzato dall'Istituto di Studi Superiori sul Sistema Geogentrico (quello secondo cui la Terra è il centro dell'Universo, ndr). L'ospite più atteso è monsignor Illo Tempore - prelato piemontese con simpatie vandeane - che presenterà le conclusioni della sua rivoluzionaria ricerca secondo cui Giordano Bruno aveva scoperto le proprietà del petrolio con due secoli d'anticipo e morì arso in Campo de' Fiori mentre era intento a sperimentare in un luogo aperto il potenziale di combustione del nuovo materiale. Dopo la chiusura dei lavori verrà celebrata una messa in latino in ricordo dei componenti della Santa Inquisizione, sui quali per secoli si è esercitata la macchina del fango.
Giugno Al Bano e Romina Power celebreranno la loro reunion in un concerto che verrà trasmesso a reti unificate sui canali Rai e Mediaset. Originariamente era prevista anche la diretta streaming, ma il celebre cantante pugliese l'ha rifiutata spiegando che lui, essendo di sani principi, preferisce la più tradizionale posizione del missionario. L'evento sarà ospitato straordinariamente all'Auditorium Parco della Musica di Roma, una struttura progettata da Renzo Piano per dare una "casa" alla musica di qualità, che per l'occasione verrà infatti requisita ricorrendo all'utilizzo di forze militari di occupazione.
Luglio Presentazione del progetto di riforma federale dello Stato messo a punto da una serie di personalità tra cui l'esponente della Lega Mario Borghezio, l'ultras del Milan Matteo Salvini e il noto attore King Kong. Il progetto prevede: la creazione di quattro macroregioni (i regni di Sardegna, del Lombardo-Veneto e delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio); il diritto di voto a chi abbia un reddito imponibile di almeno ventimila euro l'anno ma dimostri di evaderne almeno il doppio; l'uscita dall'euro e il ritorno ai pagamenti in natura. Previsti tre giorni di festeggiamenti durante i quali verranno abbattute tutte le statue di Giuseppe Garibaldi, «precursore del centralismo tipico degli stati comunisti», ha detto Borghezio, che da anni non metteva in fila sette parole dando loro una parvenza di senso compiuto.
Agosto Campagna di sensibilizzazione nelle spiagge a favore della famiglia tradizionale. I mariti aderenti all'associazione "Fallo per lei", esporranno ai turisti le ecchimosi e le ferite lacero-contuse provocate dalle percosse inferte alle rispettive mogli mentre i figli seguiranno su tablet le puntate del "Grande Fratello".
Settembre Riapertura delle scuole, ma solo per gli studenti e le studentesse che dimostrino, con un video postato su youtube, di aver picchiato durante l'estate almeno un clochard e/o abbiano fatto sesso in cambio di una ricarica di cellulare. Sedute forzate di riabilitazione attraverso prove pratiche per tutti gli altri.
Ottobre Cerimonia di conferimento del Premio Illuminato dell'Anno a Carlo Giovanardi. Alla giornata parteciperanno gli altri finalisti che si sono distinti nei rispettivi campi: Bruto di Braccio di Ferro, Gigi D'Alessio ed Emanuele Filiberto.
martedì 1 aprile 2014
Lavoro, la bozza di riforma
Nei giorni scorsi un'auto sospetta è stata fermata da una pattuglia di carabinieri nei pressi di Palazzo Chigi. Nel bagagliaio sono stati rinvenuti attrezzi da scasso che le persone a bordo hanno giustificato così: «Stiamo andando dal premier con gli utensili per aprire il mercato del lavoro». Alla richiesta di delucidazioni da parte dei militari, il conducente della vettura ha mostrato un pass sul quale era impresso il simbolo di Twitter in ceralacca e una "Bozza di riforma del mercato del lavoro" con in calce le firme di prestigiosi imprenditori ed economisti. Alla vista di tali prove inoppugnabili, i carabinieri hanno fatto passare l'auto non prima di aver fatto una copia della bozza per metterla a verbale. Eccone il contenuto.
Contratto a tempo Va superata la vecchia formula dell'indicazione della durata temporale del contratto. Per contratto a tempo si intende che si lavora a seconda delle condizioni meteo che datore e lavoratore liberamente concorderanno. Così ci saranno contratti che stabiliscono che il lavoratore sarà tenuto a prestare la propria opera nei giorni di sole e a restare a casa in quelli di pioggia o viceversa. Nei mesi in cui il lavoratore è costretto dalle condizioni meteo a restare a casa per più di dieci giorni, perde il diritto ad essere retribuito. Qualora le necessità di mercato lo rendessero necessario, il lavoratore potrebbe essere chiamato ad operare per modificare le condizioni meteo avverse e, laddove non vi riuscisse, ciò costituirebbe una buona causa per il suo licenziamento.
Diritto di recesso Come spiega la parola stessa, il datore dà il lavoro, il resto sono cazzi del dipendente. Così, tenuto conto del fatto che il buon andamento dell'impresa (e quindi anche il benessere delle maestranze) dipende in massima parte dall'umore di chi il lavoro lo dà, vanno previste una serie di circostanze al verificarsi delle quali il datore può far valere il diritto di recedere dal contratto stipulato in maniera istantanea e senza condizioni. A titolo esemplificativo, se ne elencano qui alcune: riacutizzarsi improvviso dell'infiammazione delle emorroidi; indisponibilità della moglie a concedersi al rapporto sessuale (questa condizione vale anche nel caso in cui sia la moglie del dipendente a rifiutarsi di concedersi al datore di lavoro del marito); digestione lenta; scarso profitto scolastico dei rampolli di famiglia; sconfitta nella partita a tennis della domenica (vale solo per il lunedì); cattivo stato di salute del cane; scheggiatura di uno o più nani da giardino.
Partecipazione dei lavoratori all'impresa Per fare in modo che i dipendenti si sentano parte integrante dell'azienda per la quale lavorano, all'atto dell'assunzione è fatto obbligo di versare una cifra minima di diecimila euro i quali non verranno utilizzati per acquistare quote, ma soltanto per dimostrare la buona predisposizione verso chi è stato così magnanimo da procedere ad un'assunzione.
Selezione del personale Per adeguare gli standard di produttività dell'Italia a quelli della media europea, verranno introdotte nuove prove di selezione per le diverse mansioni. Ciò al fine di dotare le aziende di personale altamente qualificato. A titolo esemplificativo: ai magazzinieri verrà chiesto di stoccare la merce mentre si illustrano ai colleghi i tre principi della termodinamica; agli apprendisti macellai di insaccare le salsicce recitando l'Amleto di Shakespeare in lingua originale; ai commessi di supermercato di saper intrattenere i clienti spiegando il passaggio dall'età repubblicana a quella imperiale nell'Antica Roma mentre cambiano il rotolo di carta del registratore di cassa.
Incentivi per la green economy Al fine di combattere l'inquinamento atmosferico dovuto al consumo di carburante, i dipendenti che volontariamente, a loro spese e con i loro mezzi si renderanno disponibili ad accompagnare il datore di lavoro nei suoi viaggi (anche di piacere), avranno il posto assicurato per il mese successivo.
Contratto a tempo Va superata la vecchia formula dell'indicazione della durata temporale del contratto. Per contratto a tempo si intende che si lavora a seconda delle condizioni meteo che datore e lavoratore liberamente concorderanno. Così ci saranno contratti che stabiliscono che il lavoratore sarà tenuto a prestare la propria opera nei giorni di sole e a restare a casa in quelli di pioggia o viceversa. Nei mesi in cui il lavoratore è costretto dalle condizioni meteo a restare a casa per più di dieci giorni, perde il diritto ad essere retribuito. Qualora le necessità di mercato lo rendessero necessario, il lavoratore potrebbe essere chiamato ad operare per modificare le condizioni meteo avverse e, laddove non vi riuscisse, ciò costituirebbe una buona causa per il suo licenziamento.
Diritto di recesso Come spiega la parola stessa, il datore dà il lavoro, il resto sono cazzi del dipendente. Così, tenuto conto del fatto che il buon andamento dell'impresa (e quindi anche il benessere delle maestranze) dipende in massima parte dall'umore di chi il lavoro lo dà, vanno previste una serie di circostanze al verificarsi delle quali il datore può far valere il diritto di recedere dal contratto stipulato in maniera istantanea e senza condizioni. A titolo esemplificativo, se ne elencano qui alcune: riacutizzarsi improvviso dell'infiammazione delle emorroidi; indisponibilità della moglie a concedersi al rapporto sessuale (questa condizione vale anche nel caso in cui sia la moglie del dipendente a rifiutarsi di concedersi al datore di lavoro del marito); digestione lenta; scarso profitto scolastico dei rampolli di famiglia; sconfitta nella partita a tennis della domenica (vale solo per il lunedì); cattivo stato di salute del cane; scheggiatura di uno o più nani da giardino.
Partecipazione dei lavoratori all'impresa Per fare in modo che i dipendenti si sentano parte integrante dell'azienda per la quale lavorano, all'atto dell'assunzione è fatto obbligo di versare una cifra minima di diecimila euro i quali non verranno utilizzati per acquistare quote, ma soltanto per dimostrare la buona predisposizione verso chi è stato così magnanimo da procedere ad un'assunzione.
Selezione del personale Per adeguare gli standard di produttività dell'Italia a quelli della media europea, verranno introdotte nuove prove di selezione per le diverse mansioni. Ciò al fine di dotare le aziende di personale altamente qualificato. A titolo esemplificativo: ai magazzinieri verrà chiesto di stoccare la merce mentre si illustrano ai colleghi i tre principi della termodinamica; agli apprendisti macellai di insaccare le salsicce recitando l'Amleto di Shakespeare in lingua originale; ai commessi di supermercato di saper intrattenere i clienti spiegando il passaggio dall'età repubblicana a quella imperiale nell'Antica Roma mentre cambiano il rotolo di carta del registratore di cassa.
Incentivi per la green economy Al fine di combattere l'inquinamento atmosferico dovuto al consumo di carburante, i dipendenti che volontariamente, a loro spese e con i loro mezzi si renderanno disponibili ad accompagnare il datore di lavoro nei suoi viaggi (anche di piacere), avranno il posto assicurato per il mese successivo.
martedì 4 marzo 2014
Grillini dissidenti sui vagoni piombati
Le espulsioni a ripetizione stanno offuscando l'immagine del Movimento 5 Stelle. Per questo Grillo e Casaleggio, dopo una riunione ristretta con i principali collaboratori - un iPhone 5S, un termostato wireless che consente di regolare la temperatura di casa attraverso la rete, un Salvavita Beghelli di ultima generazione collegato in videoconferenza e un vecchio Commodore 64 da cui Casaleggio non si è mai separato - stanno pensando di cambiare strategia. I dissidenti non verranno più cacciati ma sottoposti a un corso di rieducazione in una località segreta che, per dare uno schiaffo alla Casta e risparmiare sui rimborsi, i parlamentari raggiungeranno in gruppo su vagoni piombati.
