Tra sabato e domenica scorsi ho sentito e/o letto da fonti diverse che chi si vaccina rischia 7, 9 e 14 volte in meno di contrarre il covid, e/o di finire in ospedale, e/o in terapia intensiva, e/o di morire rispetto a chi non è vaccinato. Se già vi siete persi, non vi preoccupate: è un effetto voluto per dire che da questa lavatrice in centrifuga permanente in cui siamo entrati da venti mesi ci sono ottime probabilità di uscire più stupidi di come siamo entrati, e già eravamo messi abbastanza bene. Ho anche sentito una tipa in una delle manifestazioni no green pass e/o novax che, intervistata, diceva di aver sentito tutto e il contrario di tutto, e questo era di fatto il motivo della sua protesta: non si fida. Provate a darle torto.
lunedì 22 novembre 2021
7, 9 e 14
giovedì 28 ottobre 2021
Novecentisti e no
giovedì 11 febbraio 2021
L'inerte e la vita
martedì 2 febbraio 2021
Non siamo mica gli americani
Mentre metabolizzavo il libro di Giovanni Dozzini (“Qui dovevo stare”, Fandango libri) mi venivano in mente “Birdman”, poi “Non siamo mica gli americani”, e poi ancora “Padania” (“Due ciminiere e un campo di neve fradicia, qui è dove sono nato e qui morirò”). Come si possono mescolare un film di Iñárritu, una canzone del primo Vasco Rossi e una dei più recenti Afterhours? Succede: nelle teste delle persone si mescolano un sacco di cose, spesso molto diverse l’una dall’altra. E pure le vite sono un sacco di cose, e anche all’interno della stessa ci trovi un sacco di cose molto diverse l’una dall’altra.
sabato 9 gennaio 2021
L’abisso della stampa umbra, occupazione dimezzata in dieci anni
giovedì 7 gennaio 2021
Imprese arretrate, amministratori irretiti. Tesei double face
È una fotografia impietosa del sistema imprenditoriale umbro quella contenuta nel Documento di economia e finanza regionale 2021-2023 (Defr, lo strumento di programmazione del prossimo triennio) che la Giunta regionale ha approvato il 9 dicembre 2020. Nel capitolo dedicato al quadro macroeconomico dell’Umbria si legge che essa «si è presentata alla sfida con la pandemia Covid-19 in una situazione complessa, per alcune debolezze e problemi anche strutturali che la espongono – più di altre realtà territoriali – alle crisi di carattere congiunturale».
mercoledì 6 gennaio 2021
L'Umbria e la mancanza di capacità di futuro
sabato 19 dicembre 2020
Umbria, il virus diseguale
Nel suo ultimo aggiornamento sull’economia dell’Umbria pubblicato a novembre 2020 Bankitalia ha rilevato che nei primi sei mesi dell’anno si sono registrati il 2,9 per cento di occupati in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il saldo assunzioni/licenziamenti è stato di –3.700. Il prezzo l’hanno pagato in massima parte i titolari di un contratto a tempo determinato (circa seimila in meno rispetto al 2019), che sono in grande maggioranza giovani sotto i 29 anni.
lunedì 14 dicembre 2020
Perugia, il paradosso della mobilità immobile
giovedì 3 dicembre 2020
Un'eretica ante litteram
Per rispondermi al telefono Renata Stefanini Salvati interrompe la lettura mattutina dei quotidiani: «Ne leggo tre al giorno, Repubblica, Corriere della Sera e Messaggero». Nel corso della chiacchierata mi dirà anche i titoli dei libri che sta leggendo in questo periodo; vale la pena citarli perché aiutano a capire il cuore delle ragioni per cui, almeno dal mio punto di vista, si è acceso l’interesse per questa donna che ha fatto la partigiana prima, la dirigente del Pci ternano poi, e l’imprenditrice di successo in seguito. I libri sono “A scuola di dissenso. Storie di resistenza al confino di polizia”, di Ilaria Poerio; “Sorvegliati speciali. Gli intellettuali spiati dai gendarmi”, di Mirella Serri; e “Un popolo come gli altri”, un volume di Sergio Luzzatto sulla storia degli ebrei.
