lunedì 14 marzo 2011

mercoledì 9 marzo 2011

C'è di meglio (per fortuna)

Ieri sera dopo aver visto la copertina di Crozza e il primo intervento di Vendola a Ballarò, stavo per passare dalla sedia della cucina al divano in sala con l'intento di seguire la trasmissione. Poi la Brambilla ha elargito del falsario, prima a Vendola poi alla Perina. Ho spento la tv e ho ricominciato a leggere dalla pagina che avevo lasciato in sospeso prima di cena.

Dimenticavo

A furia di sciogliermi nell'ascolto, stavo per omettere di scrivere che l'ultimo di Paolo Benvegnù è con tutta probabilità il suo miglior disco.

Anonimi

Una delle conseguenze dell'ascolto di musica digitale su supporti sempre più trasportabili, maneggevoli e piccoli e che consentono una fruizione comoda ma forse eccessivamente "fast" dei brani in playlist personalizzate, è che i pezzi, oltre ad essere decontestualizzati rispetto alle intenzioni degli autori, vengono resi anonimi. Cioè: Pride degli U2, pubblicata nell'84, è semplicemente Pride, non è "la seconda di Unforgettable fire". Si dirà: ma quello è stato un hit mondiale. Ok, sarò stato, all'epoca, un fan dissennato ma per me, rimanendo a quell'Lp, Bad è Bad, non "la settima ecc...", "4th of July" ha un nome, non è "la sesta ecc...". Pensate a un disco bello che avete ascoltato tanto. I titoli dei pezzi ve li ricordate come se li aveste ascoltati ieri. Anzi, magari non vi ricorderete della posizione. Per esempio, se vi dicessi che "la prima di Sticky Fingers spacca", esitereste un momento, ma se vi dico che Brown sugar degli Stones è uno dei migliori pezzi rock mai scritti, capite subito di cosa si sta parlando. Oggi invece no. Sarà la vecchiaia incipiente ma io di due album recentemente pubblicati che giudico vicini al capolavoro, "In Rainbow" dei Radiohead e Grinderman 2, così, su due piedi, non ricordo un titolo. Saprei solo dirvi che le prime quattro di "In Rainbow" sono da cineteca (sì, da cineteca, perché fanno viaggiare come se si fosse al cinema), e che la medesima sequenza di Grinderman 2, ad ascoltarla, ti viene voglia di aprire la finestra e urlare al mondo che in quel momento forse potresti anche riconciliarti con lui. Ma i titoli no. Non riesco a ficcarmeli in testa. Questione di digitale o di rincoglionimento? Non lo so, fate voi. Più la prima, però, secondo me. Con un pizzico di seconda.

venerdì 25 febbraio 2011

A volte

La canzone di Giusy Ferreri è una delle tre cose da salvare di un festival di Sanremo tra i più dimenticabili di quelli che io ricordi (ed è tutto dire). Le altre due sono: sprazzi di Luca e Paolo e il pezzo dei La Crus, non al loro massimo, ma per ben figurare a Sanremo basta poco. Ora, sulle ultime due i guardiani dell'ortodossia sinistrorsa saranno pure d'accordo. Immagino invece che sulla Ferreri ci sia sorpresa. La stessa mia che non la conoscevo se non per la partecipazione a un talent che non amo e che, tentando di documentarmi un po', mi sono imbattuto in questa cosa qui e ho pensato che i conti tornano, a volte.

martedì 15 febbraio 2011

Risolvere i problemi

Questa dichiarazione si commenta da sé agli occhi di qualsiasi normodotato. Vale la pena soffermarvisi però, perché che ad incupirsi a causa dell'efficienza di una Procura (sic!) sia un pasdaran del berlusconismo; un elettore del Pdl al bancone del bar dopo il terzo grappino o un'elettrice stordita da mariadefilippi mentre finisce di friggere dolci di carnevale e distrattamente ascolta il tg1, darebbe solo il senso del baratro sociale in cui è precipitata l'Italia ai tempi della seconda repubblica. Che invece quella stessa affermazione provenga dalla riflessione di un sottosegretario alla Giustizia, è il sintomo di come chi si ostina a sostenere che questo governo tutto sommato non ha agito male e sfida B. a governare piuttosto che pensare ai suoi affari personali, non ha capito che, se è vero che con la fuoriuscita di B. l'Italia non avrà risolto i suoi problemi, è altrettanto vero che senza la fuoriuscita di B. l'Italia i suoi problemi non li affronterà mai.

giovedì 10 febbraio 2011

Moralista? Ma dde che?