Al centro delle lezioni ci sarà l'insegnamento del sistema binario, quello su cui, secondo uno studio del professor Circuito Chiuso, consulente che gode di un grande ascendente su Grillo e Casaleggio, i dissidenti difettano di più. Il professor Chiuso da tempo non rilascia interviste ma la sua teoria è racchiusa nella sua opera più riuscita: "Rete o barbarie". Si tratta di centocinquanta tweet scritti a cavallo tra l'anno dodicesimo e tredicesimo dell'avvento del web (Chiuso non adotta il normale calendario gregoriano).
«Il Movimento 5 Stelle - è scritto al diciassettesimo tweet - si fonda su un sistema binario composto dalla coppia di parole "fanculo" e "stronzi"». Ciò significa, come si capisce anche dall'osservazione dei grillini ortodossi, che in quel binomio si racchiudono le possibilità degli esponenti 5 Stelle di comunicare col mondo. Appare di un'evidenza solare quindi, come spiega lo stesso Chiuso in una delle sue rare interviste, rilasciata alla rivista on line "Codice a barre", che «i Cinque stelle non possono parlare tra loro, se non offendendosi. Per questo il dialogo è consentito, attraverso l'uso esclusivo del sistema binario, solo con gli esterni al movimento. Chi infrange questa regola mette a rischio la sopravvivenza stessa dei 5 Stelle».
L'altra questione che sarà posta al centro delle sedute di rieducazione è di natura contrattuale. Lo spiega Ius Primaenoctis, giurista di riferimento di Grillo e Casaleggio per le riforme costituzionali e non solo, in un articolo che verrà pubblicato nel prossimo numero del trimestrale "Tornare al feudalesimo". «È strano - scrive uno stupito Primaenoctis - che i dissidenti non abbiano ancora capito l'essenza profonda del Movimento, in cui non si entra ma si è assunti. Il 5 Stelle, come spiega lo stesso nome, è assimilabile a un albergo: Grillo e Casaleggio sono gli ospiti e i parlamentari i camerieri. Avete mai visto - conclude il giurista - un cameriere dissentire col cliente, per di più in un albergo a Cinque Stelle?».
Il primo gruppo di rieducandi (una decina di persone circa), partirà a breve. Tra loro una giovane deputata mamma che dopo mesi che non rivolgeva la parola al figlioletto, gli si è accostata sussurrando le parole «Amore mio». È stata denunciata per violazione del codice binario da un collega con cui stava parlando via Skype. La stessa sorte toccata a un cinquantacinquenne senatore che parlava con la moglie al cellulare a cui, poiché la linea era disturbata, è scappato un «non sento niente». Salvo, per il momento, l'ex capogruppo al Senato Vito Crimi: addormentatosi durante una seduta parlamentare si è risvegliato, ha guardato l'orologio e ha esclamato: «Quant'è tardi». Il fatto che abbia aggiunto «cazzo» al termine della frase, rendendola più in linea col movimento, gli ha risparmiato le sedute previste per gli altri.
Al centro delle lezioni ci sarà l'insegnamento del sistema binario, quello su cui, secondo uno studio del professor Circuito Chiuso, consulente che gode di un grande ascendente su Grillo e Casaleggio, i dissidenti difettano di più. Il professor Chiuso da tempo non rilascia interviste ma la sua teoria è racchiusa nella sua opera più riuscita: "Rete o barbarie". Si tratta di centocinquanta tweet scritti a cavallo tra l'anno dodicesimo e tredicesimo dell'avvento del web (Chiuso non adotta il normale calendario gregoriano).
«Il Movimento 5 Stelle - è scritto al diciassettesimo tweet - si fonda su un sistema binario composto dalla coppia di parole "fanculo" e "stronzi"». Ciò significa, come si capisce anche dall'osservazione dei grillini ortodossi, che in quel binomio si racchiudono le possibilità degli esponenti 5 Stelle di comunicare col mondo. Appare di un'evidenza solare quindi, come spiega lo stesso Chiuso in una delle sue rare interviste, rilasciata alla rivista on line "Codice a barre", che «i Cinque stelle non possono parlare tra loro, se non offendendosi. Per questo il dialogo è consentito, attraverso l'uso esclusivo del sistema binario, solo con gli esterni al movimento. Chi infrange questa regola mette a rischio la sopravvivenza stessa dei 5 Stelle».
L'altra questione che sarà posta al centro delle sedute di rieducazione è di natura contrattuale. Lo spiega Ius Primaenoctis, giurista di riferimento di Grillo e Casaleggio per le riforme costituzionali e non solo, in un articolo che verrà pubblicato nel prossimo numero del trimestrale "Tornare al feudalesimo". «È strano - scrive uno stupito Primaenoctis - che i dissidenti non abbiano ancora capito l'essenza profonda del Movimento, in cui non si entra ma si è assunti. Il 5 Stelle, come spiega lo stesso nome, è assimilabile a un albergo: Grillo e Casaleggio sono gli ospiti e i parlamentari i camerieri. Avete mai visto - conclude il giurista - un cameriere dissentire col cliente, per di più in un albergo a Cinque Stelle?».
Il primo gruppo di rieducandi (una decina di persone circa), partirà a breve. Tra loro una giovane deputata mamma che dopo mesi che non rivolgeva la parola al figlioletto, gli si è accostata sussurrando le parole «Amore mio». È stata denunciata per violazione del codice binario da un collega con cui stava parlando via Skype. La stessa sorte toccata a un cinquantacinquenne senatore che parlava con la moglie al cellulare a cui, poiché la linea era disturbata, è scappato un «non sento niente». Salvo, per il momento, l'ex capogruppo al Senato Vito Crimi: addormentatosi durante una seduta parlamentare si è risvegliato, ha guardato l'orologio e ha esclamato: «Quant'è tardi». Il fatto che abbia aggiunto «cazzo» al termine della frase, rendendola più in linea col movimento, gli ha risparmiato le sedute previste per gli altri.
sabato 8 febbraio 2014
Il lavoro c'è, basta saperlo cercare
Un interessante saggio dal titolo “Se cerchi bene il lavoro si trova” è stato pubblicato da un gruppo di studiosi dell'Università di Antiquitas. Lo staff di autori è costituito da economisti di area lefebvriana, noti per gli studi che hanno portato alla rivalutazione della servitù della gleba e per le acute analisi sul sistema delle caste in India. Coordinatore dei lavori è stato il docente italo-americano Libero Market Oriented, diventato famoso per aver dato alle stampe il fortunato pampleth “Se proprio avete tutto questo bisogno di lavorare fatelo gratis”.
Nello studio si sostiene che la disoccupazione è sostanzialmente dovuta a tre tipi di fattori: di sistema, individuali e circostanziali. Nel primo gruppo rientra la mancanza di collegamento tra istruzione e mondo del lavoro: «Fino a quando nelle Università non si forniranno solide basi in materie fondamentali come evasione fiscale e corruzione, che rappresentano ormai elementi imprescindibili della nostra economia, avremo giovani laureati di cui il mercato non saprà cosa fare», si legge nella pubblicazione. Al secondo gruppo di fattori è riconducibile l'attività dei singoli: «Ci si approccia al lavoro seguendo vecchie categorie – sostengono i ricercatori di Antiquitas – mentre il mercato è in continua evoluzione e in ogni periodo storico si è assistito all'emergere di nuove figure professionali: gli accenditori di roghi durante l'Inquisizione, le cavie umane quando c'è stata penuria di quelle animali, gli stuccatori della Santanché oggi, solo per fare tre esempi. Il mondo è pieno di opportunità – è la conclusione – basta saperle cogliere». Il terzo gruppo di fattori, definiti circostanziali, la ricerca lo spiega in un capitolo appositamente dedicato dal titolo: “Se nasci morto di fame che cazzo vuoi dalla vita?”.
La bontà dello studio è dovuta al fatto che all'impianto teorico gli autori hanno fatto seguire una sezione pratica in cui vengono elencate una serie di mansioni che il mercato oggi richiede ma che per una serie di distorsioni definite «anacronistiche» dagli autori, non vengono prese in considerazione. Si tratta insomma di un'agile guida per chi è alla ricerca di lavoro di cui qui possiamo fornire brevi stralci a titolo esemplificativo:
Scaldatore: figura millenaria, è tornata oggi in voga grazie al fatto che molte famiglie non possono permettersi di portare l'abitazione a temperature decenti con i tradizionali termosifoni a causa del proibitivo costo del gas. Lo scaldatore assolve la sua funzione seguendo le orme del bue e dell'asinello che vennero portati sul luogo della nascita di Gesù. A differenza di essi però, si fa pagare. Rivolgendosi a una clientela a redditi bassi, le tariffe dovranno essere contenute. Il guadagno può essere però incrementato svolgendo servizio presso nuclei numerosi, o comunque ammassando più persone possibile nella stessa stanza e dirigendo verso di loro il proprio alito chiedendo in cambio una quota una quota pro-capite.
Coniatore di insulti: il dibattito pubblico ha raggiunto livelli tali da rendere inefficaci quelli che una volta erano considerati epiteti memorabili: boia, pompinara, merda sono ormai definizioni inflazionate, non sorprendono più a causa del largo uso che se ne fa. La cosa preoccupa i parlamentari, che hanno così cominciato ad avvalersi di consulenti ad hoc. Il coniatore di insulti è ben pagato, ma per svolgere una funzione del genere occorre un mix di creatività e cultura non certo alla portata di tutti. La selezione è durissima. L'ultimo che è riuscito ad aggiudicarsi un contratto di collaborazione a tempo determinato è stato un neolaureato in Scienze della comunicazione di Treviso che ha postato su Facebook il seguente insulto: «A giudicare dalla foto che hai messo sul tuo profilo sembri il frutto di un rapporto sessuale tra Giovanardi e la marmitta di una Fiat Duna mentre Michaela Biancofiore e Paola Taverna guardavano a turno dal buco della serratura e quest'ultima riferiva tutto a Beppe Grillo collegato in chat».
Falsificatore di bilanci: purtroppo, non essendo ancora stati istituiti corsi di laurea appositi, è un mestiere che si impara sul campo in maniera rigorosamente non retribuita. Va detto però che i sacrifici di una lunga gavetta vengono ampiamente ripagati. In genere si è pronti a entrare nel giro che conta quando si abbandona il tetto coniugale in seguito alla nascita del primogenito urlando: «Questo poppante è un parassita, ho speso più per lui in tre mesi di latte artificiale che nella mia vita di contribuente».
