All'indomani della sentenza sul processo Ruby si cerca di capire se e come potrà cambiare lo scenario politico.
Il segretario del Pd ha scelto il basso profilo ed è rimasto alla finestra; solo che la finestra, essendosi rotta i coglioni di rimanere aperta invano, si è chiusa di scatto sorprendendo Epifani e provocandogli un trauma cranico che ha reso necessario il ricovero d'urgenza al policlinico Gemelli.
Il presidente del Consiglio Enrico Letta, per capire come muoversi ha telefonato allo zio Gianni; il quale ha chiamato Angela Merkel, che ha mandato un sms a un big della finanza tedesca, che a sua volta ha fatto una videochiamata via Skype a un magnate giapponese in quel momento in viaggio d'affari ad Abu Dhabi, il quale ha inviato una mail a un alto esponente della massoneria deviata statunitense che si è consultato con il cartello che controlla il narcotraffico dell'America Latina. Dall'improvvisato summit è scaturita un'ulteriore apertura di credito nei confronti di Palazzo Chigi, il cui inquilino è stato invitato a valutare di introdurre, al fine di scongiurare l'aumento dell'Iva, una tassa sull'aria eventualmente da pagare fin dal concepimento - perché la futura mamma respira per due, è la motivazione.
Ma è dal Pdl che arrivano i segnali più preoccupanti. Il partito fa quadrato intorno al leader in attesa che Berlusconi indichi la strada da intraprendere. Solo che il cavaliere, per distrarsi un po', la sera stessa della sentenza ha fatto arrivare ad Arcore una quindicina di ventenni alle quali, dopo essersi esibito in compagnia di Apicella, ha mostrato su maxi schermo un dvd con le sue performance politiche più significative, "Dal discorso della discesa in campo del '94 alle corna nella foto del vertice Ue", il titolo. Arrivati alla celebre "svolta del predellino" però, dopo aver bofonchiato «che palle», Berlusconi è sprofondato in un sonno profondo dal quale non si è ancora ripreso. Le ragazze ne hanno approfittato per sgattaiolare via e con lui è rimasto Carlo Rossella, che lo veglia giorno e notte seduto su una poltrona di pelle di immigrato recuperato dalle acque di Lampedusa sulla quale sono state spruzzate gocce di "Eau pour homme" di Giorgio Armani.
L'assenza momentanea di Berlusconi fa sì che nel Pdl si facciano avanti diverse strategie. Ma che la situazione sia vicina al punto di rottura lo fa capire il fatto che Giuliano Ferrara ha minacciato lo sciopero della fame contro i giudici. Per comprendere la portata del gesto occorre sapere che il direttore del Foglio non digiuna per più di dieci ore dal 1971, quando in occasione di una serata tra universitari, eccedette nell'uso di cannabis dormendo fino al pomeriggio successivo, cosa che gli fece saltare il pranzo.
Ma c'è anche chi intende andare al di là del semplice gesto dimostrativo. Sandro Bondi è stato fermato da una pattuglia dei carabinieri mentre si aggirava l'altra notte nei pressi del palazzo di Giustizia di Milano con un giubbotto imbottito di tritolo. La polizia postale ha invece rintracciato su youtube il video in cui un uomo dall'apparente età di 40 anni lancia una fatwa contro Ilda Boccassini in un linguaggio misto italo-arabo. Nonostante la bandana in testa, la barba lunga di diversi centimetri e l'occhio destro bendato di nero sotto la montatura degli occhiali da vista, gli inquirenti non dubitano che si tratta di Daniele Capezzone, il portavoce del Pdl del quale da qualche giorno si sono perse le tracce. Daniela Santanchè sta invece organizzando una manifestazione di protesta davanti alla sede del Csm in cui radunerà tutti i chirurghi plastici e i personal trainer di cui si è avvalsa negli ultimi trent'anni. Ci sono timori per l'ordine pubblico perché su piazza Indipendenza si riverseranno circa 6-7mila persone.
Nel Pdl però, non si perde di vista la via istituzionale. Nitto Palma ha pronto un disegno di legge per introdurre il maggioritario pluri-turno. «Un innovativo sistema elettorale - ha argomentato il senatore nel presentare il progetto ai colleghi di partito - secondo cui gli italiani saranno chiamati alle urne ogni domenica finché a vincere le elezioni non sarà Silvio». Ma mentre Mariastella Gelmini stava tentando di farsi spiegare nuovamente il concetto, che non aveva afferrato, Cesare Previti l'ha interrotta, sollecitando vie più dirette nei confronti della magistratura: «Menamoje».
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