Domenica tornerò a manifestarmi in piazza, portando mia figlia, dopo non so quanti anni. Le ragioni le hanno scritte meglio di quanto saprei fare io qui. Sarò in piazza sapendo, a differenza di tanti anni fa, che molti di quelli avrò attorno mi stanno lontano anni luce; che a volte sono peggiori di chi denunciano; che io stesso non faccio parte di nessuna schiera degli eletti; che già in partenza so che qualche slogan mi farà incazzare; che la manifestazione probabilmente non servirà a niente. Ma ci sarò, perché ho l'impellenza di esprimere che con questa prostituzione diffusa - con le chiappe utilizzate a posto del cervello per far carriera, con chi ce le mette e con chi le valorizza - io non c'entro proprio nulla, neanche di striscio. Ci sarò perché sto a disagio qui così. E perché ho l'impotenza di non poter sostenere e valorizzare quest'idea in altro modo.

mercoledì 9 febbraio 2011

Andromeda Maria

Su Radio2 potrete ascoltare da venerdì il nuovo singolo di Paolo Benvegnù, qui da subito. E ne vale la pena, come al solito.

Sol uomo

A veder schierati i partigiani delle libertà mentre difendono come un sol uomo l'indifendibile, il primo moto è di sorpresa (ma come si fa?), il secondo di rabbia (ma come si fa!!), il terzo è una domanda irrazionale (ma sono dotati di comprendonio anche loro?), il quarto è una delle risposte possibili a quella che viene definita l'anomalia italiana: sì che sono dotati di intelligenza, solo che sono loro stessi imprigionati nel carcere d'oro in cui li ha ficcati il loro (sol) uomo: il problema dell'Italia oggi non è solo o tanto il fatto di non aver un'opposizione all'altezza della situazione, ma anche e soprattutto quello di avere una maggioranza senza la forza di trovare alternative all'indifendibile che sta a palazzo Chigi.

sabato 29 gennaio 2011

Stupefacente

La cosa che stupisce di più di quest'uomo non è tanto l'inorridente vacuità o il fatto che se ne circondi una delle massime cariche istituzionali. E' che riesce a prendersi per il culo da solo facendo sue le massime di Cetto La Qualunque, caricatura che non sarebbe mai nata se in giro non ci fosse gente come lui.

lunedì 24 gennaio 2011

A mani giunte

Ora che Bagnasco ha parlato e che voi che ne avete spesso (quasi sempre, giustamente) denunciato le intromissioni in cose italiane avete ascoltato più o meno le cose che avevate atteso a mani giunte per giorni, fatemi mettere a verbale che un paese in cui la parola delle gerarchie cattoliche fosse un po' meno sovradimensionata e restituita al rango che merita, forse non si troverebbe nello stato osceno in cui si trova oggi l'Italia. Sì, lo so che in questa Italia, purtroppo, leggere in controlouce le parole delle gerarchie cattoliche è di cruciale importanza per capire le cose. E infatti stiamo così: a mani giunte ad aspettare Bagnasco.

sabato 22 gennaio 2011

Sottosopra così

In un paese sottosopra così, succede anche che ti tocca sentire spiegarti come tornare - no, dico, tornare - a vincere, da uno così. Ma per favore.

venerdì 21 gennaio 2011

"Non molto"

Uno cerca di capire, prova a leggere. Perché nonostante i paradossi, le esagerazioni bulimiche, l'abuso di potere dell'ancora presidente del Consiglio siano ormai di un'evidenza accecante, molta gente comune - non il diretto interessato, non i miracolati che crolleranno insieme a lui, che è normale - si ostina a non voler vedere? Christian Raimo oggi sul manifesto dà una lettura che, anche se solo parzialmente, contribuisce a far capire qualcosa (qui).

