sabato 12 novembre 2022

La bozza di accordo Italia-Francia

Una possibile soluzione alla crisi diplomatica tra Francia e Italia è stata messa a punto da Giorgia Meloni e Marine Le Pen.

A dire il vero la leader della destra francese aveva chiamato Palazzo Chigi per capire come si potessero vincere le elezioni con parole d’ordine bizzarre come «Difendiamo i confini dall’invasione» in un paese che non vede truppe straniere sul proprio territorio da più di settant’anni, o come si riesca a far credere che la misura di innalzare il limite dei pagamenti in contanti a 5 mila euro sia una misura per favorire i poveri che non possono permettersi di avere il bancomat. L’altra curiosità di Le Pen era sapere come si possano illudere milioni di elettori che un governo fondi tutto sul merito avendo al proprio interno Daniela Santanchè e Gennaro Sangiuliano. «Io sono tre volte che provo a diventare capo dello Stato, sparo cazzate anche più grosse, eppure non ci sono ancora riuscita», si era sfogata con i suoi collaboratori Le Pen in preda a una crisi di nervi.

mercoledì 4 maggio 2022

In ordine sparso, sette cose che ho imparato in due mesi di guerra

1) Siccome piacciono, si citano le parole di papa Francesco contro la guerra, in alcuni casi le si trasforma in meme e molto spesso ci si fa prendere la mano e se ne conclude che Bergoglio è una «autorità morale». Si tratta dello stesso papa che rappresenta la chiesa cattolica contro l’eutanasia e l’interruzione volontaria della gravidanza da parte delle donne. Se lo si eleva ad «autorità morale», è per sempre. Per molti che sono contro la guerra ma a favore di eutanasia e interruzione volontaria della gravidanza, dunque, sarebbe più opportuno dire: sono d’accordo con le parole del papa contro la guerra. Invece no. Enfaticamente si elegge Bergoglio a leader morale tout court

lunedì 3 gennaio 2022

Evviva! Le mascherine a 0,75 €

Il prezzo calmierato delle mascherine porterà a spendere una ventina di euro al mese a persona, sempre che non si esca tutti i giorni. Se si ha la ventura di avere un figlio o una figlia a carico i venti euro, ovviamente, raddoppiano e arrivano a 40. Lo stipendio medio in Italia è di circa 1.200 euro al mese (che per qualcuno rappresentano un sogno). Chiedere a una persona che sta in quelle condizioni (e ripeto, in molti stanno pure peggio) di spendere 40 euro al mese equivale a decurtare il suo potere d’acquisto del 3 per cento.

venerdì 31 dicembre 2021

Buon anno

Stanotte ho sognato che mentre il 2021 passava il testimone al 2022 il testimone cadeva e il 2021 e il 2022 venivano squalificati. Poi però facevano ricorso e il giudice aveva aggiornato la seduta a sei mesi dopo per un difetto di notifica. Sei mesi dopo la seduta era stata riaggiornata a tre mesi dopo perché il cancelliere aveva avuto un disturbo intestinale, e tre mesi dopo si era nel pieno della pausa estiva e i tribunali erano chiusi, e quindi si era andati a finire al 2023.

mercoledì 29 dicembre 2021

Le code ai tamponi, l'anacronismo di Tesei


Temo che criticare la giunta regionale dell’Umbria perché siamo nel caos nella gestione del Covid non colga il punto. Nel caos c’è più o meno tutta l’Italia, non solo l’Umbria. E infatti il punto non è quello. La questione è che nel programma della attuale presidente della regione, nel capitolo sanità, si leggeva questo: «Sarà strategico potenziare il tasso di coinvolgimento del privato, che in Umbria è pari a meno di 1/3 di quello della Lombardia».

venerdì 17 dicembre 2021

Scrivo per fatto personale


Mezza vita fa io insieme a oltre venti colleghe e colleghi venimmo licenziati dal giornale in cui lavoravamo. La notizia ci arrivò con una lettera del direttore, Luigi Camilloni, diventato nel frattempo liquidatore dell’azienda che aveva deciso di terminare le pubblicazioni.