A questi esempi la pubblicazione degli economisti di Antiquitas ne fa seguire molti altri: rullatore di canne per rockstar pigre, arruolatore di fedeli per sette religiose, sostituto del cane cercatore di tartufi, corruttore di agenti della Guardia di finanza, per fare alcuni esempi. Chi fosse interessato all'acquisto, può inviare un bonifico all'Università di Antiquitas mediante l'apposito sito www.riconvertitestesso.com e attendere che il materiale arrivi a casa sperando di non essere incappato in una truffa.
Nello studio si sostiene che la disoccupazione è sostanzialmente dovuta a tre tipi di fattori: di sistema, individuali e circostanziali. Nel primo gruppo rientra la mancanza di collegamento tra istruzione e mondo del lavoro: «Fino a quando nelle Università non si forniranno solide basi in materie fondamentali come evasione fiscale e corruzione, che rappresentano ormai elementi imprescindibili della nostra economia, avremo giovani laureati di cui il mercato non saprà cosa fare», si legge nella pubblicazione. Al secondo gruppo di fattori è riconducibile l'attività dei singoli: «Ci si approccia al lavoro seguendo vecchie categorie – sostengono i ricercatori di Antiquitas – mentre il mercato è in continua evoluzione e in ogni periodo storico si è assistito all'emergere di nuove figure professionali: gli accenditori di roghi durante l'Inquisizione, le cavie umane quando c'è stata penuria di quelle animali, gli stuccatori della Santanché oggi, solo per fare tre esempi. Il mondo è pieno di opportunità – è la conclusione – basta saperle cogliere». Il terzo gruppo di fattori, definiti circostanziali, la ricerca lo spiega in un capitolo appositamente dedicato dal titolo: “Se nasci morto di fame che cazzo vuoi dalla vita?”.
La bontà dello studio è dovuta al fatto che all'impianto teorico gli autori hanno fatto seguire una sezione pratica in cui vengono elencate una serie di mansioni che il mercato oggi richiede ma che per una serie di distorsioni definite «anacronistiche» dagli autori, non vengono prese in considerazione. Si tratta insomma di un'agile guida per chi è alla ricerca di lavoro di cui qui possiamo fornire brevi stralci a titolo esemplificativo:
Scaldatore: figura millenaria, è tornata oggi in voga grazie al fatto che molte famiglie non possono permettersi di portare l'abitazione a temperature decenti con i tradizionali termosifoni a causa del proibitivo costo del gas. Lo scaldatore assolve la sua funzione seguendo le orme del bue e dell'asinello che vennero portati sul luogo della nascita di Gesù. A differenza di essi però, si fa pagare. Rivolgendosi a una clientela a redditi bassi, le tariffe dovranno essere contenute. Il guadagno può essere però incrementato svolgendo servizio presso nuclei numerosi, o comunque ammassando più persone possibile nella stessa stanza e dirigendo verso di loro il proprio alito chiedendo in cambio una quota una quota pro-capite.
Coniatore di insulti: il dibattito pubblico ha raggiunto livelli tali da rendere inefficaci quelli che una volta erano considerati epiteti memorabili: boia, pompinara, merda sono ormai definizioni inflazionate, non sorprendono più a causa del largo uso che se ne fa. La cosa preoccupa i parlamentari, che hanno così cominciato ad avvalersi di consulenti ad hoc. Il coniatore di insulti è ben pagato, ma per svolgere una funzione del genere occorre un mix di creatività e cultura non certo alla portata di tutti. La selezione è durissima. L'ultimo che è riuscito ad aggiudicarsi un contratto di collaborazione a tempo determinato è stato un neolaureato in Scienze della comunicazione di Treviso che ha postato su Facebook il seguente insulto: «A giudicare dalla foto che hai messo sul tuo profilo sembri il frutto di un rapporto sessuale tra Giovanardi e la marmitta di una Fiat Duna mentre Michaela Biancofiore e Paola Taverna guardavano a turno dal buco della serratura e quest'ultima riferiva tutto a Beppe Grillo collegato in chat».
Falsificatore di bilanci: purtroppo, non essendo ancora stati istituiti corsi di laurea appositi, è un mestiere che si impara sul campo in maniera rigorosamente non retribuita. Va detto però che i sacrifici di una lunga gavetta vengono ampiamente ripagati. In genere si è pronti a entrare nel giro che conta quando si abbandona il tetto coniugale in seguito alla nascita del primogenito urlando: «Questo poppante è un parassita, ho speso più per lui in tre mesi di latte artificiale che nella mia vita di contribuente».
A questi esempi la pubblicazione degli economisti di Antiquitas ne fa seguire molti altri: rullatore di canne per rockstar pigre, arruolatore di fedeli per sette religiose, sostituto del cane cercatore di tartufi, corruttore di agenti della Guardia di finanza, per fare alcuni esempi. Chi fosse interessato all'acquisto, può inviare un bonifico all'Università di Antiquitas mediante l'apposito sito www.riconvertitestesso.com e attendere che il materiale arrivi a casa sperando di non essere incappato in una truffa.
giovedì 16 gennaio 2014
I nuovi referendum di Grillo e Casaleggio
Dopo il referendum sul reato di clandestinità, Grillo e Casaleggio porranno altri quesiti ai dodici grillini e ai circa 1.500 tra smartphone, tablet e pc aventi diritto di voto attraverso la piattaforma informatica del Caro Leader. Eccoli:
1) Siete favorevoli ad estendere ai filippini il diritto di svolgere altri lavori oltre quello di collaboratori domestici?
2) In caso di incidente d'auto tra un italiano e un extracomunitario, se la responsabilità è del primo, il secondo può vantare il diritto di essere risarcito?
3) Al fine di limitare l'affollamento delle carceri, siete favorevoli ai soli arresti domiciliari per chi contrae matrimoni misti?
4) Che ne direste di installare sopra al cancello d'entrata del Cie di Lampedusa la scritta "Il lavoro rende liberi?"
5) Ritenete giusto che persone non italiane occupino posti a sedere sugli autobus?
6) Siete favorevoli all'introduzione della maggiorazione della pena prevista dal codice penale in misura percentuale variabile a seconda del paese di provenienza di chi commette il reato?
7) Siete favorevoli all'introduzione di un registro dei mendicanti stranieri in modo da poter assoggettare chi svolge quella professione al pagamento dell'Irpef?
8) In coscienza, Martin Luther King, non se la andò un po' a cercare?
9) Siete favorevoli alla riapertura delle indagini sulla morte di Abele per fare luce sulla eventuale presenza di extracomunitari nel luogo del delitto?
1) Siete favorevoli ad estendere ai filippini il diritto di svolgere altri lavori oltre quello di collaboratori domestici?
2) In caso di incidente d'auto tra un italiano e un extracomunitario, se la responsabilità è del primo, il secondo può vantare il diritto di essere risarcito?
3) Al fine di limitare l'affollamento delle carceri, siete favorevoli ai soli arresti domiciliari per chi contrae matrimoni misti?
4) Che ne direste di installare sopra al cancello d'entrata del Cie di Lampedusa la scritta "Il lavoro rende liberi?"
5) Ritenete giusto che persone non italiane occupino posti a sedere sugli autobus?
6) Siete favorevoli all'introduzione della maggiorazione della pena prevista dal codice penale in misura percentuale variabile a seconda del paese di provenienza di chi commette il reato?
7) Siete favorevoli all'introduzione di un registro dei mendicanti stranieri in modo da poter assoggettare chi svolge quella professione al pagamento dell'Irpef?
8) In coscienza, Martin Luther King, non se la andò un po' a cercare?
9) Siete favorevoli alla riapertura delle indagini sulla morte di Abele per fare luce sulla eventuale presenza di extracomunitari nel luogo del delitto?
10) Salvini non è poi tanto male, no?
giovedì 9 gennaio 2014
L'oroscopo del 2014
Con Giove infoiato sulla rotta di Venere il 2014 si annuncia denso di novità per l'Italia. Ecco cosa succederà mese per mese secondo gli astri (sempre che gli astri non si rompano le palle dell'Italia prima che arrivi dicembre).
Gennaio. I partiti trovano l'intesa sulla legge elettorale. Il risultato è frutto di un compromesso: il sistema sarà a doppio turno come vuole il Pd («così se sbaglieremo al primo potremo almeno rimediare nel secondo», è la linea ufficiale del partito). Nel caso dovesse finire in parità, secondo una condizione imposta dalla Lega, i due candidati leader se la vedranno in una sfida a chi mangia più cassoeula. Sel ottiene di inserire nella legge un articolo secondo cui la scheda elettorale potrà essere composta da più fogli in modo da contenere, se del caso, un discorso di Vendola con la traduzione a margine in italiano corrente. Sulle schede infine, comparirà la scritta "Berlusconi è proprio un bell'uomo", senza la quale non sarebbe arrivato il sì di Forza Italia.
Febbraio. Matteo Renzi ospite al festival di Sanremo duetta con Albano in "Felicità" cantando in falsetto e vestendosi come Romina Power. «Non sarò mai un grigio burocrate, e poi occorre essere positivi», commenterà poi il leader del Pd intervistato da Fabio Fazio che gli chiede il motivo della scelta della canzone. Il sindaco di Firenze lamenta poi la mancanza di Pupo e Marco Carta tra i big in lizza. Infine, in sala stampa dichiara che il suo gruppo preferito sono i Led Zeppelin. Ai giornalisti che gli fanno notare che Albano, Pupo e Marco Carta non c'entrano una mazza con i Led Zeppelin, Renzi risponde: «Lo so, ma se si vuol vincere occorre prendere i voti sia di qua che di là».
Marzo. Sensazionale scoperta a Freghemì, piccolo centro della pedemontana lombarda, dove vengono rinvenuti i resti di quello che secondo la comunità scientifica è con ogni probabilità l'Homo Salvinus. Vissuto nel Paleolitico inferiore, prima dell'uomo di Neanderthal, il Salvinus è riconoscibile per l'inconfondibile apertura della mascella che testimonia come questo ominide sia potuto sopravvivere per migliaia di anni cibandosi di immigrati che arrivavano in perlustrazione nelle zone abitate dalle sue tribù.
Aprile. Approvato un emendamento in sede di conversione in legge del decreto che elimina il finanziamento pubblico ai partiti: le formazioni politiche potranno inserire fino a un massimo di dieci spot pubblicitari durante i comizi dei loro esponenti.
Maggio. Beppe Grillo si presenta al seggio per votare alle elezioni europee con un tablet di ultima generazione in mano e chiede due schede, una per sé e una per l'apparecchio. Al diniego del presidente di seggio, che gli intima anzi di lasciare il tablet fuori dalla cabina, il leader dei Cinque Stelle annuncia un esposto alla magistratura e dal suo blog rilancia: «I morti in carne e ossa si oppongono alla democrazia elettronica, un bit li seppellirà».
