lunedì 20 ottobre 2008

Per la precisione

Qui si parlò dei migliori concerti visti con qualche approssimazione sulle date. Poi mi è capitato di entrare in un luogo - avete presente quei posti dove si trovano ancora dischi in vinile e roba, per dire, dei Jesus and Mary Chain, dei Moda, dei Diaframma o di Julian Cope? - dov'è tuttora esposto in bella mostra il manifesto del concerto dei Rem citato: era il 17 giugno 1989 e Michael Stipe si era da poco tagliato i capelli, ma non del tutto come oggi: lì ancora li portava corti.

lunedì 13 ottobre 2008

Parole, parole, parole

Il dibattito è abbastanza retrò, il ritorno in mente c'è stato ascoltando l'ultimo disco dei Sigur Ros in cui compaiono (mi pare di capire) più testi in lingua islandese che in hopelandic, cioè quel misto di inventato e lungo-sillabato che è stato l'idioma creato di sana pianta dal cantante del gruppo. Allora, il punto è questo: se un gruppo che canta a volte in una lingua comprensibile all'incirca da trecentomila (300.000) persone al mondo e a volte in un impasto inventato può permettersi di imbastire un tour del genere e avere alle spalle questo percorso qui, perché alle giovani band che cantano in italiano qualcuno consiglia ancora di scegliere l'inglese così-è-più-facile-avere-successo? E, soprattutto, perché alcune band e alcuni solisti, anche di un qualche successo e amati da queste parti, cedono a una cosa che assomiglia tanto da vicino a un luogo comune?
Sigur Ros, Afterhours, Kdcobain

Fiducia nel futuro

Avete presente le conferenze stampa delle forze dell'ordine? Un giorno, ne sono convinto, ci spiegheranno a che servono le persone in divisa costrette a stare zitte in piedi dietro a chi parla, comodamente seduto.

sabato 11 ottobre 2008

Imprescindibile

In un momento così grave a livello planetario, è bene soffermarsi a riflettere e partecipare. City vi invita a farlo rispondendo a una domanda che gronda di acume e intelligenza.
City

venerdì 10 ottobre 2008

Playlist

Mi è capitato di sedere su un mezzo pubblico accanto a un giovane studente munito di Ipod dalle cui cuffie usciva musica a un volume tale da poter riconoscere i brani a distanza. Mi scuso per le lacune sui titoli, ma le mie orecchie sono riuscite a seguire un pezzo metal, ma proprio di quelli tendenti al death e, a seguire, la canzone di Zucchero "Così celeste", che più smielato non si può, tanto che credo sia stata anche utilizzata come spot di un prodotto natalizio tipo panettone. Il primo pensiero è stato: dio che varietà; quello successivo: roba del genere non comparirebbe mai sul mio, di Ipod. Poi ho riflettuto sul fatto che scorrere le playlist delle persone è quasi un entrare in una parte del loro intimo, come succede a guardare la loro libreria o il patrimonio di cd, o al limite, l'armadio. Tempo fa ad esempio, capitò che una persona che all'epoca non conoscevo ancora, venne a casa mia una sera che io non c'ero. Mi si raccontò poi che scorrendo i titoli dei cd disse alla mia compagna: "Lo devo proprio conoscere". Be', a distanza di anni è una di quelle conoscenze che non mi pento d'aver fatto. Ora, cadrei in contraddizione con quanto detto qui se attribuissi ai gusti letterari e musicali un significato eccessivo, però, come si dice, l'eccezione conferma... eccetera.
PS: l'ultima playlist che ho messo insieme io inizia con l'Eddie Vedder di Into the wild e finisce con Besame mucho.

Il non detto

Per trattazioni economiche approfondite, prego rivolgersi altrove. Però una cosa la si può dire in tutta tranquillità: se nessuna banca fallirà, come si affrettano ad assicurare in tanti ai quattro angoli del pianeta, sarà solo merito dei risparmiatori che non si saranno precipitati a chiedere indietro i soldi prestati in numero sufficiente da mettere in difficoltà le banche debitrici. Se dovesse scatenarsi un fenomeno del genere infatti, nessun istituto di credito sarebbe in grado di reggere. Perché al fondo di tutto c'è che i soldi sono finti: le banche li moltiplicano investendo quelli degli altri e contando sul fatto che non tutti coloro che glieli hanno prestati li vadano a chiedere indietro contemporaneamente. Una verità che anche il più scalcagnato dei laureandi in economia (e non solo) sa, ma che nell'oceano di parole, inchiostro e sicumera di questi giorni difficilmente si scorge. Meglio elucubrare su fondi, finti piani straordinariamente salvifici e bla bla bla piuttosto che attribuire valore ai soli che lo meritano in una vicenda del genere, ché poi magari si monterebbero la testa.

lunedì 6 ottobre 2008

I due lati

La cosa brutta di radio Virgin è che solitamente trasmette roba eccessivamente vitaminica con quei chitarroni inutilmente roboanti e troppo commerciali; la cosa bella è che mentre sei in macchina ti capita di beccare pezzi tipo questo che chissà quando mai avresti riascoltato dopo averli consumati su cassetta; sì, perché un tempo erano le cassette.
PS: a proposito, il pezzo regge al passare del tempo ma abbigliamento, ballerine e relative coreografie, a rivederli oggi mette quasi imbarazzo.
Youtube

