mercoledì 28 maggio 2008

Cose semplici e banali

Ah, la riforma della giustizia, la lotta alla mafia, le leggi ad personam, la prescrizione dei reati, le carceri che scoppiano, i delinquenti a spasso, la certezza della pena e l'incertezza del diritto. Poi senti dell'ennesima udienza rinviata di semestri perché invece della raccomandata, la notifica agli imputati è stata inviata via fax.

martedì 27 maggio 2008

Chi va si prepari

Nick Cave ha fatto l'ultimo concerto prima di calare in Italia suonando questi pezzi. Il titolare del blog è molto sensibile alla cosa perché sarà a Spello sabato sera, è sicuro che sarà splendido ed è un po' preoccupato perché non ha ancora deciso cosa indosserà.
Sorridi...domani sarà peggio

venerdì 23 maggio 2008

Mala tempora

Tre post al prezzo di uno, ché c'è il titolo che li sintetizza bene.
1) Siamo messi così bene che chi dice di aprire le frontiere agli immigrati che ci servono passa quasi per un terzomondista-internazionalista.
2) Anni fa - credo su Cuore, credo a firma di Michele Serra - lessi un pezzo che partendo dal pretesto di una storia di querele traeva la conclusione che puoi criticare quanto vuoi una persona fisica, ma se ti azzardi a fare le pulci ad una merce l'ufficio legale dell'azienda che la produce ti darà la caccia per il resto dei tuoi giorni. Passano gli anni e quella conclusione acquista sempre più valore: in tv esiste la fascia protetta per i programmi televisivi, provate a contare quanti messaggi a sfondo sessuale più o meno esplicito ci sono negli spot che vanno in onda in primissima serata. E soprattutto, provate a seguirli con una bambina di tre anni e mezzo al vostro fianco.
3) Marco Travaglio denuncia lo strapotere della tv: se scrivi una cosa su un libro nessuno dice niente, se la stessa cosa la dici in tv viene giù il cielo. Ha ragione: lui da anni scrive libri insieme a Peter Gomez e Gianni Barbacetto, la sua faccia e il suo nome sono diventati un logo andando in tv, gli altri due sono sconosciuti ai più.

domenica 18 maggio 2008

Sì, vabbè

Gli arbitri a favore, la Roma che ha giocato meglio per tutto l'anno, lo spogliatoio a pezzi, l'allenatore antipatico, il presidente naif, il mega vantaggio dilapidato nel giro di poche settimane e lo scudetto vinto col cuore in gola all'ultima di campionato. Infatti si chiama Inter, non Juventus o Milan. Ciao, 'nvidiosi.

sabato 17 maggio 2008

Mah, ehm, bah, ah sì?

Avete appena letto la sintesi della posizione del Pd sulla scottante questione rom e immigrati, autentica emergenza nazionale che sta minando la sovranità del nostro paese.