Giugno. Arrestato Silvio Berlusconi. Fatale per il leader di Forza Italia la denuncia di un vecchio compagno di scuola delle elementari, Efisio Memore: «Durante la ricreazione vinceva a chi le lanciava più lontano utilizzando una figurina truccata». Rinchiuso a San Vittore, Berlusconi avvia le trattative col ministero della Giustizia e nel giro di una settimana compra l'intero carcere per trasformarlo in resort per cene eleganti.
Luglio. La notizia della scoperta di Freghemì fa il giro del mondo, boom di turisti stranieri nei paesini della pedemontana lombarda. «E poi qui ci sono gli ultimi esempi viventi di leghisti», commenta entusiasta una famiglia belga intervistata da Radio Solo Noi.
Agosto. Ignoti si introducono in casa Sallusti-Santanchè e rubano l'unico neurone che vi era custodito. I capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, Brunetta e Gasparri, convocano una conferenza stampa d'urgenza al Billionaire e denunciano: «Operazione di chiara matrice politica». In serata il neurone viene rispedito in busta chiusa con una lettera che l'accompagna: «I ricettatori a cui di solito rivendiamo la roba c'hanno detto che questo non vale neanche come reperto di modernariato».
Settembre. I Forconi sfilano in corteo a Roma. Per esprimere la sua contrarietà alla protesta un residente, Giustino Unico, espone dal suo balcone la gigantografia di una regolare fattura. Alla vista, alcuni manifestanti sono costretti a ricorrere alle cure del 118. Uno dei leader dei Forconi, in preda all'indignazione, dopo decenni che non ci riusciva, trova il modo di esprimersi in un corretto italiano: «Non si è mai vista una provocazione del genere».
Ottobre. Edito da "A volte ritornano", viene pubblicato: "Le dieci mosse per portare l'Italia fuori dalla crisi", di Mario Monti. Subito dopo la pubblicazione scoppia una polemica tra l'autore e l'editore che finirà nelle aule di giustizia: Monti era convinto di aver scritto un saggio, mentre il libro esce nella collana di fantascienza "Mondi paralleli".
Novembre. Il governo presenta il piano delle alienazioni per far entrare liquidità nelle casse dello Stato. Tra i beni in vendita c'è anche il Colosseo: «È un'operazione dal valore doppio - spiega il presidente del Consiglio - da un lato incassiamo denaro fresco, dall'altro ci liberiamo di un vecchio rudere che ci costa un patrimonio in manutenzione». Tra i potenziali acquirenti una cordata di imprenditori capitanata da un rampollo della borghesia romana, Lupo Maria Conducator, che manifesta l'intenzione di riportare l'anfiteatro agli antichi fasti. Pronta anche una società di gestione delle risorse umane che selezionerà i disoccupati volontari che affronteranno i leoni in combattimento.
Dicembre. Nota di Palazzo Chigi sull'andamento dell'economia degli ultimi quattro trimestri: «Il potere d'acquisto si è ridotto del dieci per cento in questi ultimi dodici mesi. Ma considerando che la stessa cosa era avvenuta l'anno scorso, la perdita è molto inferiore rispetto a quella del 2013, poiché la percentuale va calcolata su una cifra minore».
Gennaio. I partiti trovano l'intesa sulla legge elettorale. Il risultato è frutto di un compromesso: il sistema sarà a doppio turno come vuole il Pd («così se sbaglieremo al primo potremo almeno rimediare nel secondo», è la linea ufficiale del partito). Nel caso dovesse finire in parità, secondo una condizione imposta dalla Lega, i due candidati leader se la vedranno in una sfida a chi mangia più cassoeula. Sel ottiene di inserire nella legge un articolo secondo cui la scheda elettorale potrà essere composta da più fogli in modo da contenere, se del caso, un discorso di Vendola con la traduzione a margine in italiano corrente. Sulle schede infine, comparirà la scritta "Berlusconi è proprio un bell'uomo", senza la quale non sarebbe arrivato il sì di Forza Italia.
Febbraio. Matteo Renzi ospite al festival di Sanremo duetta con Albano in "Felicità" cantando in falsetto e vestendosi come Romina Power. «Non sarò mai un grigio burocrate, e poi occorre essere positivi», commenterà poi il leader del Pd intervistato da Fabio Fazio che gli chiede il motivo della scelta della canzone. Il sindaco di Firenze lamenta poi la mancanza di Pupo e Marco Carta tra i big in lizza. Infine, in sala stampa dichiara che il suo gruppo preferito sono i Led Zeppelin. Ai giornalisti che gli fanno notare che Albano, Pupo e Marco Carta non c'entrano una mazza con i Led Zeppelin, Renzi risponde: «Lo so, ma se si vuol vincere occorre prendere i voti sia di qua che di là».
Marzo. Sensazionale scoperta a Freghemì, piccolo centro della pedemontana lombarda, dove vengono rinvenuti i resti di quello che secondo la comunità scientifica è con ogni probabilità l'Homo Salvinus. Vissuto nel Paleolitico inferiore, prima dell'uomo di Neanderthal, il Salvinus è riconoscibile per l'inconfondibile apertura della mascella che testimonia come questo ominide sia potuto sopravvivere per migliaia di anni cibandosi di immigrati che arrivavano in perlustrazione nelle zone abitate dalle sue tribù.
Aprile. Approvato un emendamento in sede di conversione in legge del decreto che elimina il finanziamento pubblico ai partiti: le formazioni politiche potranno inserire fino a un massimo di dieci spot pubblicitari durante i comizi dei loro esponenti.
Maggio. Beppe Grillo si presenta al seggio per votare alle elezioni europee con un tablet di ultima generazione in mano e chiede due schede, una per sé e una per l'apparecchio. Al diniego del presidente di seggio, che gli intima anzi di lasciare il tablet fuori dalla cabina, il leader dei Cinque Stelle annuncia un esposto alla magistratura e dal suo blog rilancia: «I morti in carne e ossa si oppongono alla democrazia elettronica, un bit li seppellirà».
Giugno. Arrestato Silvio Berlusconi. Fatale per il leader di Forza Italia la denuncia di un vecchio compagno di scuola delle elementari, Efisio Memore: «Durante la ricreazione vinceva a chi le lanciava più lontano utilizzando una figurina truccata». Rinchiuso a San Vittore, Berlusconi avvia le trattative col ministero della Giustizia e nel giro di una settimana compra l'intero carcere per trasformarlo in resort per cene eleganti.
Luglio. La notizia della scoperta di Freghemì fa il giro del mondo, boom di turisti stranieri nei paesini della pedemontana lombarda. «E poi qui ci sono gli ultimi esempi viventi di leghisti», commenta entusiasta una famiglia belga intervistata da Radio Solo Noi.
Agosto. Ignoti si introducono in casa Sallusti-Santanchè e rubano l'unico neurone che vi era custodito. I capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, Brunetta e Gasparri, convocano una conferenza stampa d'urgenza al Billionaire e denunciano: «Operazione di chiara matrice politica». In serata il neurone viene rispedito in busta chiusa con una lettera che l'accompagna: «I ricettatori a cui di solito rivendiamo la roba c'hanno detto che questo non vale neanche come reperto di modernariato».
Settembre. I Forconi sfilano in corteo a Roma. Per esprimere la sua contrarietà alla protesta un residente, Giustino Unico, espone dal suo balcone la gigantografia di una regolare fattura. Alla vista, alcuni manifestanti sono costretti a ricorrere alle cure del 118. Uno dei leader dei Forconi, in preda all'indignazione, dopo decenni che non ci riusciva, trova il modo di esprimersi in un corretto italiano: «Non si è mai vista una provocazione del genere».
Ottobre. Edito da "A volte ritornano", viene pubblicato: "Le dieci mosse per portare l'Italia fuori dalla crisi", di Mario Monti. Subito dopo la pubblicazione scoppia una polemica tra l'autore e l'editore che finirà nelle aule di giustizia: Monti era convinto di aver scritto un saggio, mentre il libro esce nella collana di fantascienza "Mondi paralleli".
Novembre. Il governo presenta il piano delle alienazioni per far entrare liquidità nelle casse dello Stato. Tra i beni in vendita c'è anche il Colosseo: «È un'operazione dal valore doppio - spiega il presidente del Consiglio - da un lato incassiamo denaro fresco, dall'altro ci liberiamo di un vecchio rudere che ci costa un patrimonio in manutenzione». Tra i potenziali acquirenti una cordata di imprenditori capitanata da un rampollo della borghesia romana, Lupo Maria Conducator, che manifesta l'intenzione di riportare l'anfiteatro agli antichi fasti. Pronta anche una società di gestione delle risorse umane che selezionerà i disoccupati volontari che affronteranno i leoni in combattimento.
Dicembre. Nota di Palazzo Chigi sull'andamento dell'economia degli ultimi quattro trimestri: «Il potere d'acquisto si è ridotto del dieci per cento in questi ultimi dodici mesi. Ma considerando che la stessa cosa era avvenuta l'anno scorso, la perdita è molto inferiore rispetto a quella del 2013, poiché la percentuale va calcolata su una cifra minore».
giovedì 19 dicembre 2013
Le nuove parole del 2013
Il 2013 è stato segnato da cambiamenti linguistici che hanno introdotto nuovi vocaboli o hanno modificato l'uso che si faceva di altri. Ecco le principali novità.
Perseguitato politico: miliardario ultrasettantenne dedito a una vita dissoluta e uso circondarsi di persone molto più giovani di lui in cerca di facile successo (vedi alla voce: Raffaele Fitto).
Mario Monti: termine utilizzato fino al novembre 2011 dai più ottimisti anche come sinonimo di speranza (in alcuni casi anche nella sua variante eccitata: salvatore), è venuto assumendo nel giro di qualche mese significati che sono scivolati via via in grigiore, squallore (gergale: "cheduepalle"). Dopo il 24 febbraio 2013, data che coincide con le elezioni politiche, ha assunto per la maggioranza degli italiani il significato che solo pochi prima gli attribuivano: fallimento.
Ribelle: aggettivo di cui si è autoappropriato un giovane sindaco divenuto per acclamazione segretario del maggior partito italiano e che da allora ha assunto significati esattamente contrari rispetto a quelli che aveva avuto dalla sua nascita: conformista, furbo, conservatore.
Sinistra: parola usata con diversi significati, non di rado in maniera impropria. Utilizzata spesso come sinonimo di introvabile, inafferrabile. Viene anche inserita in frasi diventate ormai di uso comune per indicare pratiche e comportamenti sociali: "Quelli litigano tra loro come se fossero di sinistra", "Non riescono mai a mettersi d'accordo, ma che sono di sinistra?".