Il quotidiano si chiamava “Giornale dell’Umbria”, ed era stato ceduto alla Gifer di Giuseppe Incarnato appena cinque mesi prima. La vecchia società, nella quale figurava la famiglia Colaiacovo, proprietaria di Colacem, una delle principali aziende italiane produttrici di cemento, si disfece del giornale nel cuore dell’estate, il 27 agosto 2015, al termine di una trattativa di cui i lavoratori furono avvisati solo a cose fatte. Il 31 gennaio 2016, dopo un periodo a dir poco rocambolesco, il Giornale dell’Umbria cessò le pubblicazioni.

Oggi Giuseppe Incarnato, un avvocato a lui legato, Francesco Marrocco, il prima direttore e poi liquidatore Luigi Camilloni e altri sono stati rinviati a giudizio per bancarotta fraudolenta in relazione a quella vicenda.

Ognuno di quelli che hanno vissuto quei mesi ha una sua memoria ben scolpita dell’accaduto; vedere oggi sancito da un tribunale che ci sono gli estremi per processare qualcuno per una bancarotta fraudolenta che avrebbe contribuito a farti perdere il lavoro (avrebbe, ché si è innocenti fino al terzo grado di giudizio) aggiunge amarezza ad amarezza. E pure un po’ di veleno.

lunedì 22 novembre 2021

7, 9 e 14


Tra sabato e domenica scorsi ho sentito e/o letto da fonti diverse che chi si vaccina rischia 7, 9 e 14 volte in meno di contrarre il covid, e/o di finire in ospedale, e/o in terapia intensiva, e/o di morire rispetto a chi non è vaccinato. Se già vi siete persi, non vi preoccupate: è un effetto voluto per dire che da questa lavatrice in centrifuga permanente in cui siamo entrati da venti mesi ci sono ottime probabilità di uscire più stupidi di come siamo entrati, e già eravamo messi abbastanza bene. Ho anche sentito una tipa in una delle manifestazioni no green pass e/o novax che, intervistata, diceva di aver sentito tutto e il contrario di tutto, e questo era di fatto il motivo della sua protesta: non si fida. Provate a darle torto. 

giovedì 28 ottobre 2021

Novecentisti e no

Dunque: l’articolo pubblicato da Cronache Umbre su piazza Birago, Zerocalcare, PopUp e la fine del Novecento (che ci ho messo io) ha suscitato cose. Qui nel mio profilo e altrove. Questa doveva essere una risposta a delle sollecitazioni, in origine, e doveva andare a finire in risposta a dei commenti fatti in questa bacheca facebook. Poi sono andato lungo, e allora ho pensato di farci un post, del tutto inadeguato qui su facebook, e forse inadeguato tout court, infatti per l’occasione ho rispolverato anche il mio blogghettino d’antan.

giovedì 11 febbraio 2021

L'inerte e la vita

Vale la pena sottolinearla, questa cosa che sta succedendo in Umbria. La regione ha chiesto aiuto al governo nazionale per reperire medici e infermieri senza i quali la sanità si è inceppata e l’ospedale da campo di Perugia, inaugurato diverse settimane fa, è rimasto vuoto; cosa che con i contagi che galoppano e la saturazione delle terapie intensive a livello di guardia, assume i contorni della auto-beffa.

martedì 2 febbraio 2021

Non siamo mica gli americani

Mentre metabolizzavo il libro di Giovanni Dozzini (“Qui dovevo stare”, Fandango libri) mi venivano in mente “Birdman”, poi “Non siamo mica gli americani”, e poi ancora “Padania” (“Due ciminiere e un campo di neve fradicia, qui è dove sono nato e qui morirò”). Come si possono mescolare un film di Iñárritu, una canzone del primo Vasco Rossi e una dei più recenti Afterhours? Succede: nelle teste delle persone si mescolano un sacco di cose, spesso molto diverse l’una dall’altra. E pure le vite sono un sacco di cose, e anche all’interno della stessa ci trovi un sacco di cose molto diverse l’una dall’altra.