giovedì 25 settembre 2008

Passiamo ad altro, dai

Telenovela finita. C'è la fondata speranza che i giornali comincino a parlare di temi più interessanti.
Repubblica

Io lo so che non sono solo

Ma la mattina mangia?, la sera si addormenta? e il pomeriggio com'è? A una festa di mocciosi capita di sentirsi rafficare addosso domande del genere. Le sole, personali e poste da semplici conoscenti, che sei felice di sentirti chiedere, genitore in crisi di autostima.

venerdì 19 settembre 2008

17 anni in due minuti

Secondo me 'sta cosa qui è geniale.
Repubblica.it

Scorrettissimo

Perdonate la bassezza e l'ignoranza di chi parla senza cognizione di causa: ma a voi, di Alitalia, interessa davvero qualcosa? Nel senso: uno che mediamente si tiene informato ed è interessato a quello che gli gira intorno e scopre che regolarmente salta le pagine dei quotidiani che trattano del tema e sbuffa quando vede che i tg aprono con quella notizia, deve sentirsi davvero un po' in colpa? E se poi non gli capita neanche di parlarne in giro, nel senso che le persone che normalmente frequenta (mediamente informate anche loro) non sono minimamente toccate dal tema? E se poi, riflettendoci, pensa che ci sono almeno cinque-sei, forse altri dieci temi, che nella scala di priorità pubbliche metterebbe prima di Alitalia? Potrei andare avanti ma perdonatemi se tronco il discorso; su Rai3 c'è Iacona che sta ammannendo uno splendido servizio sul Kosovo e questo preferisco non perderlo.

L'effetto che fa

Riconoscere da lontano, raggiungere e superare in scioltezza, mentre fai footing, un ex giocatore e allenatore di serie A attualmente senza contratto. Sì, lo so che è più vecchio di me e il confronto non si pone, ma fa lo stesso un bell'effetto.

martedì 16 settembre 2008

Si sta invecchiando

In due giorni sono scomparse due persone alle quali si era in qualche modo legati per questioni generazionali. Come diceva quello: "Io non tremo, è solo un po' di me che se ne va".
Repubblica

In buona compagnia#2

Ieri qui si scriveva questo, oggi Jena scrive questo.
La Stampa

Ragione da vendere

Leggo per lavoro diversa stampa locale e qualche giorno fa mi è capitato di essere attirato da una lettera che aveva questo titolo: "E' ora di riflettere su Salò" ed era firmata da un presidente di circolo di An. All'ordine del giorno c'erano le esternazioni di La Russa e potete immaginare la tesi sostenuta. Ma non è questo il punto. E' che scorrendola fino in fondo sono incappato in questa frase: "Grazie ministro La Russa per il coraggio messo nell'aver sfidato il conformismo di chi, incapace di parlare all'Italia di oggi..." e mi sono detto, convintamente: sì, quella è una grande verità, una parte d'Italia è incapace a parlare all'"Italia di oggi" raggomitolata e rantolante su sé stessa e con la vista corta, pronta a spendere milioni in cibo per animali e ad uccidere un simile che gli sottrae un pacco di biscotti. Poi mi sono detto: non è una giustificazione, ma non è per niente facile parlare a quell'Italia lì.

Lieve

C'è una lieve imperfezione di chitarra nell'ultimo pezzo di "Uno" dei Marlene Kuntz. E' una piccola gioia averla scorta, come se si fosse entrati in maggiore confidenza con un'opera che si sta consumando voracemente ancora a distanza di un anno dall'uscita, tanto si fa amare.

Discaricati



Sull'età dello spreco, Giorgio Lunghini fece un libro anni fa. Qui, in considerazione degli strumenti che si hanno, si partorisce un assai più dimensionato post che racconta di un'esperienza di vita vissuta. Quello nella foto è il blocco della lavastoviglie in cui va inserita la pasticca di detersivo. A causa della rottura della molla (in sostanza un pezzo di fil di ferro) che a un certo punto del lavaggio, scattando, apre automaticamente lo sportello facendo fuoriuscire la pasticca, il titolare qui è stato costretto a cambiare tutto il blocco perché, secondo il tecnico, non c'erano alternative. Di questo passo ci proporranno di realizzare un inceneritore in ogni palazzo, poi magari - quando la civiltà umana avrà fatto ulteriori passi in avanti - in ogni abitazione, così risolveremo il problema dei rifiuti. E se ci opporremo ci diranno che siamo disfattisti e che non vogliamo prendere atto della realtà e che vogliamo prendere il meglio del progresso senza tenere conto degli oneri che comporta e che allora torniamo all'età della pietra e che bla bla bla.
Ibs

lunedì 15 settembre 2008

Che sollievo

Così Abdul Guibre non è stato ucciso perché era di pelle nera. Quindi non c'è l'aggravante. E noi siamo tutti risollevati. Così risollevati che riusciamo a non confrontarci col cosa significhi che nelle nostre civilissime città c'è gente così abbrutita che arriva ad essere in grado di uccidere una persona con le proprie mani, aiutandosi con un bastone, per un pacco di biscotti non pagati, pare. Pensate all'effetto che può fare veder morire una persona sotto i vostri colpi a mani nude, o quasi. Deve star succedendo qualcosa di drammatico senza che neanche chi tra noi è più allarmato se ne renda pienamente conto.
Corriere

sabato 13 settembre 2008

Il contrario di scandaloso

Poiché mi erano venuti i brividi a sentire La Russa e l'ho detto qui, mi sento in obbligo di mettere a verbale che sottoscrivo in tutto e per tutto quello che ha detto Fini davanti ai giovani di An su fascismo, Salò e dintorni. Si dirà: era il minimo che potesse fare. A me è sembrato serio e sincero e non era così scontato. Ora la domanda è: come farà il presidente della Camera a continuare a stare nello stesso partito del ministro (ahimé) della Difesa e del sindaco di Roma, ma questi sono affari suoi. Qui i video, qui il pezzo di Repubblica.
Repubblica

lunedì 8 settembre 2008

Vai via, te e chi ti ci ha portato

Non si può sempre tentare di essere spiritosi, brillanti e accattivanti (sottolineo il tentare). Un blog serve anche a mettere a verbale delle cose, in maniera se volete anche un po' pesante, a futura (e presente) memoria. Allora, ecco: il ministro (ahimé) La Russa ha detto cose scandalose che sentite al tg mi hanno fatto venire i brividi e portato più di quanto già pensassi a ritenerlo indegno a ricoprire la carica che gli è stata attribuita. Scusate l'andamento da lettera commerciale, ma volevo essere il più possibile chiaro.
Corriere.it

sabato 6 settembre 2008

Dubbio atroce

Ma se uno si sente più colpito dall'esordio con gol di Balotelli in under 21 che dal concerto di Madonna a Roma sarà perché è un po' troppo provinciale?

mercoledì 3 settembre 2008

martedì 26 agosto 2008

I primi a suonare

Non sto a farvela lunga. Nei Perfect Trick mi sono imbattuto casualmente perché hanno aperto una serata in cui suonava The Niro; non erano neanche segnalati nel programma ma il loro set, nonostante qualche fisiologica ingenuità, è stato stordente. Qui il loro sito con la possibilità di ascoltare i pezzi, qui il myspace.
Perfect trick

Conseguenze

Primi effetti del cambio di direzione all'Unità: nella pagina delle lettere di oggi le missive favorevoli alla nuova direttrice superano nettamente in numero quelle che chiedono "perché via Padellaro?". Solo ieri accadeva il contrario.