venerdì 16 maggio 2008

Cambia rotta, cambia stile

Prendi un adolescente d'oggi, quattordici anni o giù di lì. Nato, o meglio, fattosi conoscere dal mondo, il 13 maggio del 1994. Cosa lo accomuna oggi con il neonato che era quasi tre lustri fa? Poco o niente, tranne il fatto di ritrovarsi ancora governato da Berlusconi, ma questo è un altro discorso. Ecco, quell'adolescente lì nel frattempo ha frequentato asilo, elementari e sta finendo le scuole medie. Ora si ritrova quasi a dover scegliere cosa fare da grande. Si nutriva di pappe quando la Pivetti, che lui conosce solo come show girl de noantri, passava il tempo a fare la presidente della Camera; oggi che su quello scranno siede Fini sarà andato almeno una volta da McDonalds; al più, se tende al no global, preferirà kebab. Se sarà stato fortunato avrà già letto il Diario di Anna Frank; forse avrà assaggiato con la sua la lingua di qualcun altro. Ora prendi te, che stai leggendo questo blog: a occhio e croce quattordici anni fa eri più tendenzialmente portato/a all'incazzatura, vigoroso/a, o forse lo stavi per diventare. Poi hai fatto viaggi, letto libri, conosciuto persone, cambiato chissà quante volte espressione, pensiero, canale, città, abito, taglio di capelli, cibo preferito, voto alle elezioni, compagno/a, opinione su qualcuno o qualcosa. Ecco. Sei un'altra cosa rispetto al 1994. Così come, in maniera assai più macroscopica, un'altra cosa è quell'adolescente ex neonato. Ti chiami allo stesso modo ma sei un'altra cosa. Non completamente altro, eppure altro. Con i sedimenti del dna che t'ha scolpito dentro chi ti concepì, delle pappe mangiate e delle incazzature prese e della vigoria acquistata o persa nel frattempo. Ma sei altro. Come te sono cambiati anche i gruppi musicali viventi. I Marlene Kuntz (qui siamo al punto, perché questo post nasce come commento a questo di Adam, ma la cosa m'è venuta troppo lunga e ho riparato dalle mie parti che così non do fastidio a nessuno) rientrano nella categoria, come s'è già accennato da queste parti. Uguali a sé stesse restano solo le mummie, ma lì di vita ce n'è pochina. I Marlene erano il/la neonato/a, l'adolescente, il/la neo laureato/a, il genitore che eri quattordici anni fa, quando Berlusconi governava già e i pochi capelli che aveva in testa erano ancora tutti i suoi. E sono cresciuti splendidamente insieme a te (i Marlene, dico, non i capelli di Berlusconi), dal vomito di onde di parole alla contemplazione di questioni di qualità.
Wikipedia, Madamimadam, Leonardo.it

Perdere la bussola

A leggere i giornali di oggi pare che più di qualcuno comincia a rendersi conto che la questione sicurezza sta prendendo una piega indegna di quello che vorrebbe dirsi un paese civile. Una delle cose più lucide l'ha scritta ieri Marco D'Eramo sul manifesto di carta e oggi è stata messa in rete.
Repubblica, Corriere, il manifesto

sabato 10 maggio 2008

Aiuto

E' che proprio non capisco a cosa serve il governo ombra, cioè un esecutivo che per definizione non può eseguire.

Il futuro è adesso

Ernesto Assante presenta oggi su Repubblica Networks radio: questa cosa qui che consente di ascoltare le webradio senza accendere il computer. L'offerta, di cui si era parlato qui, si allarga.
Repubblica, Crave

giovedì 8 maggio 2008

Due possibilità

A voler essere buoni, ministeri e assessorati alle Pari opportunità non si capisce a cosa servano davvero; a voler essere cattivi sembrano una gigantesca ipocrisia.

Oddio

Il primo pensiero che m'è venuto a scorrere i nomi del nuovo governo è che si sarebbe potuto fare molto peggio.
Repubblica

mercoledì 7 maggio 2008

Definizione

Il De Mauro on line descrive l'inerzia come la "proprietà di un corpo di mantenere il proprio stato di quiete o di moto uniforme finché non intervengano forze esterne a modificarlo". Più o meno come le consultazioni del capo dello stato dopo le elezioni per l'assegnazione dell'incarico al presidente del Consiglio in una repubblica che ne mantiene la definizione, ma di fatto non è più parlamentare.
De Mauro Paravia

Io lo sapevo che non ero solo

Quando ho scritto questa cosa avevo già visto le facce di alcune persone di sinistra cui avevo esposto a voce quel concetto e avevo più o meno capito che lo scandalo non era poi tanto. Oggi a pagina 5 del Corsera c'è questo titolo: "E a sinistra è già gara a sdoganare Gianni", in cui sono citati diversi nomi più o meno altisonanti che di Alemanno hanno un'opinione niente affatto pessima.