giovedì 19 novembre 2020
Per capire come sia saltato tutto
Nel giro di un’ora mi è stato risposto che la procedura era stata avviata e mi è stato inviato in allegato un opuscolo in pdf con le istruzioni per la gestione dei rifiuti urbani in caso di positività. L’opuscolo è stato fatto in ottemperanza, vi si legge, di un’ordinanza del 1 luglio 2020 del massimo organo esecutivo regionale. La data è importante perché quell’opuscolo è una testimonianza documentale di come nell’arco di quattro mesi sia saltato tutto.
giovedì 12 novembre 2020
Don Leonello
Don Leonello è una di quelle persone che mi aprono una vergogna professionale di una certa profondità. Don Leonello è morto l’11 novembre per covid, leggo. Da tempo non era più sotto i riflettori. La curia, la diocesi, o chi per loro - non mi intendo molto di questioni religiose - aveva contribuito a questa fuoriuscita soft dopo che per anni lui, nel quartiere della Pallotta, a Perugia, si era dato da fare ventiquattr’ore al giorno per dare una mano a chi una mano non la dava nessuno.
giovedì 29 ottobre 2020
Tamponi agli asintomatici (ripresa)
Prima questione: il risultato del tampone della persona risultata positiva arriva a diversi giorni di distanza dall’ultimo contatto con la classe. Quindi per diversi giorni gli alunni che avrebbero potuto contrarre il virus senza presentare sintomi, restano liberi di relazionarsi rischiando di infettare a loro volta.
venerdì 23 ottobre 2020
Però
Sull’importanza delle scuole ci troviamo d’accordo. Sulla amputazione che rappresenta la didattica a distanza pure, soprattutto per gli alunni più piccoli e più fragili. Però.
domenica 18 ottobre 2020
Boomerang
lunedì 31 agosto 2020
Parliamo di deiezioni canine
Il gioco è piuttosto semplice, e di sicuro effetto. Ha diverse varianti ma il tema è più o meno lo stesso. Si può partire da una delle dichiarazioni strampalate di qualcuno di quelli “de destra”, tipo: «I migranti portano il covid». Oppure si può andare su una delle pagine di fan assatanati di quelli “de destra” e, sotto un post – per dire - contro la Azzolina corredato di fotografia pro-gogna, prendere commenti a caso: «Faccia da...», «Fatti stuprare da un branco di...» e via con amenità del genere.
martedì 19 maggio 2020
Franceschino
L’ho imparato col tempo quanto era importante Francesco Valli. Fino a un certo punto per me è stato solo un adulto un po’ più grande dei miei che quando lo incrociavo per le scale mi apostrofava con un «ah regazzi!’», seguito da «che fai?» o «do’ vai?». Crescendo, ho scoperto che lo conoscevano praticamente tutti, a Terni, e che per tutti era Franceschino, non come c’era scritto sul citofono, Francesco.
giovedì 26 marzo 2020
Il Pd: salvaguardare i produttori di lana caprina
Fino a quel momento gli industriali avevano insistito per far rientrare tra le produzioni essenziali anche quelle di catene e manette. Il capo delegazione di Confindustria, Alfredo Prigionia, motivava la scelta dicendo che è sempre bene avere in azienda certi strumenti quando c’è da trattare con certi operai riottosi. Lega e Fratelli d’Italia si opponevano però alle catene con la motivazione che le manette sono più che sufficienti. Il Pd derubricava la cosa sostenendo che gli operai non esistono più. Ma a quel punto è stato fatto notare a Paolo Liberal, che stava trattando per il suo partito, di non confondere gli italiani con l’elettorato del Pd.
