Al di là delle schermaglie
sull'agibilità politica di Berlusconi, il gruppo dirigente del Pdl
ha ormai capito che per l'anziano leader ci sarà poco da fare e
occorrerà trovare qualcuno in grado di sostituirlo degnamente. Per
questo è stato bandito un concorso internazionale mediante il quale
verrà selezionato il successore.
I requisiti per partecipare sono i
seguenti: ricordarsi di pronunciare il sostantivo «libertà» almeno
una volta ogni 150 parole (anche a casaccio va bene, tipo: «Angelino,
zitto e non rompere. Libertà»); dimostrare di saper cantare,
accompagnati anche da un mediocre strumentista, almeno due-tre
melense canzonette del secolo scorso e trovare qualche decina di
persone disposte ad ascoltare adoranti (anche pagandole va bene);
promettere conquiste mirabolanti e saper trovare sempre qualcuno cui
attribuire la responsabilità per non essere riusciti nell'impresa;
se superati i 60 anni, ricorrere al chirurgo plastico almeno una
volta ogni 24 mesi.
Le candidature stanno arrivando da ogni
parte del mondo, anche con sponsor di rilievo, ecco le principali.
Ross Perot. Miliardario texano,
si presentò alle presidenziali degli Stati uniti nel 1996. Ha
motivato così la sua candidatura in una lettera inviata alla
commissione del Pdl: «Mi annoio tanto. Ho 83 anni e comincio a
perdere colpi ma non credo che per voi questo sia un problema. È
vero, ho perso le elezioni negli Stati uniti, ma con gli italiani è
un'altra cosa, sono convinto di poter riuscire. Alla chirurgia
plastica non ci credo, però se insistete posso fare lo sforzo di
presentarmi in pubblico con una bandana in testa. Inoltre ho tanti
soldi, così se voi non trovaste locali adeguati per riunirvi, posso
impegnarmi fin d'ora a comprare quattro-cinque ville e palazzi sparsi
per l'Italia dove poterci incontrare. Infine: non so cantare, ma sono
in grado di pagare per procurarmi un cantante vero da mettere dietro
le quinte e riempire un teatro di pubblico osannante mentre io vado
in playback».
Mubarak. La candidatura dell'ex
presidente egiziano ha fatto il miracolo: è stata avanzata al Pdl da
un arco di forze che ha messo insieme i Fratelli Musulmani, l'ex
presidente Morsi e quello attuale, Adli Mansur, salito al potere dopo
la deposizione forzata dello stesso Morsi. L'obiettivo comune a tutte
le parti è liberarsi di una presenza ingombrante, e la destinazione
italiana per Mubarak è parsa a tutti la più appropriata: «Sì,
sappiamo che non è il massimo – hanno scritto gli egiziani nella
lettera di accompagnamento della candidatura – ma almeno in
un'eventuale campagna elettorale lui può sfruttare l'argomento di
aver saldato il suo debito con la giustizia. Inoltre, se ci
accordiamo, potremmo convincerlo a venire a testimoniare presso le
vostre autorità che lui è veramente lo zio di Ruby; v'immaginate
che colpo?».
Gigi D'Alessio. Il suo punto di
forza è che canta e suona senza neanche bisogno di un Apicella che
l'accompagni. «E poi – ha scritto alla commissione – sono una
garanzia: sono anni che faccio dischi di una bruttezza sconcertante
ma che vengono acquistati inspiegabilmente da migliaia di persone.
Sono quello che ci vuole per voi».
Maria De Filippi. La sua
candidatura è perorata dal marito, Maurizio Costanzo: «Se programmi
come “C'è posta per te” e “Amici” sbancano gli ascolti, ci
sono spazi elettorali immensi per Maria», ha scritto il presentatore
alla commissione. Poi la minaccia: «Se non la prendete voi, farò in
modo che il prossimo anno presenti il Festival di Sanremo».
Anche il Pd avrebbe timidamente
mostrato interesse a dare una mano al Pdl alla ricerca di un leader,
ma la candidatura è stata bocciata dalla commissione perché
accompagnata da una lettera eccessivamente laconica. C'era scritto:
«Vi prestiamo Giuseppe Fioroni, che ne dite?».
Il Pdl rimane però in preda a uno
strano fermento. Alla commissione che sta vagliando le candidature
appena elencate, composta dalle colombe Cicchitto, Quagliarello e
Alfano, si vanno sempre più esplicitamente contrapponendo i falchi
Santanchè, Verdini e Carfagna. Questi ultimi sarebbero orientati a
scegliere il successore di Berlusconi attraverso un'edizione speciale
del Grande Fratello per la quale sarebbero già stati selezionati, in
ossequio ai meriti conseguiti nei rispettivi campi, i seguenti
protagonisti: Homer Simpson, Rocco Siffredi, la strega di Biancaneve
(per rispettare le quote rosa), il Gabibbo e Federico Moccia. «Tutta
gente che potrebbe avere un appeal decisivo nei confronti del nostro
elettorato – ha commentato Santanchè in una dichiarazione uscita
contemporaneamente sul Giornale e su Cronaca Vera – altro che le
mammolette di Cicchitto».