martedì 19 agosto 2008

Fab six

I post languono d'agosto e un blog è anche una questione di quantità. Allora in mancanza d'altro si è deciso di fare una cosa che cozza un po' con quanto detto qui, ma neanche troppo, in fondo. Tra l'altro è una cosa che svela in parte l'età del titolare o dalla quale si arguisce almeno che si è entrati in decadi alte. Ma ne vale la pena, soprattutto se chi si imbattesse in questa roba svelasse attraverso un commento la sua personale classifica dei migliori concerti visti finora, come si sta per fare ora, che è anche una sorta di biografia, per certi versi. E' una cosa che a chi ha una certa età può dare anche un gusto dal sapore strano, tipo cercare su internet testimonianze di eventi accaduti in tempi in cui web erano semplicemente tre lettere messe lì a caso.
1) U2 - Roma - stadio Flaminio, 27/5/1987. Loro stavano ascendendo nell'empireo del rock, io li amavo (il termine non è esagerato) da almeno tre anni. Partenza avventurosa senza biglietto all'ultimo momento salendo su un pullman organizzato da una radio della città di provincia nella quale frequentavo il penultimo anno di liceo. Trentamila lire in tasca, nei dintorni dello stadio mi misi alla ricerca del tagliando. Trovai un tipo che quella cosa preziosa l'aveva ed era disposto a venderla. "Quanto mi dai?", mostrando uno spiccato senso degli affari, dissi: "Ho trentamila lire in tasca". "Va bene". Affare fatto. Biglietto in tasca e neanche una moneta per comprare acqua o cibo. Niente birra né canne. Un lucido delirio. Ricordo come fosse ora le tastiere dell'attacco di "Where the streets have no name" quasi soffocate dal boato e subito dopo il riff lancinante di "I will follow" sul quale feci un salto in avanti di cui mi stupisco tuttora. Finì con qualcuno che mi offrì un panino e la testa piena di cose che sarebbero state raccontate a chi non era venuto.
2) Nick Cave - Arezzo wave, 6/7/2001. Reduce da un consumo compulsivo dell'appena uscito "No more shall we part", era uno di quei concerti a cui vai affamato. Alle due del pomeriggio già sotto al palco. In tre in avanscoperta, aspettando gli altri con i quali si riuscì a vedersi solo poi. A turno la spola per le birre. Cave lo si era già visto diversi anni prima a Roma, ai tempi di Tender prey, ma non era stata una gran serata né per me né per lui. Uscì sul palco che sembrava un gigante, vestito nero e camicia bianca, magro e bello a vedersi. Rese le ballate dense e mistiche dell'ultimo disco, tese e grondanti come solo lui e i Bad seeds sanno fare. Uscimmo ubriachi di musica e la serata continuò con gli altri prima di ripartire verso casa quasi all'alba. La grandezza della serata mi è stata confermata anni dopo, quando parlando con una persona che ai tempi non conoscevo dei migliori concerti visti, convenimmo che questo sarebbe stato nelle rispettive personali classifiche. "Ma dai, c'eri anche tu", "Sì, stavo davanti, in mezzo", "Io di poco spostato a destra", ecc...
3) Rem - Perugia, maggio o giugno 1989 - Bellissimi loro, carichi noi che stavamo sotto e belli dei nostri vent'anni. Eravamo in pochissimi. Fu stupendo in particolare un pezzo fatto durante il bis nel quale si raccolsero a cantare vicinissimi, spalle al pubblico, intorno alla batteria.
4) Afterhours - Arezzo wave, giugno 1993 - Una rivelazione: in tre sul palco, il cantante-chitarrista coi capelli fino a metà schiena che urla sul microfono con una voce da paura. Una versione di "Mio fratello è figlio unico" da torcersi le budella. "Oh, ma chi sono questi", "Boh, si chiamano Afterhours ma sono italiani", "Mammamia".
5) Sud Sound System - Località imprecisata del Salento, 1999 - In tanti a casa loro. Energia da vendere: fatte le debite proporzioni, come vedere Bob Marley a Kingston.
6) Modena City Ramblers - Imola, Festa di Cuore, luglio 1993 - Mai stati tra i gruppi preferiti, concerto sotto un tendone con una trascinante versione di Bella Ciao che la fece quasi diventare la loro canzone, si comprò la cassetta e la si spacciò in lungo e in largo: erano tempi di impegno politico.
Poi ci sono altre cose sparse: i Csi a Firenze (gennaio 2000, se non sbaglio), la tre-giorni di Pistoia Blues dell'88 (Stevie Ray Vaughan e Johnny Winter nella stessa sera non è proprio roba da tutti i giorni): sacco a pelo, chitarra e pochi soldi, quasi da romanzo di formazione; più in qua Cristina Donà al Bloom di Mezzago (2002, credo) e Marlene Kuntz e Marco Parente in diversi posti, sempre gradevoli. E poi altre cose ancora, alcune delle quali finite irrimediabilmente nel dimenticatoio
Kalporz, Elevation tour

mercoledì 6 agosto 2008

E-mer-gen-za

E' agosto e, pensa un po'?, fa un caldo emergenziale. Poi c'è da guardarsi da tutti 'sti delinquenti: io ad esempio non ho mai subito furti o scippi, però è innegabile che la situazione sia insostenibile e scatti l'emergenza. Come? ah sì, succedono anche di queste cose, ma che vuoi farci è sempre stato così, e poi alcune se le vanno proprio a cercare eh.
Repubblica

martedì 5 agosto 2008

A proposito di fannulloni

Ma i tremila militari che il governo ha messo sulla strada manco fossimo sotto minaccia di chissà quale attacco, fino all'altroieri, come si guadagnavano lo stipendio? Mi spiego meglio: è legittimo pensare che non facessero una beneamata minchia?

martedì 29 luglio 2008

Facce della medaglia

Del tanto inchiostro letto sul congresso di Rifondazione (ebbene sì, ognuno ha le sue devianze), queste parole di Vendola captate dal Corsera nella notte tra sabato e domenica mi sembrano le più adatte a spiegare le ragioni della sconfitta della mozione del governatore pugliese: "Abbiamo guidato questo partito per anni e anni e non avevano capito com'era fatto". Di più: se alla locuzione "guidato questo partito", si sostituisce "guardato a questo partito dall'esterno con simpatia", si capisce anche lo smarrimento di chi di Rifondazione ha voluto vedere per anni il lato del suo leader ragionante, alto, sofisticato perché non rozzamente semplicistico, intransigente ma non chiuso al dialogo e lontano dai manicheismi e oggi si ritrova davanti alle belleciao e alle bandiererosse urlate in faccia ai compagni di partito come si brandisce la clava davanti al nemico. Per carità, i destini del mondo sono del tutto indifferenti ai contorcimenti di un partitino e a remare contro la marea montante delle paure e del desiderio di confini e repressioni che governa l'occidente si rischia comunque il naufragio. Rimane però l'amarezza di essersi confusi per anni con gente di cui solo oggi si apprezza netta la diversità, anche perché attorno c'era (c'è) il deserto.
Corriere

