Mi è capitato di sedere su un mezzo pubblico accanto a un giovane studente munito di Ipod dalle cui cuffie usciva musica a un volume tale da poter riconoscere i brani a distanza. Mi scuso per le lacune sui titoli, ma le mie orecchie sono riuscite a seguire un pezzo metal, ma proprio di quelli tendenti al death e, a seguire, la canzone di Zucchero "Così celeste", che più smielato non si può, tanto che credo sia stata anche utilizzata come spot di un prodotto natalizio tipo panettone. Il primo pensiero è stato: dio che varietà; quello successivo: roba del genere non comparirebbe mai sul mio, di Ipod. Poi ho riflettuto sul fatto che scorrere le playlist delle persone è quasi un entrare in una parte del loro intimo, come succede a guardare la loro libreria o il patrimonio di cd, o al limite, l'armadio. Tempo fa ad esempio, capitò che una persona che all'epoca non conoscevo ancora, venne a casa mia una sera che io non c'ero. Mi si raccontò poi che scorrendo i titoli dei cd disse alla mia compagna: "Lo devo proprio conoscere". Be', a distanza di anni è una di quelle conoscenze che non mi pento d'aver fatto. Ora, cadrei in contraddizione con quanto detto qui se attribuissi ai gusti letterari e musicali un significato eccessivo, però, come si dice, l'eccezione conferma... eccetera.
PS: l'ultima playlist che ho messo insieme io inizia con l'Eddie Vedder di Into the wild e finisce con Besame mucho.
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