Momenti di tensione quando Giorgia Meloni ha chiesto di inserire i sacchi di sabbia nell’elenco delle produzioni essenziali. «Stamo in guera», è stata la laconica motivazione, e quando le è stato riferito sottovoce dal suo consigliere Evaristo Nostalgia che il coronavirus si inocula e non ha armi, Meloni ha risposto scandalizzata sgranando gli occhi: «’Sto zozzo! E noi je sparamo lo stesso!».
Flebile la resistenza di Matteo Salvini, che voleva garantire l’apertura alle fabbriche produttrici di felpe. Il leader della Lega ha desistito quando come contropartita gli è stata assicurata la possibilità di circolare indiscriminatamente per le strade di Roma con la mascherina indossata alla cazzo di cane tanto per darsi un tono.
Il Pd ha insistito per tenere aperte le fabbriche di lana caprina. «Sennò noi al nostro interno non sappiamo di cosa discutere», ha detto Giorgio Destri, un ex renziano che si è rifiutato di seguire l’ex leader con la motivazione che “Italia viva” è un nome di merda. Sulla lana caprina però la chiusura di Conte è stata netta: «Se faccio una scelta del genere come motivo a Vito Crimi il no alle fabbriche di liquirizia che gli piace tanto?».
Nelle ore cruciali in cui si stava decidendo infine, è arrivata la minaccia di una serrata del buonsenso da parte del “Movimento dei cittadini onesti e stanchi” che chiedeva di non interrompere la produzione di rabbia e livore. Anche in questo caso la chiusura di Conte è stata decisa: «Rabbia e livore circolano liberamente in abbondanza, mentre la serrata del buonsenso è un’arma spuntata, visto che sono anni che non ce n’è».
Attimi di paura in chiusura di videoconferenza per Evaristo Nostaglia che è dovuto ricorrere alle cure dei medici dopo essere stato colpito al volto dalla giugulare rigonfia di Giorgia Meloni.
mercoledì 18 marzo 2020
Lite a Contursi, Meloni stecca l'inno, xanax per Salvini
Il coronavirus nel frattempo sta costringendo le forze politiche a rivedere le rispettive strategie di comunicazione. Il M5S è quello che si è trovato più in difficoltà dal momento che il leader politico attuale, Vito Crimi, sta cercando di farsi spiegare il significato della parola “strategia”. «Una volta che l’avrà capita la strada sarà tutta in discesa – confidano gli spin doctor del Movimento – perché in due-tre giorni al massimo avrà imparato anche il significato di “comunicazione”».
Il fatto che mezzo Pd si trovi costretto alla quarantena allevia di molto i cronisti, abituati a districarsi tra le differenti posizioni che usualmente caratterizzano le varie anime del partito: ad oggi se ne contano solo 26, anche se Anna Ascani sta per uscire dal periodo di isolamento forzato e contribuirà alla ventisettesima. Si potrebbe arrivare a 28 con l’immancabile “Ce lo chiede l’Europa”, anche se di questi tempi neanche Dario Nardella sembra propenso a farla propria.
In difficoltà Matteo Renzi, il quale è in attesa che la destra faccia la prima mossa per spararla ancora più grossa.
I due leader sovranisti dal canto loro avrebbero già fatto del loro meglio se solo non fossero stati costretti a fronteggiare degli imprevisti per cui la parte più movimentista di Lega e Fratelli d’Italia ha subito proposto la galera, salvo ricredersi quando gli è stato fatto capire che in galera ci possono andare solo le persone e non anche i nomi comuni di cosa.
All’interno di Fratelli d’Italia una fronda, subito ribattezzata demo-pluto-massonico-eccetera-eccetera dalla maggioranza, ha proposto un flash-mob. Su di loro è caduta la scomunica di Giorgia Meloni, la quale ha espulso tutti dal partito con l’accusa di esterofilia e ha però fatto sua l’idea varando un “movimento di un istante”, questo il nome scelto per l’iniziativa da una Meloni che nel presentarla si è lasciata sfuggire “E parliamo italiano, cazzo!”. L’idea era di cantare l’inno di Mameli accompagnati dall’orchestra in tonalità di “sol”, ma quelli di Fratelli d’Italia, timorosi che quella nota potesse rimandare al “sol dell’avvenire” socialista, hanno all’ultimo momento deciso di farla in “do” dando luogo a una terribile cacofonia, parola italianissima utilizzata qui per sostituire un più volgare “figura di merda”.