sabato 26 luglio 2008

I paraocchi che abbiamo (ops) che ho

A cena, due tavoli vicini su un terrazzino con vista su un tramonto struggente. Due nuclei simili: un lui e una lei più o meno coetanei, un bimbo in un caso, una bimba nell'altro. Da un lato lui spiega a suo figlio cosa sta mangiando: "Questo è cous cous, ce l'hanno insegnato a fare gli arabi tanto tempo fa, solo che loro lo facevano con la carne di montone, noi lo facciamo col pesce, che qui ce n'è tanto". Il lui all'altro tavolo, che è poi il titolare della roba che state leggendo, orecchia senza staccare gli occhi dal sole che se ne va dall'altra parte e si stupisce di incappare in un minimo di razionalità nel mare di scempiaggine cui è abituato a sentirsi circondato. I componenti dei due tavoli proseguono per un po' nelle rispettive cene ignorandosi amabilmente. Poi, quasi in maniera naturale, i ponti levatoi si abbassano e dopo i primi convenevoli si passa allo scambio seguente tra la famiglia del titolare del blog (T) e quella dell'indigeno (I).
T: "Certo che la vostra è davvero una terra ricca".
I: "Sì. E da valorizzare".
T: "Beh, in effetti".
I: "E' che fin quando non ci toglieremo il cancro della mafia non ce la faremo mai. Ma le cose stanno cambiando. Le uccisioni di Falcone e Borsellino hanno rappresentato un punto di svolta. Qui oggi a loro e a don Puglisi la gente sarebbe pronta a farli santi".
T: "Sì, in effetti quelle due stragi hanno mostrato il lato più sanguinario della mafia e probabilmente le hanno sottratto più consensi di quanti benefici abbiano portato le eliminazioni di due nemici acerrimi come Falcone e Borsellino".
I: "Sì, è proprio così. Ma lo sapete che io ho un amico che viene dalla vostra stessa città? E' un missionario, ora sta in Ecuador. Abbiamo lavorato insieme. Eppure al nord c'è razzismo. Pensate che io non molto tempo fa a Roma ho dovuto difendere mia moglie, additata come africana" (segue spiegazione di come ha difeso la moglie).
T: "Ma dai, non credevo si fosse ancora a questi livelli. Sarà che la nostra è una città universitaria, abituata ad essere popolata da gente che viene dal sud, scene del genere è davvero difficile vederne e sentirne".
I: "No, no. Vi assicuro. Di razzismo ce n'è molto. Anche tra le forze dell'ordine".
T: (tentando di mantenere l'aplomb): "Eh, purtroppo sì. Basta vedere cosa combinano quando gli sfugge la mano. E' che sono un po'...."
I: "Di destra. Sono di destra. Le forze dell'ordine sono di destra. Ma qualcosa sta cambiando anche lì".
I T annuiscono sulla definizione "di destra" e rimangono un po' scettici sulla prospettiva di cambiamento. Il lui della coppia - sarà per l'accenno dell'altro all'amico missionario - si convince di trovarsi davanti a uno di quei cattolici di base che lavora in qualche organizzazione non governativa con i quali su questioni politiche si trova spesso d'accordo pur essendo lontanissimo dal cattolicesimo. Convinzione che si rafforza quando il lui degli I rivela che "pochi giorni fa abbiamo raccolto un neonato di appena venti giorni arrivato in una di queste navi di immigrati. Pagano 1.000, 1.500 euro a persona; i bambini valgono doppio e le donne incinte il triplo. Tolgono loro il passaporto e li costringono a pagare praticamente a vita. Beh, di fronte a quel neonato anche alcuni miei colleghi razzisti, perché sono razzisti, si sono inteneriti. Vorrebbero sparargli. Ma io dico, questa magari è gente che mille-millecinquecento anni fa, ci insegnava la matematica, la fisica, l'astronomia".
Il lui dei T accorda e pensa che sì, anche alcuni di questi volontari cattolici stanno lì per chissà quali motivi e poi, in fondo in fondo, sono venati da razzismo. La conversazione va avanti, i quattro adulti convengono sul fatto che tentare di contenere le migrazioni con misure poliziesche manifesta il non aver capito nulla della storia umana. Poi si parla dei figli che nel frattempo hanno fatto amicizia e dell'educazione e di altre cose ancora. Saluti senza baci.
Al ritorno in macchina il lui dei T dice alla lei: "Però, 'sti cattolici a volte mi piacciono". Lei ribatte domandando: "Perché cattolici?", lui: "Beh dai: l'amico missionario, i discorsi sugli immigrati, le forze dell'ordine che sono di destra, era un cattolico di quelli tosti, no?", lei: "Guarda che secondo me era un carabiniere", lui: "Ma dai", lei: "Non hai sentito quando raccontava di come ha difeso la moglie a Roma?, ha raccontato di aver detto: 'Mi dispiace di dover difendere anche gente come lei', e poi ha parlato inequivocabilmente di far parte del servizio anti-immigrazione". Lui: "'Azz, sì, mi sa che c'hai ragione".

mercoledì 23 luglio 2008

Sarò scortese io

Ma non riesco a dare confidenza in spiaggia a chi mi si rivolge con la frase: "Certo che sono diventati più i venditori che i bagnanti".

venerdì 18 luglio 2008

Lo smarrimento della sinistra

Quattro persone adulte e mediamente di sinistra e due in passeggino camminano in una trafficata strada di una bella, popolosa e caotica città del sud. Passa una macchina a finestrini aperti e volume di radio da oscar della tamarraggine da cui esce una cosa informe che fa tunz tunz. I quattro si guardano interdetti e uno di loro fa: "Ma che fa la gente?, che pensa?, che cosa guarda alla televisione?".

martedì 15 luglio 2008

Quattro cose

Ci sarebbe da ragionare su quanto Di Pietro assomiglia più di quanto appaia all'avversario politico che combatte con tanta pervicacia; ci sarebbe da riflettere su come sia disorientante per il tuo elettorato e somigliante alla conduzione della nazionale fatta da Donadoni, fare prima una campagna volta a sdoganare l'avversario e subito dopo raccogliere firme per salvare l'Italia; ci sarebbe da consolarci gli uni con gli altri a pensare che stiamo in un panorama dove a destra c'è Berlusconi e a sinistra un ex magistrato e uno che non sa più che pesci prendere; ci sarebbe, infine, da ragionare su come gli omicidi di due ragazze egualmente ventenni ed egualmente brutalizzate da maschi, buchino in maniera differente il video a seconda della nazionalità e della vita che conducevano, una prostituta rumena, l'altra italiana in vacanza all'estero (indovinate chi ha bucato di più?). Ma le prime tre sono cose semiserie e siccome si sta al mare e si è appena scesi in paese acoltando China girl di David Bowie le si lascia volentieri appese lì; la quarta è troppo seria per poterla trattare in una sede così.
Aprile

martedì 8 luglio 2008

In buona compagnia

"Nel frattempo Maroni prende impronte, Tremonti propaganda la sua carità ai poveri, il duo Brunetta-Sacconi smantella in via definitiva i diritti del lavoro, La Russa fa la guerra, Scajola predispone affari nucleari. In pochi vedono in queste politiche concrete l'essenza del berlusconismo. (...) I più inseguono le vicende pecorecce dell'imperatore e dei suoi cortigiani o pensano di poterle esibire come prova d'indegnità a un'opinione ormai rotta a tutto o quasi". Questo era Gabriele Polo oggi sul manifesto; questa è la jena di oggi sulla Stampa; questo è wizzo, un paio di settimane fa.
La Stampa, il manifesto

Telegramma da Sapporo

Gli otto grandi piantano alberi per mostrare l'impegno ambientalista, Bob Geldof li critica sulle scelte ambientali (sul tavolo l'immancabile bottiglia di plastica per l'acqua).

venerdì 4 luglio 2008

Buone notizie dall'Iraq

Non è uno scherzo, è il titolo del pezzo di Fiamma Nirenstein a pagina 94 del numero di Panorama in edicola.

giovedì 3 luglio 2008

Protagonisti del nostro tempo

Ci sono momenti in cui ti senti parte di un tutto. Questo blog ha imparato ad accontentarsi di così poco che è felice di far sapere che il suo titolare è tra gli otto milioni che il giorno della messa in rete hanno scaricato firefox 3.
Repubblica

mercoledì 2 luglio 2008

L'arte del silenzio

Ultimamente questo blog è più silente di quanto sia accaduto normalmente in passato. Capita, ed è dovuto a una serie di motivi almeno due dei quali sono brevemente illustrabili qui: uno è che è sempre più forte la tentazione di vomitare insulti su coloro che smozzicano discorsi in strada, nei ristoranti, nei bar, nei posti di lavoro e/o tentano di introdurre provvedimenti legislativi che coscientemente o incoscientemente (discorsi e provvedimenti legislativi) sono di stampo razzista (le parole ci sono e vanno utilizzate). L'altro è la sempre più pericolosa convinzione che il suffragio universale dia luogo a dei mostri. Ecco, il blog si è reso conto che il titolare sta perdendo lucidità e l'ha convinto (il blog al titolare) che in certi casi è meglio tacere.

lunedì 30 giugno 2008

1, 2, 3 ecc...

Ogni tanto partono quelle campagne meritorie che invitano la gente a muoversi un po' per evitare che il sangue si solidifichi nelle arterie e che cuori e bilance non siano costantemente sottoposti a rischio d'infarto per sopportare pesi insostenibili. Echi di queste iniziative si scorgono anche sui muri degli ospedali sotto forma di cartelli finto-simpatici che esortano a parcheggiare un po' più lontano dalla porta d'ingresso dell'ufficio e ad evitare l'ascensore per fare un po' di scale. A me è capitato di avventurarmi di recente nella tromba delle scale di un ospedale, peraltro fresco di costruzione, e per capire a che piano stavo a un certo punto mi ci è quasi voluta la bussola perché nessuno ha finora pensato, oltre che ad attaccare i suddetti manifesti, a scrivere in corrispondenza dei pianerottoli semplicemente 1, 2, 3...

