Con la nomina dei sottosegretari, gli obiettivi che il governo Letta ha nel mirino sono ormai chiari. E gli italiani possono tirare un sospiro di sollievo: almeno in una prima fase, tra i bersagli non ci saranno i corpi dei cittadini. È stato per il momento abbandonato il piano per l'eliminazione mirata degli anziani a più alto costo di mantenimento, cui si era messa mano allo scopo di abbattere la spesa per il welfare. «Continuando sulla strada delle politiche che l'Italia ha ormai intrapreso con decisione - è stato il suggerimento dato a Letta da un alto esponente della finanza internazionale - non ci sarà bisogno di sporcarsi le mani, gli anziani più deboli verranno meno per cause naturali. Quanto poi ai servizi per l'infanzia, la domanda calerà fisiologicamente: chi è così scemo da mettersi a procreare di questi tempi?».
Quello che il presidente del Consiglio ha in mente è un governo dell'alternanza, in cui il timing delle riforme sarà fondamentale. Per capire il concetto è utile prendere ad esempio la settimana-tipo di lavoro che il premier ha illustrato ai colleghi. Lunedì: il ministro per l'Integrazione deposita la proposta di legge per il riconoscimento della cittadinanza a chi nasce in Italia, anche se da genitori stranieri. Martedì: il ministro dell'Interno presenta il decreto con cui si armano di pistole le maestre d'asilo allo scopo di dotarle di buoni argomenti per convincere i genitori dei bambini stranieri a non ricorrere alle strutture pubbliche. Mercoledì: il ministro del Lavoro spiega alla stampa il piano per l'introduzione del reddito minimo a favore dei precari che sarà erogato dall'Inps. Giovedì: il ministro della Difesa annuncia lo schieramento dell'esercito davanti agli sportelli Inps con licenza di sparare a chiunque si avvicini a meno di cinque metri. Venerdì: giornata dedicata alla seduta psicoanalitica di gruppo, con particolare riguardo per i giovani turchi del Pd, Andrea Orlando e Stefano Fassina (i due considerati a più alto rischio di cedimento emotivo). Sabato: si tromba con chi si vuole. Domenica: si sta con la famiglia.
«Mi pare un modo di procedere adeguato per tenere insieme le diverse sensibilità che compongono l'esecutivo», ha argomentato Letta. Che non ha nascosto l'amarezza per i forfait di alcune personalità assai rappresentative che intendeva ingaggiare nella compagine di governo. Nicole Minetti ad esempio è stata irremovibile: da quando ha scoperto che la politica si fa seduta sugli scranni di un'assemblea e non avvinta a un palo da lap dance non ne vuol più sapere. Superciuk, sul quale c'erano già le riserve di Alfano («è solo un alcolista, per essere rappresentativi a noi serve un cocainomane»), era invece addormentato sul divano e non ha sentito il telefono squillare quando Letta l'ha chiamato. E poi non è stato possibile contattare nessuno dei fondatori della banda della Magliana. «Peccato - ha commentato Letta - con l'ingresso di uno di loro come sottosegretario avremmo dimostrato in maniera ancor più netta la cifra garantista del nostro esecutivo».
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