Pesi e misure

Qui non si ritiene che la coerenza sia un valore in sé. Nessuno è oggi quello che era ieri. E cambiare idee è anzi un processo di crisi che meriterebbe di essere guardato con maggiore attenzione rispetto a quanto si fa abitualmente, magari evitando di utilizzare lo schema in questo caso improprio fedeltà-tradimento. Il problema nasce quando nel medesimo intervallo temporale si sentono emettere dalle stesse bocche e sullo stesso tema giudizi differenti a seconda delle persone cui ci si riferisce. Sulla questione dei redditi di alcuni personaggi pubblici ampiamente divulgati nei giorni scorsi ad esempio, si sono visti acrobatismi degni dei circhi più celebrati. Così la ricchezza, utilizzata da una certa area politico-culturale come uno dei metri, se non l'esclusivo, per misurare le capacità e il livello tout court delle persone, è diventata all'improvviso, per una parte almeno di quella stessa area, una colpa dalla quale difendersi. Cioè: se si discute di un imprenditore, magari divenuto nel frattempo presidente del Consiglio, la ricchezza è non solo sinonimo di qualità, ma addirittura garanzia di capacità di governo anche in settori non legati all'imprenditorialità; se invece si parla di un comico, si lascia amabilmente passare l'idea - occhieggiando alle viscere del pubblico televisivo alle prese con la quarta settimana - che la mole del reddito imponibile sia direttamente proporzionale alla gravità del furto commesso ai danni del pubblico credulone. La conferma della tendenza nei confronti del comico si è avuta ieri sera a Matrix ascoltando l'argomentare dell'ex ministro Gasparri e del giornalista Facci sul fenomeno-Grillo. Per avere conferma della tendenza nei confronti dell'imprenditore, occorrerebbe avere un archivio che non ho. Oppure sollecitare le considerazioni dei suddetti politico e giornalista, magari provocandoli additando Berlusconi al pubblico ludibrio per il suo conto in banca. Così potremmo vedere l'effetto che fa. Che è comunque prevedibile. Ma questa è cultura del sospetto.

martedì 6 maggio 2008

If

Se il manifesto mettesse il materiale in rete nel giorno di uscita in edicola, vi linkerei l'editoriale di Gianfranco Bettin e il pezzo di Ida Dominijanni sul fatto di Verona e dintorni. Se siete interessati, potete leggerli domani nel sito del giornale; se avete voglia di spendere bene un euro e venti, comprate la copia cartacea in edicola: ne vale la pena. Per rimanere in famiglia, Barenghi sulla Stampa ha scritto questo.
La Stampa

C'è il sole

E la radio si sgranchisce sotto i raggi. La musica di oggi è tendenzialmente spensierata e movimentata quanto basta. Per chi non lo sapesse, ascoltare è facile: basta cliccare sulla freccia qui a destra.

venerdì 2 maggio 2008

La croce sopra (post scandaloso)