mercoledì 19 gennaio 2011

E comunque

Se per voi la candidatura e conseguente elezione in consigli provinciali, regionali, financo in parlamento, in cambio di seratine hard (tutto da provare, però le intercettazioni e i fatti - debitamente ricollegate le une agli altri - a questo sembrerebbero portare); se l'intervento notturno via telefono per bypassare la legge sfruttando la propria autorità e, così, tirare fuori da una caserma una giovane fermata per furto; se lo scambio corpi-favori-carriere che pare emergere dalla ricostruzione delle serate del presidente del consiglio; ecco: se per voi tutto questo è privacy, be', è evidente che avete qualche problema a livello mentale. Tu puoi fare tutto quel che vuoi, ma quando sfrutti la tua posizione pubblica per questioni private, io - che faccio parte del pubblico - sono autorizzato a mettere becco. Non mi sembra un concetto così arduo da capire. Ma a ben vedere questa non è che l'ultima, pecoreccia sfaccettatura del conflitto di interessi che ci domina da lustri, ormai. Altra è la pena che si prova nel vedere un uomo così alla deriva, costretto a pagare per palpeggiare carne fresca e farsi ascoltare mentre canta e racconta barzellette: quelle sì che sono questioni private, penosamente private.
PS: sono tornato a sprecare un po' di bit sulla questione perché mi sembra che gli arcoriani si stiano attestando penosamente sulla linea di difesa della privacy violata del premier, appunto. E tralascio il discorso su quanto quell'argomento risulti strumentale e inconsistente se sventolato da chi sta dalla parte di uno che ha fatto del suo privato (seppur taroccato) una questione pubblica, a cominciare da "Una storia italiana", do you remember?

martedì 18 gennaio 2011

Che dire?

Che dire?
Che siamo così messi male da essere monopolizzati e dedicare ettolitri d'inchiostro e quantità tediose di bit a una questione generata dalle patologie di uno che è partito per la tangente.
Uno sul quale ogni parola ormai è di troppo o troppo poco.
Uno da cui la sua stessa parte politica, se fosse una parte politica e non un'accolita di rancorosi e miracolati, avrebbe saputo già liberarsi.
Uno che ha occupato uno spazio esorbitante perché ha saputo intuire che intorno aveva un vuoto cosmico e ha avuto il talento di riempirlo di enormità.
Uno che ha elevato la paraculaggine a scienza politica. 
Che dire?
Che siamo messi male.
Tanto.
Da tanto.
Vuoti a perdere.
Siamo.
Grazie ad Aldo Nove

martedì 11 gennaio 2011

Carne e ossa (post autocritico)

Poiché penso che siamo tutti un po' stronzi, noi che si parla di operai senza senza cognizione di causa; noi che magari sì, conosciamo "il padrone" ma non la fabbrica, non la catena; noi che "sì il referendum è da firmare perché se no bla bla bla" e noi che "no il referendum non si deve firmare perché se no bla bla bla"; noi che "non esistono solo gli operai delle grandi fabbriche e non è giusto che di Mirafiori si parli tutti i giorni mentre se chiudono dieci fabbriche da cinquanta operai l'una sono 500 posti in fumo ma se ne fregano tutti"; noi che "la globalizzazione porta per forza a rivedere le cose" e via discorrendo, segnalo a chi non l'avesse vista questa cosa qui, perché a me ha fatto un po' impressione e, appunto, mi ha fatto sentire un po' stronzo.

lunedì 3 gennaio 2011

Wizzo Awards 2010

  • Disco: Grinderman - Grinderman 2
  • Libro: Antonio Pennacchi - Canale Mussolini
  • Film: Avatar

venerdì 17 dicembre 2010

In ascolto

Interrompo il lungo silenzio dovuto a motivi non dipendenti dalla mia volontà (come si dice in questi casi) ma da cause di forza maggiore, per dire che mi propongo di tornare più di frequente e che ho scritto poco ma ascoltato molto in questi ultimi tempi e mi sono reso conto che gli ultimi cd acquistati sono rigorosamente italiani. Di due, Sud sound system e Africa Unite, mi limito a riferirvi che se non li avete ascoltati e avete voglia di sereno anche quando il cielo è grigio, vale la pena averli a portata di mano. Di altrettanti, Massimo Volume ("Le cattive abitudini") e Marlene Kuntz ("Ricoveri virtuali e sexy solitudini), che il primo è bellissimo, a tratti emozionante, e arriva subito (da avere); che il secondo arriva al quarto-quinto ascolto e poi cresce ogni volta che lo metti su.

martedì 2 novembre 2010

Replica

Pare che per replicare alla sequela di sdegnate reazioni alla battuta del presidente del Consiglio sui gay, palazzo Chigi stia per diramare una dichiarazione alla stampa che dovrebbe avere il seguente tenore: "Portatemi le vostre sorelle".