Alcuni buoni motivi

Perché la loro nazionale la chiamano la Roja; perché sono tra gli europei meno spocchiosi; perché i patii delle loro case sono deliziosi e se avete avuto la fortuna di consumarci una cena dentro sapete cosa intendo; perché l'idioma che parlano è di una musicalità rara in occidente; perché hanno eletto per due volte di seguito uno che noi non abbiamo, di cui non ci si deve vergognare, che ha mostrato di saper governare sobriamente e che ciò nonostante se si presentasse da noi chissà in quanti starnazzerebbero dandogli dell'estremista; perché la pur deboluccia Italia è stata l'unica squadra a non prendere gol da loro prima dei rigori e avrei voluto vedere adesso se a Donadoni gli avrebbero dato il benservito che gli hanno riservato qualche giorno fa. Ecco perché non dispiace che gli spagnoli abbiano vinto gli Europei.

martedì 24 giugno 2008

Il richiamo della foresta

Cito a titolo esemplificativo almeno due questioni sulle quali, anche senza fare le barricate, l'opposizione in Parlamento avrebbe potuto fare l'opposizione che non ha fatto: l'autentico clima di caccia all'immigrato, culminato nell'intenzione di fare della permanenza in Italia senza la documentazione prevista dalla legge un reato da codice penale, e l'utilizzo dell'esercito nelle città, che è roba da guerra civile o giù di lì. Solo la norma che salva il premier dai processi (scandalosa, s'intenda) ha risvegliato una tempesta ormonale che ha preso le forme della consueta sguaiata protesta in parlamento. Solo che il premier che ci guadagna è uno. Gli immigrati che ci stanno rimettendo molti, ma molti di più.
Repubblica

Dalla parte del torto

Sarà perché qui ci si crogiola spesso in rimuginamenti al limite dell'inconcludenza e si coltiva il dubbio più di quanto si ammirano i dispensatori di certezze; sarà che c'è un gusto al limite del masochistico a stare dalla parte del torto. Sarà tutto questo e anche di più, ma corre l'obbligo di mettere a verbale che tra la sobrietà dialettica di Donadoni e il Lippi spesso sopra le righe, si predilige il primo. Tra i tormenti delle formazioni sbagliate in partenza e rifatte praticamente da zero alla seconda partita e le sicurezze da caserma, si sta con i tormenti. E poi piace quel modo di commentare tanto le sconfitte quanto le vittorie così lontano anni luce dagli isterismi. E le iperboli piace vederle in campo, come le sapeva far vedere il Donadoni giocatore, piuttosto che in sala stampa. Però, santiddio, Robe', uno straccio di giustificazione per motivare la tua riconferma potevi pur darlo, no?

lunedì 23 giugno 2008

Reciprocità

Abbiamo giocato bene, non abbiamo nulla da rimproverarci, usciamo a testa alta, la Spagna non ha fatto niente più di noi, i tempi regolamentari si sono conclusi alla pari, poi c'è stata la lotteria dei rigori. Esattamente come la Francia, due anni fa.

venerdì 20 giugno 2008

Programma comunista

Chissà se è un segno e semmai che segno è: il programma di scrittura di open office sottolinea in rosso (cioè come errore) la parola centrodestra mentre non segnala nulla per la parola centrosinistra.

domenica 15 giugno 2008

Dietro, giù in fondo

In genere quando su un blog si posta roba del genere c'è qualche anniversario da ricordare; comodi, non è questo il caso. Semmai è che invecchiando uno sdilinquisce a guardare dietro. O rincoglionisce, fate voi. Così, capita di ascoltare in maniera del tutto fortuita roba come questa sepolta sotto l'oceano di musica ascoltata negli anni a seguire. E vengono i brividi dove sapete tutti, perché cambiano i brani, ma certe cose tutti le provate.
YouTube

sabato 14 giugno 2008

E' quasi fatta

Se dopo aver messo in campo i giocatori sbagliati e aver giocato in maniera inguardabile per due partite l'Italia dovesse vincere la terza e comunque essere eliminata al primo turno, ci sarebbe già la parola magica: combine.
Google news

venerdì 13 giugno 2008

L'ultima tentazione

A volerla buttare in politica verrebbe quasi da tifare Romania. Ma il tifo è cosa irrazionale e alla fine se quella banda di tatuati a vanvera vestiti di azzurro la metterà dentro ci si troverà pure ad esultare. E comunque, quella per mano dei rumeni non sarebbe neanche la peggiore delle eliminazioni.

Il bandolo della matassa

Può succedere tutto, per carità, e dare giudizi è attività sempre a rischio. Figuriamoci darli da lontanissimo. Ma quando in una competizione internazionale parti con una squadra e nella seconda partita non solo cambi tre-quattro giocatori ma anche il capitano, non è che dai l'impressione di uno che tiene la situazione in mano.

martedì 10 giugno 2008

Uno prova a capire tutto

Ma con le donne che vanno a fare attività fisica truccate e così improfumate che quando passi vicino a polmoni aperti sfiori l'intossicazione, rischi di farti tentare dall'intolleranza.

Serio e faceto

Due cose che si sanno sulla illuminante vicenda della clinica milanese ma che conviene mettere a verbale. La prima è seria: coloro che avrebbero compiuto i reati non sono immigrati extracomunitari. La seconda è scherzosa: dicono i magistrati che senza le intercettazioni l'inchiesta non sarebbe potuta andare avanti.
Repubblica

lunedì 9 giugno 2008

No, l'inno no

Avete obbligato i calciatori della nazionale a cantare l'inno di Mameli. E già ci sarebbe da ridire. Ma almeno risparmiateci di ascoltare l'audio.

giovedì 5 giugno 2008

Aria fresca

Ah, le certezze della vita: finalmente oggi da qualche parte è stato scritto che nel ritiro dell'Italia si respira l'aria dei Mondiali. Per ventidue anni a ogni competizione della nazionale si era respirata quella dell'82. Se non altro è cambiata.

mercoledì 4 giugno 2008

Mai domo

Se questo blog si fosse fermato a quanto sostenuto qui, visto com'è andata, sarebbe andata abbastanza bene. Ma in perenne movimento, qualche giorno dopo ci si schierò. E si è perso di nuovo.
Repubblica

martedì 3 giugno 2008

Per dire: io c'ero

Lo so che si rischia di passare per malati, e in parte lo si è, ma qui ci sono alcuni pezzi del concerto di Nick Cave a Spello messi in rete da alcuni benemeriti.
Youtube

lunedì 2 giugno 2008

Yeah

Rude e dolcissimo, primitivo e protettivo. Punk con i suoni che andavano per conto loro e intimo al piano. Agghindato col gusto di un mafioso italo-americano e toccante come il più alto dei poeti. Chiedere "ti è piaciuto?" è inopportuno. Rivelare "è stato bellissimo" fa invece piacere a chi parla e a chi ascolta. Nick Cave a Spello è stato così.
(Grazie a Gianluca per la foto, ché il titolare qui era troppo impegnato a dimenarsi)
PS: qui altre foto della serata, qui i pezzi suonati.
Massimiliano Cricco, Sorridi domani sarà peggio

sabato 31 maggio 2008

Rivoluzione noi vogliamo far

Wizzo: "Ma scusa, Sinistra critica va avanti?".
Militante: "Certo che va avanti".
Wizzo: "Ah, no perché sai, pensavo che...".
Militante: "Sì è vero, lo 0,4% visto da fuori è poco, perché in effetti se non raggiungi neanche l'1%, insomma. Ma ti assicuro che visto da dentro significa molto di più. Ci sono compagni in parecchie città e ci stiamo organizzando, abbiamo anche aperto un blog perché ci siamo detti: come comunichiamo con i compagni?".
Wizzo: "Ah".
Militante: "E poi scusa, il vero fallimento è quello della Sinistra arcobaleno, hanno preso sei volte i voti che abbiamo preso noi, ma vuoi mettere? Loro avevano gli apparati, i parlamentari, noi niente".
Wizzo: "Ah, beh, sì".
Ministero Interno, Umbria critica

mercoledì 28 maggio 2008

Modesta proposta

E se oltre al reato di immigrazione clandestina introducessimo quello di idiozia molesta?