Larghe intese: accordo di governo che serve a pochissimi ma che ha l'ambizione di rappresentare tutti. Utilizzato da alcuni nella variante "Adda passa' a nuttata".
Riforme: termine che indica provvedimenti legislativi volti a peggiorare la condizione della stragrande maggioranza della popolazione con la giustificazione che se non venissero adottati le cose peggiorerebbero (vedi alle voci: riforma delle pensioni, riforma del trasporto pubblico, riforma del mercato del lavoro). Utilizzato nel linguaggio informale anche con altri significati: "Sto così male che sembra che mi sia caduta addosso una riforma".
Nuovo Centrodestra: ossimoro, paradosso, tipo: "splendido disastro", "meravigliosa catastrofe".
Perseguitato politico: miliardario ultrasettantenne dedito a una vita dissoluta e uso circondarsi di persone molto più giovani di lui in cerca di facile successo (vedi alla voce: Raffaele Fitto).
Mario Monti: termine utilizzato fino al novembre 2011 dai più ottimisti anche come sinonimo di speranza (in alcuni casi anche nella sua variante eccitata: salvatore), è venuto assumendo nel giro di qualche mese significati che sono scivolati via via in grigiore, squallore (gergale: "cheduepalle"). Dopo il 24 febbraio 2013, data che coincide con le elezioni politiche, ha assunto per la maggioranza degli italiani il significato che solo pochi prima gli attribuivano: fallimento.
Ribelle: aggettivo di cui si è autoappropriato un giovane sindaco divenuto per acclamazione segretario del maggior partito italiano e che da allora ha assunto significati esattamente contrari rispetto a quelli che aveva avuto dalla sua nascita: conformista, furbo, conservatore.
Sinistra: parola usata con diversi significati, non di rado in maniera impropria. Utilizzata spesso come sinonimo di introvabile, inafferrabile. Viene anche inserita in frasi diventate ormai di uso comune per indicare pratiche e comportamenti sociali: "Quelli litigano tra loro come se fossero di sinistra", "Non riescono mai a mettersi d'accordo, ma che sono di sinistra?".
Larghe intese: accordo di governo che serve a pochissimi ma che ha l'ambizione di rappresentare tutti. Utilizzato da alcuni nella variante "Adda passa' a nuttata".
Riforme: termine che indica provvedimenti legislativi volti a peggiorare la condizione della stragrande maggioranza della popolazione con la giustificazione che se non venissero adottati le cose peggiorerebbero (vedi alle voci: riforma delle pensioni, riforma del trasporto pubblico, riforma del mercato del lavoro). Utilizzato nel linguaggio informale anche con altri significati: "Sto così male che sembra che mi sia caduta addosso una riforma".
Nuovo Centrodestra: ossimoro, paradosso, tipo: "splendido disastro", "meravigliosa catastrofe".
venerdì 6 dicembre 2013
Pd, una poltrona per tre
Le primarie di domenica sanciranno il cambio al vertice di quello che, per cause del tutto indipendenti dalla sua volontà, è il maggior partito italiano: il Pd. La geografia politica dell'intero Paese potrebbe cambiare a seconda di quale dei tre sfidanti diventerà segretario. Il condizionale è d'obbligo perché non è scontato che il Pd arrivi a lunedì mattina. I più attenti osservatori non escludono che il partito, in preda a stress emozionale, possa nel frattempo passare allo stato gassoso e dissolversi nell'atmosfera come una Santanchè qualsiasi esposta alle alte temperature o che, qualora rimanga allo stato solido, possa essere addentato da qualcuno dei suoi elettori rimasto disoccupato. Ma vediamo il ritratto dei tre sfidanti per capire dove potrebbe andare l'Italia, sempre che riesca ad alzarsi in piedi.
Giuseppe Civati. Il deputato lombardo è appeso alla variabile meteo: «Sì, mi sono candidato. Ma se domenica farà bel tempo andrò in Valtellina a farmi una sciata e francamente non so se col traffico del rientro riuscirò a raggiungere Milano in tempo utile per votare». Civati è comunque dei tre aspiranti alla segreteria quello con le idee più chiare: «Voglio un partito più vicino a Sel e ai Cinque stelle». Di qui il programma, nel quale è stato fatto uno sforzo di sintesi di alcune delle priorità care a Vendola e a Grillo. Eccone uno stralcio: «Abbiamo l'obbligo morale di estirpare dai gangli vitali della nostra comunità la mitopoiesi secondo la quale un partito - ma anche una partenza, un arrivo, o che so io, un semplice "ciao" - possa diventare la metamorfosi di carta straccia da vendere al miglior offerente. Vaffanculo, siete morti. La nostra ontologia tendente alla liberazione dalla schiavitù del giorno feriale non può prescindere dal lavoro vivo, grondante lapilli madidi di estasiato, sincronico sudore. Ladri, pezzi di merda, fuori gli scontrini, vi facciamo un culo così, internet».
Gianni Cuperlo. Non ha ancora terminato il ciclo di sedute cui Massimo D'Alema lo sta sottoponendo da settimane per renderlo più convincente. In particolare, si rifiuta di digrignare i denti nonostante il suo mentore, per fargli capire come si fa, l'abbia costretto a convivere per una settimana in una stanza di sei metri quadrati con tre pitbull che non mangiavano da giorni. «Non vi preoccupate, lo faccio per il suo bene, così si diventa leader», aveva detto D'Alema ai famigliari in lacrime che salutavano Cuperlo prima che si sottoponesse alla prova. Ma quando il suo pupillo è uscito, l'ex presidente del Consiglio l'ha schernito così: «Cazzo Gianni, ma cosa devo fare per te? Altro che pitbull, così sei pronto a malapena per fare Dudù». Secondo fonti accreditate Cuperlo, di nascosto, avrebbe presentato una memoria ai garanti del partito per chiedere, in occasione dell'appuntamento di domenica, cinque punti percentuali di vantaggio rispetto ai suoi avversari in maniera da bilanciare così i continui endorsement di D'Alema a suo favore. Nel suo programma si legge, tra le altre cose: «Avanti a sinistra, sperando che 'sto cazzo di navigatore non continui a mandarci fuori strada».
Matteo Renzi. È impegnatissimo nel tour elettorale scandito dalle linee guida del suo guru, lo statunitense Hard Discount. Discount si è formato nella "Libera università Draconio" - intitolata a un feudatario vissuto nell'XI secolo noto per la sua magnanimità: in occasione del pranzo di Natale riuniva i suoi contadini sotto le finestre della sala da pranzo da cui lanciava loro gli avanzi dei commensali. Ritiene, come si legge nella sua opera più famosa, «A mangiar troppo si diventa grassi», che «la disoccupazione è una fortuna perché così si ha più tempo libero». Di qui discende la sua idea che i lavoratori siano degli sfigati che sfogano la loro frustrazione rivendicando diritti ai danni dei ricchi, i quali devono invece essere messi nelle migliori condizioni di accumulare liberamente per poi spendere e muovere così l'economia. Sono però argomenti che Renzi, per non annoiare il pubblico, non utilizza mai nei suoi comizi. Anzi, da vero innovatore quale è il sindaco di Firenze non è dotato affatto di programma. Ne compila uno di volta in volta, ma con l'inchiostro simpatico, in modo che dopo pochi minuti il foglio torna bianco. «È l'unico modo per tenersi davvero al passo con tempi che cambiano sempre più velocemente», ha spiegato di recente. L'unico strappo alla regola è lo slogan che l'ha accompagnato nel tour, quello stampato anche sulle t-shirt dei suoi sostenitori: «Dove vi porto non lo so nemmeno io, ma ci divertiremo un casino».
Giuseppe Civati. Il deputato lombardo è appeso alla variabile meteo: «Sì, mi sono candidato. Ma se domenica farà bel tempo andrò in Valtellina a farmi una sciata e francamente non so se col traffico del rientro riuscirò a raggiungere Milano in tempo utile per votare». Civati è comunque dei tre aspiranti alla segreteria quello con le idee più chiare: «Voglio un partito più vicino a Sel e ai Cinque stelle». Di qui il programma, nel quale è stato fatto uno sforzo di sintesi di alcune delle priorità care a Vendola e a Grillo. Eccone uno stralcio: «Abbiamo l'obbligo morale di estirpare dai gangli vitali della nostra comunità la mitopoiesi secondo la quale un partito - ma anche una partenza, un arrivo, o che so io, un semplice "ciao" - possa diventare la metamorfosi di carta straccia da vendere al miglior offerente. Vaffanculo, siete morti. La nostra ontologia tendente alla liberazione dalla schiavitù del giorno feriale non può prescindere dal lavoro vivo, grondante lapilli madidi di estasiato, sincronico sudore. Ladri, pezzi di merda, fuori gli scontrini, vi facciamo un culo così, internet».
Gianni Cuperlo. Non ha ancora terminato il ciclo di sedute cui Massimo D'Alema lo sta sottoponendo da settimane per renderlo più convincente. In particolare, si rifiuta di digrignare i denti nonostante il suo mentore, per fargli capire come si fa, l'abbia costretto a convivere per una settimana in una stanza di sei metri quadrati con tre pitbull che non mangiavano da giorni. «Non vi preoccupate, lo faccio per il suo bene, così si diventa leader», aveva detto D'Alema ai famigliari in lacrime che salutavano Cuperlo prima che si sottoponesse alla prova. Ma quando il suo pupillo è uscito, l'ex presidente del Consiglio l'ha schernito così: «Cazzo Gianni, ma cosa devo fare per te? Altro che pitbull, così sei pronto a malapena per fare Dudù». Secondo fonti accreditate Cuperlo, di nascosto, avrebbe presentato una memoria ai garanti del partito per chiedere, in occasione dell'appuntamento di domenica, cinque punti percentuali di vantaggio rispetto ai suoi avversari in maniera da bilanciare così i continui endorsement di D'Alema a suo favore. Nel suo programma si legge, tra le altre cose: «Avanti a sinistra, sperando che 'sto cazzo di navigatore non continui a mandarci fuori strada».