Sto per scrivere una cosa che ad alcuni dei frequentatori di questo blog potrà apparire scandalosa e faccio una premessa, altrimenti detta excusatio non petita: se avessi avuto diritto di voto a Roma per il ballottaggio avrei vergato la croce sul nome di Rutelli; il problema è che la maggior parte dei romani su Rutelli ha invece messo la croce. Detto ciò, sono persuaso che votando in quel modo avrei commesso un'ingiustizia nei confronti di me stesso. Perché sono convinto che il peso specifico del politico Alemanno sia decisamente superiore a quello dell'ex sindaco. Nel suo piccolo l'uomo con la celtica al collo l'ha dimostrato anche da ministro dell'Agricoltura. E del resto anche l'evanescenza di Rutelli si è mostrata quando l'ex radicale e verde ha fatto il ministro. Ops, ma così do l'idea di criticare Rutelli per l'ondivaghezza. E invece no: non è una semplice questione di (in)coerenza. Saper cambiare idea è un pregio. Magari quando non lo si fa con la frequenza con cui a marzo cambiano le condizioni meteo. Il problema è averne, di idee. E Alemanno ce l'ha. Diametralmente opposte a quelle di questo blog. Anche quando magari si arriva alle stesse conclusioni. Tipo: qui si pensa che salvaguardare le colture e i prodotti tipici è un bene perché aiuta a tenere ampio lo spettro della biodiversità, che è la vera ricchezza del genere umano, motore dell'evoluzione. Alemanno invece, salvaguarda gli stessi prodotti perché caratterizzano la nazione, categoria che qui non si contempla. Lontani anni luce, quindi. Eppure a me Gianni - e qui sta il punto - suscita anche un po' d'invidia. Non semplicemente perché vince le elezioni, ma perché le vince dicendo quello che pensa, e dicendolo anche bene (avevo avvertito: è un post scandaloso). Questo accade, appunto, perché Alemanno di idee ne ha. Ad esempio, "via gli stranieri irregolari" lui non lo dice (e lo farà) solo per seguire l'istinto popolare, ma perché pensa davvero che la nazione va preservata e che lo si fa difendendone il dna originario. Rutelli e buona parte del ceto politico di centrosinistra invece, semplicemente non dicono tutto quello che pensano, ammesso che pensino ancora qualcosa. Si mascherano e la gente se ne accorge. A a me uomo del popolo terrorizzato dai rumeni-che-violentano-le-nostre-donne mi convince uno pronto a mostrare gli attributi, non un fru-fru che dice di voler coniugare la repressione-con-la-giusta-dose-di-integrazione. E che cazzo è, l'integrazione? Forse occorrerebbe provare a spiegarglielo, all'uomo del popolo che invece inseguiamo con la stessa bramosia con cui Adamo ed Eva si rincorsero in paradiso. Ripartire dalle idee, insomma. Anche quando costa fatica, perché i tempi non sono dei migliori. Ecco, forse, è stata una fortuna non aver dovuto votare a Roma per il ballottaggio.

lunedì 28 aprile 2008

The niro

C'è questo ragazzo che vale molto la pena di ascoltare. E' vero che richiama Buckley, ma come ho letto da qualche parte in giro, visto il torto che Jeff c'ha fatto andandosene troppo presto, non è male se qualcuno ce lo ricorda. Sì, l'ho scoperto tardi, ma se lo conoscevate già, oltre a trascurare il post, potevate anche mandare una mail.
The niro

sabato 26 aprile 2008

Tipi

Per capire il contesto: si stava a un matrimonio celebrato il 25 aprile (sessantatreesimo anniversario della Liberazione d'Italia, era specificato sulla partecipazione, tanto per chiarire) che si è alla fine trasformato in una godibilissima rimpatriata con una serie di persone che innalzano il livello medio di gradevolezza del mondo. Sì, la musica, un po' di cinema, pochissimo lavoro. Ma alla fine quello che ha monopolizzato la serata è stata la scoppola elettorale, discussione in cui si sono manifestati parecchi tipi di sinistra. Eccoli.
1) Il pessimista apocalittico: si sta seriamente convincendo di essere condannato a essere minoranza a vita e medita l'esilio volontario.
2) Il pragmatico: "Guardate, vanno bene i principi ma sai che vi dico: dovremmo essere un po' più paraculi e fare un po' più di demagogia anche noi, soprattutto quando ci troviamo al governo".
3) L'ottimista: vede ampi margini di manovra perché al di là del voto è convinto che comunque sotto sotto la gente non è contentissima di quello che ha e potrebbe essere quindi permeabile al cambiamento a patto che la sinistra si rinnovi radicalmente.
4) Il pessimista integrato (assomiglia molto da vicino al titolare del blog): pensa che la batosta sia di proporzioni storiche perché ha radici profondissime e non sa proprio che fare ma ritiene che la vita va comunque avanti e che le cose cambiano anche quando meno te lo aspetti, chissà.
Non c'era il rancoroso a prescindere confinante con l'antipolitica e similqualunquista. Ma ho detto che si tratta di persone che innalzano il livello medio di gradevolezza del mondo, appunto.