Cose semplici e banali

Ah, la riforma della giustizia, la lotta alla mafia, le leggi ad personam, la prescrizione dei reati, le carceri che scoppiano, i delinquenti a spasso, la certezza della pena e l'incertezza del diritto. Poi senti dell'ennesima udienza rinviata di semestri perché invece della raccomandata, la notifica agli imputati è stata inviata via fax.

martedì 27 maggio 2008

Chi va si prepari

Nick Cave ha fatto l'ultimo concerto prima di calare in Italia suonando questi pezzi. Il titolare del blog è molto sensibile alla cosa perché sarà a Spello sabato sera, è sicuro che sarà splendido ed è un po' preoccupato perché non ha ancora deciso cosa indosserà.
Sorridi...domani sarà peggio

venerdì 23 maggio 2008

Mala tempora

Tre post al prezzo di uno, ché c'è il titolo che li sintetizza bene.
1) Siamo messi così bene che chi dice di aprire le frontiere agli immigrati che ci servono passa quasi per un terzomondista-internazionalista.
2) Anni fa - credo su Cuore, credo a firma di Michele Serra - lessi un pezzo che partendo dal pretesto di una storia di querele traeva la conclusione che puoi criticare quanto vuoi una persona fisica, ma se ti azzardi a fare le pulci ad una merce l'ufficio legale dell'azienda che la produce ti darà la caccia per il resto dei tuoi giorni. Passano gli anni e quella conclusione acquista sempre più valore: in tv esiste la fascia protetta per i programmi televisivi, provate a contare quanti messaggi a sfondo sessuale più o meno esplicito ci sono negli spot che vanno in onda in primissima serata. E soprattutto, provate a seguirli con una bambina di tre anni e mezzo al vostro fianco.
3) Marco Travaglio denuncia lo strapotere della tv: se scrivi una cosa su un libro nessuno dice niente, se la stessa cosa la dici in tv viene giù il cielo. Ha ragione: lui da anni scrive libri insieme a Peter Gomez e Gianni Barbacetto, la sua faccia e il suo nome sono diventati un logo andando in tv, gli altri due sono sconosciuti ai più.

domenica 18 maggio 2008

Sì, vabbè

Gli arbitri a favore, la Roma che ha giocato meglio per tutto l'anno, lo spogliatoio a pezzi, l'allenatore antipatico, il presidente naif, il mega vantaggio dilapidato nel giro di poche settimane e lo scudetto vinto col cuore in gola all'ultima di campionato. Infatti si chiama Inter, non Juventus o Milan. Ciao, 'nvidiosi.

sabato 17 maggio 2008

Mah, ehm, bah, ah sì?

Avete appena letto la sintesi della posizione del Pd sulla scottante questione rom e immigrati, autentica emergenza nazionale che sta minando la sovranità del nostro paese.

venerdì 16 maggio 2008

Cambia rotta, cambia stile

Prendi un adolescente d'oggi, quattordici anni o giù di lì. Nato, o meglio, fattosi conoscere dal mondo, il 13 maggio del 1994. Cosa lo accomuna oggi con il neonato che era quasi tre lustri fa? Poco o niente, tranne il fatto di ritrovarsi ancora governato da Berlusconi, ma questo è un altro discorso. Ecco, quell'adolescente lì nel frattempo ha frequentato asilo, elementari e sta finendo le scuole medie. Ora si ritrova quasi a dover scegliere cosa fare da grande. Si nutriva di pappe quando la Pivetti, che lui conosce solo come show girl de noantri, passava il tempo a fare la presidente della Camera; oggi che su quello scranno siede Fini sarà andato almeno una volta da McDonalds; al più, se tende al no global, preferirà kebab. Se sarà stato fortunato avrà già letto il Diario di Anna Frank; forse avrà assaggiato con la sua la lingua di qualcun altro. Ora prendi te, che stai leggendo questo blog: a occhio e croce quattordici anni fa eri più tendenzialmente portato/a all'incazzatura, vigoroso/a, o forse lo stavi per diventare. Poi hai fatto viaggi, letto libri, conosciuto persone, cambiato chissà quante volte espressione, pensiero, canale, città, abito, taglio di capelli, cibo preferito, voto alle elezioni, compagno/a, opinione su qualcuno o qualcosa. Ecco. Sei un'altra cosa rispetto al 1994. Così come, in maniera assai più macroscopica, un'altra cosa è quell'adolescente ex neonato. Ti chiami allo stesso modo ma sei un'altra cosa. Non completamente altro, eppure altro. Con i sedimenti del dna che t'ha scolpito dentro chi ti concepì, delle pappe mangiate e delle incazzature prese e della vigoria acquistata o persa nel frattempo. Ma sei altro. Come te sono cambiati anche i gruppi musicali viventi. I Marlene Kuntz (qui siamo al punto, perché questo post nasce come commento a questo di Adam, ma la cosa m'è venuta troppo lunga e ho riparato dalle mie parti che così non do fastidio a nessuno) rientrano nella categoria, come s'è già accennato da queste parti. Uguali a sé stesse restano solo le mummie, ma lì di vita ce n'è pochina. I Marlene erano il/la neonato/a, l'adolescente, il/la neo laureato/a, il genitore che eri quattordici anni fa, quando Berlusconi governava già e i pochi capelli che aveva in testa erano ancora tutti i suoi. E sono cresciuti splendidamente insieme a te (i Marlene, dico, non i capelli di Berlusconi), dal vomito di onde di parole alla contemplazione di questioni di qualità.
Wikipedia, Madamimadam, Leonardo.it

Perdere la bussola

A leggere i giornali di oggi pare che più di qualcuno comincia a rendersi conto che la questione sicurezza sta prendendo una piega indegna di quello che vorrebbe dirsi un paese civile. Una delle cose più lucide l'ha scritta ieri Marco D'Eramo sul manifesto di carta e oggi è stata messa in rete.
Repubblica, Corriere, il manifesto

sabato 10 maggio 2008

Aiuto

E' che proprio non capisco a cosa serve il governo ombra, cioè un esecutivo che per definizione non può eseguire.

Il futuro è adesso

Ernesto Assante presenta oggi su Repubblica Networks radio: questa cosa qui che consente di ascoltare le webradio senza accendere il computer. L'offerta, di cui si era parlato qui, si allarga.
Repubblica, Crave

giovedì 8 maggio 2008

Due possibilità

A voler essere buoni, ministeri e assessorati alle Pari opportunità non si capisce a cosa servano davvero; a voler essere cattivi sembrano una gigantesca ipocrisia.

Oddio

Il primo pensiero che m'è venuto a scorrere i nomi del nuovo governo è che si sarebbe potuto fare molto peggio.
Repubblica

mercoledì 7 maggio 2008

Definizione

Il De Mauro on line descrive l'inerzia come la "proprietà di un corpo di mantenere il proprio stato di quiete o di moto uniforme finché non intervengano forze esterne a modificarlo". Più o meno come le consultazioni del capo dello stato dopo le elezioni per l'assegnazione dell'incarico al presidente del Consiglio in una repubblica che ne mantiene la definizione, ma di fatto non è più parlamentare.
De Mauro Paravia

Io lo sapevo che non ero solo

Quando ho scritto questa cosa avevo già visto le facce di alcune persone di sinistra cui avevo esposto a voce quel concetto e avevo più o meno capito che lo scandalo non era poi tanto. Oggi a pagina 5 del Corsera c'è questo titolo: "E a sinistra è già gara a sdoganare Gianni", in cui sono citati diversi nomi più o meno altisonanti che di Alemanno hanno un'opinione niente affatto pessima.

Pesi e misure

Qui non si ritiene che la coerenza sia un valore in sé. Nessuno è oggi quello che era ieri. E cambiare idee è anzi un processo di crisi che meriterebbe di essere guardato con maggiore attenzione rispetto a quanto si fa abitualmente, magari evitando di utilizzare lo schema in questo caso improprio fedeltà-tradimento. Il problema nasce quando nel medesimo intervallo temporale si sentono emettere dalle stesse bocche e sullo stesso tema giudizi differenti a seconda delle persone cui ci si riferisce. Sulla questione dei redditi di alcuni personaggi pubblici ampiamente divulgati nei giorni scorsi ad esempio, si sono visti acrobatismi degni dei circhi più celebrati. Così la ricchezza, utilizzata da una certa area politico-culturale come uno dei metri, se non l'esclusivo, per misurare le capacità e il livello tout court delle persone, è diventata all'improvviso, per una parte almeno di quella stessa area, una colpa dalla quale difendersi. Cioè: se si discute di un imprenditore, magari divenuto nel frattempo presidente del Consiglio, la ricchezza è non solo sinonimo di qualità, ma addirittura garanzia di capacità di governo anche in settori non legati all'imprenditorialità; se invece si parla di un comico, si lascia amabilmente passare l'idea - occhieggiando alle viscere del pubblico televisivo alle prese con la quarta settimana - che la mole del reddito imponibile sia direttamente proporzionale alla gravità del furto commesso ai danni del pubblico credulone. La conferma della tendenza nei confronti del comico si è avuta ieri sera a Matrix ascoltando l'argomentare dell'ex ministro Gasparri e del giornalista Facci sul fenomeno-Grillo. Per avere conferma della tendenza nei confronti dell'imprenditore, occorrerebbe avere un archivio che non ho. Oppure sollecitare le considerazioni dei suddetti politico e giornalista, magari provocandoli additando Berlusconi al pubblico ludibrio per il suo conto in banca. Così potremmo vedere l'effetto che fa. Che è comunque prevedibile. Ma questa è cultura del sospetto.