Matteo Renzi. È impegnatissimo nel tour elettorale scandito dalle linee guida del suo guru, lo statunitense Hard Discount. Discount si è formato nella "Libera università Draconio" - intitolata a un feudatario vissuto nell'XI secolo noto per la sua magnanimità: in occasione del pranzo di Natale riuniva i suoi contadini sotto le finestre della sala da pranzo da cui lanciava loro gli avanzi dei commensali. Ritiene, come si legge nella sua opera più famosa, «A mangiar troppo si diventa grassi», che «la disoccupazione è una fortuna perché così si ha più tempo libero». Di qui discende la sua idea che i lavoratori siano degli sfigati che sfogano la loro frustrazione rivendicando diritti ai danni dei ricchi, i quali devono invece essere messi nelle migliori condizioni di accumulare liberamente per poi spendere e muovere così l'economia. Sono però argomenti che Renzi, per non annoiare il pubblico, non utilizza mai nei suoi comizi. Anzi, da vero innovatore quale è il sindaco di Firenze non è dotato affatto di programma. Ne compila uno di volta in volta, ma con l'inchiostro simpatico, in modo che dopo pochi minuti il foglio torna bianco. «È l'unico modo per tenersi davvero al passo con tempi che cambiano sempre più velocemente», ha spiegato di recente. L'unico strappo alla regola è lo slogan che l'ha accompagnato nel tour, quello stampato anche sulle t-shirt dei suoi sostenitori: «Dove vi porto non lo so nemmeno io, ma ci divertiremo un casino».
lunedì 25 novembre 2013
Biografia non autorizzata di Matteo Renzi
Tranne la comparsata del 1994 a "La ruota della fortuna" che impazza su youtube, gran parte del passato di Matteo Renzi è avvolto nel mistero. Ma chi è e da dove viene l'uomo che sta per prendere in mano le redini del Pd (anche se pare che le redini abbiano già detto schifate: «Noi da quello lì non ci facciamo neanche sfiorare»)?
L'origine è ignota. Si sa solo che un giorno mamma e papà Renzi sentirono suonare il campanello di casa e, aperta la porta, trovarono poggiato davanti all'uscio un neonato piangente avvolto alla bell'e meglio in una copertina di "Vanity Fair". Non esitarono ad accoglierlo.
Per il nome i due neo-genitori, entrambi credenti, volevano un chiaro riferimento alla tradizione cattolica. Si liberarono delle pressioni di un vecchio zio fascista che proponeva Italo, e che quando gli veniva fatto notare che quel nome con la tradizione cattolica non c'entrava una mazza rispondeva: «Però è vigoroso!». Pensarono a Francesco, ma l'idea apparve al resto della famiglia troppo schierata a sinistra. Così si arrivò alla scelta di Matteo: cattolico sì, ma equidistante.
Di lì a poco il piccolo cominciò a manifestare problemi. La sua camera era in fondo al corridoio a sinistra, ma quando doveva raggiungerla Matteo girava puntualmente a destra. Da quella parte si trovava quella del vecchio zio, che teneva sempre la porta chiusa immerso nell'ascolto delle registrazioni dei discorsi del Duce. Fu procurandosi l'ennesimo trauma cranico sbattendo contro la maniglia della porta chiusa che Matteo sentì la voce stentorea di Mussolini pronunciare la fatidica esortazione: «Vincere!».
Nonostante lo stato di commozione cerebrale procurato dalla botta, quella parola si conficcò nella testolina del piccolo Renzi, che di lì in poi non fece che cercare la vittoria, a qualsiasi costo. Memorabile quella volta che sulla spiaggia, contro i ragazzi più grandi che non volevano farlo giocare a biglie, chiese le primarie per decidere chi doveva partecipare alla gara e portò a votare per sé tutti i vacanzieri dell'albergo in cui si trovava con la famiglia: arrivò primo.
Più grandicello, in prima liceo, il giorno in cui si dovevano scegliere i rappresentanti d'istituto, per essere sicuro di raggiungere l'obiettivo Matteo si presentò in tutte le liste. Durante l'assemblea, gli toccò presentarsi due volte di seguito. Prima con la lista di sinistra («Basta con l'autoritarismo dei professori - disse scaldando i cuori fino alla terza fila - rivendichiamo una scuola dove noi studenti possiamo sperimentare: per esempio, durante l'ora di scienze, perché invece dei fagioli non si possono far germogliare semi di cannabis?»); poi con quella di destra: propose, «contro una storiografia partigiana ed egemonizzata dai comunisti», di invitare a scuola Erich Priebke (all'epoca agli arresti domiciliari) per una testimonianza su cosa si prova a vivere da reclusi.
All'uscita, gli studenti di destra, che non conoscevano il significato della parola autoritarismo ma facevano un discreto uso di cannabis, lo acclamarono. Quelli di sinistra invece, lo trascinarono con loro e lo costrinsero per giorni ad ascoltare più volte l'intera discografia degli Inti Illimani. Fu in seguito a quell'esperienza traumatica che Renzi giurò a se stesso: la rovinerò, non so come, ma io questa sinistra un giorno la rovinerò.
Passarono anni in cui il giovane dovette superare esami difficili. Come quello della patente di guida, quando, durante l'esame di pratica, si andò a schiantare contro un tram girando a destra, convinto di stare obbedendo all'esaminatore che però gli aveva detto di voltare a sinistra. «Matteo, quando imparerai a orientarti?», gli disse la madre sull'ambulanza.
La svolta per lui arrivò quando conobbe Giorgio Gori, all'epoca direttore di Canale 5: «Vuoi rovinare la sinistra? Allora è inutile buttarti a destra: quello lì - disse Gori riferendosi a Berlusconi - è troppo forte e non ti permetterà mai di subentrargli, abituato com'è a entrare lui per primo, ovunque. Dai retta a me, studialo bene e buttati a sinistra: lì c'è un casino tale che se riesci a mettere tre parole in fila riuscirai a convincerli anche che vogliono l'esatto contrario di ciò per cui sono nati».
L'origine è ignota. Si sa solo che un giorno mamma e papà Renzi sentirono suonare il campanello di casa e, aperta la porta, trovarono poggiato davanti all'uscio un neonato piangente avvolto alla bell'e meglio in una copertina di "Vanity Fair". Non esitarono ad accoglierlo.
Per il nome i due neo-genitori, entrambi credenti, volevano un chiaro riferimento alla tradizione cattolica. Si liberarono delle pressioni di un vecchio zio fascista che proponeva Italo, e che quando gli veniva fatto notare che quel nome con la tradizione cattolica non c'entrava una mazza rispondeva: «Però è vigoroso!». Pensarono a Francesco, ma l'idea apparve al resto della famiglia troppo schierata a sinistra. Così si arrivò alla scelta di Matteo: cattolico sì, ma equidistante.
Di lì a poco il piccolo cominciò a manifestare problemi. La sua camera era in fondo al corridoio a sinistra, ma quando doveva raggiungerla Matteo girava puntualmente a destra. Da quella parte si trovava quella del vecchio zio, che teneva sempre la porta chiusa immerso nell'ascolto delle registrazioni dei discorsi del Duce. Fu procurandosi l'ennesimo trauma cranico sbattendo contro la maniglia della porta chiusa che Matteo sentì la voce stentorea di Mussolini pronunciare la fatidica esortazione: «Vincere!».
Nonostante lo stato di commozione cerebrale procurato dalla botta, quella parola si conficcò nella testolina del piccolo Renzi, che di lì in poi non fece che cercare la vittoria, a qualsiasi costo. Memorabile quella volta che sulla spiaggia, contro i ragazzi più grandi che non volevano farlo giocare a biglie, chiese le primarie per decidere chi doveva partecipare alla gara e portò a votare per sé tutti i vacanzieri dell'albergo in cui si trovava con la famiglia: arrivò primo.
Più grandicello, in prima liceo, il giorno in cui si dovevano scegliere i rappresentanti d'istituto, per essere sicuro di raggiungere l'obiettivo Matteo si presentò in tutte le liste. Durante l'assemblea, gli toccò presentarsi due volte di seguito. Prima con la lista di sinistra («Basta con l'autoritarismo dei professori - disse scaldando i cuori fino alla terza fila - rivendichiamo una scuola dove noi studenti possiamo sperimentare: per esempio, durante l'ora di scienze, perché invece dei fagioli non si possono far germogliare semi di cannabis?»); poi con quella di destra: propose, «contro una storiografia partigiana ed egemonizzata dai comunisti», di invitare a scuola Erich Priebke (all'epoca agli arresti domiciliari) per una testimonianza su cosa si prova a vivere da reclusi.
All'uscita, gli studenti di destra, che non conoscevano il significato della parola autoritarismo ma facevano un discreto uso di cannabis, lo acclamarono. Quelli di sinistra invece, lo trascinarono con loro e lo costrinsero per giorni ad ascoltare più volte l'intera discografia degli Inti Illimani. Fu in seguito a quell'esperienza traumatica che Renzi giurò a se stesso: la rovinerò, non so come, ma io questa sinistra un giorno la rovinerò.
Passarono anni in cui il giovane dovette superare esami difficili. Come quello della patente di guida, quando, durante l'esame di pratica, si andò a schiantare contro un tram girando a destra, convinto di stare obbedendo all'esaminatore che però gli aveva detto di voltare a sinistra. «Matteo, quando imparerai a orientarti?», gli disse la madre sull'ambulanza.
La svolta per lui arrivò quando conobbe Giorgio Gori, all'epoca direttore di Canale 5: «Vuoi rovinare la sinistra? Allora è inutile buttarti a destra: quello lì - disse Gori riferendosi a Berlusconi - è troppo forte e non ti permetterà mai di subentrargli, abituato com'è a entrare lui per primo, ovunque. Dai retta a me, studialo bene e buttati a sinistra: lì c'è un casino tale che se riesci a mettere tre parole in fila riuscirai a convincerli anche che vogliono l'esatto contrario di ciò per cui sono nati».
martedì 5 novembre 2013
Le risposte (im)possibili della Cancellieri
Nessuno ha fatto al ministro Cancellieri la seguente domanda: «Quanto da lei compiuto per Giulia Ligresti, che rischiava di morire in carcere, è encomiabile; ma quest'anno sono già deceduti 135 detenuti, come mai lei non ha fatto telefonate per nessuno di loro?». Eppure quella è la domanda più temuta dall'entourage della ministra e dalla Cancellieri stessa. Tanto che al ministero della Giustizia hanno lavorato per giorni alle risposte da dare nel caso venga posta. Questo l'elenco delle dieci giustificazioni possibili consegnato alla Cancellieri perché ne faccia buon uso.
1) Se avessi fatto una telefonata per ognuno dei detenuti morti in carcere quest'anno, per il rimborso della mia bolletta telefonica - cui ho diritto come tutti i ministri - sarebbe stato necessario ritoccare la legge di stabilità. Siamo in tempi di spending review e noi esponenti del governo siamo tenuti alla sobrietà e a limitare al minimo le chiamate in uscita. Il mio è un esempio di virtù repubblicana.
2) Molti dei detenuti morti in carcere erano stranieri. Vi pare sensato che un ministro si metta al telefono chiedendo trattamenti di riguardo per persone di cui non conosce bene neanche le generalità, rischiando di storpiarne il cognome ed esponendosi così al rischio di una figuraccia internazionale? Col mio atteggiamento ho tenuto alto il nome dell'Italia.