Salvini invece, era da giorni in giro alla ricerca di cibo italiano da comprare. Aveva optato per una semplice e autarchica pasta al pomodoro, ma poi gli hanno spiegato che il grano per gli spaghetti arriva dall’Ucraina e la polpa di pomodoro la spremono a mano degli immigrati clandestini che prendono 3 euro per ogni quintale raccolto. A quel punto, il leader leghista, preso dal nervosismo, si è acceso una Marlboro, ma quando il capo della “Bestia” Luca Morisi gli ha sussurrato all’orecchio che la Philip Morris, produttrice del tabacco, è americana, ha avuto una crisi di panico per la quale i medici sono dovuti ricorrere a una potente dose di xanax. Una volta riavutosi, Salvini ha voluto sapere dettagliatamente che cosa gli fosse successo, e quando gli è stato riferito che lo xanax è prodotto dalla Pfizer, multinazionale farmaceutica statunitense, ha avuto un nuovo mancamento dal quale si risveglia ogni tanto solo per gridare “Allah akbar”.
venerdì 13 marzo 2020
Coronavirus, una settimana cruciale
La prossima settimana sarà cruciale per capire se riusciremo a uscire indenni dall’epidemia di coronavirus. Questo è lo scenario più probabile.
Giorno 1 – Conte appare in diretta tv per comunicare il divieto di uscita sul balcone; mentre parla, la telecamera coglie un leggero tremore del labbro inferiore del premier che tranquillizza tutti: “È solo un po’ di stress”. Viene divulgato un audio di Rocco Casalino che si lamenta perché il coronavirus gli ha fatto saltare l’appuntamento dal parrucchiere. Salvini non viene invitato a nessun talk show ma appare in diretta su facebook davanti a un gigantesco piatto di impepata di cozze invitando a mangiare italiano. Giorgia Meloni chiede di chiudere i tombini perché il coronavirus potrebbe arrivare anche da lì. A Castelverrino, in provincia di Isernia, il 77enne Egidio Integerrimi esce di casa dicendo alla moglie: “Vado a comprare le sigarette”. Dopo dieci minuti la moglie ci ripensa e lo chiama al cellulare chiedendo: “Dove cazzo vai che non hai mai fumato in vita tua?”.
Giorno 2 – Conte appare in diretta tv per comunicare l’invito a scegliersi una stanza e restare chiusi lì dentro; la telecamera immortala un battito innaturale delle palpebre del premier che tranquillizza tutti: “Tranquilli, è solo un po’ di stress”. Circola un audio di Rocco Casalino incazzato perché a causa del coronavirus ha dovuto disdire la prenotazione del fine settimana in beauty farm. Salvini non viene invitato a nessun talk show e appare in diretta su facebook, ma dopo dieci secondi si sente distintamente il vicino di casa che grida: “Hai rotto il cazzo”. Giorgia Meloni chiede di chiudere tutte le bottiglie aperte che si hanno in casa perché il coronavirus potrebbe arrivare anche da lì. A Rondanina, in provincia di Genova, la 65enne Elisabetta Fuita viene sorpresa dal marito mentre tenta di calarsi dal balcone di casa dopo aver trasformato le lenzuola buone del corredo in una fune.