martedì 6 maggio 2008

If

Se il manifesto mettesse il materiale in rete nel giorno di uscita in edicola, vi linkerei l'editoriale di Gianfranco Bettin e il pezzo di Ida Dominijanni sul fatto di Verona e dintorni. Se siete interessati, potete leggerli domani nel sito del giornale; se avete voglia di spendere bene un euro e venti, comprate la copia cartacea in edicola: ne vale la pena. Per rimanere in famiglia, Barenghi sulla Stampa ha scritto questo.
La Stampa

C'è il sole

E la radio si sgranchisce sotto i raggi. La musica di oggi è tendenzialmente spensierata e movimentata quanto basta. Per chi non lo sapesse, ascoltare è facile: basta cliccare sulla freccia qui a destra.

venerdì 2 maggio 2008

La croce sopra (post scandaloso)

Sto per scrivere una cosa che ad alcuni dei frequentatori di questo blog potrà apparire scandalosa e faccio una premessa, altrimenti detta excusatio non petita: se avessi avuto diritto di voto a Roma per il ballottaggio avrei vergato la croce sul nome di Rutelli; il problema è che la maggior parte dei romani su Rutelli ha invece messo la croce. Detto ciò, sono persuaso che votando in quel modo avrei commesso un'ingiustizia nei confronti di me stesso. Perché sono convinto che il peso specifico del politico Alemanno sia decisamente superiore a quello dell'ex sindaco. Nel suo piccolo l'uomo con la celtica al collo l'ha dimostrato anche da ministro dell'Agricoltura. E del resto anche l'evanescenza di Rutelli si è mostrata quando l'ex radicale e verde ha fatto il ministro. Ops, ma così do l'idea di criticare Rutelli per l'ondivaghezza. E invece no: non è una semplice questione di (in)coerenza. Saper cambiare idea è un pregio. Magari quando non lo si fa con la frequenza con cui a marzo cambiano le condizioni meteo. Il problema è averne, di idee. E Alemanno ce l'ha. Diametralmente opposte a quelle di questo blog. Anche quando magari si arriva alle stesse conclusioni. Tipo: qui si pensa che salvaguardare le colture e i prodotti tipici è un bene perché aiuta a tenere ampio lo spettro della biodiversità, che è la vera ricchezza del genere umano, motore dell'evoluzione. Alemanno invece, salvaguarda gli stessi prodotti perché caratterizzano la nazione, categoria che qui non si contempla. Lontani anni luce, quindi. Eppure a me Gianni - e qui sta il punto - suscita anche un po' d'invidia. Non semplicemente perché vince le elezioni, ma perché le vince dicendo quello che pensa, e dicendolo anche bene (avevo avvertito: è un post scandaloso). Questo accade, appunto, perché Alemanno di idee ne ha. Ad esempio, "via gli stranieri irregolari" lui non lo dice (e lo farà) solo per seguire l'istinto popolare, ma perché pensa davvero che la nazione va preservata e che lo si fa difendendone il dna originario. Rutelli e buona parte del ceto politico di centrosinistra invece, semplicemente non dicono tutto quello che pensano, ammesso che pensino ancora qualcosa. Si mascherano e la gente se ne accorge. A a me uomo del popolo terrorizzato dai rumeni-che-violentano-le-nostre-donne mi convince uno pronto a mostrare gli attributi, non un fru-fru che dice di voler coniugare la repressione-con-la-giusta-dose-di-integrazione. E che cazzo è, l'integrazione? Forse occorrerebbe provare a spiegarglielo, all'uomo del popolo che invece inseguiamo con la stessa bramosia con cui Adamo ed Eva si rincorsero in paradiso. Ripartire dalle idee, insomma. Anche quando costa fatica, perché i tempi non sono dei migliori. Ecco, forse, è stata una fortuna non aver dovuto votare a Roma per il ballottaggio.

lunedì 28 aprile 2008

The niro

C'è questo ragazzo che vale molto la pena di ascoltare. E' vero che richiama Buckley, ma come ho letto da qualche parte in giro, visto il torto che Jeff c'ha fatto andandosene troppo presto, non è male se qualcuno ce lo ricorda. Sì, l'ho scoperto tardi, ma se lo conoscevate già, oltre a trascurare il post, potevate anche mandare una mail.
The niro

sabato 26 aprile 2008

Tipi

Per capire il contesto: si stava a un matrimonio celebrato il 25 aprile (sessantatreesimo anniversario della Liberazione d'Italia, era specificato sulla partecipazione, tanto per chiarire) che si è alla fine trasformato in una godibilissima rimpatriata con una serie di persone che innalzano il livello medio di gradevolezza del mondo. Sì, la musica, un po' di cinema, pochissimo lavoro. Ma alla fine quello che ha monopolizzato la serata è stata la scoppola elettorale, discussione in cui si sono manifestati parecchi tipi di sinistra. Eccoli.
1) Il pessimista apocalittico: si sta seriamente convincendo di essere condannato a essere minoranza a vita e medita l'esilio volontario.
2) Il pragmatico: "Guardate, vanno bene i principi ma sai che vi dico: dovremmo essere un po' più paraculi e fare un po' più di demagogia anche noi, soprattutto quando ci troviamo al governo".
3) L'ottimista: vede ampi margini di manovra perché al di là del voto è convinto che comunque sotto sotto la gente non è contentissima di quello che ha e potrebbe essere quindi permeabile al cambiamento a patto che la sinistra si rinnovi radicalmente.
4) Il pessimista integrato (assomiglia molto da vicino al titolare del blog): pensa che la batosta sia di proporzioni storiche perché ha radici profondissime e non sa proprio che fare ma ritiene che la vita va comunque avanti e che le cose cambiano anche quando meno te lo aspetti, chissà.
Non c'era il rancoroso a prescindere confinante con l'antipolitica e similqualunquista. Ma ho detto che si tratta di persone che innalzano il livello medio di gradevolezza del mondo, appunto.

Dalla culla alla tomba (nota biografica)

Quando ero bambino vidi nella macchina di mio zio la copertina di una cassetta con i greatest hits dei Rolling Stones in cui era raffigurato Mick Jagger e decisi che da grande mi sarei fatto crescere i capelli. Più in là mi concentrai di più sulla coppia di chitarre Richards-Wood, che tuttora - per la somma meraviglia dei fanatici della tecnica - considero la migliore della storia del rock. Oggi, ormai a un passo dagli anta e con i capelli tornati a lunghezza ordinaria, dopo aver visto lo stordente Shine a light, mi accontenterei di invecchiare come sta facendo quel cantante la cui foto mi stregò tanto tempo fa.
Shine a light

mercoledì 23 aprile 2008

Una di quelle

Radio accesa, brano che inizia, basso distorto. Una cosa che a me ricorda i Korn, credo, gruppo che non ho mai più ascoltato dopo la prima volta. La mano va per cambiare stazione. Poi lo scenario cambia. Non sono tante le voci in grado di rendere davvero belli pezzi che sarebbero gradevoli ma ordinari. Quella di Morrissey è una di quelle.

No future

Questo è un pippone. Velleitario e di una certa lunghezza. Privo peraltro delle spiritosaggini che rendono a volte appetibili i post. Siete avvertiti. E' un pippone che origina dalle tante telefonate e dai tanti colloqui fatti con persone di sinistra smarrite dopo la batosta elettorale. E dalla convinzione che se continui a prendertela col prossimo, che magari le sue colpe le ha, risolvi poco e capisci ancora meno di quello che ti sta succedendo intorno. La lunghezza è data dalla complessità delle cose che non so se sarà toccata con le proprietà necessarie. La velleità sta nel tentativo di spiegare almeno in parte alcune cause della botta presa.