3) Alcuni dei deceduti erano tossicodipendenti. I servizi mi hanno informato che se avessi mostrato un interessamento a quei casi c'era il rischio concreto che Giovanardi arrivasse in parlamento con la corazza da crociato e l'alabarda che tiene custodite nella sua casa di Modena per presentare una mozione con cui sfidare a duello Letta, che non sa tirare di scherma. Sarebbe stata compromessa la stabilità del governo.
4) Avrei voluto interessarmi a quei poveri cristi che muoiono quotidianamente in carcere, ma non ho fatto in tempo essendo impegnata tutto il giorno al telefono con Mario Monti che mi chiama in continuazione per parlar male di Casini.
5) Giulia Ligresti rischiava di morire perché soffriva di anoressia, molti dei detenuti nelle carceri italiane invece, sono già abituati anche da liberi a non mangiare per giorni. I casi non sono assolutamente paragonabili.
6) L'estate scorsa in effetti ho provato spesso a chiamare diversi direttori di carceri italiane ma ho trovato sempre la linea occupata. Poi ho scoperto che era Berlusconi che si stava informando sulla possibilità di portare donne in cella nel caso venisse condannato.
1) Se avessi fatto una telefonata per ognuno dei detenuti morti in carcere quest'anno, per il rimborso della mia bolletta telefonica - cui ho diritto come tutti i ministri - sarebbe stato necessario ritoccare la legge di stabilità. Siamo in tempi di spending review e noi esponenti del governo siamo tenuti alla sobrietà e a limitare al minimo le chiamate in uscita. Il mio è un esempio di virtù repubblicana.
2) Molti dei detenuti morti in carcere erano stranieri. Vi pare sensato che un ministro si metta al telefono chiedendo trattamenti di riguardo per persone di cui non conosce bene neanche le generalità, rischiando di storpiarne il cognome ed esponendosi così al rischio di una figuraccia internazionale? Col mio atteggiamento ho tenuto alto il nome dell'Italia.
3) Alcuni dei deceduti erano tossicodipendenti. I servizi mi hanno informato che se avessi mostrato un interessamento a quei casi c'era il rischio concreto che Giovanardi arrivasse in parlamento con la corazza da crociato e l'alabarda che tiene custodite nella sua casa di Modena per presentare una mozione con cui sfidare a duello Letta, che non sa tirare di scherma. Sarebbe stata compromessa la stabilità del governo.
4) Avrei voluto interessarmi a quei poveri cristi che muoiono quotidianamente in carcere, ma non ho fatto in tempo essendo impegnata tutto il giorno al telefono con Mario Monti che mi chiama in continuazione per parlar male di Casini.
5) Giulia Ligresti rischiava di morire perché soffriva di anoressia, molti dei detenuti nelle carceri italiane invece, sono già abituati anche da liberi a non mangiare per giorni. I casi non sono assolutamente paragonabili.
6) L'estate scorsa in effetti ho provato spesso a chiamare diversi direttori di carceri italiane ma ho trovato sempre la linea occupata. Poi ho scoperto che era Berlusconi che si stava informando sulla possibilità di portare donne in cella nel caso venisse condannato.
7) Interessandomi alla scarcerazione di Giulia Ligresti ho voluto tentare di dare il mio contributo al problema del sovraffollamento degli istituti di pena.
8) Avete ragione. Quello delle condizioni di vita nelle carceri italiane è un problema che non può essere sottovalutato. D'ora in poi farò il possibile affinché persone detenute e già in equilibrio precario non vengano sottoposte alla pena aggiuntiva, che so?, di trovarsi in cella con gente tipo Fabrizio Corona.
9) Lo ammetto, ho aiutato Giulia Ligresti per amicizia. Non ho retto quando i suoi familiari mi hanno confidato che erano pronti a tutto. Anche a fare un appello attraverso un'apparizione a uno dei programmi di Barbara D'Urso. Per questo credo di meritare almeno le attenuanti generiche.
10) Forse avete ragione voi. A vedere che mi dà contro mezza Italia e che tra coloro che solidarizzano con me c'è Brunetta, mi sorge il dubbio di aver fatto una gran cazzata.
8) Avete ragione. Quello delle condizioni di vita nelle carceri italiane è un problema che non può essere sottovalutato. D'ora in poi farò il possibile affinché persone detenute e già in equilibrio precario non vengano sottoposte alla pena aggiuntiva, che so?, di trovarsi in cella con gente tipo Fabrizio Corona.
9) Lo ammetto, ho aiutato Giulia Ligresti per amicizia. Non ho retto quando i suoi familiari mi hanno confidato che erano pronti a tutto. Anche a fare un appello attraverso un'apparizione a uno dei programmi di Barbara D'Urso. Per questo credo di meritare almeno le attenuanti generiche.
10) Forse avete ragione voi. A vedere che mi dà contro mezza Italia e che tra coloro che solidarizzano con me c'è Brunetta, mi sorge il dubbio di aver fatto una gran cazzata.
martedì 29 ottobre 2013
A volte ritornano (o almeno, ci provano)
Il ritorno sulla scena di Fini, intervistato dopo mesi di silenzio dal Corriere della Sera, ha provocato un sussulto in numerosi esponenti politici finiti nell'ombra. Anche Bossi - che da tempo, caduto in una cupa depressione, non faceva altro che dialogare in una lingua protoceltica con una pietra asportata dal sito archeologico di Stonehenge e fatta posizionare nel giardino di casa - ha riportato il sorriso sul volto dei suoi familiari rivolgendosi finalmente al figlio col premuroso aggettivo col quale lo aveva sempre chiamato fin da quando, a sei mesi, il piccolo cominciò a dare prova di sé: «Pirla».
Ma Bossi non è un caso isolato. Ecco gli altri.
Matteo Salvini. Messo in ombra dal Movimento 5 Stelle, il segretario della Lega lombarda persegue un unico obiettivo: non farsi scavalcare da Grillo nelle politiche contro gli immigrati. È il compito più arduo che sia capitato a Salvini da quando, in terza media, la professoressa di educazione civica gli chiese di descrivere la differenza tra un semaforo e un palo della luce e, constatando che non sapeva rispondere, sconsigliò al futuro astro nascente della politica padana il proseguimento degli studi. Salvini ha contattato la redazione di "Porta a Porta" chiedendo di essere ospitato per lanciare una proposta di legge da egli stesso definita rivoluzionaria: l'intitolazione ad Artemisio Scaccabarozzi di tutte le piazze del nord attualmente dedicate a Garibaldi. Scaccabarozzi, cacciatore di frodo nonché vincitore per cinque edizioni consecutive della "Gara di rutti della pedemontana lombardo-veneta", è balzato agli onori delle cronache perché nei primi anni Novanta testava l'efficacia delle trappole per caprioli da egli stesso realizzate sugli immigrati albanesi giunti in Lombardia in fuga da Tirana. «È uno degli esponenti più alti della cultura padana che io conosca, ed è giusto che nelle piazze del nord campeggi il suo nome», argomenta Salvini. La proposta di legge, vergata con un artiglio di cinghiale della Valcamonica su pelle di vescica di agnello, è già stata depositata in Parlamento. Vespa ha detto a Salvini che la puntata si farà, ma solo se si riuscirà a realizzare un plastico dello Scaccabarozzi a grandezza naturale.
Roberta Lombardi. L'ex capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, scaduti i tre mesi del suo mandato, è tornata al normale lavoro di parlamentare grillina, quello di contare gli scontrini delle spese effettuate ed elargire insulti gratuiti. Nel tempo libero Lombardi passa ore davanti allo specchio a fare le facce schifate: «Così mi alleno per quando mi chiamano in tv», ha confidato via skype all'amica del cuore conosciuta su facebook. Superato il grave esaurimento nervoso derivatogli dalla constatazione che Crimi è più ricercato di lei («Guarda se quella palla di lardo deve andare a finire sui giornali mentre a me non mi caga nessuno», ha mormorato durante una delle sedute davanti allo specchio), Lombardi sta meditando di ritagliarsi il ruolo di pitonessa dei 5 Stelle per tornare in auge. Per questo ha avvicinato la Santanchè, la quale, dopo averla squadrata, ha concluso: «Hai tutto quello che serve, ti mancano solo le dieci carte di credito che io ho nel portamonete e un fidanzato giornalista: io ho Sallusti, tu potresti scegliere tra Belpietro e Lavitola. Poi potrei contattare Paragone per farti invitare a La Gabbia. Però mi raccomando, non mi far fare brutte figure: sei già sulla buona strada, ma allenati bene a non pensare prima di aprire bocca».
Gianfranco Rotondi. L'ineffabile politico avellinese soffre di un grave complesso di inferiorità: è vero che Berlusconi l'ha portato con sé nell'ultimo governo da lui presieduto; ma l'ha nominato ministro "senza portafoglio", che per un ex dc passato al Pdl è uno degli affronti più gravi che si possa subire. Ma quello che sta tormentando Rotondi è la competizione con Brunetta, Capezzone e Giovanardi. «Non ce la farò mai», confida in privato. Già. Lui dice che trova oggi Berlusconi più in forma che vent'anni fa? Non se lo fila nessuno. Brunetta fa una comparsata in uno studio televisivo, innesca una rissa anche col tecnico delle luci e l'indomani va su tutti i giornali. Lui millanta di sapere chi sarà l'erede di Silvio alla guida del Pdl? Raccoglie l'indifferenza generale. Capezzone passa dai Radicali a pasdaran berlusconiano e raccoglie insulti nelle piazze di mezza Italia. Lui sostiene che Famiglia Cristiana è un giornale comunista? Giovanardi rilancia e spara che Stefano Cucchi è morto di inedia, vuoi mettere? Così Rotondi si è convinto che occorre una scossa: ha ingaggiato il consulente d'immagine di Marylin Manson e oggi veste solo giacche alla Mughini su aderentissimi pantaloni di pelle nera. È così che si presenterà ospite da Maria De Filippi a "Uomini e donne", dove si svestirà per mostrare in diretta tv la natica sinistra e quella destra, dove si è fatto tatuare rispettivamente le parole «Solo» e «Silvio».
Massimo D'Alema. Si vede ormai di rado in tv e sui giornali ma non è affatto intenzionato a mollare. Per questo sta prendendo parte attivamente alla battaglia in vista delle primarie del suo partito. Dopo le sue dichiarazioni in favore di Cuperlo, il candidato alla segreteria è partito in piena notte da Roma, in ginocchio, alla volta di Pietrelcina, lasciando un biglietto alla moglie: «Solo così posso sperare che Padre Pio prenda in considerazione l'idea di intervenire per controbilanciare l'influenza negativa di una tale presa di posizione». Sta meditando di tornare sulla scena con un libro: «Io guardo al futuro». Quando sono uscite le indiscrezioni sul titolo però, pare che il futuro se la sia data a gambe levate.