In verticale, please

Mi è capitato di andare a vedere dal vivo questo gruppo qui. Al di là del fatto che sul palco mostra un lato hardcore che da studio si intrasente soltanto, sarà che col tempo uno impara anche ad accontentarsi di poco, ma m'ha fatto piacere che a un concerto del genere il cantante, che a prima vista sembrerebbe così sopra le righe, abbia invitato il pubblico a dimenarsi in senso verticale piuttosto che in orizzontale. "Così evitate di fare male a qualcuno", ha detto. E io ho applaudito. E vi assicuro che non sono stato l'unico, pur essendo tra i più anziani in sala (che poi certi eccessi non mi piacevano neanche quando ero più giovane).
Teatro degli Orrori

venerdì 3 ottobre 2008

Commercianti, occhio

Tempo fa mi è capitato di provare e acquistare poi una camicia mentre una commessa sopra le righe mandava "Su di noi" di Pupo in loop, peraltro a volume eccessivo. Ma in quell'occasione credo che il capo mi servisse per una cerimonia imminente. Oggi però, mi sono rifatto: girellavo all'interno di un negozio d'abbigliamento e dopo aver visto un paio di pantaloni che potevano interessarmi, sono entrato nel camerino. Fino a quel momento erano andati pezzi di Gianna Nannini. D'improvviso, è subentrato Gigi D'Alessio. Ma non un pezzo solo, credo che fosse un intero cd: sono fuggito lasciando lì i pantaloni.

lunedì 29 settembre 2008

Dimenticavo

Nel corso della stessa intervista radiofonica di cui si è parlato nel post precedente, Zaccagnini ha quasi bestemmiato contro la reunion dei Queen senza Freddie Mercury (a me a dire il vero non hanno fatto mai impazzire neanche quando c'era lui) e ha benedetto invece quella dei Led Zeppelin prossima ventura perché di quei basso-chitarra-batteria e voce (anche se la batteria è una filiazione) non se ne sentono di molte in giro in grado di tenere testa a quei sessantenni.

Giù da quel piedistallo

Io questa cosa la pensavo da tempo. Ma ogni volta che mi è capitato di dirla a qualcuno ho ricevuto in cambio, al meglio, sguardi di sorpresa, come quando provi a tirare giù un santo dal piedistallo. Stavolta però posso riportarla qui attraverso la citazione di uno che a sua volta sta sul piedistallo e che non voglio tirare giù. Premessa troppo lunga per dire che sostiene Paolo Zaccagnini (e il titolare qui, molto modestamente, con lui) che "Bob Dylan è stato un grande, sì, fino al 1975". Zaccagnini l'ha detto oggi a Village insieme a molte altre cose poco lusinghiere sul nostro. L'ottima Silvia Boschero, conduttrice del programma, l'ha elogiato per essere uno che dice cose che altri non dicono. Sarà anche perché Zaccagnini, come ha tenuto a ricordare lui stesso, non scrive più su alcun giornale "da almeno tre anni, per fortuna". Non come il titolare qui, che per evitare di essere riconosciuto è costretto a celarsi. E neanche come l'ottima Boschero, che in chiusura di programma è stata costretta a presentare l'ultimo brano ricordando che era tratto dall'"ottimo ultimo lavoro di Dylan".
PS: non è un post contro Dylan, piuttosto contro il vezzo di giudicare un'opera attraverso il nome di chi l'ha partorita.

venerdì 26 settembre 2008

Scova la differenza

In alcune delle foto di questa galleria compare un oggetto attorno ai polsi di una persona, niente ai polsi degli altri due.
Repubblica

giovedì 25 settembre 2008

Passiamo ad altro, dai

Telenovela finita. C'è la fondata speranza che i giornali comincino a parlare di temi più interessanti.
Repubblica

Io lo so che non sono solo

Ma la mattina mangia?, la sera si addormenta? e il pomeriggio com'è? A una festa di mocciosi capita di sentirsi rafficare addosso domande del genere. Le sole, personali e poste da semplici conoscenti, che sei felice di sentirti chiedere, genitore in crisi di autostima.

venerdì 19 settembre 2008

17 anni in due minuti

Secondo me 'sta cosa qui è geniale.
Repubblica.it

Scorrettissimo

Perdonate la bassezza e l'ignoranza di chi parla senza cognizione di causa: ma a voi, di Alitalia, interessa davvero qualcosa? Nel senso: uno che mediamente si tiene informato ed è interessato a quello che gli gira intorno e scopre che regolarmente salta le pagine dei quotidiani che trattano del tema e sbuffa quando vede che i tg aprono con quella notizia, deve sentirsi davvero un po' in colpa? E se poi non gli capita neanche di parlarne in giro, nel senso che le persone che normalmente frequenta (mediamente informate anche loro) non sono minimamente toccate dal tema? E se poi, riflettendoci, pensa che ci sono almeno cinque-sei, forse altri dieci temi, che nella scala di priorità pubbliche metterebbe prima di Alitalia? Potrei andare avanti ma perdonatemi se tronco il discorso; su Rai3 c'è Iacona che sta ammannendo uno splendido servizio sul Kosovo e questo preferisco non perderlo.