Il punto dal quale è probabilmente più opportuno partire è l'appiattimento progressivo della dimensione del futuro e le conseguenze devastanti che tutto ciò ha avuto per chi politicamente si propone un orizzonte di modifica dello stato di cose presenti. I componenti della gioiosa "macchina da guerra" che nel 1994 cozzò contro l'allora Polo delle libertà si dettero il nome di "Progressisti". Ancora, la campagna elettorale di Veltroni è stata tutta proiettata nel futuro: "cambiate pagina", "mettiamoci alle spalle questi ultimi 14 anni". Sono stati questi i motivi dominanti. Bertinotti addirittura, esortava a votare Sinistra arcobaleno per fare un "investimento per il futuro". Ma è proprio storicamente che la sinistra si è presentata come il futuro, come il miglioramento delle condizioni presenti. E il futuro è stato visto per generazioni, almeno per tutto il Novecento, come un tempo che sarebbe stato migliore del presente e sul quale conveniva investire, appunto. Ora non è più così. Questa cosa di Massimo Gramellini scritta sulla Stampa e linkata da questo blog l'ultimo giorno dell'anno scorso aiuta molto a capire cosa il futuro è diventato per noi occidentali: non più un orizzonte aperto ma una sorta di imbuto in cui si intruppano le paure e i contorcimenti di una civiltà che bada di gran lunga più alla difesa dell'acquisito che alla realizzazione di altro. Ciò accade in parte per la raggiunta saturazione di beni materiali spesso inutili e dannosi (inutensili, come li chiama uno dei protagonisti di "Guerra agli umani"). Ma anche e soprattutto per la scomparsa dall'immaginario collettivo di un qualsiasi anelito a un’esperienza diversa da quella del produci-consuma-crepa (perdonate la semplificazione, ma almeno ci si capisce). Fenomeni questi, in cui si è innestato quel frullatore chiamato globalizzazione di cui le pasciute società occidentali beneficiano materialmente per molti versi, ma che repellono quando vengono messi a repentaglio confini (geografici e non solo) che si vorrebbero immutabili. Mancanza di futuro e paure, rendono il presente e ciò che lo caratterizza come l'età dell'oro da difendere con le unghie e con i denti e contro chiunque. Si allentano i vincoli di solidarietà: non è affatto verosimile che la Lega rappresenta una sorta di nuovo ideale di comunità, come si legge e si sente dire in giro, pure da persone stimabili; la comunità non interessa più i suoi potenziali partecipanti e la Lega è essenzialmente ritenuto uno strumento di difesa individuale per chi la vota. Il grande movimento dell'occidente è insomma verso il recinto, l'arroccamento perché il nemico è ovunque. La società che abbiamo attorno è diventata nel senso etimologico del termine conservatrice. E per una forza storicamente associata al progresso, in un mare del genere è davvero una fatica bestiale nuotare.

Se il futuro è una dimensione che più che attrarre incute timore e se la difesa è la sola politica che conta, il presente diventa l’unica dimensione di vita. Avendo smarrito la prospettiva lunga, le decisioni devono essere prese qui e ora, senza discussioni percepite come inutili e dannose. Non ci sono i problemi, risolubili con strategie di ampio respiro, esistono solo le emergenze da stroncare, costi quel che costi, con un’efficienza che viene misurata solo con la categoria del tempo e quasi mai della profondità. Perciò occorre semplificare e ridurre possibilmente ai minimi termini qualità e quantità del dibattito. Anche in questo scenario siamo in un mare ostico per chi è nato storicamente per dare voce alle moltitudini ed è quasi ontologicamente contrario alla voce unica del decisore, divenuta invece una sorta di feticcio delle democrazie.

A tutto ciò, si aggiunge quel trionfo della moltitudine di cui si è parlato qui e che è quindi pleonastico ribadire.

Questi sono parte dei problemi che potrebbero spiegare il tracollo di una parte politica. Che fare per adeguare strumenti al fine di coronare la strategia di chi dovrebbe avere come stelle polari l’allargamento della partecipazione consapevole, l’inclusione, l’orizzontalità piuttosto che la verticalità? E’ questa la domanda a cui al momento non si scorge nessuno in grado di dare risposte convincenti. Di certo, l’ultima cosa da fare è quella predicata da qualche opinionista di grido: quella di seguire, assecondandola, una maggioranza che muore di paura se s’imbatte in un campo rom ma si volta dall’altra parte – tanto per fare due esempi a caso - se gli si racconta che i metodi di coltivazione convenzionali stanno pericolosamente impoverendo il patrimonio genetico della Terra o che comperare acqua, per di più imbottigliata in vuoti rigorosamente a perdere, è un atto autolesionista. E però, non assecondarla, la maggioranza, non vuol dire non considerarla o, peggio, snobbarla. Anche se farci i conti, per di più nel mare che si ha attorno, è di una fatica tremenda.
La Stampa, Wu ming foundation, Bollati Boringhieri

lunedì 21 aprile 2008

Eccezioni

Qui si vede poca tv e quella poca che si segue è scelta. Ci sono chiaramente le eccezioni: poco fa, mentre trangugiavo cibo con l'elettrodomestico acceso in un canale a caso, mi sono imbattuto in Exit su La7 e mi è sembrato di constatare che si tratta di uno dei pochi talk show (mentre lo scrivo mi rendo conto per la prima volta che è una definizione veramente ridicola: lo spettacolo delle parole, bah) in cui la conduttrice grida più degli ospiti.

domenica 20 aprile 2008

Vendola

Chi vuol capire capisca, chi no se ne faccia una ragione. Per quanto riguarda questo blog, a volte basta un cognome.
Repubblica

mercoledì 16 aprile 2008

Su col morale

Sinistri, centrosinistri, la vita va avanti. Se proprio non riuscite a riprendervi dalla scoppola, provate con la radio: la playlist di oggi è abbastanza vitaminica.

martedì 15 aprile 2008

Il bicchiere mezzo pieno

Però almeno stavolta nessuno ha parlato di brogli.

Due-tre cose sulle elezioni

1) Di come sarebbero andate queste elezioni non c'ha capito veramente niente nessuno. Sì, ci si aspettava una vittoria di Berlusconi e una sconfitta del Pd, ma non certo nelle dimensioni in cui sono maturate. Così come non mi pare di aver letto o sentito nei giorni scorsi alcuna analisi preventiva sul possibile boom della Lega o sulla scomparsa parlamentare della sinistra radicale, tanto per citare due conseguenze dell'onda sismica. Tutto ciò lo sottolineo non per stemperare l'eco dei sonori errori di pronostico del blog, ma per far notare che del paese in cui viviamo non c'è più nessuno che sappia darne una fotografia più o meno fedele, salvo ex post. Mi si perdoni il sociologismo d'accatto, ma è davvero il trionfo della moltitudine. Che non è una sana riscoperta e valorizzazione dell'individuo ma piuttosto quella di un individualismo-tana in cui rifugiarsi per sfuggire alla perdita di senso e all'avanzata delle paure. Fenomeni cui la maggior parte degli italiani dà una risposta semplificante e difensiva al tempo stesso. L'insicurezza profonda e latente (per il futuro nostro e delle generazioni future e nei confronti di un mondo che cambia a passi da gigante) si rovescia in richiesta di militarizzazione delle città e nell'erezione di muri di contenimento nei confronti di chi a torto o a ragione è tacciato di mettere in pericolo il nostro tesoretto, grande o piccolo che sia. Ogni richiesta sociale è percepita come esosa e vessatoria. Questo c'è al fondo della scelta di rappresentanza che gli italiani hanno compiuto con il voto di domenica. E solo in un quadro così confuso può darsi un travaso di voti, nei grandi agglomerati industriali del nord, dall'incapace e persa sinistra radicale alla Lega nord. Vale a dire tra due opzioni sulla carta agli antipodi. Un altro sintomo, l'ennesimo, della perdita di senso
2) Mi duole dirlo ma è uno spettacolo veramente penoso constatare come una parte del popolo di (centro) sinistra continua a ritenere di vivere in un paese di minus habens ogni volta che perde le elezioni. Così come lo è vedere la stessa parte di popolo di (centro) sinistra, ad ogni sconfitta elettorale, dare la colpa alle televisioni e al conflitto di interessi e a chi non ha fatto niente per eliminare tale conflitto (dunque eliminando l'avversario politico, che pure rappresenta un'anomalia mondiale, per legge). Se il brodo culturale del (centro) sinistra è questo, e in parte lo è, allora la sconfitta è assicurata anche per le generazioni future.
3) Sui sinistri antagonisti ho detto nel post precedente; vedere invece alcuni pasdaran del Pd e del "corriamo da soli" gioire dal basso del 33% per la scomparsa della parola sinistra dal Parlamento dà una tristezza infinita.
Corriere

lunedì 14 aprile 2008

Scusate lo sfogo

Sentire alcuni dirigenti di una forza che si sta fermando sotto il 3,5% (per fortuna solo alcuni, ora speriamo che il candidato premier dica qualcosa di più attinente alla realtà) sostenere che la responsabilità dell'inguardabile risultato è da addebitare alla campagna elettorale di un partito che ha preso dieci volte tanto, oltre a fornire qualche elemento per capire le cause del tracollo, è francamente insopportabile.