Ma Bossi non è un caso isolato. Ecco gli altri.
Matteo Salvini. Messo in ombra dal Movimento 5 Stelle, il segretario della Lega lombarda persegue un unico obiettivo: non farsi scavalcare da Grillo nelle politiche contro gli immigrati. È il compito più arduo che sia capitato a Salvini da quando, in terza media, la professoressa di educazione civica gli chiese di descrivere la differenza tra un semaforo e un palo della luce e, constatando che non sapeva rispondere, sconsigliò al futuro astro nascente della politica padana il proseguimento degli studi. Salvini ha contattato la redazione di "Porta a Porta" chiedendo di essere ospitato per lanciare una proposta di legge da egli stesso definita rivoluzionaria: l'intitolazione ad Artemisio Scaccabarozzi di tutte le piazze del nord attualmente dedicate a Garibaldi. Scaccabarozzi, cacciatore di frodo nonché vincitore per cinque edizioni consecutive della "Gara di rutti della pedemontana lombardo-veneta", è balzato agli onori delle cronache perché nei primi anni Novanta testava l'efficacia delle trappole per caprioli da egli stesso realizzate sugli immigrati albanesi giunti in Lombardia in fuga da Tirana. «È uno degli esponenti più alti della cultura padana che io conosca, ed è giusto che nelle piazze del nord campeggi il suo nome», argomenta Salvini. La proposta di legge, vergata con un artiglio di cinghiale della Valcamonica su pelle di vescica di agnello, è già stata depositata in Parlamento. Vespa ha detto a Salvini che la puntata si farà, ma solo se si riuscirà a realizzare un plastico dello Scaccabarozzi a grandezza naturale.
Roberta Lombardi. L'ex capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, scaduti i tre mesi del suo mandato, è tornata al normale lavoro di parlamentare grillina, quello di contare gli scontrini delle spese effettuate ed elargire insulti gratuiti. Nel tempo libero Lombardi passa ore davanti allo specchio a fare le facce schifate: «Così mi alleno per quando mi chiamano in tv», ha confidato via skype all'amica del cuore conosciuta su facebook. Superato il grave esaurimento nervoso derivatogli dalla constatazione che Crimi è più ricercato di lei («Guarda se quella palla di lardo deve andare a finire sui giornali mentre a me non mi caga nessuno», ha mormorato durante una delle sedute davanti allo specchio), Lombardi sta meditando di ritagliarsi il ruolo di pitonessa dei 5 Stelle per tornare in auge. Per questo ha avvicinato la Santanchè, la quale, dopo averla squadrata, ha concluso: «Hai tutto quello che serve, ti mancano solo le dieci carte di credito che io ho nel portamonete e un fidanzato giornalista: io ho Sallusti, tu potresti scegliere tra Belpietro e Lavitola. Poi potrei contattare Paragone per farti invitare a La Gabbia. Però mi raccomando, non mi far fare brutte figure: sei già sulla buona strada, ma allenati bene a non pensare prima di aprire bocca».
Gianfranco Rotondi. L'ineffabile politico avellinese soffre di un grave complesso di inferiorità: è vero che Berlusconi l'ha portato con sé nell'ultimo governo da lui presieduto; ma l'ha nominato ministro "senza portafoglio", che per un ex dc passato al Pdl è uno degli affronti più gravi che si possa subire. Ma quello che sta tormentando Rotondi è la competizione con Brunetta, Capezzone e Giovanardi. «Non ce la farò mai», confida in privato. Già. Lui dice che trova oggi Berlusconi più in forma che vent'anni fa? Non se lo fila nessuno. Brunetta fa una comparsata in uno studio televisivo, innesca una rissa anche col tecnico delle luci e l'indomani va su tutti i giornali. Lui millanta di sapere chi sarà l'erede di Silvio alla guida del Pdl? Raccoglie l'indifferenza generale. Capezzone passa dai Radicali a pasdaran berlusconiano e raccoglie insulti nelle piazze di mezza Italia. Lui sostiene che Famiglia Cristiana è un giornale comunista? Giovanardi rilancia e spara che Stefano Cucchi è morto di inedia, vuoi mettere? Così Rotondi si è convinto che occorre una scossa: ha ingaggiato il consulente d'immagine di Marylin Manson e oggi veste solo giacche alla Mughini su aderentissimi pantaloni di pelle nera. È così che si presenterà ospite da Maria De Filippi a "Uomini e donne", dove si svestirà per mostrare in diretta tv la natica sinistra e quella destra, dove si è fatto tatuare rispettivamente le parole «Solo» e «Silvio».
Massimo D'Alema. Si vede ormai di rado in tv e sui giornali ma non è affatto intenzionato a mollare. Per questo sta prendendo parte attivamente alla battaglia in vista delle primarie del suo partito. Dopo le sue dichiarazioni in favore di Cuperlo, il candidato alla segreteria è partito in piena notte da Roma, in ginocchio, alla volta di Pietrelcina, lasciando un biglietto alla moglie: «Solo così posso sperare che Padre Pio prenda in considerazione l'idea di intervenire per controbilanciare l'influenza negativa di una tale presa di posizione». Sta meditando di tornare sulla scena con un libro: «Io guardo al futuro». Quando sono uscite le indiscrezioni sul titolo però, pare che il futuro se la sia data a gambe levate.
venerdì 27 settembre 2013
Successione di Berlusconi, concorso internazionale
Al di là delle schermaglie
sull'agibilità politica di Berlusconi, il gruppo dirigente del Pdl
ha ormai capito che per l'anziano leader ci sarà poco da fare e
occorrerà trovare qualcuno in grado di sostituirlo degnamente. Per
questo è stato bandito un concorso internazionale mediante il quale
verrà selezionato il successore.
I requisiti per partecipare sono i
seguenti: ricordarsi di pronunciare il sostantivo «libertà» almeno
una volta ogni 150 parole (anche a casaccio va bene, tipo: «Angelino,
zitto e non rompere. Libertà»); dimostrare di saper cantare,
accompagnati anche da un mediocre strumentista, almeno due-tre
melense canzonette del secolo scorso e trovare qualche decina di
persone disposte ad ascoltare adoranti (anche pagandole va bene);
promettere conquiste mirabolanti e saper trovare sempre qualcuno cui
attribuire la responsabilità per non essere riusciti nell'impresa;
se superati i 60 anni, ricorrere al chirurgo plastico almeno una
volta ogni 24 mesi.
Le candidature stanno arrivando da ogni
parte del mondo, anche con sponsor di rilievo, ecco le principali.
Ross Perot. Miliardario texano,
si presentò alle presidenziali degli Stati uniti nel 1996. Ha
motivato così la sua candidatura in una lettera inviata alla
commissione del Pdl: «Mi annoio tanto. Ho 83 anni e comincio a
perdere colpi ma non credo che per voi questo sia un problema. È
vero, ho perso le elezioni negli Stati uniti, ma con gli italiani è
un'altra cosa, sono convinto di poter riuscire. Alla chirurgia
plastica non ci credo, però se insistete posso fare lo sforzo di
presentarmi in pubblico con una bandana in testa. Inoltre ho tanti
soldi, così se voi non trovaste locali adeguati per riunirvi, posso
impegnarmi fin d'ora a comprare quattro-cinque ville e palazzi sparsi
per l'Italia dove poterci incontrare. Infine: non so cantare, ma sono
in grado di pagare per procurarmi un cantante vero da mettere dietro
le quinte e riempire un teatro di pubblico osannante mentre io vado
in playback».
Mubarak. La candidatura dell'ex
presidente egiziano ha fatto il miracolo: è stata avanzata al Pdl da
un arco di forze che ha messo insieme i Fratelli Musulmani, l'ex
presidente Morsi e quello attuale, Adli Mansur, salito al potere dopo
la deposizione forzata dello stesso Morsi. L'obiettivo comune a tutte
le parti è liberarsi di una presenza ingombrante, e la destinazione
italiana per Mubarak è parsa a tutti la più appropriata: «Sì,
sappiamo che non è il massimo – hanno scritto gli egiziani nella
lettera di accompagnamento della candidatura – ma almeno in
un'eventuale campagna elettorale lui può sfruttare l'argomento di
aver saldato il suo debito con la giustizia. Inoltre, se ci
accordiamo, potremmo convincerlo a venire a testimoniare presso le
vostre autorità che lui è veramente lo zio di Ruby; v'immaginate
che colpo?».
Gigi D'Alessio. Il suo punto di
forza è che canta e suona senza neanche bisogno di un Apicella che
l'accompagni. «E poi – ha scritto alla commissione – sono una
garanzia: sono anni che faccio dischi di una bruttezza sconcertante
ma che vengono acquistati inspiegabilmente da migliaia di persone.
Sono quello che ci vuole per voi».
Maria De Filippi. La sua
candidatura è perorata dal marito, Maurizio Costanzo: «Se programmi
come “C'è posta per te” e “Amici” sbancano gli ascolti, ci
sono spazi elettorali immensi per Maria», ha scritto il presentatore
alla commissione. Poi la minaccia: «Se non la prendete voi, farò in
modo che il prossimo anno presenti il Festival di Sanremo».
Anche il Pd avrebbe timidamente
mostrato interesse a dare una mano al Pdl alla ricerca di un leader,
ma la candidatura è stata bocciata dalla commissione perché
accompagnata da una lettera eccessivamente laconica. C'era scritto:
«Vi prestiamo Giuseppe Fioroni, che ne dite?».
Il Pdl rimane però in preda a uno
strano fermento. Alla commissione che sta vagliando le candidature
appena elencate, composta dalle colombe Cicchitto, Quagliarello e
Alfano, si vanno sempre più esplicitamente contrapponendo i falchi
Santanchè, Verdini e Carfagna. Questi ultimi sarebbero orientati a
scegliere il successore di Berlusconi attraverso un'edizione speciale
del Grande Fratello per la quale sarebbero già stati selezionati, in
ossequio ai meriti conseguiti nei rispettivi campi, i seguenti
protagonisti: Homer Simpson, Rocco Siffredi, la strega di Biancaneve
(per rispettare le quote rosa), il Gabibbo e Federico Moccia. «Tutta
gente che potrebbe avere un appeal decisivo nei confronti del nostro
elettorato – ha commentato Santanchè in una dichiarazione uscita
contemporaneamente sul Giornale e su Cronaca Vera – altro che le
mammolette di Cicchitto».
Iscriviti a:
Post (Atom)