Giorno 3 – Conte appare in diretta tv senza cravatta e con i capelli in disordine chiedendo agli italiani di trovare riparo sotto i rispettivi letti e chiude la comunicazione facendo marameo con la mano ma si scusa subito dopo: “È solo un po’ di stress”. Rocco Casalino viene beccato in un fuorionda che si lamenta perché il ristorante in cui era solito mangiare il tartufo bianco di Alba ha chiuso nonostante potesse rimanere aperto poiché vende anche le sigarette. Salvini non viene invitato a nessun talk show e appare in diretta su facebook in evidente stato di ebbrezza invitando a bere italiano. Giorgia Meloni chiede di individuare tutti i manufatti made in China che si hanno in casa e sigillarli negli armadi perché il coronavirus potrebbe arrivare anche da lì. A Erba, il 18enne Mauro Cartini scende in cortile con gli amici, si arrotola una canna e inizia a fumarla dicendo: “Mi dispiace, è proprio un peccato non potervela passare”.
Giorno 4 – Conte appare in diretta tv in maniche di camicia chiedendo agli italiani di accendere un cero alla madonna e poi dicendo “piripiripiri”, spiegando poi: “Lo stress non c’entra, mi sono rotto proprio i coglioni”. Rocco Casalino confida in un messaggio audio a una chat di giornalisti che ha dovuto rinunciare al bagno nel latte di capra che aveva appena preparato perché è stato richiamato di corsa a Palazzo Chigi poiché il premier comincia a dare segni di cedimento. Salvini appare in diretta facebook con “You can leave your hat on” come sottofondo mentre con sguardo lascivo si slaccia la camicia dicendo: “È italiana”. Giorgia Meloni chiede di chiudere la galassia agli extraterrestri perché il coronavirus potrebbe arrivare anche da lì. Il 58enne Michele Vendetti esce di casa e va a starnutire in faccia al coetaneo Eros Minuti, che quarantacinque anni fa si era fidanzato con una sua ex della quale lui era ancora innamorato.
Giorno 5 – Conte manda in diretta tv al posto suo Rocco Casalino che confida agli italiani che a causa del coronavirus ha dovuto rinunciare al torneo di burraco del giovedì. Salvini in diretta facebook risponde al cellulare convinto che sia Bruno Vespa che lo invita a “Porta a Porta”, quando scopre che a chiamarlo è un call center che gli chiede di passare a Vodafone, esce sul terrazzo e minaccia di buttarsi. Giorgia Meloni che si trova a passare da lì lo invita a chiudere la finestra perché il coronavirus potrebbe arrivare anche da lì. Elettra Scotorni, 22enne influencer esperta nel non saper fare una minchia, chiede i danni a Instagram perché i follower cominciano a diminuire nonostante lei usi l’hashag #coronavirus.
Giorno 6 – Conte manda in tv un vecchio video di Rocco Casalino al Grande Fratello e alla fine appare in t-shirt e con la barba lunga dicendo: “Italiani, se c’è riuscito lui a rimanere chiuso in una casa per mesi, potete farlo anche voi”. Poi comincia a cantare “Brigitte Bardot Bardot” senza accampare la scusa dello stress. Salvini appare in diretta tv con una felpa in cui c’è scritto: “Coronavirus, co’ le mani quanno te pare”. Giorgia Meloni invita a chiudere i libri perché il coronavirus potrebbe arrivare anche da lì. A Forlimpopoli, la 46enne Giuditta Alessandrini entra in un supermercato, va dal direttore e chiede: “Quanto vuoi per tutto quello che c’è qui dentro?”.
Giorno 7 – Conte appare in diretta tv senza dire nulla, solo facendo di corsa da sinistra a destra e da destra a sinistra e salutando con la mano quando passa davanti alla telecamera. Rocco Casalino lo blocca lamentandosi che a causa sua e del coronavirus ha dovuto rinunciare all’ora quotidiana nella grotta di sale. Salvini non viene invitato a nessun talk show e appare in diretta facebook in boxer leopardati con scritto sul torace “Manzo italiano”. Giorgia Meloni chiede la riapertura delle case chiuse per poter avere qualcos’altro da chiudere. A Forlimpopoli, Giuditta Alessandrini dopo aver acquistato il supermercato coi risparmi di una vita ed esservisi barricata dentro, viene immortalata mentre fa il gesto dell’ombrello alla sterminata fila che si è formata fuori.