Basta con le proiezioni menagrame

Arrivano i risultati reali. Vorrei tanto fossimo già alla prossima legislatura.

Poi smetto col trash, promesso

Mastella ha appena detto che in queste elezioni "non si sono mobilitate le masse di due anni fa".

Sono usciti gli exit poll

Oh, è un coro: "E' troppo presto per commentare però si può dire che bla bla bla".

Correte a sintonizzarvi

Su Rai2 c'è il redivivo Mastella pronto a commentare i risultati elettorali.

Wizzoskopea

Io 'sta cosa non vorrei farla però non riesco a trattenermi e do i numeri. Ecco i risultati alla Camera secondo il blog:
Pdl 38,5%
Lega 4%
Pd 36%
Di Pietro 3%
La Sinistra l'Arcobaleno 8%
Udc 6%
Tutti gli altri a dividersi il 4,5% che resta.

Oh my god

Non è particolarmente eccitante pensare che tra exit poll, proiezioni e risultati effettivi che arriveranno man mano dal Viminale, ci stiamo apprezzando ad ascoltare per innumerevoli volte, tra pomeriggio e sera, i risultati insignificanti della sequela di forze politiche insignificanti che si piazzeranno dopo le prime quattro?

sabato 12 aprile 2008

1X2

Berlusconi vince, ma male. Veltroni perde, ma bene. Alla sinistra gli elettori daranno una possibilità (forse l'ultima) di sopravvivere. Tutto il resto è noia. Compreso Casini, che se riuscirà a superare i quorum per Camera e Senato sarà bene faccia un pellegrinaggio di ringraziamento, scelga lui dove o si faccia consigliare dal suo elettorato.

Anni luce

Non più tardi di ieri sera i leader dei maggiori schieramenti in campo incravattati a Matrix hanno entrambi dichiarato - quasi come se si fossero messi d'accordo - che se vinceranno le elezioni, la loro rivoluzione rosa sarà inserire quattro donne in futuribili governi che saranno formati da dodici persone. Il giorno dopo, cioè oggi, Zapatero ha formato il suo, di governo.
Repubblica

venerdì 11 aprile 2008

Proprietà privata

Un importante uomo politico ha appena rilasciato la seguente dichiarazione al Tg3: "Ho grande stima di Totti, (...) la sua signora lavora nelle mie televisioni". C'è un universo in quelle parole.

Politicamente scorretto

Rientrato a casa reduce da qualche giorno trascorso in un microcosmo dove entrano pochissimi giornali e le tv accese si mantengono ben lontane dai programmi di sedicente approfondimento giornalistico, mi sono reso conto di quanto il Tg1 di ieri sera (ma lo cito solo a titolo esemplificativo), per metà - o giù di lì - dedicato alle elezioni politiche con un'applicazione da entomologi al meno percettibile dei sospiri delle santanchè o dei boselli, dei ferrara o dei dipietro, fosse ad anni luce da quello che normalmente ti capita di ascoltare quando stai tra la gente comune. Che va dal sempre verde "tanto so' tutti uguali" al (detto simpaticamente) "mi stai sulle palle perché sei comunista" al "so' ventisette anni che non ci vado e non ci vado neanche stavolta, tanto che cambia?". Normalmente quando uno che si sente mediamente acculturato e informato sente frasi del genere, prima inorridisce in silenzio, poi chiede dove sono i comunisti e infine tenta di esporre che no, non sono tutti uguali, che votare è un atto fondamentale e che se non ci vai qualcun altro deciderà per te. Stavolta io, che pure andrò a votare - e anche in maniera abbastanza convinta, premiando in una scheda i cosidetti riformisti e nell'altra i cosidetti radicali - non ho avuto la forza di aprire la bocca. Perché è vero che i partiti non sono tutti uguali, ma è altrettanto vero che la vita di nessuno cambierà in seguito alle elezioni di domenica. Questa è la voragine che i contenuti degli schieramenti in campo non riescono a riempire. E chi aspetta da un anno di essere operato, chi è messo in difficoltà dal costo dei libri di scuola per i figli o dalla rata del mutuo, chi è precario da sempre e non vede futuro, chi da mesi ha mostrato di essere in regola col permesso di soggiorno e aspetta ancora un tagliando per ricongiungersi ai propri figli quello aspetta. Che la sua vita, almeno un poco, cambi. Ecco, visti da qui, occorre fare uno sforzo sovrumano per dire che no, non sono tutti uguali.

lunedì 7 aprile 2008

Torno subito

Il titolare è affaccendato: blog e radio rimarranno silenti per qualche giorno. Ve ne farete una ragione, vero?

venerdì 4 aprile 2008

La playlist

Canzoni e autori messi in rete nel corso della puntata del programma senza nome appena andata in onda.
UNLESS Going back from larzac
HI RISK CAFE' Sad love
SOFFULL bOOgielOser
AMELIE Do it over
SOLAIRE Timon
LE TROU SOCIETE Madrelingua
REIN Grandtour
SARA RADOS La ricetta
FRAZIONE FABBRICA Tracce nascoste
FRAZIONE FABBRICA Tempi imperfetti
IL MANISCALCO MALDESTRO 8 di mattina
1984 Palline di spugna verdi
DIRGE Bottles of memory

Ciao bella

Questo scampolo di dialogo a tre si è tenuto all'interno di un negozio che si trova a sua volta all'interno di un outlet, tra una commessa (A), la sua collega (B) e mia moglie (C) che ancora non se ne capacita.
Entra un messo dell'outlet e consegna una comunicazione scritta.
A) (legge e dice ad alta voce) Ah, quest'anno il 2 giugno si lavora.
B) Beh perché, che c'è di strano? Si è sempre lavorato.
A) Eh no, il 2 giugno è festa.
C) La festa della Repubblica.
A) Ma non era il 25 aprile?
C) No, quella è la festa della liberazione.
B) Ah sì?

Un caffè

Cosa sareste portati a pensare della maggior parte dei vostri compatrioti se una persona straniera che viene in casa vostra, come in molte altre, per aiutarvi a tenerla decentemente, nel momento in cui le offrite un caffè vi rispondesse che siete il primo che lo fa?

Come Maradona

Parlando per l'ennesima volta di Nick Cave, come mi capita in questi giorni - sarà il gran disco che ha fatto, sarà l'attesa di vederlo in concerto -, mi è sembrato di constatare che c'è una certa fascia di pubblico colpita dalle leggende metropolitane sul numero delle sue overdose da eroina, che sembra non basterebbero le dita delle mani per contarle. Bene, prendendo in prestito una felicissima definizione di Gianni Minà sul rapporto tra Maradona e la cocaina, Cave è (ed è stato) Cave non per l'eroina, bensì nonostante l'eroina. Se non altro perché non si spiegherebbe come la sua mente continua a partorire ottima musica anche oggi che da anni non usa sostanze e anzi, come si definisce lui stesso, è diventato un impiegato della musica che si è imposto orari d'ufficio rigidissimi.

Autarchia

La playlist del programma di stasera (ore 22 trattabili) sarà quasi tutta all'insegna del rock italiano. Di nicchia, ma buono.

giovedì 3 aprile 2008

Le domande della vita

Ma a parte i programmi del primo pomeriggio dove tutti litigano con tutti, i reality e le defilippate, c'è qualcosa di più inguardabile delle tribune politiche?

Un dubbio e una certezza

Di fretta, mi limito a una citazione di Gianfranco Capitta presa dal manifesto di oggi: "Tra le molte affermazioni in libera uscita di ieri, il generale Mauro Del Vecchio candidato Pd sostiene che gli omosessuali sono inadatti alla vita militare. Basterebbe rispondergli che nessuno in natura lo è". Sulle prime la considerazione mi ha colpito favorevolmente. Poi, pensandoci bene, mi sono chiesto: ma saremo proprio sicuri che è così davvero per tutti e che a nessuno piace fare il soldatino? E non sono ancora riuscito a darmi una risposta. Una certezza invece ce l'ho: spero non posticipino la data delle elezioni, un altro paio di dichiarazioni del genere e il Pd rischia di indurmi a non votarlo. E più tempo c'è, più possibilità ci sono per i candidati innaturali di sparare minchiate.